Il premier israeliano in tv: "Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra. Obiettivo è che Gaza non minacci più Israele". Il cessate il fuoco inizierà alle 8:30 (le 7:30 in Italia). Saranno liberati i primi tre ostaggi su 33. In cambio verranno rilasciati 1.700 detenuti palestinesi. Ma Israele “non proseguirà con il piano senza l’elenco degli ostaggi che saranno liberati". Hamas: ritardo sui nomi perché comunicati tramite messaggeri
Approvato da Israele dopo un consiglio dei ministri fiume l’accordo siglato a Doha sul cessate il fuoco a Gaza che inizierà domenica alle 8:30 ora locale (le 7:30 in Italia), come ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. Ma Israele “non proseguirà con il piano finché non riceverà l’elenco degli ostaggi da liberare, come concordato”. Lo rende noto con un comunicato l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu dopo che, nonostante diversi rumors, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate domani. “Israele non tollererà violazioni dell’accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas”. 
Secondo Hamas, il ritardo sui nomi è dovuto al metodo usato per comunicare tra i vari gruppi, tramite messaggeri.
“Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, in cui Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nel suo primo discorso alla nazione dopo l’accordo di cessate il fuoco con Hamas, rassicurando il suo paese che gli ostaggi nelle mani di Hamas torneranno a casa. 33 “fratelli e sorelle torneranno a casa” grazie alla “ferma posizione di Israele”, ha aggiunto, per poi ammonire: “Israele si riserva il diritto” di riprendere i combattimenti, se sarà necessario”.
Il gruppo terroristico Jihad Islamica ha minacciato di uccidere gli ostaggi se Israele non fermerà gli attacchi prima del cessate il fuoco. Lo riporta il quotidiano Times of Israel.
Monito di Netanyahu: “Se la fase due fallisce, la guerra riprenderà con il sostegno degli Usa. Ho avuto garanzie inequivocabili da Biden e Trump”. Domani i primi tre ostaggi liberi. Sono in tutto 33 i rapiti del 7 ottobre che saranno rilasciati. Tra loro i piccoli Bibas, ma non si sa se vivi. Nella lista anche le ragazze prese al rave e le 5 soldatesse. Fonti dell’establishment sicurezza israeliana stimano che “25 dei 33  ostaggi destinati ad essere rilasciati nella prima fase dell’accordo  siano ancora vivi”. Lo riferisce la Radio dell’esercito.
Un uomo ha cercato di accoltellare dei passanti in via Levontin a Tel Aviv, ferendone uno che è stato portato in ospedale. Lo ha riferito il portavoce della polizia, secondo cui l’aggressore è stato “neutralizzato”. L’accoltellamento è stato definito “attacco terroristico” dalla polizia, le condizioni della persona ferita sono gravi. Il terrorista è Salah Yahya, 19 anni di Tulkarem, in Cisgiordania. È entrato illegalmente in Israele.
Intanto, la notte scorsa cinque membri di una famiglia, inclusi tre bambini, sono stati uccisi in un bombardamento dell’esercito israeliano che ha preso di mira una tenda che ospitava gli sfollati nel sud della Striscia di Gaza. I ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico contro Israele, dove l’esercito aveva precedentemente affermato di aver intercettato un missile proveniente da quel Paese.
l presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas dopo l’annuncio dell’accordo sul cessate il fuoco, ha detto che il partito che governa solo piccole aree della Cisgiordania occupata, è pronto ad assumersi “la piena responsabilità” della Striscia di Gaza alla fine della guerra. L’ANP ha inoltre raggiunto un accordo con i miliziani armati del Battaglione Jenin, mettendo fine all’operazione militare in corso da oltre un mese nell’omonima città nel nord della Cisgiordania.

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È stata resa nota la lista dei 33 ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell’accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio. IL FOCUS
Secondo quanto emerso finora, in una prima fase lunga 42 giorni saranno  liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi. IL FOCUS
Un funzionario di Hamas ha detto a Ynet che l’organizzazione terroristica sta ritardando per motivi tecnici la trasmissione dei nomi dei rapiti che dovrebbero essere rilasciati domani. E ha spiegato che “la comunicazione avviene fisicamente tramite messaggeri, e ci vuole tempo perché si accordino sui nomi e sulla posizione dei rapiti, quando gli aerei dell’Idf sono ancora sopra di loro”. Quindi ha aggiunto che la lista finale verrà rilasciata solo dopo l’approvazione del leader di Hamas, Mohammed Sinwar. 
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE
Donald Trump riferisce di aver detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di “continuare a fare quello” che deve fare: “tutto questo deve finire presto. Vogliamo che finisca presto”. Lo ha detto il presidente-eletto a Nbc, sottolineando che vedrà Netanyahu “presto”, senza però ulteriori dettagli. “Vedremo presto” se gli ostaggi saranno liberati, ha aggiunto assicurando che la sua amministrazione manterrà il cessate il fuoco attraverso il “buon governo”.
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI
Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le  parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali  sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO
Il ministro degli Esteri è stato ospite a Start. Riguardo alla liberazione della giornalista italiana, ha detto che anche se il patron di X ha avuto “contatti con la famiglia, non ha svolto alcun ruolo”. Parlando della situazione in Medio Oriente, ha spiegato che “l’Italia è disposta a inviare i suoi soldati sotto guida araba”. Sull’Ucraina: “Voglio credere che sia l’anno della fine delle ostilità”. Su Zaia: “Non credo che il problema sia lui, ma la regola generale”. L’INTERVISTA
La trentenne infermiera veterinaria Doron Steinbrecher, la 24enne ex scout rapita al Nova Festival Romi Gonen, la 28enne appassionata di astronomia Arbel Yehud: sono questi i nomi sui quali si affollano voci e indiscrezioni dei media in merito alle prime tre donne civili che torneranno a casa dopo 15 mesi di prigionia nelle mani di Hamas, grazie all’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Ma c’è ancora incertezza in attesa della lista ufficiale di Hamas.
L’ospedale Ichilov di Tel Aviv ha riferito che l’uomo è in condizioni stabili e cosciente, e non è in pericolo di vita. Lo riporta il Times of Israel.
Dopo l’ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato  dal Paese: è a Mosca, dove  gli è stato concesso asilo. Al potere dal  2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha  iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil,  primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli  ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall’invasione di vari  gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di  crimini di guerra e crimini contro l’umanità.  IL PROFILO
Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche  l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente  e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese,  quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita  politica. Il suo leader è  stato a lungo – dal  1992 – Hassan Nasrallah,  che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato  ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L’ANALISI
Il gruppo terroristico Jihad Islamica ha minacciato di uccidere gli ostaggi nelle sue mani, se Israele non fermerà gli attacchi nelle ultime ore prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco. Le famiglie degli ostaggi dovrebbero chiedere al governo di cessare i raid perché “potrebbero essere un motivo per uccidere i loro figli”, ha detto Abu Hamza, portavoce del braccio armato delle Brigateal-Quds all’agenzia Reuters, come riporta il quotidiano Times of Israel.
“Apprezzo la decisione del presidente Donald Trump di rimuovere tutte le restrizioni rimanenti sull’approvvigionamento di armi e munizioni essenziali per Israele. Se dovremo riprendere i combattimenti, lo faremo in modi nuovi e con una grande forza”, ha detto questa sera Benyamin Netanyahu.
“Abbiamo stabilito che i terroristi che hanno ucciso non saranno rilasciati in Giudea e Samaria (Cisgiordania), saranno espulsi nella Striscia di Gaza o all’estero, e abbiamo deciso durante la riunione di gabinetto anche un significativo rinforzo delle nostre forze lì per proteggere i nostri cittadini”, ha affermato Benyamin Netanyahu in conferenza stampa. “Ora, cosa ha causato il cambiamento nella posizione di Hamas? Prima di tutto, i colpi dolorosi inferti dai nostri combattenti eroici. In secondo luogo, la nostra politica di colpire i nostri nemici su sette fronti con una forza che non avevano mai visto prima. Abbiamo eliminato Sinwar, Deif e Haniyeh. Abbiamo eliminato Nasrallah e tutta la dirigenza di Hezbollah. Abbiamo distrutto la maggior parte delle armi dell’esercito siriano, colpito i Houthi in Yemen, e agito contro l’Iran. Abbiamo infatti colpito duramente tutti questi gruppi, cioè abbiamo inflitto gravi danni all’intero asse iraniano, e ancora non è finita”, ha detto il premier israeliano. “Come vi avevo promesso, abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente. E come risultato di tutto questo, Hamas è rimasto sconfitto e isolato nella guerra. Proprio così sono state create le condizioni per un cambiamento nella sua posizione e per il rilascio degli ostaggi. Oggi Hamas accetta ciò che prima non avrebbe mai accettato”, ha aggiunto.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahuha rassicurato questa sera il suo paese che gli ostaggi nelle mani di Hamas torneranno a casa. Trentatrè “fratelli e sorelle torneranno a casa” grazie alla “ferma posizione di Israele”, ha detto nel suo primo discorso alla nazione dopo l’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Ma Netanyahu ha anche chiarito che intende tenersi le mani libere. Israele “si riserva il diritto” di riprendere i combattimenti, se sarà necessario, ha ammonito.
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