L’agenzia di protezione civile di Gaza, gestita da Hamas, stima che oltre 10.000 corpi siano ancora sotto le macerie degli edifici distrutti.
Liberata ieri da Hamas, Emily Damari ha pubblicato un post sui social, nel quale ha scritto: "Ringrazio Dio, ringrazio la mia famiglia. Sono tornata alla vita, miei cari". Israele ha rilasciato 90 detenuti nelle prigioni israeliane, tra loro donne e minorenni palestinesi, in cambio appunto delle prime tre donne riconsegnate da Hamas nel primo giorno della tregua
Primo giorno di libertà per le tre donne israeliane ex ostaggio di Hamas e per centinaia di detenuti palestinesi. Il posto su Ig di Emily Damari, liberata ieri dopo 471 giorni di prigionia a Gaza: “Sono la persona più felice del mondo”. Anche l’attivista Jarrar tra le detenute palestinesi liberate: nella notte la gioia della folla notte davanti al carcere di Ofer. Missione di Tajani in Israele e Palestina: “È l’alba di una pace possibile, l’Italia si conferma costruttrice di eventi positivi”. L’agenzia di protezione civile a Gaza, gestita da Hamas, stima che più di 10.000 cadaveri siano ancora sotto le macerie degli edifici distrutti. In un aggiornamento sull’impatto della guerra nella Striscia negli ultimi 15 mesi, ripreso da Bbc, l’agenzia afferma di non essere “riuscita a trovare alcuna traccia” di circa 2.840 persone uccise a causa delle temperature estremamente elevate prodotte dalle armi dell’esercito israeliano. Gli equipaggi del Servizio di Protezione Civile sostengono di aver recuperato oltre 38.300 cadaveri e soccorso 97.000 feriti dalle aree prese di mira da Israele.
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“Credo che lavorando di nuovo insieme porteremo l’alleanza tra Stati Uniti e Israele a livelli ancora più alti”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un videomessaggio di congratulazioni a Donald Trump nel giorno del suo insediamento come presidente degli Stati Uniti, ricordando le azioni del tycoon in favore di Israele durante il suo primo mandato, tra cui il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele e il ritiro degli Usa “dal pericoloso accordo nucleare con l’Iran”. “Sono fiducioso che completeremo la sconfitta dell’asse terroristico dell’Iran e inaugureremo una nuova era di pace e prosperità per la nostra regione”, ha aggiunto Netanyahu ringraziando Trump anche per l’aiuto nel liberare gli ostaggi.
“Noi misureremo i nostri successi e non solo sulle battaglie che vinciamo ma anche sulle guerre a cui metteremo fine, guerre, forse cosa più importante, in cui non siamo mai entrati”. Lo ha detto Donald Trump nel suo discorso inaugurale, con un riferimento alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. “La mia più orgogliosa eredità sarà quella di pacificatore e unificatore, questo è quello che voglio essere”, ha poi aggiunto. Nonostante questo impegno di pace dichiarato, Trump ha affermato l’intenzione di costruire “l’esercito più forte che abbiate mai visto”. “Come nel 2017, noi di nuovo costruiremo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”, ha ribadito.
“Congratulazioni Presidente Trump! Sara e io inviamo i nostri più sentiti auguri a lei, a Melania e al popolo americano per il suo secondo insediamento come Presidente degli Stati Uniti”. Lo ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un video pubblicato su X per congratularsi col presidente eletto nel giorno dell’insediamento a Washington D.C. “Il tuo primo mandato ha avuto molti momenti importanti nella storia delle relazioni tra i nostri due Paesi. Ti sei ritirato dal pericoloso accordo nucleare iraniano, hai riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele, hai spostato l’ambasciata americana a Gerusalemme e hai riconosciuto la sovranità israeliana sulle alture del Golan – ha ricordato Netanyahu – hai anche siglato gli storici Accordi di Abramo, in cui Israele ha fatto pace con quattro Paesi arabi”.
Un rappresentante degli studenti all’Università di Pavia, Leonardo Tambone, ha esposto una bandiera della Palestina sul palco del Teatro Fraschini durante il suo intervento in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2024-2025. “Ci auguriamo che la tregua in atto da poche ore possa essere duratura – ha sottolineato Tambone -, ma non possiamo dimenticare gli oltre 46mila morti nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, tra i quali si contano 13mila giovani. Il 90% delle scuole a Gaza è stato distrutto”. Il rappresentante degli studenti ha parlato di “un assordante silenzio dell’Università di Pavia sulla tragedia che si è vissuta a Gaza, nonostante i 43 giorni di occupazione dei cortili e di altri spazi dell’Ateneo che abbiamo effettuato nei mesi scorsi”. Tambone ha manifestato preoccupazione anche per “la mancanza di 5 milioni di euro all’Ateneo di Pavia: senza queste risorse non potranno essere erogate le borse di studio ai giovani che necessitano di un sostegno per continuare il loro percorso universitario”.
Ora si deve “andare verso gli Accordi di Abramo, vuol dire costruire una nuova stagione di pace, l’Iran non deve minacciare Israele né usare alleati come gli Houthi per far saltare la tregua, non servono provocazioni in questo momento, chi lo fa, se lo fa, si assume la responsabilità di nuovi morti”. Lo dice il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo da Gerusalemme in video collegamento all’evento organizzato dal Parlamento europeo in Italia “Agenda per la Pace 2025 il ruolo dell’Europa e le sfide del Giubileo della speranza”. “Mi auguro che questo non accada anche con i nostri mercantili nel Mar Rosso – ha aggiunto -, mi auguro che nessuno voglia utilizzare questa situazione per speculazioni di potere e mi auguro che l’amicizia tra Iran e Russia abbia altri fini, non quello di creare problemi in Israele”.
Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell’accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. I DETTAGLI
Il titolare della Farnesina incontra il suo omologo Gideon Sa’ar, il presidente israeliano Isaac Herzog e il premier e ministro degli Esteri palestinese Mohammed Mustafa, per “incoraggiarli e sostenerli, perché oggi la tregua è ancora fragile”. Sul futuro “credo sarebbe una buona idea avere una missione di interposizione promossa da un ente internazionale come l’Onu. Purché sia a guida araba”. LEGGI QUI
Per raggiungere una soluzione ‘due popoli due Stati’ in Medio Oriente “ci vorrà tempo, mesi, anni, perchè quello che è successo in questi due anni di guerra ha provocato ferite profonde. Ma io credo che si debba lavorare per quello, anche con una presenza italiana a guida araba, e lavorare per permettere ai palestinesi di vivere in condizioni diverse. Non è una questione di giorni o di mesi, ma di anni. Impresa difficilissima ma mai essere rinunciatari. Questa è la priorità della nostra politica estera”. Lo ha detto il ministro degli esteri, Antonio Tajani, intervenendo all’evento ‘Il ruolo dell’Europa e le sfide del Giubileo’.
“Abbiamo ribadito che siamo disponibili in caso di necessità di un’eventuale missione di pace a guida araba a fornire donne e uomini delle nostre forze armate”. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso di un punto stampa a Gerusalemme.
“Abbiamo anche dato la nostra disponibilità per una fase successiva di ricostruzione, mettendo a disposizione il saper fare italiano soprattutto per lo sminamento, la ricostruzione edilizia e per la ricostruzione di infrastrutture, vedremo quello di cui ci sarà bisogno”. Lo ha dichiarato in un punto stampa a Gerusalemme il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, precisando che nel pomeriggio si terrà un business forum Italia-Israele. “Del futuro e della ricostruzione abbiamo parlato anche con il cardinale Pizzaballa. Con lui abbiamo approfondito anche il tipo di aiuto umanitario che serve – ha aggiunto Tajani – Ci sarà mercoledì una riunione a Roma con il ministro Bernini perché una delle richieste che è emersa è quella di lavorare per far riprendere le attività di formazione e anche di istruzione universitaria dei giovani. Quindi serviranno anche dei prefabbricati per permettere la ripresa dell’attività scolastica”.
Oltre 630 camion di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza domenica, ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres al Consiglio di sicurezza, con almeno 300 dei mezzi diretti a nord dell’enclave, dove l’Onu afferma che incombe la carestia. Lo riporta Al Jazeera.
“La cooperazione italiana aggiungerà altri 10 milioni di euro per progetti di ricostruzione che si aggiungono ai 15 che abbiamo già investito e consegnato ai palestinesi”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, spiegando nel corso di un punto stampa a Gerusalemme di averne parlato a Ramallah con il primo ministro dell’Anp, Muhammad Mustafa.
Il Qatar ha annunciato che invierà 1,25 milioni di litri di carburante al giorno alla Striscia di Gaza durante i primi dieci giorni di tregua tra Hamas e Israele, secondo una dichiarazione del suo ministero degli Esteri. Il piccolo paese ricco di gas ha affermato di aver “messo in atto un ponte di terra per fornire alla Striscia di Gaza 12,5 milioni di litri di carburante durante i primi dieci giorni dell’accordo di cessate il fuoco (…) ad un ritmo di 1,25 milioni di litri al giorno” , per le necessità di questo territorio palestinese che conta 2,4 milioni di abitanti.
L’Italia fornirà uomini e donne a una eventuale missione di pace a guida araba a Gaza. Lo afferma a Gerusalemme il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per Tajani “non potrà essere Hamas” a gestire Gaza in futuro.
Hamas ha affermato che Gaza e il suo popolo “risorgeranno di nuovo” e ricostruiranno il territorio martoriato da oltre 15 mesi di bombardamenti israeliani. “Gaza, con il suo grande popolo e la sua resilienza, risorgerà per ricostruire ciò che l’occupazione ha distrutto e continuerà sulla strada della fermezza finché l’occupazione non sarà sconfitta”, ha affermato Hamas in una dichiarazione rilasciata il secondo giorno di cessate il fuoco con Israele.
Hamas ha affermato che Gaza e il suo popolo “risorgeranno di nuovo” e ricostruiranno il territorio martoriato da oltre 15 mesi di bombardamenti israeliani. “Gaza, con il suo grande popolo e la sua resilienza, risorgerà per ricostruire ciò che l’occupazione ha distrutto e continuerà sulla strada della fermezza finché l’occupazione non sarà sconfitta”, ha affermato Hamas in una dichiarazione rilasciata il secondo giorno di cessate il fuoco con Israele.
Parlando al funerale del sergente maggiore israeliano Oron Shaul, il cui corpo è stato recuperato nel fine settimana dopo essere rimasto a Gaza per oltre un decennio, il presidente Isaac Herzog ha chiesto perdono alla famiglia “a nome dell’intera nazione”. Lo riporta il Times of Israel. “Cara famiglia Shaul, a nome dell’intero Stato di Israele chiedo perdono, per gli anni di tortura che avete dovuto sopportare, per l’attesa del ritorno di vostro figlio e fratello”, dice Herzog. “Anni in cui non abbiamo adempiuto alla nostra missione, alla nostra responsabilità, di riportarlo qui, nella culla della sua nascita”. Shaul verrà seppellito a Poria, nel nord del Paese, dopo essere stato ucciso in combattimento a Gaza nel 2014 e il suo corpo è stato trattenuto fino a quando non è stato trovato dall’Idf nei giorni scorsi. “È passato un decennio e siamo ancora costretti a mandare i nostri figli e figlie migliori a combattere contro quegli abominevoli nemici”, ha aggiunto il presidente. Facendo riferimento al ritorno di ieri sera di Emily Damari, Doron Steinbrecher e Romi Gonen dalla prigionia di Hamas, Herzog ha giurato di riportarli indietro “tutti, fino all’ultimo”, inclusi Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, cittadini israeliani tenuti a Gaza per anni, e il corpo del soldato dell’Idf Hadar Goldin, ucciso anch’egli nel 2014. “Non possiamo lasciare nemmeno una casa in Israele in questo stato di attesa”, ha concluso.
Il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi ha affermato che l’esercito israeliano deve prepararsi per “operazioni significative” in Cisgiordania. “Insieme agli intensi preparativi di difesa nella Striscia di Gaza, dobbiamo essere preparati per operazioni significative in Giudea e Samaria (come Israele denomina la Cisgiordania) nei prossimi giorni per prevenire e catturare i terroristi prima che raggiungano i nostri civili”, ha dichiarato citato dal Times od Israel. Halevi ha anche incaricato gli ufficiali superiori di “formulare piani per la continuazione dei combattimenti, sia nella Striscia di Gaza che in Libano”, riferisce l’Idf.
Emily Damari, l’israeliana rilasciata da Hamas insieme ad altre due donne nel primo giorno di tregua a Gaza, “sta molto meglio di quanto ci aspettassimo”. Lo afferma sua madre, Mandy Damari in una dichiarazione rilasciata tramite il Forum delle famiglie degli ostaggi e riportata dal Times of Israel. “Ieri ho finalmente potuto abbracciare Emily, proprio come avevo sognato di fare per molto tempo”, ha detto ringraziando tutti coloro che hanno offerto incrollabile supporto negli ultimi 15 mesi. “Siete tutti parte integrante della famiglia di Emily”. “È stata una grande gioia intravedere, insieme al resto del mondo, la forza, la determinazione e il carisma di Emily quando è stata rilasciata”, ha continuato. “Per usare le parole di Emily, è la donna più felice del mondo; ha ripreso in mano la sua vita”. Elogiando la “straordinaria resilienza” di sua figlia, Mandy ha comunque sottolineato che la sua strada verso la guarigione è comunque “appena iniziata”, chiedendo privacy per Emily e il resto della sua famiglia. Mandy ha poi ricordato che 94 ostaggi sono ancora prigionieri di Hamas e ha chiesto di garantire che il cessate il fuoco rimanga intatto “finché l’ultimo degli ostaggi non tornerà a casa dalle proprie famiglie”.
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