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L’Amministrazione Trump ha chiesto ai leader del Congresso di approvare il trasferimento a Israele di nuovo materiale militare per circa 1 miliardo di dollari. Lo riferisce Wall Street Journal, citando fonti ufficiali usa a conoscenza della richiesta. Il pacchetto comprende 4.700 bombe da 500 kg per un valore di oltre 700 milioni di dollari, nonché bulldozer blindati costruiti da Caterpillar, per un valore di oltre 300 milioni di dollari. Il trasferimento verrebbe finanziato con la dotazione di da miliardi di dollari di aiuti militari annuali degli Stati Uniti a Israele. In programma alla Casa Bianca il vertice tra il presidente Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

La guerra in Medio Oriente, gli approfondimenti
Dossier – Sentieri di guerra

Hamas: “Iniziati i colloqui sulla seconda fase della tregua”
Turchia accoglie 15 ex-detenuti palestinesi
Attacco a checkpoint in Cisgiordania, morti 2 soldati

Siria: per Jolani la presenza militare Usa è illegale

Siria: Jolani chiede a Israele di ritirarsi dal sud-ovest

Hamas: “Israele impedisce l’ingresso degli aiuti a Gaza”
Quindici palestinesi scarcerati da Israele arrivati in Turchia
Netanyahu ha incontrato Witkoff e Waltz negli Usa
Israele manda delegazione a Doha per seconda fase dell’accordo
Hamas: “Attacco a checkpoint risposta ad aggressione Idf in Cisgiordania”
L’attacco questa mattina a un checkpoint delle Idf vicino al villaggio di Tayasir, a est di Jenin, è una risposta alla escalation dell’aggressione israeliana in Cisgiordania”. Lo ha dichiarato il portavoce di Hamas Abdul Latif Al-Qanou commentando la sparatoria costata la vita a due soldati israeliani e affermando che “il nostro popolo ha diritto a difendersi”. Le Idf hanno risposto al fuoco dell’aggressore palestinese, uccidendolo. “Il mancato riconoscimento delle responsabilità dell’occupazione e il silenzio internazionale incoraggiano l’occupazione a commettere una guerra di sterminio in Cisgiordania, simile a quella condotta nella Striscia di Gaza”, ha aggiunto l’esponente di Hamas.
Hamas: “Iniziati i colloqui sulla seconda fase della tregua”
Sono iniziati i colloqui sulla seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato il portavoce di Hamas.
Dall’Egitto 771 camion di aiuti in tre giorni

Attraverso il valico di Rafah, oggi sono stati avviati dall’Egitto verso Gaza 229 camion di aiuti umanitari tra cui 24 autocisterne con carburante. Lo ha segnalato una fonte dell’Ufficio stampa del governo egiziano precisando che il totale degli ultimi quattro giorni, compreso oggi, è 771. Sabato non era passato nulla a causa della “chiusura dall’altro lato in Israele” mentre “domenica sono entrati 320 camion e lunedì 222”, ha ricordato la fonte.
Egitto apre il valico di Rafah con Gaza per il quarto giorno

L’Egitto ha aperto il valico terrestre di Rafah per accogliere feriti palestinesi dalla Striscia di Gaza per il quarto giorno consecutivo, con 50 ambulanze schierate per trasportare i pazienti in coordinamento con le varie autorità. Lo ha riferito, contattato per telefono, il portavoce del Governatorato del Sinai Meridionale, Mohammed Salim, ricordando CHE “l’accordo” per la tregua a Gaza “prevede il passaggio di circa 50 casi al giorno”. “Alcuni casi vengono respinti per mancanza di conformità o per l’elevato numero di accompagnatori”, ha detto ancora il portavoce precisando che nei precedenti fino a ieri “104 pazienti hanno attraversato” il valico che collega la Striscia all’Egitto, “oltre a circa 180 persone che li accompagnano”.

Israele: sondaggio, per 74% Trump “artefice” dell’accordo su ostaggi

La grande maggioranza degli israeliani ritiene che il presidente Usa Donald Trump sia responsabile per l’accordo di cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi con Hamas e che probabilmente eserciterà pressioni o addirittura imporrà sanzioni a Israele in futuro se non si allineerà con i suoi obiettivi politici in Medio Oriente. E’ quanto riferisce un sondaggio dell’Israel Democracy Institute, precisando che per il 74% degli ebrei e il 64% degli arabo-israeliani è “grazie all’intervento” di Trump se è stata raggiunta l’intesa.

Ultradestra Israele, via da governo se prosegue accordo tregua

La ministra israeliana degli insediamenti e dei progetti nazionali Orit Strock ha messo in guardia il primo ministro Benjamin Netanyahu dal proseguire con la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Parlando con Army Radio, la ministra di estrema destra ha affermato che “se Netanyahu decide di andare in questa direzione disastrosa”, allora il suo partito “si assicurerà che il governo non continui a esistere”. Lo riporta il Times of Israel.
Turchia accoglie 15 ex-detenuti palestinesi
I servizi segreti turchi (MIT) prenderanno in consegna 15 palestinesi rilasciati dalle autorità israeliane nell’ambito dell’accordo raggiunto con Hamas e li porteranno in Turchia. In base a quanto riferisce la stampa vicina al governo, funzionari del MIT si occuperanno dell’operazione, che ha ottenuto il via libera del presidente Recep Tayyip Erdogan. Quando Israele ha raggiunto l’intesa per il cessate il fuoco con Hamas ha posto come condizione che alcuni dei prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo non vivessero più nè a Gaza nè in Cisgiordania. Qui è subentrato il governo turco, che ha seguito da vicino le trattative e dato la propria disponibilità a prendere in consegna, in questa fase, 15 dei palestinesi condannati all’ergastolo che Israele vuole fuori dai Territori palestinesi. Fonti vicine al governo turco hanno rivelato che i 15 verranno consegnati ai servizi turchi in Egitto e da qui voleranno in Turchia. “Abbiamo sostenuto il cessate il fuoco dall’inizio. Una delle condizioni poste da Israele è che alcuni prigionieri non rimangano in Palestina. Abbiamo dato la nostra disponibilità, come già avevamo fatto in precedenti scambi”, aveva dichiarato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, anticipando il ruolo della Turchia. Già nel 2011, in occasione dello scambio di prigionieri tra Hamas e Israele che portò alla liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, la Turchia accolse sul proprio suolo alcuni palestinesi liberati dallo Stato ebraico.
Ministero della Sanità di Hamas, i morti a Gaza sono 47.540

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 47.540, di cui 22 (20 sono stati recuperati e 2 sono deceduti a causa di ferite) nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto su Telegram il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 111.618, secondo la stessa fonte.
Turchia, “I vicini della Siria combattano l’Isis uniti”

“I Paesi vicini (alla Siria) dovrebbero unirsi per combattere l’Isis”. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo egiziano, Badr Abdelatty, ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “Vogliamo che ci sia pace e stabilità in Siria. Questo periodo di transizione deve essere inclusivo e ci dovrebbe essere stato di diritto. Tra le priorità in Siria dovrebbe esserci la lotta al terrorismo dell’Isis e dello Ypg”, le forze curdo-siriane che controllano parti della Siria settentrionale, ha aggiunto il capo della Diplomazia di Ankara.
Jolani, ‘la Siria post-Assad sta andando verso la democrazia’

La Siria post-Assad sta andando verso la democrazia: lo ha detto l’autoproclamato presidente siriano Ahmad Sharaa (Jolani) in una intervista all’Economist apparsa nelle ultime ore. Alla domanda se la Siria da lui governata sta andando verso la democrazia, Sharaa ha risposto: “Se democrazia significa che le persone decidono da chi saranno governate e da chi saranno rappresentate in parlamento, allora sì, la Siria sta andando in questa direzione”:
Attacco a checkpoint in Cisgiordania, morti 2 soldati

Sono morti i due soldati israeliani rimasti feriti gravemente nell’attacco di questa mattina contro un posto di blocco vicino al villaggio di Tayasir, nel nord della Cisgiordania: lo ha reso noto l’esercito (Idf), come riporta il Times of Israel. Uno dei soldati era il sergente maggiore Ofer Yung, 39 anni, comandante di squadra dell’8211° battaglione di riserva della Brigata regionale Ephraim, di Tel Aviv. L’identità del secondo militare sarà resa nota più tardi oggi.
Unrwa: “A Jenin si va verso situazione catastrofica”
Sta andando verso “una direzione catastrofica” la situazione nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove le Idf e lo Shin Bet hanno lanciato l’operazione militare congiunta ‘Muro di ferro’. E’ l’allarme lanciato dall’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, dopo la distruzione di numerose strutture abitative nel campo. “Il campo sta andando verso una direzione catastrofica”, ha affermato la portavoce dell’Unrwa Juliette Touma incontrando i giornalisti a Ginevra. Ampie zone del campo profughi sono state “completamente distrutte in una serie di esplosioni provocate dalle forze israeliane”, ha aggiunto Touma.

Siria: per Jolani la presenza militare Usa è illegale

La presenza militare statunitense in Siria è “illegale”. Lo ha detto l’autoproclamato presidente siriano Jolani in una intervista all’Economist. E’ la prima volta da quando Jolani ha preso il potere a Damasco che il nuovo raìs si esprime circa l’occupazione militare americana nella Siria orientale e nord-orientale.
Siria: Jolani chiede a Israele di ritirarsi dal sud-ovest

Israele deve ritirarsi dal territorio siriano. Lo ha detto l’autoproclamato presidente siriano Jolani nella prima affermazione decisa riguardo all’occupazione militare israeliana nel sud-ovest della Siria da quando è cambiato il potere a Damasco l’8 dicembre scorso. Le sue dichiarazioni sono apparse oggi sull’Economist.
Lavrov, creare Stato palestinese chiave per soluzione problemi
La creazione di uno Stato palestinese è “la chiave di tutti i pericolosi problemi del Medioriente”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Lo riporta Ria Novosti. “Sono state adottate numerose risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e del Consiglio di sicurezza su questo argomento”, ha aggiunto. “La soluzione dei due Stati è sostenuta da tutti gli giocatori, tra cui l’amministrazione Biden mentre l’amministrazione Trump finora non ha ancora espresso chiaramente la sua posizione su questa questione”.

Leader coloni, dopo attacco in Cisgiordania stop a scarcerazioni
I leader delle organizzazioni dei coloni israeliani in Cisgiordania chiedono l’annessione degli insediamenti e la fine del rilascio dei prigionieri palestinesi dopo la sparatoria di questa mattina e sullo sfondo dell’accordo in corso per il rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas. Lo riporta il Times of Israel. “Il governo israeliano ha il dovere di sconfiggere in modo decisivo il terrorismo arabo e di annunciare l’applicazione della sovranità israeliana in Cisgiordania, che impedirà l’istituzione di uno stato terroristico nel cuore del paese”, afferma il Consiglio Yesha, organismo che rappresenta le autorità municipali degli insediamenti in Cisgiordania.
Libano, “Israele ha violato accordo, denuncia all’Onu”

Il Libano afferma di aver presentato denuncia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con l’accusa di violazione dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Israele. Nella dichiarazione del ministero degli Esteri libanese, ripresa da Haaretz, si afferma che il Libano invita il Consiglio di sicurezza e i paesi che sostengono il cessate il fuoco a “prendere una posizione chiara e determinata contro le ripetute violazioni dell’accordo da parte di Israele”.
Hamas: “Israele impedisce l’ingresso degli aiuti a Gaza”
Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha affermato che “Israele continua a ostacolre l’attuazione del percorso umanitario nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco”. Lo riporta Haaretz. Secondo lui, Israele insiste nell’impedire l’ingresso di aiuti umanitari essenziali come tende, gas e attrezzature pesanti che aiuterebbero a rimuovere le macerie. Ha aggiunto che Hamas chiede ai mediatori “di intervenire e occuparsi dei problemi con l’attuazione del protocollo umanitario nell’accordo di cessate il fuoco”.
Quindici palestinesi scarcerati da Israele arrivati in Turchia
Quindici detenuti palestinesi rilasciati in base all’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas sono arrivati in Turchia. Secondo l’agenzia Anadolu, sono stati completati i preparativi affinché i palestinesi possano “instaurare una vita pacifica e sicura” in Turchia.

Attacco a checkpoint Idf in Cisgiordania, 8 feriti
Un uomo armato palestinese questa mattina ha aperto il fuoco contro le truppe dell’Idf nei pressi del villaggio di Tayasir, nella Cisgiordania settentrionale. L’assalitore è riuscito a entrare in un complesso militare adiacente a un posto di blocco. Lo riporta il Times of Israel. All’interno del sito si è verificato uno scontro a fuoco, prima che l’uomo armato venisse ucciso. Nell’attacco sono rimasti feriti almeno otto persone, due delle quali versano in condizioni critiche.

Filorussi: “Drone ucraino su scuolabus, feriti 5 bambini e l’autista”
Un drone lanciato dalle forze ucraine ha colpito stamane uno scuolabus nella parte della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, ferendo cinque bambini e il conducente, secondo quanto riferito dalle locali autorità. Il governatore filorusso Yevgeny Balitsky, citato dalle agenzie di Mosca, ha detto che l’attacco è avvenuto nel distretto di Vasilyevka. I bambini hanno riportato ferite lievi da schegge, mentre l’autista è in condizioni critiche, ha aggiunto Balitsky.
New York Times: Gli Usa credono che Teheran cerchi un modo rapido per costruire l’arma nucleare
Secondo quanto riportato dal New York Times, nuove informazioni di intelligence americane indicano che un team segreto di scienziati iraniani sta studiando il modo di sviluppare rapidamente un’arma nucleare, qualora la leadership del Paese decidesse di realizzarne una. Il rapporto afferma che le informazioni indicano che l’Iran sta cercando una scorciatoia per arrivare alla bomba, che gli consentirebbe di convertire le sue scorte di uranio in un’arma nel giro di mesi anziché di anni, se necessario, sebbene non sia stata ancora presa la decisione di accelerare la costruzione della bomba. Il documento afferma che le informazioni sono state raccolte negli ultimi mesi dell’amministrazione Biden e condivise con il team di Donald Trump.

Netanyahu ha incontrato Witkoff e Waltz negli Usa
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha incontrato a Washington l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e il consigliere per la sicurezza nazionale americano Michael Waltz per discutere la fase successiva dell’accordo di rilascio degli ostaggi in corso con Hamas. Lo riporta il Times of Israel. Secondo l’ufficio di Netanyahu l’incontro è stato “positivo e amichevole”.

Israele manda delegazione a Doha per seconda fase dell’accordo
Israele annuncia l’invio di una delegazione a Doha alla fine della settimana per la ripresa dei colloqui indiretti con Hamas sulla seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. In una nota diffusa dall’ufficio del premier dopo l’incontro a Washington tra Benjamin Netanyahu e i consigliere di Donald Trump si legge che “Israele si sta preparando perché la delegazione di lavoro parta per Doha alla fine di questa settimana per discutere i dettagli tecnici legati all’attuazione continuata dell”accordo”.

Spari a un checkpoint in Cisgiordania, 7 feriti. Idf: “Attentatore ucciso”
Un uomo ha aperto il fuoco e ferito almeno sei persone al checkpoint di Tayasir in Cisgiordania. Le forze di sicurezza accorse sulla scena hanno colpito l’attentatore e lo hanno ucciso. Secondo quanto affermato dal servizio di emergenza, due persone versano in condizioni critiche, mentre altre cinque sono ferite in modo lieve o moderato.
Cominciato incontro Netanyahu-Witkoff
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha iniziato il suo incontro con l’inviato dell’amministrazione Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
L’incontro si tiene presso la Blair House a Washington, dove Netanyahu soggiorna questa settimana. Witkoff è accompagnato dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Mike Waltz. L’accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza sono in cima all’agenda.

Al Arabiya, Trump darebbe parti Cisgiordania a Israele
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che discuterà con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, l’annessione di parti della Cisgiordania a Israele. Lo scrive Al Arabiya. Trump ha annunciato che “non vi sono garanzie” che il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas rimarrà in vigore. Alla vigilia del suo incontro con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca: “Non ho alcuna garanzia che la pace reggerà”, davanti al suo inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff, seduto accanto a lui.

Usa: media, Netanyahu incontra Musk, focus su intelligenza artificiale

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato a Washington Elon Musk. Durante l’incontro, riferisce Ynet, i due hanno discusso di come rafforzare la cooperazione tra Israele e gli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale. All’incontro ha partecipato anche David Sacks, che supervisiona le aree della criptovaluta e dell’intelligenza artificiale nell’amministrazione. E’ il terzo incontro di Netanyahu con Musk, che ha ospitato il premier israeliano presso lo stabilimento Tesla in California circa un anno e mezzo fa e ha visitato Israele dopo il 7 ottobre.

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