L’ufficio di Netanyahu ha conferma.to di aver ricevuto la lista degli ostaggi che saranno liberati nelle prossime ore: si tratta di 4 soldatesse israeliane. Israele chiede intanto all’Unrwa di lasciare Gerusalemme entro il 30 gennaio. I negoziati per la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza inizieranno tra due settimane e ruoteranno attorno a tre punti: il completo ritiro israeliano da Gaza, un cessate il fuoco permanente e globale e un completo scambio di prigionieri
Hamas ha reso noto i nomi degli ostaggi che saranno liberati domani, precisando che si tratta di quattro soldatesse israeliane. L’ufficio di Netanyahu ha confermato di aver ricevuto la lista dei nomi. Come riferisce la Bbc, si tratta di: Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag.
Intanto Israele ha chiesto all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, di lasciare Gerusalemme entro il 30 gennaio.       
Fonti palestinesi riferiscono che Qays al-Saadi, il comandante a Jenin delle Brigate Az ad-Din al-Qassam, l’ala militare di Hamas, si è consegnato all’Idf nella parte orientale della città. Lo riferisce Ynet. 
Da sabato gli sfollati di Gaza potranno ritornare a piedi nel nord della Striscia  senza armi e senza ispezione, attraverso Rashid Street. Potranno ritornare anche con i loro veicoli nel nord di Gaza attraverso il Corridoio Netzerim, dopo che saranno stati ispezionati da una compagnia privata americana. 
I negoziati per la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza inizieranno tra due settimane e ruoteranno attorno a tre punti: il completo ritiro israeliano da Gaza, un cessate il fuoco permanente e globale e un completo scambio di prigionieri. Lo ha detto Zaher Jabareen, leader di Hamas in Cisgiordania, in un’intervista all’emittente qatariota al-Araby.

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Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO

La tregua su Gaza descritta dalle immagini dell’accampamento di tende pronte ad accogliere le famiglie senza dimora. Centinaia di palestinesi che dovrebbero tornare nel nord della Striscia di Gaza troveranno case in rovina, distrutte dall’offensiva militare israeliana, durata 15 mesi. GUARDA IL VIDEO
Sulla base di uno degli ordini esecutivi di Donald Trump, il neo segretario di stato Usa Marco Rubio ha bloccato nuovi finanziamenti per quasi tutti gli aiuti esteri degli Stati Uniti, con eccezioni per i programmi alimentari di emergenza e gli aiuti militari a Israele ed Egitto. L’ordine, inviato via cable alle ambasciate statunitensi in tutto il mondo, blocca molti miliardi di dollari in progetti finanziati da Washington a livello globale per sostenere tra l’altro la salute, l’istruzione, lo sviluppo, la formazione professionale, la lotta alla corruzione, l’assistenza alla sicurezza. 
Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le  parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali  sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L’ARTICOLO

L’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, “deve cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella città” entro il 30 gennaio. Lo ha scritto l’ambasciatore israeliano al Palazzo di vetro al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in una lettera. Il 30 gennaio entra in vigore una legge che vieta all’Unrwa di operare sul territorio israeliano e di avere contatti con le autorità israeliane. 
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

L’agenzia di soccorso palestinese delle Nazioni Unite, l’Unrwa, deve “cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella citta’” entro il 30 gennaio, ha detto l’inviato israeliano alle Nazioni Unite al Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in una lettera. Il 30 gennaio entra in vigore una legge che vieta all’Unrwa di operare sul territorio israeliano e di avere contatti con le autorita’ israeliane.
Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ricevuto alla Farnesina Hadja Lahbib, Commissario europeo per la gestione delle crisi. ”Ho ribadito l’impegno dell’Italia per rafforzare la stabilità in Medio Oriente e proseguire il lavoro per una efficace opera di ricostruzione dell’area e di assistenza alle popolazioni”, ha scritto su X.
Come annunciato da giorni, il ministro della Sicurezza nazionale – con altri due ministri del suo partito nazionalista-religioso – ha detto addio all’esecutivo di Netanyahu, in segno di protesta per l’accordo di cessate il fuoco a Gaza. LEGGI L’ARTICOLO

L’ex ostaggio Emily Damari ha chiesto ai suoi rapitori di Hamas di liberare prima il suo compagno di prigionia  Kieth Siegel, che ha 65 anni e si ritiene sia in condizioni peggiori. Lo rende noto Channel 12. La richiesta di Damari è stata respinta. Siegel dovrebbe essere rilasciato più avanti, nella prima fase dell’accordo per la presa degli ostaggi.
Sono 33 gli ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell’accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas scattato alle 10.15 del 19 gennaio. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa. Si tratta di Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono le persone che dovrebbero essere liberato man mano durante questa fase di tregua. LEGGI QUI

La Casa Bianca ha richiesto una “breve e temporanea estensione” del termine di 60 giorni entro il quale Israele dovrebbe ritirare le sue forze dal sud del Libano, come previsto dall’accordo di cessate il fuoco raggiunto a novembre con il Libano. Lo riferisce il Times of Israel. Il termine dei 60 giorni è fissato per domenica. In precedenza, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva annunciato che Israele non avrebbe completato il ritiro entro la scadenza, violando così i termini dell’accordo di cessate il fuoco.  Sostenendo apparentemente la posizione di Netanyahu, la Casa Bianca ha dichiarato: “Il presidente Trump è impegnato a garantire che i cittadini israeliani possano tornare in sicurezza nelle loro case nel nord di Israele, sostenendo al contempo il presidente Aoun e il nuovo governo libanese”.  “Tutte le parti condividono l’obiettivo di garantire che Hezbollah non abbia la capacità di minacciare il popolo libanese o i suoi vicini. Per raggiungere questi obiettivi, è urgentemente necessaria una breve estensione temporanea del cessate il fuoco”, ha affermato in una dichiarazione Brian Hughes, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.  “Siamo lieti che l’IDF abbia avviato il ritiro dalle regioni centrali e continueremo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner regionali per finalizzare l’estensione”, ha aggiunto. 
Le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalle aree intorno alla città meridionale di Rafah verso il corridoio Philadelphia, lungo il confine tra Egitto e Gaza. L’accordo di tregua con Hamas prevede tre fasi e stabilisce la negoziazione della fase due e tre durante la fase uno. Sempre nella fase iniziale Israele dovrebbe concedere una aumento delle consegne di aiuti umanitari, fino a 600 camion al giorno. Ecco una cronologia di quello che dovrebbe accadere nei prossimi due mesi. COSA SAPPIAMO

Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher erano state rapite durante gli attacchi del 7 ottobre 2023. Gonen era stata catturata al festival Supernova, mentre Damari e Steinbrecher erano state prelevate dal kibbutz di Kfar Aza. Il pomeriggio del 19 gennaio, nel quadro dell’accordo sul cessate il fuoco, sono state liberate. CHI SONO

Avverrà prima delle 16 il rilascio, da parte di Hamas, delle quattro soldatesse israeliane previsto per domani. Lo hanno riferito funzionari israeliani citati dall’emittente N12. Il giornalista Barak Ravid, citando proprie fonti aveva scritto su ‘X’ che il loro rilascio era previsto in mattinata o attorno a mezzogiorno di domani, ora locale.
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Di NewsBot