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Anm prepara lo sciopero. Avvocati contrari, inopportuno
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ROMA, 19 gennaio 2025, 18:35
Redazione ANSA
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A ventiquattr’ore dall’annuncio delle iniziative contro la riforma della Giustizia, esplode la polemica sulla decisione dei magistrati di protestare il giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e di scioperare il prossimo 27 febbraio.
    L’Unione delle Camere penali si schiera contro l’Anm sottolineando che lo sciopero rappresenta uno “scontro istituzionale” con governo e Parlamento che “rischia di compromettere l’immagine stessa della magistratura”. Attacca anche il centrodestra, che fa quadrato e difende il ministro Carlo Nordio. “Protestare è legittimo ma non condivido il modo scelto”, le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, mentre per il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, l’Anm “delegittima la magistratura italiana”. Ma il presidente dell’associazione dei magistrati Giuseppe Santalucia, ribadisce la posizione e difende le ragioni della mobilitazione, definendo la riforma un “peggioramento della giustizia”.
    All’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, in programma sabato 25 gennaio nelle corti d’appello, i magistrati hanno deciso come forma di protesta di indossare una coccarda tricolore sulle toghe per poi lasciare l’aula quando il ministro Nordio, o un suo delegato, prenderà la parola. Sotto il braccio, come ha deciso ieri il Comitato direttivo, stringeranno una copia della Costituzione, i cui passaggi salienti saranno invece scritti sui cartelli all’esterno delle aule di giustizia. Il 27 febbraio scatterà invece la giornata di astensione dal lavoro.
    “I magistrati – spiega l’Unione delle Camere Penali – dimenticano che é proprio l’articolo 111 di quella Costituzione che vuole che il processo si svolga davanti a un giudice terzo.
    E terzo è solo quel giudice che non ha alcun vincolo e colleganza con il pubblico ministero”. “La giustizia senza la garanzia di indipendenza e autonomia – la replica del presidente dell’Anm Santalucia – non è una giustizia di qualità. Questa modifica costituzionale della maggioranza crea le premesse per una maggiore influenza della politica sulla giustizia”.
    Ed è proprio la politica a intervenire sulla protesta delle toghe. “Questa riforma – incalza Tajani – punta a innalzare il ruolo del magistrato giudicante, a garantire un processo giusto e a garantire certezza del diritto a tutti i cittadini. Non bisogna quindi fare difese corporative, bisogna guardare sempre agli interessi dei cittadini, garantendo sempre la difesa della giustizia e della libertà”. “Annunciare questo tipo di protesta – tuona Gasparri – dimostra la chiara volontà dell’Anm di violare il principio della separazione dei poteri, legislativo, giudiziario ed esecutivo. Un atteggiamento di protervia assoluta, che delegittima l’intera magistratura italiana con una scelta fuori da qualsiasi canone di rispetto della Costituzione e della legalità”. A difendere la riforma è anche l’ex pm Antonio Di Pietro, secondo il quale il testo “non modifica in alcun modo l’articolo 104 della Costituzione” e quindi “demonizzare la riforma a priori (solo perché lo aveva detto anche Berlusconi) mi pare una forzatura ideologica non corrispondente alla realtà dei fatti”. Di tutt’altro parere Nicola Fratoianni, di Avs. “La separazione delle carriere – dice – non è una riforma della giustizia come cercano di far intendere dalle parti del governo Meloni, è semplicemente un modo per colpire l’autonomia dei magistrati e proteggere i potenti”.
   
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