Il presidente israeliano è intervenuto durante la seconda giornata del Forum economico mondiale: "Siamo ancora in guerra, ma c’è un’opportunità per il cambiamento". La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, parlando delle sfide che attendono l’Ue, chiede "un cambio di passo". Trump? "Pronti a negoziare con lui su commercio". Zelensky: "L’Europa avrà un ruolo nei negoziati per la guerra in Ucraina o Trump farà con Russia e Cina?". Scholz: "Inaccettabile il sostegno di Musk all’estrema destra"
Si è chiusa la seconda giornata del Forum economico mondiale di Davos. La presidente della Commissione europea von der Leyen, nel suo intervento: “Inizia una nuova era di competizione geostrategica”. E avverte: “L’Ue deve cambiare passo”. Trump? “Siamo pronti a negoziare con lui su commercio”. Sulla guerra in Ucraina: “Sostegno europeo a Kiev continua”.
A Davos è arrivato anche il vicepremier cinese Ding Xuexiang, che guardando allo spettro di una nuova guerra dei dazi internazionale ha detto: “Farebbe male a tutti, il protezionismo non porta da nessuna parte”. Tra gli interventi anche quelli del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del presidente ucraino Zelensky, che ha lanciato un monito: “Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue? L’Europa deve fare di più, iniziare ad occuparsi di se stessa, perché sia ascoltata nel mondo”.
Fra gli ospiti di oggi a Davos anche il presidente israeliano Isaac Herzog, secondo cui la soluzione dei due Stati “è qualcosa che ho sostenuto in passato, molte volte”, “ma direi che ho ricevuto una sveglia dopo il 7 ottobre”.
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L’imminente visita in Serbia della premier Giorgia Meloni, che a fine mese sarà a Belgrado unitamente a diversi ministri e a una folta delegazione di imprenditori per un vertice intergovernativo con l’Italia, sarà un’ottima occasione per rafforzare la collaborazione fra i due Paesi. Lo ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic. Parlando ai giornalisti a Davos, a margine del Forum economico mondiale, Vucic ha spiegato che dall’Italia è attesa una “enorme delegazione” di imprenditori che ad attenderli troveranno ugualmente un gran numero di loro colleghi serbi. “Credo che sarà una occasione straordinaria per contatti B2B, e per intensificare ulteriormente la nostra collaborazione con l’Italia”, ha detto il presidente citato dai media a Belgrado. A questo riguardo Vucic ha ricordato come l’Italia abbia aperto a Belgrado uffici di rappresentanza delle tre maggiori istituzioni finanziarie (Sace, Simest e Cassa Depositi e Prestiti, ndr), a sostegno di nuovi progetti e iniziative comuni. “Quando comincerà la produzione della nuova Panda elettrica, credo che l’Italia lentamente comincerà a risalire posizioni. L’Italia è il terzo partner economico e commerciale della Serbia, dopo Germania e Cina, e un tempo era il primo”, ha aggiunto Vucic.
“Siamo ancora in guerra, ma c’è un’opportunità per il cambiamento. Il cessate il fuoco è iniziato domenica ed è stato un momento molto significativo, una grande benedizione, perché stiamo lavorando per riportare a casa gli ostaggi”, ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog intervenendo al World Economic Forum a Davos. Tuttavia, ha sottolineato Herzog, la situazione rimane critica perché l’Iran continua a sponsorizzare il terrorismo utilizzando le formazioni terroristiche nella regione, dagli Houthi ad Hamas. “I proxy sono tutti sostenuti dall’Iran, comandati, controllati e addestrati da Teheran. L’impero del male continua a spendere milioni e lavora ancora oggi per seminare terrore, correndo verso la bomba nucleare”. “Non dobbiamo cadere in un falso ottimismo – ha aggiunto – ma restare lucidi. Esiste una reale opportunità per cambiare il corso del Medio Oriente in meglio, ma i rischi restano enormi finché questo regime in Iran continuerà i suoi sforzi, e l’Iran in nessun caso deve arrivare ad avere l’atomica”. In ogni caso, la chiave per aprire la porta del cambiamento è la liberazione degli ostaggi. “Ne abbiamo ancora molti prigionieri di Hezbollah che sono sottoposti a torture barbariche”, ha concluso Herzog.
Fra gli ospiti di oggi a Davos anche il presidente israeliano Isaac Herzog, secondo cui la soluzione dei due Stati “è qualcosa che ho sostenuto in passato, molte volte”, “ma direi che ho ricevuto una sveglia dopo il 7 ottobre”. “Voglio sentire i miei vicini dire quanto si oppongono, si rammaricano, condannano e non accettano in alcun modo la terribile tragedia dell’attacco terroristico del 7 ottobre, e che questo non può essere lo strumento per arrivare” alla soluzione dei due Stati, ha aggiunto.
“Il G20 ha un ruolo fondamentale nell’architettura economica mondiale. Per la prima volta il suo vertice si terrà sul continente africano, a novembre a Johannesburg, quindi sarà un appuntamento cruciale. È qui che l’umanità ha forgiato la sua capacità di cooperazione tra esseri umani, per la sua sopravvivenza e il successivo progresso dell’umanità”, ha detto poi il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, intervenendo al Forum economico di Davos, anche in qualità di presidente di turno del G20. “La cooperazione è lo zoccolo duro della crescita e del progresso di tutta l’umanità. A maggior ragione di fonte alle sfide del XXI secolo quali cambiamenti climatici, migrazioni, pandemie, povertà, intelligenza”, ha sottolineato Ramaphosa. “Di fronte al crescente rischio di isolazionismo, nazionalismi e protezionismi, è davvero fondamentale attivare queste forme di collaborazione per agire insieme con urgenza e arginare la distruzione del nostro pianeta. Per costruire un mondo più inclusivo, sostenibile e giusto”, ha concluso il presidente sudafricano.
Secondo Zelensky, “la Russia ha più di 30 fabbriche nel settore militare, l’Europa ne ha 45, ma Vladimir Putin produce quasi due volte in più dell’Europa. Quindi capite che sta puntando tutto, sta investendo tutto in questo settore, ma l’Europa non sta investendo a sufficienza ed è un dato di fatto”.
Intanto a Bruxelles il Consiglio Ue Ecofin “ha adottato decisioni su 21 piani strutturali di bilancio a medio termine basati sulle raccomandazioni della Commissione dello scorso novembre” tra i quali figura anche il Piano strutturale dell’Italia, ha detto il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis. “Il consiglio ha anche adottato decisioni per gli otto stati membri sottoposti alla procedura di fissazione eccessiva: sono Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Slovacchia e Romania”. Nel dettaglio il Consiglio Ue ha adottato le raccomandazioni affinché sette Paesi correggano la loro situazione di disavanzo eccessivo. Oltre all’Italia si parla di Belgio, Francia, Malta, Polonia, Slovacchia e Romania. Le raccomandazioni contengono il percorso correttivo e relative scadenze concordato da ciascuno Stato in linea agli obiettivi dei piani fiscali strutturali a medio termine. Il Consiglio raccomanda così all’Italia di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2026 (come da impegni assunti da Roma, ndr). L’Italia, si chiede poi da Bruxelles, dovrebbe garantire che il tasso di crescita nominale della spesa netta non superi l’1,3% nel 2025 e l’1,6% nel 2026. La raccomandazione sul deficit eccessivo dell’Ungheria verrà adottata dal Consiglio a febbraio, assieme a quella sul Piano strutturale di bilancio a medio termine del Paese.
“Intorno a Donald Trump sono in molti, trasmettono messaggi di disinformazione o a favore della Russia. Per noi è molto importante che l’Europa faccia sentire la sua voce affinché ci siano più voci intorno a Trump, in modo che capisca chiaramente i dettagli e i rischi che possono esserci in futuro e molto velocemente”, ha detto Zelensky al World Economic Forum di Davos. “Noi vogliamo chiudere il conflitto quest’anno, ho detto a Trump che siamo suoi partner, ma deve essere una pace giusta”.
“Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue? L’Europa deve fare di più”, ha detto Zelensky.
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Il presidente ucraino Zelensky: “L’Europa deve iniziare a prendersi cura di se stessa così che il mondo non possa più ignorarla. C’è bisogno di una politica di difesa comune. Bisogna spendere di più per la sicurezza. Se serve il 5%, che sia il 5%”.
“In Germania abbiamo libertà d’espressione. Ma Musk è un miliardario, quello che non accettiamo è il suo sostegno all’estrema destra”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz in risposta a una domanda della stampa sulle foto che ritraggono Musk con un ‘braccio teso’ e alle iniziative di Musk a favore dell’Afd.
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I dazi e in generale le politiche annunciate da Donald Trump rischiano di fermare il calo dei tassi d’interesse. A ribadire l’allarme è Sergio Ermotti, ceo di Ubs, avvertendo che “i dazi probabilmente non faciliteranno una discesa dell’inflazione. E dunque non credo che i tassi scenderanno così velocemente come si crede”: infatti “l’inflazione si sta rivelando molto più ostinata di quello che pensavamo” e “la verità è che dovremo vedere come i dazi giocheranno un ruolo”. Ermotti, parlando alla Cnbc a margine del Forum economico mondiale a Davos, ha aggiunto di non credere che da Trump “vedremo una grande deregolamentazione”. Piuttosto “non vedremo un’ulteriore regolamentazione”.
La presidenza di Donald Trump porterà “una nuova regolamentazione” e “una quantità di nuovi investimenti” nei crypto asset. A dirlo è il co-fondatore e Ceo di coinbase Brian Armstrong, durante un panel al Forum economico mondiale sul futuro del mondo crypto. C’è “un effetto importante, è innegabile”, ha detto Armstrong a Davos a proposito del balzo delle criptovalute sui mercati con il nuovo massimo storico raggiunto dal bitcoin dovuto al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Un effetto sui mercati “era più che prevedibile, ha aggiunto, in quanto “il leader del più grande Paese al mondo dice di voler essere il primo presidente delle criptovalute”
“Se il commercio globale venisse diviso in blocchi geopolitici, la perdita secondo alcuni calcoli potrebbe essere pari al 6,4% del Pil globale, il che equivale a perdere il valore congiunto dell’economia del Giappone e della Corea del Sud”. A dirlo è stata direttrice dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, intervenendo a un panel al World Economic Forum a Davos. Il mondo – ha spiegato – dovrebbe attraversare una fase di “re-globalizzazione per rimediare all’eccessiva dipendenza di certi settori o certe industrie da un numero ristrettissimo di Paesi fornitori”.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz dovrebbe iniziare il suo intervento a Davos intorno alle 14.
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