La donna, Giusta Sorrentino, aveva accudito per anni l’anziano padre del ragazzo, un facoltoso imprenditore di Misilmeri. Alla sua morte, non contenta dell’eredità che le era stata lasciata, si era appropriata anche di quella del figlio dell’uomo. Dopo una condanna a 6 anni, l’accusa di circonvenzione di incapace è andata prescritta, ma è rimasta quella di autoriciclaggio
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