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Trump insiste: ‘Gaza potrebbe essere consegnata ali Usa da Israele’
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WASHINGTON, 06 febbraio 2025, 13:27
Redazione ANSA
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NETANYAHU: 'IL PIANO DI TRUMP PER GAZA UN 'IDEA STRAORDINARIA ' © ANSA/AFP
    il presidente americano Donald Trump è tornato a parlare del suo piano per il futuro della Striscia di Gaza.
     “Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer, sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi”, ha scritto su Truth.
     “Gli Usa, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Gli Usa non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe!”. 
     Da parte sua, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promosso l’idea del presidente Trump di trasferire la popolazione di Gaza in altri paesi. “È un’idea straordinaria e penso che dovrebbe essere davvero perseguita, esaminata e realizzata”, ha detto in una intervista a Fox News.
      “L’idea stessa di consentire ai cittadini di Gaza che vogliono andarsene di andarsene… cosa c’è di sbagliato in questo?”, ha osservato il premier israeliano.
    “Possono andarsene – ha sostenuto – possono trasferirsi e tornare. Bisogna ricostruire Gaza, e se si vuole ricostruire Gaza non si può… questa è la prima buona idea che ho sentito”.
    E il suo ministro della Difesa, Israel Katz, ha ordinato all’Idf di preparare un piano per consentire la “partenza volontaria della popolazione di Gaza”, in seguito alle dichiarazioni di Trump sullo sfollamento forzato dei palestinesi dalla Striscia. Lo riportano i media israeliani.
    “Alla popolazione di Gaza deve essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare”, ha affermato Katz.
     Nel frattempo verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una “Gaza smilitarizzata”, nell’era successiva ad Hamas, “un progetto che richiederà molti anni per essere completato”. 
     “Abbiamo preso nota dei commenti del presidente Trump. L’Unione Europea rimane pienamente impegnata nella soluzione dei due stati, che riteniamo sia l’unica via per una pace a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi”.
     “Gaza è parte integrante di un futuro Stato palestinese, è una parte essenziale della futura politica” di tale Stato e “non ci dovrebbero essere ulteriori spostamenti forzati di palestinesi”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni, nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa. 
      Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, evocando il rischio rappresentato dalle recenti dichiarazioni di Donald Trump su Gaza, è tornato a condannare la colonizzazione di Israele in Cisgiordania.
     ”La Francia condanna e continuerà a condannare” la colonizzazione israeliana dei Territori palestinesi, ha sottolineato Barrot, in occasione della tradizionale cerimonia di auguri di inizio anno alla stampa francese e internazionale riunita al Quai d’Orsay. Barrot ha sottolineato che in gioco c’è il rispetto del diritto internazionale e la stessa sicurezza di Israele.
     “Pensare che si possa senza conseguenze privare i popoli della terra in cui sono radicati, ridisegnare le frontiere, imporre l’ordine e la stabilità con la forza è una colpevole illusione”, ha avvertito il capo della diplomazia d’Oltralpe, aggiungendo: “Non c’è pace senza giustizia. E siccome nessuno è durevolmente il più forte, ognuno, a un certo momento, ha bisogno di piazzarsi sotto alla protezione del diritto”. 
     Il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, ha replicato oggi al comunicato del ministro di Difesa israeliano, Israel Katz, che ha ordinato all’Idf di preparare un piano per “la partenza volontaria della popolazione da Gaza” proponendo sia accolta da altri Paesi, fra i quali la Spagna.
     “In primo luogo” esprimiamo “un rifiuto categorico, e nessuno dovrebbe entrare nel dibattito su dove dovrebbero andare i palestinesi e in particolare i gazawi, perché il dibattito è stato chiuso da loro stessi”, ha detto Albares in dichiarazioni alla radio nazionale iberica Rne.
      “La terra dei palestinesi gazawi è Gaza, che deve essere parte del futuro Stato palestinese, come chiede la Spagna e la maggior parte dei Paesi del mondo, i circa 150 che hanno riconosciuto la Palestina”, ha aggiunto.
     “E’ questo il futuro dei palestinesi e della loro terra”, ha anche detto il capo della diplomazia spagnola, che ha ribadito “il rifiuto di questa posizione di colonizzazione” di Israele. Albares ha ricordato che la solidarietà spagnola con il popolo palestinese ha portato all’accoglienza puntuale di palestinesi in Spagna, come bambini ammalati, mutilati di guerra o rifugiati, ma ha insistito sul fatto che “il luogo dei palestinesi è la Palestina e dei gazawi è Gaza”. E ha sottolineato, infine, che “la Spagna assume decisioni in maniera sovrana, nessun paese terzo le deve dire cosa fare”. 
     Quando Donald Trump ha annunciato il suo piano shock per prendere possesso di Gaza, ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Lo scrive il New York Times, rivelando il retroscena della vicenda.
    Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea, secondo quattro persone a conoscenza delle discussioni. L’uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, cui avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l’idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta, secondo due fonti
      All’interno dell’amministrazione, inoltre, non c’erano stati incontri con il dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente accadrebbe per qualsiasi seria proposta di politica estera, per non parlare di una di tale portata. Non c’erano stati gruppi di lavoro. Il dipartimento della difesa non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. “C’era poco più di un’idea nella testa del presidente”, scrive il quotidiano.
    A differenza dei principali annunci di politica estera con i presidenti passati, incluso Trump, l’idea degli Stati Uniti che controllano Gaza non era mai stata parte di una discussione pubblica prima di martedì. Ma in privato, il presidente aveva parlato della proprietà Usa dell’enclave palestinese per settimane. E il suo pensiero aveva accelerato, secondo due funzionari dell’amministrazione, dopo che il suo inviato in Medio Oriente, Steve Witkoff, era tornato da Gaza la scorsa settimana e aveva descritto le orribili condizioni della Striscia. Ma nessuno, né alla Casa Bianca, né gli israeliani, si aspettava che Trump lanciasse l’idea martedì fino a poco prima che lo facesse. 
   
       La Striscia di Gaza “non è una pedina di scambio negli accordi politici e nemmeno il bersaglio della legge della giungla”. E’ quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, ribadendo la posizione di Pechino sulla vicenda dopo le crescenti opposizioni alla proposta del presidente americano Donald Trump di mettere la Striscia sotto il controllo Usa.
     “La comunità internazionale, in particolare le grandi potenze, dovrebbe unirsi per poter offrire un aiuto tempestivo nell’assistenza umanitaria e nella sua ricostruzione, piuttosto che esacerbare la situazione”, ha aggiunto Guo nel briefing quotidiano. “Gaza appartiene ai palestinesi e la Cina sostiene con fermezza i legittimi diritti nazionali del suo popolo” e contrasta “con forza gli attacchi alla popolazione di Gaza”, ha concluso il portavoce. 
     Il ministero degli Esteri iraniano respinge quello che definisce un piano “scioccante” predisposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per prendere il controllo di Gaza e “sfollare con la forza” i palestinesi dal territorio costiero. “Il piano per sgomberare Gaza e spostare con la forza il popolo palestinese nei paesi vicini – afferma il portavoce del ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei – è considerato una continuazione del piano mirato del regime di Israele di annientare completamente la nazione palestinese, ed è categoricamente respinto e condannato”. 
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