Sul caso Boccia-Sangiuliano emergono nuovi dettagli destinati a fare rumore. Palazzo Chigi si era accorto delle mosse della mancata consulente già tre mesi prima che esplodesse il caso, l'allarme era scattato già a giugno. Il vero obiettivo della "consulente" di Pompei infatti – in base a quanto risulta a Il Fatto Quotidiano – non era il titolare della Cultura, ma quello dell'Agricoltura: Francesco Lollobrigida, il cognato della premier. E sarebbe stato proprio Palazzo Chigi a chiedere a Sangiuliano di stracciare il contratto di collaborazione di Boccia dopo settimane di litigi al ministero della Cultura, voci incontrollate e ricatti che circolavano nei palazzi del potere. Un passaggio che è avvenuto a metà agosto quando ormai i campanelli d’allarme erano troppi: il ministro ha dato seguito alla richiesta, che sarebbe avvenuta insieme a quella della moglie, con una mail che risale al 26 agosto scorso, da lui stesso mostrata al Tg1.
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