Armen Sarkisian, morto oggi in seguito all’esplosione di un ordigno in un grattacielo residenziale di lusso a Mosca, era il fondatore della milizia armata Arbat, una formazione composta in prevalenza da armeni che combatte al fianco delle truppe russe in Ucraina. Secondo fonti dei servizi di sicurezza ucraini, l’Arbat sarebbe stata impiegata a partire dal 2022 nell’est dell’Ucraina, nel Donbass, e poi sarebbe stata spostata nella regione russa di Kursk, in parte occupata da truppe di Kiev a partire dall’agosto scorso. Secondo il sito di notizie russo Mediazona, Sarkisian, che aveva 46 anni, era di origine armena, ma durante la sua giovinezza si era trasferito nella regione ucraina di Donetsk. I servizi di sicurezza di Kiev affermano che aveva stretto legami fin dal 2014 con il presidente Viktor Yanukovich, che in quell’anno fuggì in Russia in seguito alle manifestazioni di Euromaidan. Secondo le autorità ucraine, Kiev spiccò proprio nel 2014 un mandato d’arresto internazionale nei confronti di Sarkisian accusandolo di avere organizzato gruppi di picchiatori per aggredire i manifestati filo-Ue. Sarkisian era anche presidente della Federazione Pugilato della autoproclamata Repubblica di Donetsk, annessa nel 2022 alla Russia. Dopo l’esplosione di oggi, le agenzie russe hanno detto che una persona era morta e altre quattro erano rimaste ferite. Uno dei feriti, Sarkisian appunto, è morto poco dopo in ospedale, secondo le stesse fonti. L’altro deceduto sarebbe una sua guardia del corpo. 
“Mi aspetto che gli Usa continuino il loro sostegno all’Ucraina in termine di aiuti militari e richiederanno che l’Europa faccia di più nella condivisione del peso finanziario”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte arrivando all’informale difesa.
Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha dichiarato lunedì che l’aumento del numero di prigionieri di guerra ucraini giustiziati dalle forze russe richiede una risposta internazionale urgente. Un organismo delle Nazioni Unite ha riferito lunedì di aver registrato un “allarmante aumento” delle esecuzioni riportate negli ultimi mesi.
“Il mondo non deve solo condannare, ma anche agire con urgenza. Abbiamo bisogno di nuovi ed efficaci strumenti legali internazionali e di misure concrete per far sì che i responsabili rispondano delle loro azioni”, ha dichiarato Sybiha su X.
Armen Sargsyan, noto anche come Armen Gorlovsky, rimasto ucciso in un’esplosione verificatasi a Mosca, non è un volto nuovo per le forze armate di Kiev. L’uomo, 46 anni, aveva la cittadinanza ucraina ed era originario di Horlivka, città di oltre 200 mila abitanti, invasa dalle forze russe nel 2014 e occupata da allora. Nel 2022 Sargsyan ha fondato il battaglione ArBat, un gruppo di volontari reclutati nel Donbass per combattere contro i soldati di Kiev. Secondo i media ucraini, la compagnia militare privata sarebbe stata sponsorizzata dall’imprenditore russo-armeno Samvel Karapetyan. Sargsyan era anche a capo della Federazione di pugilato del Donetsk. L’uomo ha avuto un ruolo nel corso delle proteste di Euromaidan del 2014, quando avrebbe creato degli ‘squadroni della morte’ per dare la caccia ai manifestanti che protestavano contro l’allora presidente Viktor Yanukovich, a cui era considerato molto vicino. Ultimamente sono comparse alcune sue foto insieme al leader ceceno Ramzan Kadyrov, ma anche con il deputato della Duma russa Adam Delimkhanov. I servizi segreti ucraini, in un post su Telegram dello scorso dicembre, lo hanno definito “un’autorità criminale della regione di Donetsk che collabora con l’Fsb”, il servizio segreto russo. Secondo Kiev il battaglione ArBat ha inizialmente combattuto vicino a Toretsk, una città al centro di feroci scontri nell’Ucraina orientale, ed è stato poi trasferito nella regione russa di Kursk, che le forze ucraine hanno occupato in un assalto a sorpresa la scorsa estate. Secondo le autorità di Mosca, la morte di Sargsyan è da considerarsi un attentato “ordinato e pianificato”.
L’esercito russo è avanzato di 430 km2 in territorio ucraino a gennaio e si sta avvicinando all’hub logistico di Pokrovsk, secondo un’analisi dell’agenzia France-Presse sui dati forniti dal centro studi americano Institute for the Study of War. Questo gennaio segna un leggero rallentamento rispetto ai mesi precedenti, dopo i 476 km2 di dicembre e l’aumento record di 725 km2 di novembre, sulla scia dei principali movimenti russi sulla linea del fronte dall’estate del 2024.
Un leader paramilitare dell’occupazione russa dell’Ucraina, Armen Sarkisyan, è stato ucciso lunedì quando un’esplosione ha distrutto alcune parti di un appartamento di lusso a Mosca, come hanno riferito l’agenzia di stampa di Stato Tass, che parla esplicitamente di “attentato ben pianificato”, e altri media russi. L’esplosione sarebbe avvenuta proprio mentre Sarkisyan, accompagnato dalle sue guardie del corpo, entrava nel seminterrato del complesso “Vele Scarlatte” sulle rive del fiume Moscova, a soli 12 km dal Cremlino. Una guardia del corpo è stata uccisa e altre tre sono rimaste ferite, secondo il quotidiano Kommersant
A dicembre, il servizio di sicurezza ucraino SBU ha descritto Sarkisyan come un boss della malavita nella regione di Donetsk, gran parte della quale è controllata da Mosca dal 2014, e ha detto che era ufficialmente sospettato di partecipare e aiutare “gruppi armati illegali”. Mediazona, un’agenzia russa indipendente, ha riferito che Sarkisyan, di origine armena, è stato a lungo un esponente della criminalità organizzata nella città di Horlivka, nella regione di Donetsk. Nel 2022 ha fondato un’unità paramilitare filorussa composta per lo più da suoi connazionali armeni per combattere le forze ucraine. Le autorità ucraine non hanno finora commentato i fatti. 
  La polizia georgiana ha arrestato più di 30 persone durante una protesta a di Tbilisi, ha riferito il ministero degli Interni del paese. “Il 2 febbraio, gli ufficiali delle forze dell’ordine hanno arrestato un totale di 31 persone in viale Agmashenebeli vicino al centro commerciale di Tbilisi. Tutti sono stati arrestati per reati amministrativi ai sensi dell’articolo 173, che riguarda la disobbedienza a un ordine legittimo della polizia”, si legge nella dichiarazione. Domenica, i sostenitori dell’opposizione hanno tentato di bloccare un’importante arteria stradale. Tuttavia, la polizia è intervenuta, sgomberando l’area ed effettuando arresti. Le forze dell’ordine georgiane hanno arrestato diversi membri dell’opposizione, tra cui Nika Melia, co-leader dell’alleanza Coalizione per il cambiamento, e Gigi Ugulava, capo del partito Georgia europea. Le proteste dell’opposizione proseguono quotidianamente in Georgia dalla fine di novembre 2024, quando il primo ministro Irakli Kobakhidze ha dichiarato che il suo governo avrebbe rimosso l’apertura dei negoziati di adesione all’UE dalla sua agenda fino al 2028.
 Lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino ha confermato di aver colpito nella notte una raffineria di petrolio russa nella regione di Volgograd e un impianto di lavorazione del gas nella regione di Astrakhan, aggiungendo che entrambe le strutture rifornivano le forze armate russe. Le strutture di lavorazione primaria della raffineria sono state danneggiate, mentre l’impianto di gas ha preso fuoco causando la sospensione delle operazioni, viene spiegato.
“Finora nessuno ha discusso seriamente una possibile combinazione della composizione dei partecipanti ai negoziati. Per ora, riteniamo che il Presidente ucraino non abbia il diritto di partecipare a tali negoziati”. Lo afferma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citando un decreto firmato da Zelensky nel 2022 che vieta negoziati con Vladimir Putin. “Pertanto, discutere, se il decreto stesso rimane in vigore, di una possibile composizione dei partecipanti è probabilmente andare troppo avanti”, ha aggiunto. Il decreto ucraino è revocabile in qualsiasi momento con un altro decreto o legge ordinaria, a differenze dell’annessione russa di quattro regioni ucraine, compresi territori mai conquistati, che è stata inserita da Mosca in Costituzione.  Peskov ha poi chiarito che qualsiasi accordo dovrebbe essere firmato da un presidente “legittimo” uscito da nuove elezioni, alludendo alla mancata convocazione di elezioni presidenziali la scorsa primavera, vietate dalla Costituzione di Kiev finché vige la legge marziale. Peskov ha ricordato che lo stesso presidente Vladimir Putin aveva già insistito su questo punto. “È un argomento importante e, ovviamente, il capo del regime di Kiev non lo gradisce”, ha aggiunto. Sarebbero invece “in fase di pianificazione” i contatti con l’amministrazione Trump negli Stati Uniti
Le Nazioni Unite hanno condannato l’aumento del numero di esecuzioni di soldati ucraini prigionieri da parte delle forze russe negli ultimi mesi, facendo eco alle accuse di Kiev. La Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (HRMMU) ha dichiarato di aver “registrato 79 esecuzioni di questo tipo in 24 episodi distinti” dalla fine di agosto. Ciò si basa sull’“analisi di materiale video e fotografico pubblicato da fonti ucraine e russe” che mostra le esecuzioni. Personaggi pubblici russi “hanno esplicitamente chiesto un trattamento disumano, se non addirittura l’esecuzione, dei militari ucraini catturati”, ha dichiarato Danielle Bell, capo della missione. “In combinazione con le leggi di amnistia generale, tali dichiarazioni possono incitare o incoraggiare comportamenti illegali”, ha aggiunto, citata in un comunicato stampa. La missione ha spiegato che l’anno scorso ha registrato anche l’esecuzione di un soldato russo “ferito e incapace” da parte delle forze armate ucraine. Il difensore civico ucraino per i diritti umani, Dmytro Loubinets, chiede regolarmente alle Nazioni Unite e al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) di indagare sulle esecuzioni extragiudiziali di soldati ucraini prigionieri.
Al via al Palais d’Egmont a Bruxelles il “ritiro informale” dei capi di Stato e di governo dell’Ue dedicato al tema del rafforzamento della difesa. Il summit – a cui partecipa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – è presieduto dal presidente del Consiglio europeo, António Costa, con l’Ue che sarà rappresentata anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Dopo l’usuale intervento preliminare della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che poi lascerà la sala, alle 11.30 è iniziata la prima sessione di lavoro tra i leader dei Ventisette. Poi alle 13 è previsto il pranzo di lavoro, a cui parteciperà anche il segretario generale della Nato Mark Rutte. Alle 15 vi sarà la seconda sessione della discussione tra i leader, e alle 19, alla cena di lavoro, è prevista la partecipazione di un altro ospite importante, il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer. E’ la prima volta dalla Brexit che un primo ministro britannico prende parte a un Consiglio europeo.
Il “ritiro” consisterà essenzialmente in un “brain storming”, una discussione libera e informale (non sono previste conclusioni né alcuna decisione formale), che l’agenda prevede si concentri attorno al tema del rafforzamento della difesa europea, in base ai principi secondo cui l’Ue deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa, aumentando in modo sostanziale il suo finanziamento e le capacità della sua industria militare, e gli Stati membri hanno un interesse comune nel cooperare più strettamente a questo scopo. Tutto questo alla luce delle attuali sfide alla sicurezza dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina, alle minacce ibride e informatiche e all’instabilità in Medio Oriente. Nel corso dei lavori, Meloni sottolineerà l’esigenza di “rafforzare concretamente” il “pilastro europeo” della Nato ma allo stesso tempo ribadirà l’esigenza di individuare nuovi “strumenti comuni” per sostenere gli investimenti necessari. 
Tra le dichiarazioni dei leader in arrivo al vertice, si registra Macron che ritiene che l’Europa debba “investire di più” sulla difesa e dare preferenza” ai prodotti europei. “Ciò che accade in Ucraina, con le scelte americane e le dichiarazioni della nuova amministrazione del presidente Trump, spinge gli europei a rispondere loro problemi di sicurezza collettiva”, ha spiegato. Il premier finlandese Petteri Orpo ha affermato:  “La Russia è una minaccia permanente per l’Ue. La Finlandia è aperta a ogni soluzione per finanziare la difesa comune. Oggi la sicurezza e la difesa sono una questione esistenziale per la Finlandia e per altri paesi. Ecco perché siamo aperti ad ogni soluzione sui finanziamenti alla difesa. Abbiamo bisogno di risorse comuni, siamo pronti a discuterne”. 
 Il comandante in capo ucraino Oleksandr Syrsky ha sollecitato un’indagine sugli attacchi “vergognosi” e mortali del fine settimana ai centri di reclutamento e a funzionari militari. Kiev ha cercato di rafforzare il suo esercito in difficoltà, scatenando critiche e alimentando attacchi isolati ai funzionari e alle strutture di reclutamento del Paese: un ufficiale di reclutamento è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella regione orientale di Poltava questo fine settimana, che ha visto anche un attacco a un centro di reclutamento nella città centrale di Pavlograd e un altro a un centro di leva nella città occidentale di Rivne. “In un breve lasso di tempo, tre vergognosi atti di violenza che hanno coinvolto personale militare hanno avuto luogo in diverse regioni”, ha scritto Syrsky sui social media. “La violenza contro i militari è inaccettabile. Ci aspettiamo un’indagine completa su questi crimini”, ha aggiunto. A Rivne, la polizia ha affermato che l’esplosione in un centro di reclutamento dell’esercito ucraino ha ucciso una persona e ne ha ferite sei. Una persona rimane in “gravi condizioni”, ha detto Syrsky. Nel frattempo, i procuratori hanno affermato di aver identificato due sospettati per l’omicidio di un ufficiale di reclutamento a Poltava. La polizia ha affermato che una persona è rimasta ferita domenica da un’esplosione al centro di reclutamento militare di Pavlograd, nella regione di Dnipropetrovsk. Le forze dell’ordine devono ancora dire se ritengono che gli episodi siano stati coordinati. “Il compito nazionale di difendere l’Ucraina è impossibile senza il sostegno pubblico all’esercito e il rispetto per i militari”, ha aggiunto Syrsky nella sua dichiarazione
Secondole ultime notizie fornite dall’agenzia Tass, il fondatore del battaglione Arbat, Armen Sarkisian, è stato ferito gravemente nell’esplosione a Mosca. Il bilancio è di un morto e quattro feriti: la vittima  sarebbe una guardia del corpo di Sarkisian.
“Dobbiamo tutti essere più forti nei confronti della Russia. Sanzionando coloro che permettono alla macchina bellica della Russia di funzionare, bloccando i proventi da petrolio e gas che sostengono direttamente il bilancio statale. Le nostre sanzioni funzionano, l’economia sta faticando, non possiamo mollare la presa ora. Dobbiamo essere più forti anche per l’ucraina, l’Ue è il principale donatore, con oltre 134 miliardi di euro di aiuti, di cui quasi 50 miliardi in aiuto militare. Non possiamo parlare di fare meno quando dovremmo fare di più”. 
L’esplosione in un centro residenziale nel Nord-Ovest di Mosca sarebbe stato un attentato diretto contro il fondatore del gruppo militare Arbat, Armen Sarkisian. Secondo diversi canali Telegram, fonti delle forze dell’ordine confermano la versione del tentato omicidio: Sarkisian, nato in Ucraina, dove è ricercato per attività filo-russe di lunga data,  sarebbe stato ferito gravemente e ora è in ospedale in terapia intensiva. Il battaglione Arbat, originariamente composto soprattutto da originari dell’Armenia, è attivo nella guerra in Ucraina da parte russa
“Dobbiamo porre fine a questa guerra, la pace deve durare nel modo che l’Ucraina merita. E per farlo dobbiamo costringere il Cremlino nel cambiare i suoi obiettivi. L’unica lingua che parla e’ la forza. Ecco perche’ accolgo con favore l’impegno americano per facilitare la pace attraverso la forza”. Lo ha dichiarato l’Alta rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, nel suo discorso alla Conferenza degli ambasciatori Ue. 
 
Una persona è morta e altre sono rimaste ferite per un’esplosione avvenuta stamane in un edificio residenziale di Mosca, secondo quanto riferisce l’agenzia Tass. L’agenzia Ria Novosti parla invece di tre feriti e cita un rappresentante dei servizi d’emergenza della capitale secondo il quale sarebbe esploso un ordigno. Il fatto è avvenuto nell’entrata di un edificio di 29 piani nel complesso residenziale di Alye Parusa, nel nord-ovest di Mosca. 
Le autorità ucraine hanno reso noto il  bilancio finale delle vittime dell’attacco aereo russo di sabato su un edificio residenziale nella città orientale di Poltava. I morti sono  14, tra cui due bambini, e 20 feriti. Il Servizio di emergenza dello Stato ucraino ha indicato in un post su Facebook che i bambini morti avevano nove e dodici anni, mentre tra i  feriti c’è anche un neonato di tre mesi e altri tre bambini di due,  otto e dodici anni. 22 persone sono state tratte in salvo, mentre gli  psicologi hanno curato 206 persone, tra cui 11 bambini. ”Offriamo le  nostre sincere condoglianze alle famiglie e agli amici”, ha  dichiarato l’organizzazione.
Attacchi notturni di droni ucraini hanno preso di mira gli impianti petroliferi ed energetici in Russia, innescando incendi in una raffineria di petrolio di Volgograd e costringendo a interrompere i voli in diversi aeroporti. Lo hanno riferito le autorità russe citate da Reuters online.
Il premier britannico, Keir Starmer, chiederà ai membri dell’Unione Europea di raddoppiare le pressioni sul presidente russo Vladimir Putin, approfittando delle ”difficoltà” che sta affrontando l’economia di Mosca, durante la riunione informale del Consiglio europeo che si tiene oggi a Bruxelles. ”L’Europa deve raddoppiare gli sforzi per schiacciare la macchina da guerra di Putin mentre l’economia russa mostra segni di indebolimento”, si legge in una dichiarazione rilasciata dall’ufficio del primo ministro. Starmer avvertirà l’Ue della necessità di mantenere la pressione sulla Russia, viste le ”difficoltà” della sua economia, ”che ha investito miliardi nel finanziamento della sua macchina da guerra, il che ha portato all’inflazione in Russia”. Il capo dell’esecutivo britannico esorterà inoltre i suoi ”alleati” europei a ”farsi avanti e ad assumersi un onere maggiore per mantenere l’Europa al sicuro dalla crescente campagna di sabotaggio e distruzione della Russia nel nostro continente”. Starmer li inviterà inoltre a mantenere il loro ”sostenuto sostegno  militare all’Ucraina” durante la sessione informale del Consiglio  europeo, dove discuterà di questioni di difesa e sicurezza con i  leader dei 27 Stati membri dell’Ue, dopo aver incontrato il Segretario generale della Nato, Mark Rutte.
Il Presidente degli Stati Uniti,  Donald Trump, ha rivelato che i colloqui con l’Ucraina e la Russia  stanno andando ”piuttosto bene”, mentre continua a spingere per  mettere fine alla guerra. “Stiamo trattando con l’Ucraina e la Russia. Abbiamo in programma  incontri e colloqui con varie parti, comprese Ucraina e Russia. E credo che queste discussioni stiano andando piuttosto bene”, ha detto.
Un attacco notturno ucraino con droni ha innescato un incendio nella regione russa di Astrakhan e ha costretto alla sospensione dei voli in diversi aeroporti, affermano lunedì i funzionari russi. 
“Le forze armate ucraine hanno tentato un attacco con drone contro obiettivi situati nella regione, tra cui impianti di carburante ed energia”, ha affermato Igor Babushkin, governatore della regione di Astrakhan, nella Russia meridionale. “Il drone caduto ha innescato un incendio. Non ci sono vittime”. L’ente di controllo dell’aviazione russo Rosaviatsia dice di aver sospeso i voli dagli aeroporti di Astrakhan, Kazan, Nizhnekamsk, Saratov e Ulyanovsk per garantire la sicurezza.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto domenica sera che i colloqui del suo Paese con l’Ucraina e la Russia, in conflitto da quasi tre anni, stanno andando “piuttosto bene”. “Abbiamo pianificato incontri e discussioni con le diverse parti interessate, tra cui Russia e Ucraina. E penso che queste discussioni stiano avvenendo abbastanza bene”, ha detto Donald Trump mentre scendeva dall’aereo a Washington, di ritorno dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida.
“I sistemi di difesa aerea e un numero sufficiente di missili intercettori sono essenziali per avvicinare la pace. Sono grato a tutti i nostri partner che ci stanno aiutando in questo e che comprendono appieno di cosa abbiamo esattamente bisogno”. Lo scrive su Facebook il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: “Proprio oggi, le operazioni di soccorso a Poltava sono state completate dopo un attacco missilistico russo. Sfortunatamente questo missile ha ucciso 14 persone, tra cui due bambini, uno di 9 anni e uno di 12. E questo è stato un solo missile russo, che ha portato così tanto dolore, sofferenza e perdita. Ecco perché l’Ucraina, e la vera pace, richiedono garanzie. Garanzie che tale male verrà fermato, in modo affidabile”.
Se Kiev riuscirà a concordare una tregua con la Russia nei prossimi mesi, l’Ucraina dovrà andare al voto, possibilmente entro l’anno. Lo dice l’inviato speciale di Donald Trump per Ucraina e Russia, Keith Kellogg, in una intervista alla Reuters rilanciata dai media ucraini. 
Secondo Kellogg, le elezioni presidenziali e parlamentari devono tenersi in Ucraina soprattutto in caso di cessate il fuoco. “La maggior parte delle nazioni democratiche hanno elezioni in tempo di guerra. Penso che sia importante che lo facciano” ha detto Kellogg. “Penso che sia un bene per la democrazia. Questa è la bellezza di una democrazia solida, hai più di una persona potenzialmente candidata”.
“Oltre due terzi dei partner della Nato spendono ora più del 2% in armamenti. Ma dobbiamo investire ancora di più e gli Alleati decideranno nei prossimi mesi” esattamente quanto, “ma posso assicurarvi una cosa: sarà molto, molto, molto più del 2%”. Lo ha detto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, alla Bild am Sonntag.  
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto in una intervista ad Associated Press che escludere il suo Paese dai colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina sarebbe “molto pericoloso” e ha chiesto ulteriori discussioni tra Kiev e Washington per sviluppare un piano per un cessate il fuoco. 
Zelensky ha detto anche che la Russia non vuole impegnarsi in colloqui di cessate il fuoco o discutere alcun tipo di concessione. Per Zelensky, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe portare il presidente russo Vladimir Putin al tavolo con la minaccia di sanzioni che colpiscano il sistema energetico e bancario della Russia, nonché il continuo supporto all’esercito ucraino. Le osservazioni di Zelensky seguono ai commenti di venerdì di Trump, che ha detto che funzionari americani e russi stanno “già parlando” di porre fine alla guerra. Trump ha detto che la sua amministrazione ha avuto discussioni “molto serie” con la Russia, ma non ha fornito dettagli. “Possono avere le loro relazioni, ma parlare dell’Ucraina senza di noi è pericoloso per tutti”, ha sottolineato Zelensky. “Credo che, prima di tutto, (dobbiamo) tenere un incontro con lui, e questo è importante. E questo è, tra l’altro, qualcosa che tutti in Europa vogliono”, ha aggiunto Zelensky, riferendosi a “una visione comune di una rapida fine della guerra”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che l’adesione del suo Paese alla Nato “sarebbe la garanzia più economica possibile” per gli alleati occidentali della sicurezza dell’Ucraina, che può inoltre offrire all’alleanza “un esercito di 800.000 uomini”. 
Secondo lui, l’adesione di Kiev alla Nato darebbe una vittoria geopolitica a Donald Trump su Vladimir Putin e costituirebbe anche un vantaggio “se il presidente Trump decidesse di richiamare le truppe americane dall’estero”. In un’intervista all’agenzia americana Ap, di cui pubblicano stralci l’Ukrainska Pravda e il Kyiv Independent, l’adesione di Kiev alla Nato, anziché esclusa dal tavolo, come vorrebbe Putin, dovrebbe essere proprio al centro dei futuri negoziati di pace: “Credo veramente che queste (l’adesione) siano le garanzie di scurezza più economiche che l’Ucraina possa ottenere, le più economiche per tutti”, ha detto il leader ucraino. Inoltre, “sarebbe un segnale chiaro che non sta alla Russia decidere chi dovrebbe essere nella Nato e chi no, ma dovrebbe stare agli Stati Uniti d’America”, ha aggiunto Zelensky, secondo cui sarebbe “una grande vittoria per Trump”. Le garanzie di sicurezza per l’Ucraina alternative alla “economica” adesione alla Nato, secondo Zelensky, dovrebbero essere supportate da una quantità sufficiente di armi da parte degli Stati Uniti e dell’Europa, nonché dal sostegno a Kiev nello sviluppo della propria industria della difesa. Zelensky ha quindi detto che “la proposta francese di schierare forze europee in Ucraina per scoraggiare l’aggressione russa sta prendendo forma, ma restano molti interrogativi sulla struttura di comando e controllo, sul numero delle truppe e sulle loro posizioni”.  

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Di NewsBot