Torna d'attualità una tragedia familiare, un marito che uccide la moglie. A raccontare questa drammatica vicenda in un libro scritto con Francesca Barra è Pasquale Guadagno, una cosiddetta "vittima collaterale", che nel 2010 era un bimbo di soli 13 anni e ricorda tutto di quel giorno nella sua casa di Udine. Il libro, in uscita con Rizzoli si intitola "Figli di nessuno". Ora il killer è tornato in libertà, Salvatore Guadagno, condannato a 18 anni, dopo 13 e mezzo è uscito dal carcere, un anno fa, nella stessa città – riporta Il Corriere della Sera – dove sua moglie chiuse gli occhi per sempre e dove vivono i suoi figli. Pasquale, oggi 28enne, non prova "né odio né rabbia" per il padre.

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"Se entrasse da quella porta? Credo che una parte di me ci speri, e quando lo dico la gente non riesce a capirlo. In realtà vorrei veder entrare non lui ma il padre che non ho mai avuto, e quello lo perdonerei. Né io né mia sorella vediamo più nessuno della sua famiglia o della famiglia di mia madre. Siamo stati e siamo soli, abbiamo attraversato tempeste inimmaginabili". Carmela Cerillo è la donna che il padre di Pasquale, Salvatore, ha umiliato, offeso, picchiato per anni prima di ucciderla, il 25 aprile 2010. Possesso, controllo, gelosia, violenza. Fino a quella domenica con le mani strette al collo e un pensiero: piuttosto morta, ma non libera.
"Dicevano – prosegue Pasquale a Il Corriere – che mamma era sbagliata, che era una poco di buono, che era stata colpa sua… Quando sei piccolo quelle parole ti restano in testa, non sai più che cosa è giusto e cosa no. Poi, diventando grande, ho capito. Mia madre non aveva colpe, è lui che ha scelto la violenza. Ora lui vive a un paio di chilometri da qui, ma non si è mai presentato. L’ultima volta l’ho visto che era in carcere, e comunque ho avuto più rapporto con lui da quando è entrato in carcere che prima".
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Di NewsBot