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“Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer, sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”, ha scritto su Truth Donald Trump. Ma “la Palestina, con la sua terra, la sua storia, i suoi luoghi sacri, non è in vendita, non è un progetto d’investimento”, ha annunciato il portavoce dell’Autorità palestinese, Nabil Abu Rudeineh.
La guerra in Medio Oriente, gli approfondimenti
Dossier – Sentieri di guerra
Trump sanzionerà la Cpi per indagini su Usa e Israele
Schlein, governo si opponga a disegno Trump per Gaza
Più di 10 mila camion di aiuti umanitari entrati a Gaza
L’Idf: un soldato è morto nel nord della Striscia
Katz: “Idf prepara piano per partenze volontarie da Gaza”
Iran:piano Usa su Gaza “categoricamente respinto e condannato”
Media: “La fine della guerra per Netanyahu ci sarà solo con i leader di Hamas in esilio”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato, nel corso dei suoi incontri a Washington, un piano per porre fine alla guerra a Gaza se Hamas rinuncia al potere e i suoi leader vanno in esilio fuori dalla Striscia. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Netanyahu ha spiegato di non vedere un post-guerra per Gaza fino a quando Hamas resta al controllo. Se Hamas lasciasse il potere e i suoi leader andassero in esilio, ha messo in evidenza Netanyahu, allora si potrebbe aprire il post-guerra, che potrebbe includere la presa di controllo di Gaza da parte degli Stati Uniti come proposto da Trump
Media: “Rubio in Medio Oriente alla metà di febbraio”
Il segretario di stato americano Marco Rubio dovrebbe andare per la prima volta in Medio oriente dopo la conferenza della sicurezza di Monaco, che inizia il 14 febbraio in Germania. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Rubio visiterà Israele, gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Nei giorni scorsi i ministri degli esteri di cinque paesi arabi e un funzionario palestinese hanno inviato una lettera a Rubio dicendosi preoccupati dal piano di Donald Trump per lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia, chiedendo invece che siano coinvolti nel processo di ricostruzione
Rubio: “I Paesi che criticano Trump su Gaza facciano loro proposte”
I paesi che criticano la proposta di Donald Trump su Gaza dovrebbero presentare delle loro idee. Lo afferma il segretario di stato Marco Rubio. “Li incoraggiamo a mettersi in gioco e fornire una soluzione e una risposta a questo problema”, ha messo in evidenza Rubio
Spagna, Podemos: “Portare Trump davanti a giustizia per il piano Gaza”
“Bisogna portare davanti alla giustizia internazionale non solo Netanyahu ma anche l’amministrazione nordamericana, in particolare il presidente Trump, che è collaboratore necessario del genocidio” dei palestinesi. E’ quanto ha sostenuto Ione Belarra, segretaria generale di Podemos, il partito della sinistra radicale spagnola, in un videomessaggio postato sulle reti sociali dopo il piano annunciato da Trump per lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Belarra ha criticato la riunione avuta ieri da Trump con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, denunciando che l’obiettivo era “ottenere l’appoggio esplicito degli Stati Uniti ai piani di sterminio” della popolazione palestinese. “Questo è un crimine contro l’umanità ed è collaborazione esplicita al genocidio”, ha insistito la deputata di Podemos. Per poi chiedere “quando il governo spagnolo romperà una volta per tutte i legami con i genocidi” e con lo Stato di Israele, per il quale ha di nuovo invocato un embargo totale delle armi
Casa Bianca: “Il piano per Gaza non sarà finanziato dai contribuenti americani”
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha assicurato che il piano di Donald Trump per Gaza non comporterà “stivali sul terreno” – in riferimento a un possibile intervento dell’esercito Usa – e che “non sarà finanziato dai contribuenti americani”. Leavitt ha dichiarato a Fox News che Trump sta “cercando di trovare un accordo per garantire che Gaza possa effettivamente essere un luogo abitabile per gli esseri umani che vogliono vivere in pace con un reale sviluppo economico”, e ha aggiunto che “i partner nella regione hanno iniziato a discuterne” con l’amministrazione
Trump sanzionerà la Cpi per indagini su Usa e Israele
Donald Trump firmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale, accusando l’organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da Nbc News.
L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della Cpi – e i loro familiari – che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleati.
Egitto, verso Gaza 181 camion di aiuti
Oggi “181 camion di aiuti” umanitari destinati a Gaza sono entrati nei valichi di Al-Awja (Nitzana) e Kerem Shalom, controllati dagli israeliani, tra cui otto autocisterne con carburante”. Dalla Striscia sono invece arrivati in Egitto “22 feriti e malati” assieme a “16 accompagnatori”. Lo riferisce in un messaggio diffuso al Cairo dall’Ufficio stampa del governo egiziano.
Sàar loda Trump, Usa buon candidato per sistemare Gaza
“Penso che gli Usa siano un buon candidato per risistemare la Striscia di Gaza dopo la guerra, e penso che ciò dimostri solo l’impegno per un futuro migliore in questa regione. E lodo Trump per la sua volontà di impegnarsi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar in conferenza stampa con l’omologo Antonio Tajani ad Ashdod.
Sàar, “Unrwa parte del problema, bene Food for Gaza”
“Israele è impegnato per gli aiuti umanitari a Gaza nell’ambito del diritto internazionale. Ma l’Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema”. Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar in conferenza stampa ad Ashdod con Antonio Tajani. “Aiuti umanitari non equivalgono all’Unrwa. Chi vuole sostenere gli sforzi umanitari a Gaza dovrebbero investire risorse in organizzazioni alternative. Quindi ti ringrazio, ministro Tajani, per la leadership mostrata da te e dalla premier Meloni col progetto Food for Gaza”, ha aggiunto.
Sàar a Tajani, ascoltare nuove idee su Gaza
“Israele e Italia sono stretti alleati degli Stati Uniti e i nostri governi sono vicini al presidente Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi. Gaza è un esperimento fallito” e “ha certamente fallito sotto il regime di Hamas. Gaza nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar in conferenza con l’omologo Antonio Tajani. “Dobbiamo adottare un nuovo approccio. Abbiamo l’opportunità oggi di provare a costruire un futuro migliore per noi stessi e per l’intero Medio Oriente”, ha aggiunto.
Mosca contro Trump su piano Gaza, aumenta solo tensioni
La Russia ha criticato le parole del presidente Usa, Donald Trump, sull’idea di porre sotto il controllo americano la Striscia di Gaza trasferendo gli abitanti palestinesi in altre nazioni arabe. “Riteniamo che qualsiasi discussione, dichiarazione di natura così populista, frivola o scandalosa su qualsivoglia misura palliativa nella fase attuale sia controproducente e non contribuisca a risolvere il problema, ma aggiunga semplicemente tensione alla regione e a tutti i problemi già estremamente gravi”, ha dichiarato in un briefing la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. La portavoce ha poi sottolineato che ora la priorità è garantire l’attuazione dell’accordo tra Israele e Hamas sulla cessazione delle ostilità.
Hamas, urgente vertice arabo contro piano Trump su Gaza
Hamas ha chiesto un urgente “vertice arabo” in risposta alla proposta del presidente Donald Trump di quello che il movimento palestinese definisce una vera e proprio “piano di occupazione” della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti e di spostamento della sua popolazione.
“Chiediamo un vertice arabo urgente per affrontare il piano di sfollare” i palestinesi da Gaza, ha affermato il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, esortando “i Paesi arabi a resistere alle pressioni di Trump e a restare fermi”, invitando nel contempo “le organizzazioni internazionali ad adottare misure forti” contro il piano di Washington.
Hamas, fazioni palestinesi si uniscano contro piano Trump
Hamas ha invitato tutte le fazioni palestinesi a unirsi contro la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di sfollare i palestinesi da Gaza. Lo riportano i media internazionali. Hamas ha aggiunto che “respinge categoricamente” le dichiarazioni di Trump e che i palestinesi non lasceranno Gaza.
Israele: condannato soldato a 7 mesi per violenze su detenuti palestinesi
Un tribunale militare israeliano ha condannato un soldato di riserva a sette mesi di carcere per aver picchiato detenuti palestinesi in una prigione dove, secondo i gruppi per i diritti, gli abusi sono dilaganti. L’esercito ha reso noto che il soldato, che prestava servizio come guardia presso la struttura di Sde Teiman, è stato condannato per aver picchiato i detenuti con pugni e armi in diverse occasioni mentre questi erano ammanettati e bendati. Il rapporto afferma che questi atti “sono stati commessi in presenza di altri soldati, alcuni dei quali gli hanno chiesto di fermarsi, e sono stati persino registrati sul cellulare dell’imputato”. La struttura è il luogo in cui Israele ha tenuto prigionieri palestinesi per tutta la durata della guerra a Gaza. Israele è stato a lungo accusato di non ritenere i suoi soldati responsabili dei crimini commessi contro i palestinesi e le accuse si sono intensificate durante la guerra a Gaza. Tel Aviv ha sempre assicurato che le sue forze agiscono in conformità alle leggi militari e internazionali.
Hamas, impedendo aiuti umanitari Israele viola accordo
Un portavoce di Hamas accusa Israele di violare l’accordo di cessate il fuoco impedendo l’ingresso di aiuti umanitari e materiali per rifugi nella Striscia di Gaza, lo riferisce il Times of Israel. Chiede ai mediatori internazionali dell’accordo di fare pressione su Israele affinchè applichi il suo protocollo umanitario, che prevede che almeno 600 camion di aiuti entrino nell’enclave ogni giorno. Questa mattina l’Onu ha dichiarato che oltre 10.000 camion pieni di aiuti umanitari sono entrati a Gaza dall’inizio del cessate il fuoco, il 19 gennaio, ovvero oltre 550 al giorno, un aumento rispetto a prima della tregua. Il portavoce di Hamas cita le dure condizioni invernali a Gaza, dopo una notte di forti piogge e venti che hanno allagato le tende di fortuna che ospitavano le famiglie sfollate. “Stiamo seguendo i mediatori per trovare il modo di costringere Israele a implementare tutte le clausole dell’accordo di cessate il fuoco”, ha affermato il portavoce.
Tajani, noi per i due Stati, ogni altra proposta sbagliata
In Medio Oriente come Italia “dobbiamo essere presenti, dobbiamo svolgere un ruolo attivo per la pace e per far sì che la tregua possa andare avanti, con l’obiettivo finale di poter unificare la Palestina. La posizione italiana è chiara, due popoli e due Stati, il neonato Stato palestinese dovrà riconoscere Israele e dovrà essere riconosciuto da Israele. Ogni altra mossa sarebbe velleitaria, sbagliata e direi controproducente”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dal porto di Ashdod per la consegna degli aiuti di Food for Gaza.
Netanyahu, piano Trump per Gaza è piano del post-Hamas
La proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire la popolazione di Gaza e assumere il controllo della Striscia viene valutata da Israele come un piano “del giorno dopo” per il territorio devastato dalla guerra, afferma il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In un filmato di anteprima di un’intervista che andrà in onda stasera sull’emittente filo-Netanyahu Channel 14, Netanyahu ha detto: “Questo è il modo in cui va il mondo. Volevate un dopo guerra? Eccolo qui con una nuova idea, totalmente diversa, il giorno dopo Hamas, ovviamente, perché non si può parlare di nient’altro”. Netanyahu non ha ancora programmato un briefing con la stampa israeliana in viaggio per questa settimana a Washington, ma si è seduto con la rete a lui favorevole, che è l’unica testata giornalistica israeliana con cui ha accettato di essere intervistato dal 2021.
Anp, territori palestinesi non sono in vendita
I territori palestinesi “non sono in vendita” e “non sono un progetto di investimento”. Lo ha ribadito un portavoce della presidenza dell’ANP replicando alle parole del presidente Usa, Donald Trump su Gaza. Parlando a nome dell’ufficio del presidente palestinese, il portavoce Nabil Abu Rudeineh ha detto che “la Palestina, con la sua terra, la sua storia e i suoi luoghi sacri, non è in vendita e non è un progetto di investimento. I diritti del popolo palestinese non sono negoziabili e non sono una merce di scambio”. Il popolo palestinese “non rinuncerà a un centimetro della propria terra, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la capitale dello Stato di Palestina”, ha continuato il portavoce. “Il popolo palestinese e la sua leadership non permetteranno il ripetersi delle catastrofi del 1948 e del 1967 e ostacoleranno qualsiasi piano volto a liquidare la loro giusta causa attraverso progetti di investimento”, ha concluso.
Schlein, governo si opponga a disegno Trump per Gaza
“Gaza appartiene al popolo Palestinese, che ha diritto al pieno riconoscimento del proprio Stato. La proposta di Trump di trasformare Gaza in una sorta di resort per ricchi occidentali è un insulto al diritto internazionale da respingere con ogni forza, soprattutto dopo il massacro compiuto verso quel popolo: parliamo di persone, di famiglie, di storie, non di sacchi che possono essere spostati a piacimento degli uomini più ricchi e potenti del pianeta, con una deportazione che calpesta i più basilari diritti umani”. Così, in una nota, la segretaria del Pd Elly Schlein. “Dal governo italiano arrivi una posizione chiara contro il disegno di Trump e proceda al riconoscimento dello Stato di Palestina, il nostro Paese non si può rendere complice di questa ennesima barbarie”, conclude Schlein.
Sàar, Israele segue Usa, via da Consiglio diritti umani Onu
Israele segue l’esempio degli Stati Uniti e si ritira dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Lo annuncia il ministro degli Esteri Gideon Sàar su X. “La decisione è stata presa alla luce del continuo e implacabile pregiudizio istituzionale contro Israele nel Consiglio per i diritti umani, che è stato persistente sin dalla sua istituzione nel 2006”, afferma in una lettera al presidente dell’UNHRC Jorg Lauber pubblicata sui social. “Il consiglio per i ‘diritti umani’ ha costantemente permesso ai paesi che abusano dei diritti umani di eluderne il controllo, mentre perseguita ossessivamente Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente. Unendosi alla giusta decisione del presidente Trump, Israele non tollererà più il palese antisemitismo del Consiglio. Basta!”, scrive Sàar.
Dimesso l’ex ostaggio 80enne Moses: “Ricostruirò il kibbutz di Nir Oz”
E’ stato dimesso dall’ospedale di Ichilov l’ex ostaggio della Jihad Islamica palestinese Gadi Moses, 80 anni, rilasciato a Khan Yunis insieme all’israelo tedesca Arbel Yehoud dopo 482 giorni di prigionia. “Spero di contribuire presto alla ricostruzione del kibbutz di Nir Oz”, ha dichiarato, ribadendo quanto aveva già detto ai suoi rapitori. Moses era stato rapito dalla sua casa a Nir Oz il 7 ottobre del 2023, mentre la sua compagna Efrat Katz era stata uccisa durante l’assalto. “Spero di poter tornare presto a lavorare nei campi”, ha aggiunto l’agronomo. “Ringrazio la mia famiglia, i soldati e le forze di sicurezza delle Idf, tutti coloro che hanno contribuito al mio rilascio, l’ospedale Ichilov, che mi ha curato con dedizione la scorsa settimana, e l’intero popolo di Israele. Il percorso verso la riabilitazione e la rinascita di tutti noi richiede il ritorno di tutti gli ostaggi, fino all’ultimo”, è stata la sua prima dichiarazione pubblica oggi.
Trump: “Gaza consegnata agli Usa da Israele dopo la guerra. I palestinesi verrebbero reinsediati in comunità più sicure”
“Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”. Lo scrive su Truth Donald Trump. “Gli Usa – spiega il presidente degli Stati Uniti – lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Gli Usa non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe!”.
L’Unione europea: “Gaza parte integrante del futuro Stato di Palestina”
“Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump. L’Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l’unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa. “Gaza – spiega – è parte integrante di un futuro Stato palestinese, è una parte essenziale della futura politica” di tale Stato e “non ci dovrebbero essere ulteriori spostamenti forzati di palestinesi”.
Il governo pachistano sul piano di Trump per Gaza: “La proposta di spostare i palestinesi è preoccupante e ingiusta”
Il governo pachistano ha commentato duramente il piano di Trump per Gaza: “La proposta di spostare i palestinesi – spiegano fonti di Islamabad – è preoccupante e ingiusta. La terra dei palestinesi appartiene al popolo palestinese”
Cina: “Gaza è dei palestinesi, no a legge della giungla”
Pechino torna a ribadire il proprio ‘no’ al piano di trasferimento forzato di palestinesi da Gaza proposto da Donald Trump e all’idea che gli Stati Uniti possano prendere il controllo del territorio. “Gaza è dei palestinesi, non una merce di scambio politica, nemmeno oggetto di qualcosa che si può decidere in base alla legge della giungla”, ha detto il portavoce del ministero Guo Jiakun durante una conferenza stampa. La Cina sostiene fermamente i “legittimi diritti nazionali” del popolo palestinese, ha aggiunto.
Katz: “Irlanda, Norvegia e Spagna obbligate ad accogliere palestinesi di Gaza”
Paesi come Irlanda, Norvegia e Spagna sono “obbligati per legge” ad accogliere gli abitanti della Striscia di Gaza. Parola del ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, che ha ordinato ai militari di mettere a punto un piano “affinché tutti gli abitanti” dell’enclave “che desiderano emigrare possano farlo con la sicurezza che il luogo di destinazione li accoglierà”. E, dopo le parole di Donald Trump sul futuro di Gaza, Katz ha citato Paesi come Spagna, Irlanda, Norvegia e Canada a cui vengono addebitate “accuse false” su Israele e sulla “sua guerra contro Hamas a Gaza” e che – secondo Katz – sono “obbligati per legge a consentire l’ingresso degli abitanti di Gaza nel loro territorio”. “Se si rifiuteranno di accettare i palestinesi, verrà smascherata la loro ipocrisia”, ha aggiunto in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio. Irlanda, Norvegia e Spagna hanno formalizzato lo scorso anno il riconoscimento dello Stato di Palestina. Sul Canada, Katz ha affermato che in passato ha espresso “il desiderio di assorbire gli abitanti di Gaza”. Per Katz, che ha giudicato “coraggiosa” l’idea di Trump, gli abitanti di Gaza sono “ostaggi” di Hamas. “Prima venivano usati come scudi umani – ha affermato – Hamas ha costruito un’infrastruttura per perpetrare il terrorismo e l’ha collocata nel cuore dei centri urbani. Ora estorce denaro agli abitanti di Gaza e impedisce loro di andar via dalla Striscia”.
Più di 10 mila camion di aiuti umanitari entrati a Gaza
“Più di 10.000 camion” di aiuti umanitari sono entrati a Gaza dall’inizio del cessate il fuoco.
L’Idf: un soldato è morto nel nord della Striscia
L’esercito israeliano (Idf) ha reso noto questa mattina che un suo soldato è morto in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Si tratta del sergente di prima classe Nadav Cohen, 21 anni, di Beit Hanan. Il giovane apparteneva al 51/mo battaglione, Brigata Golani, si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram. L’Idf non ha indicato la data del decesso.
Hegseth: “Usa pronti a considerare ogni opzione per Gaza”
Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha rinnovato al primo ministro Benjamin Netanyahu il sostegno totale degli Stati Uniti a Israele ed evocato soluzioni innovative per Gaza. A riferire i contenuti del colloquio di ieri sera a Washington tra il capo del Pentagono e il premier israeliano è il Jerusalem Post.
Katz: “Idf prepara piano per partenze volontarie da Gaza”
Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha ordinato alle Forze di difesa (Idf) di preparare un piano per consentire agli abitanti di Gaza di lasciare volontariamente la Striscia, dopo il piano presentato dal presidente americano Donald Trump. Lo ha reso noto l’ufficio dello stesso ministro Katz, a quanto riferito dal Times of Israel.
Iran:piano Usa su Gaza “categoricamente respinto e condannato”
Anche Teheran respinge senza mezzi termini il piano statunitense per “sfollare con la forza” i palestinesi da Gaza. Il ministero degli Esteri iraniano ha peraltro definito “scioccante” l’idea del presidente Usa Donald Trump per impadronirsi di Gaza. “Il piano di sgombero di Gaza e di trasferimento forzato del popolo palestinese nei paesi vicini è considerato una continuazione del piano mirato del regime sionista (Israele) di annientare completamente la nazione palestinese, ed è categoricamente respinto e condannato”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baqaei.
Netanyahu a Fox News, piano Trump per Gaza “notevole”
Un’idea “notevole”, la “prima buona idea” per risolvere il problema di Gaza finora sentita. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netnayahu, in visita negli Usa, in un’intervista rilasciata in eslcusiva al conduttore di Fox News, Sean Hannity e riportata anche dal quotidiano The Times of Israel. All’indomani della proposta shock del presidente Donald Trump (poi ridimensionata dallo stesso segretario di Stato Usa, Marco Rubio) per trasferire tutti i palestinesi fuori dalla Striscia di Gaza e farne una Riviera, Netanyahu ha espresso apprezzamenti definendo l’idea “notevole”. “Questa è la prima buona idea che ho sentito”, dice ai microfoni dell’emittente, “e penso che dovrebbe essere esaminata, perseguita e realizzata perché credo che creerà un futuro diverso per tutti”. Secondo The Times of Israel, in prima battuta, il premier israeliano “è sembrato colto di sorpresa dal piano di Trump” e, durante la conferenza stampa congiunta, “ha offerto una risposta piuttosto non impegnativa all’idea”.
Nyt, ‘Trump ha sorpreso tutti su Gaza, dall’entourage a Bibì
Quando Donald Trump ha annunciato il suo piano shock per prendere possesso di Gaza, ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Lo scrive il New York Times rivelando il retroscena della vicenda. Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea, secondo quattro persone a conoscenza delle discussioni. L’uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, cui avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l’idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta, secondo due fonti.
‘Araboamericani per Trump’ cambiano nome per piano shock su Gaza
Un gruppo che ha avuto un ruolo chiave nell’aiutare Donald Trump a fare breccia tra gli elettori della comunità arabo-americana nelle presidenziali sta cambiando nome dopo che il presidente ha detto che gli Stati Uniti “prenderanno il controllo” della Striscia di Gaza trasformandola nella “Riviera del Medio Oriente”. Bishara Bahbah, presidente di ‘Arab Americans for Trump’, ha annunciato che il gruppo ora si chiamerà ‘Arab Americans for Peace’. “Ovviamente siamo completamente contrari all’idea del trasferimento dei palestinesi da qualsiasi parte della Palestina storica”, ha detto Bahbah, riferendosi al piano del tycoon. “E quindi non volevamo essere indietro nella spinta per la pace, perché questo è stato il nostro obiettivo fin dall’inizio”, ha aggiunto.
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