Così Sinner non ha lasciato scampo a Zverev (mentre in molti “spingono” per la sua squalifica)
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Le notizie di domenica 26 gennaio sul conflitto in Ucraina, in diretta
«Lui vuole parlare e parleremo presto»: lo ha detto Donald Trump a bordo dell’Air Force One a proposito di Vladimir Putin e del conflitto in Ucraina.
Nell’ultima settimana l’Ucraina è stata oggetto di centinaia di attacchi russi con vari tipi di armi, in particolare le forze armate russe hanno lanciato almeno 750 droni d’attacco. Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelenksy, nel suo rapporto settimanale. Oltre ai droni la Russia ha sganciato circa 1.250 bombe aeree e più di 20 missili. «Solo la determinazione può fermare tali terroristi. Lavoriamo costantemente con i partner per aumentare le nostre capacità di difesa e ridurre la capacità della Russia di terrorizzare l’Ucraina», ha affermato Zelensky.
Il divieto imposto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky a negoziare con la Russia «dimostra il suo grado di cinismo e il disgustoso disprezzo per i suoi connazionali». Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
I bielorussi sono chiamati oggi alle urne per eleggere il presidente. Alexander Lukashenko, da 30 anni al potere, è in lizza con altri 4 candidati ma, dopo una dura repressione di ogni forma di opposizione, viene data per
scontata la sua rielezione per un settimo mandato di cinque anni alla guida di questa ex repubblica sovietica confinante con l’Unione Europea, l’Ucraina e la Russia.
Il presidente bielorusso Aleksander Lukashenko, alleato del Cremlino e che ha imposto un regime autoritario nei suoi tre decenni al potere, ha affermato che sosterrà gli sforzi di pace del presidente Usa Donald Trump e che non ha senso imporre sanzioni al mondo intero. Trump «deve capire che non saremo d’accordo con l’imporre sanzioni, dazi a destra e a manca, ma lo sosteniamo quando dice di proporsi come pacificatore, lo supportiamo se vuole diventare un premio Nobel», ha detto Lukashenko parlando con i giornalisti dopo aver votato. Il leader di Minsk ha anche previsto che il 2025 sarà l’anno di una qualche soluzione del conflitto in Ucraina.
I diplomatici russi non parteciperanno agli eventi che celebrano l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau ad Auschwitz, in Polonia. Lo ha detto alla Ria Novosti l’ambasciatore russo a Varsavia Sergei Andreev, aggiungendo che «non parteciperemo a un evento in cui nessuno si ricorderà chi ha liberato il campo di concentramento di Auschwitz e l’Europa. Celebreremo questo anniversario fra di noi e in modo corretto».
I bielorussi hanno iniziato a votare per le elezioni presidenziali e si prevede che il presidente Alexander Lukashenko otterrà una vittoria incontrastata per il suo settimo mandato, prolungando ulterirmente la propria presidenza attualmente in corso da trent’anni. Lukashenko è al potere nella Bielorussia alleata di Mosca dal 1994. Le urne si sono aperte alle 8, per il primo voto per le presidenziali da quando Lukashenko ha represso le proteste di massa contro il suo governo nel 2020. Da allora Minsk ha permesso a Mosca di usare il territorio bielorusso per invadere l’Ucraina nel 2022.
L’opposizione e l’Occidente hanno affermato che Lukashenko ha truccato le ultime elezioni e le autorità hanno represso le manifestazioni, con più di mille persone ancora incarcerate.
Stati Uniti non hanno interrotto gli aiuti militari all’Ucraina dopo che il segretario di Stato americano Marco Rubio ha annunciato la sospensione di 90 giorni ai programmi di aiuti esteri. Lo ha assicurato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino non ha chiarito se gli aiuti
umanitari fossero stati sospesi. L’Ucraina fa affidamento sugli Stati Uniti per il 40% delle sue esigenze militari. «Sono concentrato sugli aiuti militari; non sono stati interrotti, grazie a Dio», ha affermato in una conferenza stampa ieri sera insieme alla presidente moldava, Maia Sandu.
(di Paolo Valentino) «La presenza di forze straniere sul terreno in Ucraina per noi sarebbe una falsa partenza: non se ne parla neppure, che siano della Nato o dell’Onu, di Cina o Turchia». Risponde così Dmitrij Suslov alla domanda sullo schieramento di una forza di interposizione per garantire una eventuale tregua tra Kiev e Mosca. Suslov dirige il Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia ed è uno dei più ascoltati consiglieri di politica estera del Cremlino.
Leggi l’intervista completa
Le forze armate russe, secondo lo stato maggiore delle forze armate ucraine, citate da Ukrinform, hanno perso circa 830.190 soldati, uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione, di cui 1.720 solo nell’ultimo giorno. «Gli agenti dell’intelligence di difesa ucraina – aggiunge Ukrinform – hanno distrutto apparecchiature satellitari critiche russe nel distretto di Tyotkino, nella regione di Kursk».
La difesa antiaerea russa ha abbattuto ieri sera 15 droni ucraini in tre regioni del Paese. A riferirlo è il ministero della Difesa russo. Secondo la fonte militare, otto velivoli senza pilota sono stati distrutti nella regione di Ryazan, sei a Kursk e uno a Belgorod. L’attacco a Ryazan è stato confermato anche dal governatore locale, Pavel Malkov, su Telegram: Malkov, che due giorni fa aveva segnalato un altro attacco, ha affermato che sono in corso valutazioni dei danni causati dai droni, ma che non sono state segnalate vittime. All’inizio di questa settimana, l’Ucraina ha attaccato il territorio russo con oltre 170 droni, realizzando la più grande incursione aerea del 2025 e una delle più grandi nel conflitto armato che dura da tre anni.
Diplomatici Usa hanno richiesto un’esenzione urgente per i programmi relativi a Kiev dal congelamento di 90 giorni degli aiuti esteri e dagli ordini di «interruzione del lavoro» emessi dal segretario di stato Marco Rubio. Lo scrive il Financial Times, basandosi su documenti e persone a conoscenza della questione. Citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale, i diplomatici senior del Bureau of European and Eurasian Affairs del dipartimento di Stato hanno chiesto a Rubio una deroga completa per escludere il lavoro dell’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid) in
Ucraina dalla direttiva entrata in vigore venerdì.
«Al momento non sappiamo se questa richiesta verrà approvata, in tutto o in parte, ma finora ci sono segnali positivi da Washington», si legge in un’e-mail inviata al personale Usaid in Ucraina sabato, riferisce il Ft. L’Usaid a Kiev ha temporaneamente sospeso l’emissione di ordini di «interruzione dei lavori» mentre la richiesta di esenzione viene presa in considerazione, secondo l’e-mail e i funzionari di alcune organizzazioni partner. L’agenzia ha anche chiesto al personale di valutare i programmi «e trovare modi per supportare più chiaramente la direttiva del segretario di stato per rendere
gli Stati Uniti più sicuri, più forti e più prosperi». Ma sabato sera a Kiev, alcune organizzazioni hanno iniziato a ricevere ordini di «interruzione dei lavori», scrive il Ft.
26 gennaio, 01:29 – Aggiornata il 26 gennaio, 14:28
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