Per i tre civili si sono conclusi 484 interminabili giorni di prigionia nelle mani dei terroristi a Gaza. Ofer Calderon e Yarden Bibas i primi due a essere rilasciati, poi è stata la volta di Keith Siegel. In cambio sono stati scarcerati 183 detenuti palestinesi, tra cui 72 prigionieri di sicurezza, 14 dei quali stavano scontando l’ergastolo. Gli Usa valutano l’invio di fucili d’assalto a Israele bloccato da Blinken
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Per tre ostaggi civili israeliani si sono conclusi oggi 484 interminabili giorni di prigionia nelle mani dei terroristi a Gaza. Yarden Bibas e Ofer Calderon sono stati liberati per primi, poi è stata la volta di Keith Siegel. In cambio sono stati scarcerati 183 detenuti palestinesi, tra cui 72 prigionieri di sicurezza, 14 dei quali stavano scontando l’ergastolo. Yarden Bibas è il padre dei due fratellini, Kfir e Ariel, i più piccoli tra gli ostaggi: le loro condizioni sono ancora sconosciute.
L’amministrazione Trump sta valutando l’invio di 24mila fucili d’assalto a Israele, che erano stati trattenuti presso il Dipartimento di Stato americano su ordine dell’allora segretario Antony Blinken. Lo riporta il New York Times, citando un funzionario statunitense. Blinken aveva chiesto al suo ministero di non procedere con l’adempimento della richiesta di Israele dopo che i parlamentari democratici Usa avevano sollevato preoccupazioni sul fatto che i fucili potessero finire nelle mani di milizie di coloni o che gli ufficiali di polizia israeliani li avrebbero potuti utilizzare in atti di violenza ingiustificata contro i palestinesi in Cisgiordania.
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Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO
Nella sua prima visita all’estero dopo l’insediamento, il Presidente siriano di transizione, Ahmed al-Sharaa (Al Jolani), si rechera’ domani in Arabia Saudita, secondo quanto riportato da fonti di Al Arabiya. Giovedi’ scorso il Re saudita, Salman bin Abdulaziz, e il principe ereditario, Mohammed bin Salman, si erano congratulati con Ahmed al-Sharaa per aver assunto l’incarico di Presidente siriano di transizione. Il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan, aveva visitato la Siria la scorsa settimana e incontrato Al-Sharaa, sottolineando la disponibilità di Riad a sostenere l’ascesa della Siria. Faisal bin Farhan aveva aggiunto: “Siamo impegnati nel dialogo con i Paesi interessati per revocare le sanzioni alla Siria”.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha detto al suo omologo thailandese, Maris Sangiampongsa, che “finché Hamas rimarrà al potere a Gaza, non ci sarà stabilità in tutto il Medio Oriente”.
Il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, hanno concordato, in un colloquio avvenuto questa sera, di incontrarsi a Washington lunedi’ per avviare i colloqui sulla seconda fase dell’accordo di rilascio degli ostaggi con Hamas. Lunedì sarà il 16° giorno della prima fase del cessate il fuoco e dell’accordo sugli ostaggi e la data in cui dovrebbero iniziare le discussioni sulla seconda fase. Secondo quanto affermato dall’ufficio di Netanyahu, Witkoff parlerà questa settimana anche con il primo ministro del Qatar e con alti funzionari egiziani, dopodiché lui e Netanyahu discuteranno su quando saranno inviate le delegazioni per avviare ulteriori colloqui sul passaggio alla seconda fase dell’accordo.
Sono state rilasciate quattro soldatesse israeliane in ostaggio a Gaza. Come confermato dalle Brigate Al Qassam, l’ala armata di Hamas, il rilascio è parte dell’accordo di cessate il fuoco nell’enclave. Si tratta di Liri Albag, 19 anni, Karina Ariev, Daniella Gilboa e Naama Levy, tutte 20enni. La quinta, Agam Berger, rimasta nella Striscia di Gaza, non verrà rilasciata per il momento. Ecco chi sono le soldatesse. CHI SONO
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu inizierà i colloqui sulla seconda fase del cessate il fuoco a Gaza lunedì durante la sua visita a Washington. Lo ha reso noto il suo ufficio in un comunicato.
Il premier “ha parlato questa sera con l’inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff. I due hanno concordato che i negoziati sulla seconda fase dell’accordo sugli ostaggi inizieranno quando si incontreranno a Washington lunedì prossimo”, si legge.
Il Capo di Stato Maggiore uscente dell’Idf, Herzi Halevi, si è congratulato con Eyal Zamir, l’uomo scelto dal premier Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa, Israel Katz, per sostituirlo. Lo rende noto il Times of Israel.
“Conosco Eyal da molti anni e sono sicuro che saprà guidare l’Idf di fronte alle sfide previste e gli auguro un grande successo – ha dichiarato Halevi in un comunicato – Nelle prossime settimane completeremo un passaggio di consegne professionale e di alta qualità”.
Il ministero della Sanità dell’Autorità Palestinese riferisce di due morti nell’attacco di un drone dell’Idf nella città cisgiordana di Jenin e di altri due morti in un attacco di un drone a Qabatiya. In entrambi gli attacchi, l’Idf sostiene di aver preso di mira agenti terroristici
L’apertura del valico è stata alle 7 ora locale, quando i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un’ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. “Chi è arrivato ci dice che manca l’acqua, l’elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento”, racconta un palestinese. “Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo”, ha affermato Hamas. LE IMMAGINI
Il maggior generale Eyal Zamir, direttore generale del Ministero della Difesa, è stato nominato dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal ministro della Difesa Israel Katz prossimo capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, lo scrive il Times of Israel. Zamir, 59 anni, era stato considerato il candidato favorito per sostituire il capo di stato maggiore delle IDF, il tenente generale Herzi Halevi, che si è dimesso a causa della sua responsabilita’ per i fallimenti che hanno portato all’attacco del gruppo terroristico Hamas del 7 ottobre 2023. Per legge, i candidati per il capo dello staff dell’IDF, così come per altre posizioni di alto livello come commissario di polizia e governatore della Banca d’Israele, devono essere esaminati dal Senior Appointments Advisory Committee. Dopodiché, un candidato viene confermato in una votazione del gabinetto. Zamir diventerà il 24 capo di stato maggiore delle IDF, sostituendo Halevi, che si dimettera’ il 6 marzo.
Eyal Zamir, direttore generale del Ministero della Difesa israeliano, è stato nominato dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dal Ministro della Difesa Israel Katz come nuovo Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane. Lo riporta il Times of Israel.
Zamir, 59 anni, era considerato il candidato favorito per sostituire Herzi Halevi, che si è dimesso prendendosi la responsabilità per i fallimenti che hanno portato all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Per legge, i candidati a capo dello Stato Maggiore dell’Idf, così come per altre posizioni di alto livello come il commissario di polizia e il governatore della Banca d’Israele, devono essere esaminati dal Comitato consultivo per le nomine di alto livello. Dopodiché, il candidato viene confermato con un voto di gabinetto. Zamir diventerà così il 24° capo di stato maggiore dell’Idf dopo l’addio di Halevi, che si dimetterà il 6 marzo.
L’Idf ha reso noto di aver effettuato un attacco con un drone nella città cisgiordana di Qabatiya, vicino a Jenin. Lo riporta il Times of Israel. L’attacco ha preso di mira un’auto con a bordo diversi agenti terroristici, ha dichiarato l’esercito, aggiungendo che ulteriori dettagli saranno forniti in seguito. Il raid fa parte di un’importante operazione antiterrorismo nel nord della Cisgiordania.
I ministri degli Esteri di cinque Paesi arabi hanno respinto l’idea di sfollare forzatamente i palestinesi dal loro territorio, come suggerito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Autorità Nazionale Palestinese e Lega Araba hanno affermato che la mossa proposta da Trump minaccerebbe la stabilità nella regione, diffonderebbe il conflitto e comprometterebbe le prospettive di una pace duratura in Medio Oriente. “Affermiamo il nostro rifiuto di qualsiasi tentativo di compromettere i diritti inalienabili dei palestinesi, sia attraverso attivita’ di insediamento, o sfratti o annessione di terre o attraverso lo sgombero delle terre dai loro proprietari in qualsiasi forma o in qualsiasi circostanza o giustificazione”, si legge in una dichiarazione congiunta.
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. CHI SONO
Tornano a casa dopo 484 giorni di prigionia Ofer Calderon, 54 anni, Keith Siegel, 65 anni, e Yarden Bibas, 35 anni. Restano ancora prigionieri 82 rapiti, 23 dei quali dovrebbero essere rilasciati prossimamente: dei 23, 15 sono vivi e otto deceduti. LE STORIE
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto ieri una riunione sulla possibilità di riprendere la guerra a Gaza. Lo ha rivelato l’emittente israeliana Channel 13 news.
Il rapporto cita alti funzionari israeliani, secondo cui Netanyahu sembra spingere per una ripresa della guerra e ha chiesto all’Idf di presentare piani operativi.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all’uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell’accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l’amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l’attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l’ufficio di Netanyahu ha affermato che “i resoconti non sono veri” e che “le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti”.
Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l’agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che “lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all’insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur”. I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
La cantante israeliana Noa e la palestinese Miriam Toukan hanno duettano sulle note di “There must be another way” nel Concerto per la Pace al Duomo di Napoli. “Sembra complicato adesso parlare di pace – ha detto Noa pochi minuti prima dell’esibizione – ma è quello che dobbiamo sperare perché ora c’è il cessate il fuoco, gli ostaggi stanno tornando a casa, così come i rifugiati stanno tornando a Gaza. Quindi questo è un momento di grazia. Spero che si raggiunga un accordo definitivo per una pace duratura tra Israele e Palestina, con la creazione di due Stati per i due popoli”. “Dico ai giovani ma anche a tutte le altre persone – ha aggiunto l’artista israeliana – che siamo tutti esseri umani e siamo tutti un’unica famiglia, ognuno responsabile per l’altro, quindi prendiamoci ognuno le proprie responsabilità e non chiudiamo gli occhi davanti alla sofferenza degli altri. Prendiamo parte al nostro futuro, non lasciamo che siano altre persone a decidere il nostro futuro”. “Credo ancora che ci sia un’altra strada per la pace – è la convinzione di Miriam Toukan – voglio ancora avere la speranza di trovare la strada. Non è facile, ma sono sicura che esista. Noi lavoriamo per la pace nell’unico modo che conosciamo con i nostri strumenti e con le nostre voci, con l’arte della musica. Credo nel potere della musica per tenere le persone sempre più vicine e, naturalmente, abbiamo bisogno di chiunque creda nella pace e nel dialogo. E’ arrivato il momento del dialogo, per stare tutti insieme e intraprendere qualsiasi strada che ci porti alla soluzione di questo conflitto”.
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