Il giorno dopo lo scambio di ostaggi tra Hamas e Israele, centinaia di palestinesi affollano il valico a nord di Gaza ma l’Idf risponde: “Rimarrà chiuso finché i mediatori non troveranno un accordo sul rilascio dell’ostaggio civile israeliano, la giovane Arbel Yehud, che avrebbe dovuto essere liberata ieri”. I figli della famiglia Bibas: “Siamo gravemente preoccupati”.
Non si fermano i combattimenti a sud del Libano, dove sono morte 15 persone.
Trump dopo il colloquio con il re di Giordania Abdullah II, esplicita il suo piano per Gaza: “Più rifugiati palestinesi in Giordania ed Egitto per ripulire le macerie”.
Steve Witkoff, inviato di Donald Trump per il Medio Oriente, arriverà mercoledì in Israele per discutere dell’accordo sullo scambio di prigionieri, del cessate il fuoco con il Libano e della normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita. Lo riferisce Ynet. Witkoff incontrerà il primo ministro Benyamin Netanyahu e il ministro per gli affari strategici Ron Dermer.
Grazie, presidente Trump, per aver mantenuto la tua promessa di fornire a Israele gli strumenti necessari per difendersi, combattere i nostri nemici comuni e garantire un futuro di pace e prosperità”. Lo scrive in una nota ufficiale il primo ministro Benyamin Netanyahu riferendosi alla decisione del presidente Usa di sbloccare le forniture di armi.
“Ci aspettiamo per stasera una svolta riguardo alla crisi su Arbel Yehud” ha dichiarato un alto funzionario della Jihad islamica alla tv qatariota alJazeera. Secondo il funzionario, “i mediatori stanno compiendo sforzi per risolvere la situazione, che potrebbe portare alla liberazione della rapita prima di sabato prossimo”. Una fonte vicina ai negoziatori ha dichiarato al canale saudita a Sharkche “gli sfollati potranno tornare nel nord della Striscia di Gaza entro poche ore e che Arbel Yehud sarà probabilmente rilasciata domani”
Indignazione e shock in Israele, soprattutto sui social, dopo che i notiziari palestinesi ieri sera hanno diffuso il video del detenuto di Fatah Yasser Abu Bakr, rilasciato nello scambio con le soldatesse, mentre risponde a una telefonata del presidente dell’Anp Abu Mazen che si congratula per la scarcerazione. Abu Bakr, originario di Jenin, è stato condannato nel 2004 a un totale di 115 anni di carcere per aver armato una cellula terroristica che ha sparato nella hall di un hotel di Netanya nel marzo 2002, ferendo 50 persone e uccidendo una bambina di 9 anni. Nella sparatoria successiva sono stati uccisi un passante e due agenti.
Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che i palestinesi non accetteranno mai il suggerimento del presidente statunitense Trump di reinsediare almeno temporaneamente la maggior parte della popolazione di Gaza altrove, anche in Egitto e Giordania. “Anche se apparentemente ben intenzionato con la scusa della ricostruzione”, il popolo palestinese non accetterà mai una simile proposta, ha dichiarato Bassem Naim, membro dell’ufficio politico di Hamas.
Il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che da questa mattina 15 persone sono state uccise dal fuoco israeliano nel Libano meridionale. Immagini da diverse località della parte meridionale del Paese mostrano manifestanti che portano le bandiere di Hezbollah.
“Israele non permetterà il passaggio degli sfollati di Gaza verso la Striscia fino a quando non saranno raggiunte intese sul rilascio dell’ostaggio civile Arbel Yehoud” ha affermato un alto funzionario del governo israeliano, citato da Haaretz.
“Il primo ministro Netanyahu resta fermo sulla decisione di non consentire il passaggio dei cittadini di Gaza verso nord attraverso il corridoio Netzarim, finché non sarà risolta la questione del ritorno di Arbel Yehud” ha affermato l’alto funzionario. L’accordo siglato con Hamas prevede che per prime vengano liberate donne civili, ma ieri sono state rilasciate quattro soldatesse dell’Idf. Israele ha definito la decisione una violazione del cessate il fuoco e si è rifiutato di aprire la strada costiera che porta a nord di Gaza, dove migliaia di persone si sono radunate oggi in attesa di tornare a casa.
Hezbollah sta incitando gli sfollati civili alla rivolta, sta inviando provocatori nel sud del Libano, mentre l’esercito libanese non è riuscito a ‘ripulire’ la zona dalla minaccia terroristica. È quello che temevamo” hanno riferito funzionari israeliani a Ynet, sottolineando che gli scontri sono scoppiati da questa mattina presto, proprio a 60 giorni esatti dalla tregua.
L’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro i residenti del Libano meridionale che cercavano di tornare nei loro villaggi a centinaia, causando undici morti e 83 feriti, secondo un nuovo rapporto del Ministero della Sanità libanese. Secondo il Ministero, “gli attacchi del nemico israeliano contro i cittadini che tentavano di tornare ai loro villaggi, ancora sotto occupazione, hanno provocato undici morti, tra cui un soldato dell’esercito libanese e due donne, e 83 feriti”. In precedenza il Ministero aveva riferito di tre morti.
L’esercito israeliano ha confermato che le truppe hanno aperto il fuoco nel Libano meridionale questa mattina, mentre civili libanesi e sostenitori di Hezbollah cercavano di raggiungere i villaggi dove sono ancora schierate le truppe. Secondo l’Idf, sono stati sparati colpi di avvertimento e aperto il fuoco per “allontanare le minacce” in diverse aree in cui “sospettati si sono avvicinati alle forze”.
Le autorità libanesi hanno dichiarato che quattro persone sono state uccise, tra cui un soldato, e più di 30 sono rimaste ferite dal fuoco israeliano. “L’Idf rimane schierato nel Libano meridionale, continua a operare in conformità con gli accordi di cessate il fuoco tra Israele e Libano e sta monitorando i tentativi di Hezbollah di tornare nel Libano meridionale. L’Idf opererà contro qualsiasi minaccia posta alle truppe e allo Stato di Israele” aggiunge l’esercito, senza menzionare il soldato libanese.
Per l’Onu “non ci sono ancora le condizioni” per un rientro in sicurezza dei civili libanesi nel sud del Paese.
L’esercito libanese ha annunciato la morte di un suo soldato nel Sud del Paese, che è stato preso di mira dal fuoco israeliano nell’ambito degli attacchi odierni contro cittadini e personale dell’esercito nelle zone di confine meridionali.
Il Ministero della Salute libanese ha riferito oggi che le forze israeliane hanno sparato contro i civili che tentavano di rientrare nei loro villaggi nel sud del Libano, uccidendo quattro persone e ferendone 31. Lo riferisce Haaretz. Centinaia di residenti dei villaggi nel sud del Libano stanno cercando di tornare alle loro case oggi, nel 60esimo giorno dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco, ma l’esercito israeliano li sta fermando. Secondo l’accordo, le IDF (Forze di Difesa Israeliane) dovrebbero ritirarsi dal Libano oggi e consentire all’esercito libanese di dispiegarsi nell’area, ma Israele ha annunciato che le sue forze rimarranno lì per il momento, poiché l’esercito libanese non è ancora pronto. Stamani il portavoce IDF per la lingua araba ha ordinato ai residenti di non tornare nei villaggi al confine tra Israele e Libano fino a nuovo avviso e ha avvertito che chiunque lo faccia “sta mettendo a rischio la propria vita”. Nonostante ciò, centinaia di civili si sono diretti verso Al-Khiyam, Taybeh, Ayta al-Shab e Kfar Kila, e alcuni sono persino riusciti a entrare nei loro villaggi.
Gli operatori umanitari di Gaza affermano che Israele impedisce a decine di migliaia di sfollati di tornare al nord della Striscia. Migliaia di palestinesi sono radunati sulla strada costiera nel centro di Gaza, in attesa di tornare nel nord della Striscia, come mostrano i video sui social e sui media palestinesi. L’accordo siglato a Doha tra Hamas e Israele prevede il ritiro dell’Idf da una parte del Corridoio Netzarim ma il mancato rilascio dell’ostaggio civile Arbel Yehud ha bloccato la possibilità per gli sfollati di dirigersi verso nord. Israele ha affermato che non permetterà ai cittadini di Gaza di muoversi finché Hamas non libererà Yehud, che avrebbe dovuto essere rilasciata ieri. Inoltre, Hamas non ha fornito l’elenco degli ostaggi che dovrebbero essere liberati in questa fase del cessate il fuoco e che sono ancora vivi.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il  soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha  affermato che le richieste di Israele di lasciare gli uffici a Gerusalemme Est contraddicono l’impegno degli stati membri delle  Nazioni Unite, tra cui Israele, nei confronti del diritto  internazionale. “Le affermazioni di Israele secondo cui l’UNRWA non ha più il diritto di rimanere nelle sue strutture a Gerusalemme Est sono  infondate”, ha aggiunto l’Unrwa. In una lettera scritta due giorni fa al Segretario generale delle  Nazioni Unite António Guterres, l’ambasciatore di Israele presso  l’Onu, Danny Danon, aveva chiesto all’agenzia di cessare le sue  attività a Gerusalemme e di evacuare tutte le sue strutture entro il  30 gennaio, data di entrata in vigore delle leggi della Knesset contro l’Unrwa. Nella sua lettera, Danon ha scritto che le azioni di Israele contro  l’Unrwa sono state considerate “una risposta diretta ai gravi rischi  per la sicurezza nazionale posti dalla diffusa infiltrazione di Hamas  e di altre organizzazioni terroristiche nei ranghi dell’Unrwa e dal persistente rifiuto dell’agenzia di affrontare le gravissime e  sostanziali preoccupazioni sollevate da Israele”. Danon ha aggiunto  che Israele è impegnato a rispettare il diritto internazionale ed è  disposto a collaborare con l’Onu e le sue agenzie “che non siano state infiltrate da organizzazioni terroristiche”.
Sono tre le persone uccise e 31quelle ferite dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco oggi contro residenti nel Libano meridionale. Lo riferisce Times of Israel citando il ministero libanese della Sanità. L’Idf aveva avvertito i civili libanesi nel fine settimana di non avvicinarsi alle aree in cui sono ancora schierate le truppe. Venerdì Israele ha dichiarato che le sue forze rimarranno nel Libano meridionale oltre la scadenza odierna perla loro partenza.
La Jihad Islamica ha condannato l‘idea del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire i cittadini di Gaza in Egitto e Giordania, definendola un incoraggiamento ai “crimini di guerra”. Descrivendo l’idea di Trump come “deplorevole”, il gruppo, che ha combattuto a fianco di Hamas contro Israele a Gaza fino al cessate il fuoco del 19 gennaio, ha dichiarato: “Questa proposta rientra nel quadro dell’incoraggiamento dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità costringendo il nostro popolo a lasciare la propria terra”.
Descrivendo l’idea come “deplorevole”, il gruppo, che ha combattuto contro Israele a Gaza insieme ad Hamas fino al cessate il fuoco del 19 gennaio, ha dichiarato: “Questa proposta rientra nel quadro dell’incoraggiamento ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità, costringendo il nostro popolo a lasciare la propria terra”.
Migliaia di palestinesi sfollati sono  stati impossibilitati a fare ritorno alle loro case nel nord della  Striscia di Gaza, dopo che Israele ha bloccato una strada principale,  accusando Hamas di aver violato i termini dell’accordo di cessate il  fuoco. La disputa è scoppiata dopo che Hamas ha rilasciato quattro  soldatesse israeliane e Israele ha liberato 200 prigionieri  palestinesi. Il governo israeliano ha detto che ai palestinesi non  sarà permesso di viaggiare verso nord finché non saranno stati  predisposti piani per il rilascio della civile israeliana Arbel Yehud. Hamas ha insistito sul fatto che è viva e che verrà liberata la  prossima settimana. Secondo l’accordo, Hamas avrebbe dovuto rilasciare i civili prima dei  soldati. Ieri sera, mentre la folla si radunava lungo la strada  al-Rashid, nel centro di Gaza, per tornare a casa, sarebbero stati  sparati alcuni colpi d’arma da fuoco. Le Forze di difesa israeliane  hanno affermato che le truppe nella Striscia di Gaza centrale hanno  sparato dopo che “sono stati identificati diversi raduni di decine di  sospetti che rappresentavano una minaccia per le forze. Contrariamente a quanto riportato nelle ultime ore, tutte le sparatorie avvenute  nella zona sono state effettuate allo scopo di distanziare le persone  e non mirate a ferirle. Sottolineiamo che, allo stato attuale, non si  hanno notizie di feriti tra i sospettati a seguito della sparatoria”.
Secondo Al Jazeera, cinque persone sono state ferite dal fuoco dell’esercito israeliano (Idf) nel tentativo di tornare nei villaggi del Libano meridionale, nonostante l’avvertimento dell’Idf di non farlo.   Secondo l’accordo di cessate il fuoco, Israele avrebbe dovuto ritirarsi oggi dal Libano meridionale, ma ha gia’ dichiarato che non lo fara’ finche’ l’intesa non sara’ “pienamente applicata dal Libano”. Il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che “gli impegni delle parti” per la tregua “devono essere completati il prima possibile affinche’ il Libano mantenga la sovranita’ su tutto il suo territorio”.
L’accesso alla parte settentrionale della Striscia di Gaza rimarrà chiuso finché i mediatori non troveranno un accordo sul rilascio dell’ostaggio civile israeliano, la giovane Arbel Yehud, che avrebbe dovuto essere liberata ieri. Lo ha annunciato l’Idf. I palestinesi a Gaza non potranno attraversare il corridoio Netzarim verso il Nord, finche’ non ci saranno intese sul rilascio di Yehoud, ha dichiarato il portavoce in arabo dell’esercito israeliano, Avichay Adraee.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha lanciato un piano per “ripulire” Gaza e ha affermato di volere che Egitto e Giordania accolgano i palestinesi dai territori nel tentativo di affermare la pace in Medio Oriente. “Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto Trump ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”.
Trump ha detto di aver parlato della questione con il re di Giordania Abdullah II e di essere deciso a fare lo stesso nelle prossime ore con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. “Vorrei che l’Egitto e la Giordania accogliessero la gente”, ha spiegato il presidente ai cronisti presenti a bordo dell’aereo presidenziale, l’Air Force One.   Secondo lui, lo spostamento degli abitanti di Gaza potrebbe essere “temporaneo” o “a lungo termine. In questo momento l’area è letteralmente un cantiere di demolizione, stanno demolendo quasi tutto e lì la gente muore. Ecco perché preferirei impegnarmi con alcune nazioni arabe e costruire alloggi da qualche altra parte, dove magari potranno vivere in pace per una volta”.
Il capo di stato maggiore dell’Idf, iltenente generale Herzi Halevi, ha dichiarato che il ritorno delle soldatesse rapite da Hamas, Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, è “parte integrante della nostra vittoria in guerra”. “Siamo impegnati a restituire tutti gli ostaggi, civili e soldati”, ha affermato Halevi in un centro di comando durante il rilascio dei quattro ostaggi, come riporta Times of Israel.
 
“Stiamo continuando a premere per il rilascio di Arbel Yehud attraverso i canali di negoziazione”. Lo ha detto un portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca al The Times of Israel. Israele aveva chiesto il rilascio della donna questo fine settimana, poiché essendo una civile, avrebbe dovuto essere rilasciata prima delle soldatesse, secondo i termini dell’accordo. Yehud è prigioniera di un gruppo terroristico di Gaza, alleato di Hamas.
 
“Molte cose che erano state ordinate e pagate da Israele, ma che non sono state spedite da Biden, sono ora in arrivo!”. Il neo presidente Usa Donald Trump sulla piattaforma Truth Social sembra confermare le indiscrezioni dei media secondo cui la sua amministrazione avrebbe sbloccato la consegna a Israele di 1.800 bombe da 2mila libbre, consegna sospesa l’anno scorso da Joe Biden perché l’esercito israeliano stava pensando ad un’offensiva su più larga scala su Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale. Per Biden, l’uso di tali bombe in quest’area avrebbe causato una “grande tragedia umana”. Pochi giorni prima che Biden lasciasse la Casa Bianca, Israele e Hamas hanno raggiunto una tregua tesa a mettere fine alla guerra nella Striscia di Gaza, innescata dall’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023: il cessate il fuoco è ancora valido e, nel fine settimana, c’è stato lo scambio tra  un secondo gruppo di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.Trump non specifica di quali armi si tratti, ma secondo il sito Axios sarebbero bombe di grandi dimensioni, sganciate da aerei e dotate di grande potere distruttivo, generalmente utilizzate per provocare danni estesi a obiettivi quali installazioni militari, centri di comando e infrastrutture. 
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha condannato la cattura di altro personale Onu da parte dei ribelli Houthi nello Yemen: è stato chiesto formalmente il rilascio di tutti i  detenuti, compresi i sette operatori catturati giovedì, ed è stata stigmatizzata la “campagna di terrore” portata avanti dal gruppo ribelle. “Questa ultima retata degli Houthi  dimostra la malafede del gruppo terroristico quando assicura di cercare la de-escalation e di voler rappresentare gli interessi del popolo yemenita”, ha denunciato il  Dipartimento di Stato ricordando che un ordine esecutivo firmato dal presidente Donald Trump questa settimana reinserisce gli Houthi nella lista statunitense delle  organizzazioni terroristiche straniere. 
Un uomo palestinese è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane durante un raid militare nel campo profughi di Balata a Nablus, nella Cisgiordania occupata lo scrive l-Jazeera. L’agenzia di stampa Wafa ha identificato la vittima come Ahmad al-Hashash e ha riferito che è stato trasportato in ospedale in gravi condizioni e che è poi morto a causa delle ferite. 
Dovrebbe essere rilasciato da Hamas la prossima settimana, insieme al terzo gruppo di ostaggi da liberare nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco, Keith Siegel, 65enne israelo-americano che era stato rapito il 7 ottobre 2023 dalla sua casa nel kibbutz di Kfar Aza. Lo ha riferito l’emittente Nbc, citando due funzionari americani di alto livello,  secondo i quali Siegel, che si trova in condizioni di salute critiche, dovrebbe essere liberato sabato prossimo. Sempre l’Nbc riporta che un altro cittadino israelo-americano rapito da Hamas, Sagui Dekel-Chen, verrà liberato poco dopo Siegel. Israele, dal canto suo, si aspetta che nel prossimo gruppo di ostaggi rilasciati figurino Arbel Yehud e la soldatessa Agam Berger.
 
L’Amministrazione Trump ha rimosso le restrizioni sulla forniture a Israele di 1.800 bombe Mk-84 dal peso di circa una tonnellata l’una. Lo riferiscono i media israeliani,
precisando che la fornitura avverrà nei prossimi giorni. La consegna di questi ordini era stata bloccata lo scorso maggio dall’allora amministrazione Biden in risposta agli spargimenti di sangue dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza.
 
Una bambina di due anni è rimasta uccisa durante un attacco israeliano nella zona di Jenin, nel nord della Cisgiordania. La denuncia, che arriva dalle autorità sanitarie palestinesi, è oggetto di una indagine dell’Idf. Secondo le forze israeliane, durante le operazioni nel villaggio di ash-Shuhada, appena fuori Jenin, le truppe hanno aperto il fuoco contro uomini armati che si erano asserragliati in un edificio. L’Idf ammette che alcuni civili sarebbero stati colpiti nell’attacco e indaga sulla morte del bambino.
 

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Di NewsBot