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Fratelli di chat, un libro del cronista de Il Fatto Giacomo Salvini, riporta i messaggi di Fratelli d’Italia: in conversazioni WhatsApp del 2018 e del 2020 – quando i due partiti non erano alleati – l’attuale ministro dei Trasporti veniva insultato da Fazzolari, attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
No, non si erano tanto amati. Anzi: si sono sfidati, scontrati, se ne sono dette di tutti i colori. Politicamente, in pubblico. Ma anche in privato. Sicuramente lo ha fatto Giorgia Meloni, e i vertici di Fratelli d’Italia, dal 2018 fino alla formazione del governo, sporadicamente anche dopo. E nel mirino, come principale avversario, c’era Matteo Salvini. È quanto emerge dal libro «Fratelli di chat» del giornalista de Il Fatto quotidiano Giacomo Salvini: una ricchissima raccolta di messaggi su una chat di Whatsapp interna al partito, dove la stessa Meloni interveniva con frequenza. Per dare la linea, confrontarsi, rimproverare.
Depurate dei commenti troppo osé e di fatti personali, la chat ricostruisce dall’interno quella che è stata la scalata di FdI al centrodestra in anni delicatissimi. E la sfida a Salvini, durante il governo con Conte, poi con Draghi, che fu oggetto di commenti durissimi: «Un bimbominkia», «cialtrone», «ridicolo», «incapace» e ancora uno «che fa accordi sottobanco con Renzi per il cognato Denis Verdini», che «si rende ridicolo senza bisogno del nostro aiuto», chiosa Ignazio La Russa. È però del sottosegretario e braccio destro di Meloni Fazzolari, la battuta più feroce: «Ministro Bimbominkia colpisce ancora», appunto.
Va subito precisato che le chat sono appunto quelle della precedente legislatura, quando FdI e Lega si sono trovate in disaccordo quasi su tutto, e il centrodestra sembrava a un passo dal collasso. Lo precisano da FdI, sicuri che «non può esserci una sola parola contro Salvini o gli altri alleati da quando siamo tornati ad unirci e a governare». E in effetti è così: dalla nascita del governo, Meloni ha di fatto abbandonato le chat (contro Salvini solo una recente battuta sulle ferrovie: «Ah sì il blocco della linea. Ma sono molto soddisfatta invece. Pensavo saremmo tornati al dorso di mulo e invece ci sono ancora i treni dopo due anni…»). La chat è comunque stata chiusa nell’ottobre del 2024 per fughe di notizie. La premier minacciò di dimettersi e partì la caccia alla «talpa infame», termine usato spesso contro la stampa «nemica», ma anche presunti complotti giudiziari evocati dal ministro Guido Crosetto.
Ci sono poi attacchi a Mario Draghi, a Silvio Berlusconi che era considerato ormai finito, sull’elezione di Sergio Mattarella, anche scontri interni. Che i rapporti fossero tesissimi nella scorsa legislatura non era un segreto. Ma il linguaggio diretto non può non colpire, anche perché Salvini veniva attaccato su tutto: la gestione del suo ministero dell’Interno, i rapporti con la Russia: «Secondo me il messaggio che va fatto passare, che è la verità, è che la Lega è un partito che non mantiene la parola data. Hai voglia a fare il partito di destra se non hai onore», scriveva la premier. Avvertendo comunque che bisognava andarci piano, con i rapporti con la Russia: «La questione per la Lega è molto molto spinosa e potrebbe essere esiziale. Menare adesso significa dire stop a ipotesi di alleanza».
Il caso colpisce la Lega: «Noi non buttiamo benzina, però… Diciamo che ci sono molti dossier su cui ricaviamo sensazioni negative», dicono dai vertici. Insomma, Salvini darà battaglia. Dal centrodestra sono scandalizzati: «È illegale pubblicare chat, lo dice anche la Cassazione», protesta il co-presidente dei Conservatori europei Nicola Procaccini. E per FI parla Alberto Barachini: «La pubblicazione deve porre interrogativi etici».
Governo «dell’ipocrisia», attacca per Avs (Alleanza verdi sinistra) Nicola Fratoianni. E Matteo Renzi, leader di Italia Viva: «L’Italia oggi, un Paese governato dai bimbominkia e da persone senza onore per loro stessa ammissione. Chi si dimette oggi? Salvini o Fazzolari? O, meglio, tutti e due?».
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6 febbraio 2025 ( modifica il 6 febbraio 2025 | 22:10)
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