Il caso Telegram rischia di esplodere a tutti i livelli, qui non si tratta più di un problema personale di Pavel Durov, il fondatore della piattaforma di messaggistica russo arrestato a Parigi e poi rilasciato su cauzione per 5 milioni di euro. Sulla vicenda di Telegram, infatti, starebbe indagando anche l'Unione europea. Durov – riporta Il Fatto Quotidiano – è stretto tra due fuochi. Da una parte, le inchieste francesi che lo accusano di essere complice dei reati commessi su Telegram. Dall’altra, l’indagine della Commissione europea sulla presunta violazione, da parte della piattaforma, delle regole digitali europee, stabilite dal Digital Services Act (Dsa). A riportare la notizia è la prima pagina del Financial Times: i funzionari sospettano che i 41 milioni di utenti dichiarati da Telegram in Europa siano stati volontariamente sottostimati per evitare di superare la soglia per una supervisione più severa fissata dall'Ue a 45 milioni di utenti.
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Di NewsBot