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Le notizie di venerdì 24 gennaio sul conflitto in Ucraina, in diretta. Lavrov: «L’Italia non può partecipare ai negoziati di pace per l’Ucraina»
Putin in visita all’Università Statale di Mosca
`Meloni? Il canale di dialogo privilegiato con Trump potrà essere utile all’Europa e spero potrà esserlo anche all’Ucraina´. Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista esclusiva a Cecilia Sala che torna a scrivere sul Foglio. In una anticipazione diffusa dal giornale del colloquio che sarà pubblicato domani, Zelensky torna sul fatto che la premier italiana è stata l’unica leader europea invitata al giuramento del presidente degli Stati Uniti: `È una buona notizia per l’Italia – dice al Foglio – forse con questo canale di dialogo privilegiato lei potrà essere utile all’Europa, io spero che potrà esserlo anche all’Ucraina´. `Oltre ai ruoli che ricopriamo – aggiunge Zelensky – siamo tutti persone – Trump, Meloni e io – e i rapporti umani che siamo capaci di instaurare contano. Io ho un bellissimo rapporto con lei, la considero una persona leale e un’amica. So che Trump ha un buon rapporto e si fida di lei. Spero soltanto che la relazione di Meloni con il presidente americano non sia ancora migliore di quella che ha con me!´, aggiunge con un sorriso. Cosa voleva dire Trump quando ha detto a Putin: `Ferma questa ridicola guerra, non potrà che peggiorare?´. `Quando Trump dice ´peggio’, intende peggio per la Russia – risponde il presidente ucraino – È importante che una persona forte faccia arrivare questo messaggio a Putin. Il presidente americano dice che vuole davvero mettere fine alla guerra’. Per il momento però, dice Cecilia Sala a Zelensky, nessuno conosce il suo piano di pace. Lei crede che almeno lui, Trump, lo conosca? `Penso che non abbia chiari i dettagli – risponde Zelensky – Quasi tutto dipende da cosa possiamo ottenere noi ucraini per proteggerci, perché non commetteremo di nuovo gli errori del passato, e da Putin, se vuole fermare l’invasione: io penso che non lo voglia´.
Decine di migliaia di persone hanno protestato pacificamente in Slovacchia contro quella che ritengono essere la deriva antidemocratica, filo-russa e cinese del governo di coalizione di populisti di sinistra e ultra-nazionalisti guidati da Robert Fico. La protesta più grande ha avuto luogo nella capitale, Bratislava, dove la polizia ha stimato che circa 40.000 persone si siano radunate nella centrale Piazza della Libertà, vicino alla sede del governo. Secondo quanto riportato dalla stazione radio TA3, ieri almeno 15.000 persone avevano manifestato a Koice, la seconda città più grande del Paese. Il quotidiano Sme riferisce che proteste simili, indette da varie organizzazioni civili con lo slogan «La Slovacchia è Europa», hanno avuto luogo in una trentina di città in Slovacchia e all’estero. L’eliminazione della procura anti-corruzione, che indagava su persone vicine al governo; il passaggio della televisione pubblica Rtvs sotto il controllo del ministero della Cultura, guidato da un ultranazionalista, ma anche le epurazioni nelle istituzioni culturali, sono alcune delle ragioni delle proteste. I manifestanti denunciano anche l’incontro di Fico con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca dello scorso dicembre, nonché il suo viaggio in Cina per rafforzare i legami economici con Pechino.
Domani sul Foglio, torna Cecilia Sala con un’intervista esclusiva al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un’anticipazione dell’intervista, che troverete sul Foglio del Weekend. Cosa voleva dire Trump quando ha detto a Putin: “Ferma questa ridicola guerra, non potrà che peggiorare”? “Quando Trump dice ‘peggio’, intende peggio per la Russia. E’ importante che una persona forte faccia arrivare questo messaggio a Putin. Il presidente americano dice che vuole davvero mettere fine alla guerra”. Per il momento però, dice Cecilia Sala a Zelensky, nessuno conosce il suo piano di pace, chiediamo a Zelensky se crede che almeno lui – Trump – lo conosca. “Penso – dice Zelensky al Foglio – che non abbia chiari i dettagli. Quasi tutto dipende da cosa possiamo ottenere noi ucraini per proteggerci, perché non commetteremo di nuovo gli errori del passato, e da Putin, se vuole fermare l’invasione: io penso che non lo voglia”.
«Le forze russe hanno con ogni probabilità giustiziato almeno altri sei soldati ucraini prigionieri», come dimostrerebbe un filmato girato dagli stessi militari di Mosca. A denunciarlo è il Commissario per i Diritti umani della Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, su Telegram, citato da Ukrinform. «Un altro video sta circolando online e mostra la probabile cinica esecuzione di prigionieri di guerra ucraini disarmati da parte delle truppe russe. Nel video, gli occupanti documentano personalmente il loro crimine: l’esecuzione di sei soldati ucraini che erano stati fatti prigionieri. Vengono colpiti alla schiena. Il video termina con un settimo soldato che giace a terra, di cui non si conosce il destino. Ogni esecuzione degli individui catturati avviene di fronte ai loro compagni. Nel frattempo, gli occupanti ordinano loro di `sdraiarsi e stare zitti´, e si sente l’autore dietro la telecamera dire `Uno è mio´, prima di sparare più colpi alla schiena di uno dei prigionieri», ha affermato Lubinets.
Viktor Orban conferma la minaccia di bloccare le sanzioni Ue contro la Russia per la guerra in Ucraina, che i ministri degli Esteri dei 27 sono chiamati a rinnovare lunedì per sei mesi. Gli europei, ha ammonito il premier ungherese, «non dovrebbero tentare di convincere noi a non bloccare le sanzioni, ma dovrebbero convincere gli ucraini a fare in modo che non siano mantenute». «Noi chiediamo di dire agli ucraini di ristabilire le forniture di gas», ha aggiunto Orban, in un riferimento allo stop al transito attraverso l’Ucraina, dal primo gennaio scorso, delle forniture di gas russo, che ha colpito in particolare l’Ungheria.
“La Russia non considera l’Italia come un possibile partecipante ai colloqui di pace in Ucraina”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, secondo quanto pubblicato sul sito del suo dicastero. “Purtroppo, le relazioni russo-italiane stanno vivendo la crisi più profonda dalla Seconda Guerra Mondiale, e la responsabilità ufficiale è certamente di Roma ufficiale”, si legge nel comunicato. Lavrov sostiene che Roma “deve correggere le conseguenze delle sue brutte azioni”. Il ministro ha sottolineato che, data “la posizione anti-russa dell’Italia”, Mosca non può considerare questo Paese come un possibile partecipante al processo di pace. Rispondendo a una domanda pervenuta al ministero, Lavrov dichiara che “in effetti, in Russia c’è una genuina simpatia per il popolo italiano, un amore per la ricca cultura italiana, per l’arte e per le conquiste creative. La maggior parte degli italiani è sensibile e cordiale. Abbiamo molto in comune, ad esempio l’aspirazione alla bellezza e alla giustizia, il rispetto dei legami familiari, l’interesse reciproco. Allo stesso tempo, è difficile operare con categorie astratte come la simpatia e l’antipatia quando si tratta di relazioni interstatali. Nel definire la nostra politica in direzione dell’Italia, siamo guidati da interessi nazionali fondamentali e dal principio di reciprocità”.
Il presidente americano Donald Trump, appena atterrato ad Asheville, nella Carolina del Nord, per visitare i luoghi del passaggio dell’uragano Helene ha detto ai giornalisti che vuole che l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio riduca il prezzo del petrolio, in modo da porre fine immediatamente alla guerra tra Russia e Ucraina. “Vogliamo vedere l’OPEC ridurre il prezzo del petrolio, e questo fermerà automaticamente la tragedia che sta avvenendo in Ucraina. È una tragedia massacrante per entrambe le parti”, ha detto Trump. Il presidente ha poi aggiunto: “Un modo per fermarla rapidamente è che l’OPEC smetta di fare così tanti soldi e abbassi il prezzo del petrolio” e solo in questo modo “la guerra finirà subito”. Trump aveva fatto la stessa dichiarazione al World Economic Forum di Davos, giovedì.
Il presidente russo Vladimir “Putin vuole parlare dell’Ucraina, senzza l’Ucraina. Questo non accadrà”. Lo ha scritto su X il direttore dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. “Putin sta cercando di promuovere l’idea di negoziati con gli Stati Uniti. Ma ha una condizione: vuole decidere il destino dell’Europa, senza l’Europa. E vuole parlare dell’Ucraina, senza l’Ucraina. Questo non accadrà”, ha scritto Yermak.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato oggi che a Donald Trump è stata «rubata la vittoria» nelle elezioni presidenziali del 2020. «Se fosse stato presidente, se non gli avessero rubato la vittoria nel 2020, allora forse non ci sarebbe stata la crisi che è avvenuta in Ucraina nel 2022», ha detto Putin in un’intervista al giornalista televisivo Pavel Zarubin, ripresa dalle agenzie russe.
I sostenitori di Kiev devono costringere Volodymyr Zelensky a revocare il divieto di negoziati con Mosca, ha detto il presidente russo Vladimir Putin. «Zelensky non ha fretta di seguire le istruzioni dei suoi sponsor, e sappiamo che esistono tali istruzioni, per annullare il decreto con cui ha vietato trattative. Penso che alla fine coloro che pagano soldi dovrebbero costringerlo a farlo», ha dichiarato il presidente russo intervistato dalla tv di Stato.
Non potranno esserci negoziati fra Vladimir Putin e Donald Trump sulla guerra in Ucraina senza la partecipazione dell’Europa e della stessa Ucraina. Lo afferma la presidenza a Kiev.
Vladimir Putin è «pronto» a incontrare Donald Trump: «Molto probabilmente sarebbe meglio che ci incontrassimo, sulla base delle realtà odierne, per parlare con calma di tutte quelle aree che sono di interesse sia per gli Stati Uniti che per la Russia. Noi siamo pronti. Ma, ripeto, questo dipende innanzitutto, ovviamente, dalle decisioni degli Stati Uniti e della Russia», ha detto il presidente russo durante una visita all’Università Statale di Mosca MGU. «La Russia non ha mai rifiutato i contatti con l’amministrazione statunitense. E non è colpa nostra se la precedente amministrazione ha posto fine a questi contatti», ha detto Putin. «Con il presidente attuale degli Usa ho sempre avuto rapporti pragmatici e di fiducia, non posso non concordare che se fosse stato presidente, se nel 2020 non gli avessero rubato le elezioni, forse allora non si sarebbe arrivati alla crisi scoppiata in Ucraina nel 2022», ha aggiunto.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di avere sempre avuto relazioni basate sul pragmatismo e la fiducia con Donald Trump, lodandone «l’intelligenza». Lo riferisce l’agenzia Inteerfax.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di essere pronto a trattative dirette con Donald Trump sull’Ucraina. Lo riferisce la Tass.
La Russia «non si fa illusioni sul nuovo vecchio presidente» degli Stati Uniti: lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov le cui dichiarazioni sono state riportate dalle agenzie russe. «Durante il suo primo mandato, contrariamente alle aspettative, il processo di distruzione dei legami bilaterali avviato dall’Amministrazione Obama non ha fatto altro che proseguire e, in termini di portata delle sanzioni anti-russe, Donald Trump ha superato i suoi predecessori», ha proseguito: «Se riuscissimo a riportare le nostre relazioni almeno a una parvenza di normalità, compreso il lavoro degli ambasciatori a Washington e Mosca, sarebbe sicuramente un risultato positivo».
Nonostante tutte le dichiarazioni, non vi sono segnali che l’Ucraina e l’Occidente siano pronti a negoziati di pace. Lo afferma il ministero degli Esteri russo citato dalla Tass.
Il ministero degli Esteri di Mosca ha affermato che le relazioni fra Russia e Italia stanno attraversando la crisi più profonda dalla Seconda guerra mondiale, e Roma ne è responsabile. Lo riferisce la Tass. Vista la posizione anti-russa dell’Italia, aggiunge il ministero, Mosca ritiene che non possa partecipare al processo di pace in Ucraina.
In un’intervista rilasciata a Fox News, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che sia il leader russo Vladimir Putin sia quello ucraino Volodymyr Zelensky sono responsabili della guerra. «Nemmeno Zelensky… avrebbe dovuto permettere che ciò accadesse. Non è un angelo», ha detto Trump nell’intervista pubblica ieri sera. Trump ha osservato che Zelensky vuole raggiungere un accordo con la Russia: «Ne ha avuto abbastanza». Secondo il presidente degli Stati Uniti, l’esercito ucraino deve combattere «un’entità molto più grande e molto più potente». Zelensky «non avrebbe dovuto farlo perché avremmo potuto raggiungere un accordo», ha detto, aggiungendo che invece «Zelensky ha deciso: `Voglio combattere´». Il presidente degli Stati Uniti ha affermato che la Russia ha «30mila carri armati» e che «Zelensky non ne aveva praticamente nessuno». Durante l’intervista, il presidente degli Stati Uniti ha nuovamente dichiarato di essere pronto a imporre «grandi sanzioni» alla Russia se Mosca non accettasse un accordo per porre fine alla guerra. Trump ha sottolineato di non voler imporre sanzioni: «Amo i russi, sono un grande popolo».
«Le elezioni del 2025 in Bielorussia sono uno spettacolo preordinato e orchestrato da Lukashenko per mantenere la sua presa sul potere. Le forze democratiche pianificano la serie di attività ed esortano la comunità internazionale a rifiutare questa farsa e a continuare a premere per un autentico cambiamento democratico. Non si deve permettere al regime di «voltare pagina» senza rispondere delle proprie azioni, mentre si perpetuano massicce violazioni dei diritti umani». È quanto si legge in un testo redatto dall’opposizione bielorussa guidata da Svetlana Tikhanovskaya e visionato dall’ANSA. La leader dell’opposizione sarà al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles, che avrà luogo poche ore dopo le elezioni presidenziali di Minsk di domenica prossima. Il dossier Bielorussia sarà sul tavolo dei 27. «Chiediamo alla comunità internazionale di rifiutare il riconoscimento di questa farsa, di mantenere la pressione e l’isolamento del regime di Lukashenko e di sostenere le forze democratiche bielorusse guidate da Tikhanovskaya nelle loro richieste di elezioni libere ed eque, del rilascio dei prigionieri politici, della fine della repressione e della cessazione del coinvolgimento della Bielorussia nella guerra criminale della Russia contro l’Ucraina», si legge nel `non paper´, nel quale si denunciano tutti i fattori che rendono impossibile un voto libero in Bielorussia: dal controllo delle commissioni elettorali ad un capillare sistema di frodi, fino alle leggi messe in campo per la repressione.
L’Ucraina ha rimpatriato i corpi di 757 soldati morti in battaglia. Lo riportano i media di Kiev citando il comando di coordinamento ucraino per il trattamento dei prigionieri di guerra. Di questi 573 sono caduti nella regione di Donetsk, 13 in quella di Luhansk e 137 in quella di Zaporizhzhia. Altri 34 corpi sono stati restituiti dagli obitori russi.
«Dovremmo iniziare negoziati diplomatici nella regione in modo tale da stabilire pace in Ucraina». Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Kaja Kallas, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. «La diplomazia è l’unica soluzione», ha detto il ministro degli Esteri turco.
Lunedi’ prossimo, i ministri degli Affari esteri dell’Ue «discuteranno su come aumentare ulteriormente il nostro sostegno all’Ucraina». Lo ha affermato l’Alta rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas, durante la conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ad Ankara. «Tutti noi vogliamo la pace, ma vogliamo anche che la pace sia sostenibile. Non conosco nessun altro che voglia piu’ pace degli ucraini che vengono costantemente bombardati», ha aggiunto Kallas ricordando che «l’invasione russa entrera’ presto nel suo quarto anno». La priorita’ dell’Ue «e’ rafforzare la posizione dell’Ucraina, perche’ non ci sono segnali che Putin voglia la pace». «Abbiamo fornito all’Ucraina oltre 134 miliardi di euro, diventando cosi’ il principale finanziatore di Kiev, abbiamo addestrato 75 mila soldati ucraini» che saranno pronti entro la fine di febbraio e «abbiamo imposto le sanzioni piu’ ampie nella storia dell’Ue», ha concluso sottolineando «gli impegni europei presi fin dall’inizio dell’aggressione russa in Ucraina» e «il costante supporto dell’Ue».
Sono circa 450.000 coloro che si sono arruolati a contratto nelle forze armate russe nel corso del 2024, dopo i 420.000 del 2023. Lo ha detto Dmitry Medvedev, vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale. «Il compito che ci era stato assegnato dal presidente (Vladimir Putin) l’anno scorso è stato completato – ha affermato Medvedev, citato dall’agenzia Interfax, in una riunione della commissione interdipartimentale del Consiglio di Sicurezza russo sui reclutamenti a contratto -. Circa 450mila persone hanno firmato un contratto per il servizio militare. Inoltre, più di 40.000 cittadini si sono uniti alle formazioni di volontari e hanno partecipato all’operazione militare speciale». Alla fine del 2023 Putin aveva detto che i due terzi dei militari allora impiegati in quella che a Mosca viene definita `operazione militare speciale´ in Ucraina erano contrattisti e un terzo riservisti richiamati alle armi. Alcuni mesi fa la testata Moscow Time aveva scritto che lo stipendio mensile minimo di un soldato a contratto in Russia è di 210.000 rubli (circa 2.000 euro), vale a dire tre volte di più del reddito medio del Paese, a cui vanno aggiunti una serie di corposi benefit.
Il premier ungherese Viktor Orban è tornato a minacciare di bloccare il rinnovo delle sanzioni dell’Ue contro la Russia (che scadono a fine mese), collegando il suo sostegno all’impegno per riaprire il gasdotto attraverso l’Ucraina verso l’Europa centrale. «Stiamo chiedendo aiuto. Stiamo chiedendo ai leader dell’Ue di far dichiarare agli ucraini che ripristineranno la rotta del gas», ha detto Orban alla radio di stato nella sua intervista settimanale. «Non è giusto che continuiamo a sopportare le conseguenze economiche delle sanzioni per aiutare l’Ucraina mentre loro ci stanno prendendo in giro», ha detto, riferendosi all’accordo sul gasdotto non rinnovato da Kiev.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, «non può essere pronto» per un accordo che ponga fine al conflitto con la Russia in quanto «per giungere a un accordo è necessario negoziare» e «Zelensky ha vietato a se stesso di negoziare per decreto». Lo ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Una delle condizioni fondamentali per una tregua in Ucraina è avere garanzie «ferree» che Kiev non entri nella Nato. Lo ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, in una intervista a Rossiya 24. «Per noi questo è un elemento chiave di un possibile accordo sul conflitto in Ucraina, questo elemento è legato all’eliminazione delle cause alla radice del conflitto», ha detto Grushko, «insistiamo sia su garanzie legali internazionali ferree che escludano ogni forma di adesione dell’Ucraina alla Nato che sul fare di ciò una politica dell’alleanza stessa». Un ingresso di Kiev nell’alleanza atlantica, ha proseguito il viceministro, «esclude la pace in Ucraina e, in un senso più ampio, la creazione di qualsiasi architettura di sicurezza». Grushko ha aggiunto che la decisione del vertice Nato di Bucarest, che ha formalizzato l’intenzione dell’alleanza di ammettere l’Ucraina e la Georgia, «è stata catastrofica per la sicurezza europea» e «a meno che questa posizione venga ritirata, ci sarà un’ambiguità assolutamente inaccettabile per noi ogniqualvolta si parli della necessità di una soluzione fattibile, duratura e ferrea del conflitto all’interno e intorno all’Ucraina».
L’Unione europea non dovrebbe assumersi l’intero onere degli aiuti all’Ucraina, qualora l’amministrazione Usa di Donald Trump dovesse bloccarli. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri slovacco, Juraj Blanar, ripreso dall’agenzia di stampa «Tasr». «Se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump interrompesse il sostegno all’Ucraina, l’Unione europea non dovrebbe sopportare l’intero onere», ha spiegato il capo della diplomazia di Bratislava.
Il conflitto in Ucraina «non dipende dai prezzi del petrolio». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo alle parole di Donald Trump, secondo il quale se i prezzi del greggio fossero più bassi, «la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente». «Questo conflitto avviene a causa della minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione Russa, a causa della minaccia ai russi che vivono nei territori conosciuti, e a causa della riluttanza e del completo rifiuto da parte di americani ed europei di ascoltare le preoccupazioni russe», ha affermato Peskov, citato dall’agenzia Interfax.
Il presidente russo Vladimir Putin sarebbe «pronto a parlare con Trump» e in attesa di «segnali» in questo senso da Washington. Ad affermarlo è il Cremlino.
Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio nell’est dell’Ucraina: Timofeyevka, nella regione di Donetsk. Lo riferiscono le agenzie russe.
La rinuncia dell’Ucraina ad entrare nella Nato è per la Russia un «elemento chiave» per raggiungere un accordo per mettere fine al conflitto. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri di Mosca, Alexander Grushko. «Per noi – ha affermato Grushko in un’intervista con la televisione Rossiya 24 ripresa dall’agenzia Interfax – questo è un elemento chiave di un possibile accordo sul conflitto ucraino, è un elemento legato all’eliminazione delle cause alla base del conflitto». Il vice ministro ha aggiunto che quindi Mosca insisterà per avere «garanzie legali ferree che escludano ogni forma di appartenenza dell’Ucraina alla Nato».
Le autorità russe hanno annunciato l’abbattimento di circa 125 droni lanciati dalle forze armate ucraine contro il proprio territorio, di cui sei sopra la capitale Mosca, senza specificare se vi siano state vittime o danni. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato sul suo account Telegram che i sistemi di difesa aerea hanno distrutto 123 droni lanciati contro varie regioni del Paese, oltre a uno sopra la penisola di Crimea. Nel dettaglio, sono stati intercettati 37 droni sopra la regione di Bryansk, 20 a Ryazan, 17 rispettivamente a Kursk e Saratov, sette a Rostov, sei a Mosca e Belgorod, tre a Leningrado e Voronezh e due a Tula, Oryol e Lipetsk.
“Tre persone morte e una ferita”. Questo il bilancio parziale dei raid russi che nella notte si sono abbattuti su diverse città nella regione di Kiev. Lo riporta la polizia regionale su Facebook, accusando Mosca di un “attacco con droni” che ha causato danni materiali a 11 edifici, otto case private e un negozio. Il sindaco di Brovari, Igor Sapozhko, ha informato su Telegram che le squadre di soccorso hanno trovato i corpi di due vittime, una coppia di coniugi, tra le macerie di uno degli edifici colpiti. Il servizio di emergenza dello Stato ucraino ha reso noto che un’altra persona è stata uccisa nell’attacco di un drone a un edificio di dieci piani nella città di Fastiv, dal quale è stato necessario evacuare circa 150 persone. Inoltre, l’aeronautica ucraina ha informato su Telegram che la Russia ha lanciato 58 droni kamikaze “Shahed” nelle ultime ore, 25 dei quali sono stati intercettati. “Gli altri 27 non hanno raggiunto i loro obiettivi”, si legge.
Dopo le uscite velatamente minacciose del nuovo presidente Usa sulla guerra in Ucraina la galassia di giornalisti, blogger e militari vicini al Cremlino ha cambiato i toni. Qui il servizio di Marco Imarisio.
La Corea del Nord sta accelerando i preparativi per l’ulteriore dispiegamento delle sue truppe in Russia, continuando il lavoro sui potenziali lanci di un satellite spia o di un missile balistico intercontinentale (Icbm). È l’ultima valutazione del Comando dei capi di stato maggiore sudcoreano, ha riferito l’agenzia Yonhap, dopo che Washington e Seul hanno accusato Pyongyang di aver inviato circa 11.000 truppe per supportare la guerra di Mosca contro l’Ucraina. L’agenzia di spionaggio di Seul (Nis) ha affermato di recente di stimare che finora almeno 300 soldati nordcoreani siano stati uccisi e che circa 2.700 siano rimasti feriti.
Raid di droni russi contro un edificio residenziale e un’abitazione hanno ucciso due persone nella regione di Kiev. Lo ha affermato su Telegram Mykola Kalashnyk, capo dell’amministrazione militare della capitale ucraina. Almeno altre due persone sono rimaste ferite nell’incendio che ha interessato l’edificio residenziale. “L’elenco delle vittime dell’attacco è in fase di chiarimento e le persone stanno ricevendo tutta l’assistenza medica necessaria”, ha affermato il funzionario ucraino. L’ubicazione precisa delle aree interessate non è stata comunicata. Ieri attacchi missilistici, aerei e con droni russi in Ucraina hanno causato almeno tre morti e più di 50 feriti in tre regioni del Paese. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato su Telegram di aver intercettato e distrutto un totale di 121 droni durante la notte, di cui sei nella regione di Mosca e uno sopra i cieli della capitale.
Nell’arco dell’ultimo anno la Corea del Nord ha fornito una vasta quantità di proiettili d’artiglieria e armi convenzionali alla Russia, e lo scorso ottobre, ha inviato circa 10.000-12.000 soldati in Russia, secondo le intelligence di Stati Uniti, Corea del Sud e Ucraina. Seul, Washington e altri temono che la Russia possa ricambiare l’assistenza di Pyongyang trasferendo alla Corea del Nord tecnologie militari avanzate e sostenendo lo sviluppo del suo programma nucleare. Seul ritiene i soldati nordcoreani altamente disciplinati e ben addestrati, ma la loro mancanza di esperienza in combattimento e la poca familiarità con le pianure aperte che caratterizzano la maggior parte dei campi di battaglia della guerra russo-ucraina li avrebbero resi facili bersagli per i droni e gli attacchi di artiglieria ucraini.
Mosca afferma che le forze di difesa aerea hanno abbattuto stanotte 121 droni ucraini su 13 regioni della Russia. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass, citando il Ministero della Difesa russo che parla del «più grande attacco» sul suo territorio «dall’inizio del 2025».
Attacchi di droni russi nei pressi di Kiev hanno ucciso due persone e ne hanno ferite almeno altre due, hanno reso noto oggi le autorità della regione della capitale ucraina. Nel raid è scoppiato un incendio di un edificio residenziale, ha spiegato su Telegram il capo ad interim dell’amministrazione militare regionale Mykola Kalashnyk. «Durante la scorsa notte – si legge in un comunicato del Cremlino – i sistemi di difesa aerea in servizio hanno intercettato e distrutto 121 veicoli aerei senza pilota ucraini: 37 sul territorio della regione di Bryansk, 20 su quello di Ryazan, 17 sul Kursk, 17 sul Saratov, sette sul Rostov, sei sulla regione di Mosca, sei sul Belgorod, tre sul Voronezh, due sulla regione di Tula, due sull’Oryol, due sul
Lipetsk, uno sulla Repubblica di Crimea e uno su Mosca».
Ci sono state esplosioni a Kiev durante un raid aereo. Lo riferisce l’agenzia RBC-Ucraina. «A Kiev si sentono esplosioni », si legge in un messaggio pubblicato sul canale Telegram dell’agenzia. Successivamente il canale televisivo TSN ha riferito di ripetute esplosioni nella capitale ucraina e nel suo sobborgo di Brovary.
La difesa aerea russa ha respinto un attacco di droni che volavano verso Mosca nel distretto urbano di Kolomna e nel distretto urbano di Ramensky. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della capitale Sergei Sobyanin, citato da Ria Novosti. Non sono stati segnalati danni o vittime. Sobyanin ha successivamente dichiarato che altri due droni sono stati abbattuti nel distretto urbano di Podolsk, uno ciascuno nel distretto urbano di Shchelkovo e uno nel distretto amministrativo di Troitsky. Negli aeroporti di Domodedovo , Vnukovo e Zhukovsky sono state introdotte restrizioni temporanee per la sicurezza dei voli.
L’Ucraina sostiene «pienamente» gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per allentare la pressione sulla Russia abbassando i prezzi del petrolio, in modo che Mosca ponga fine alla guerra. Lo ha affermato il capo dello staff presidenziale Andriy Yermak su X. Il presidente degli Stati Uniti aveva precedentemente dichiarato al World Economic Forum di Davos che «la guerra tra Russia e Ucraina «terminerebbe immediatamente» se i prezzi del petrolio scendessero.
24 gennaio, 01:11 – Aggiornata il 24 gennaio, 20:27
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Il botta e risposta tra l'influencer e il presidente francese
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