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Le notizie di giovedì 6 febbraio sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta.Abu Mazen: «Gaza è parte integrante dello Stato palestinese»
I media libanesi riferiscono che aerei da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi nell’area di Nabatieh e nella valle della Beqaa, due aree a nord del fiume Litani, dove si trova il gruppo islamista Hezbollah secondo quanto stabilito dall’accordo di cessate il fuoco. L’esercito israeliano (Idf) ha confermato di aver effettuato attacchi e di aver mirato a «obiettivi di Hezbollah» in Libano, affermando che i caccia hanno colpito un paio di siti in cui il gruppo sostenuto dall’Iran stava immagazzinando armi in violazione del cessate il fuoco raggiunto a novembre. In una nota, l’Idf promette che «impedira’ qualsiasi tentativo da parte dell’organizzazione terroristica Hezbollah di riarmarsi, in conformita’ con le intese dell’accordo di cessate il fuoco».
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, impegnato in un servizio fotografico con i senatori statunitensi al Campidoglio, è stato raggiunto da un giornalista che gli ha chiesto: «Signor Netanyahu, pensa che siano necessarie truppe statunitensi a Gaza per attuare pacificamente il piano del presidente Trump?» «No» ha risposto Netanyahu, prima che i giornalisti fossero allontanati. All’inizio di questa settimana Trump ha proposto di trasferire i palestinesi da Gaza, scatenando le proteste dei leader del Medio Oriente e non solo. Netanyahu ha definito la proposta di Trump «notevole», mentre il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato di aver ordinato all’esercito di preparare un piano per consentire ai residenti di Gaza che lo desiderassero di uscire dall’enclave «volontariamente».
Martedì è in programma una visita del ministro Matteo Salvini in Israele. Secondo quanto si apprende il leader della Lega vedrà il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri ministri del governo.
Donald Trump firmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale, accusando l’organismo internazionale di aver preso di mira in modo improprio gli Stati Uniti e Israele, secondo una copia di un fact sheet a supporto del provvedimento ottenuto da Nbc News. L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro funzionari non specificati della Cpi – e i loro familiari – che hanno partecipato alle indagini su cittadini statunitensi o alleati.
«Israele e Italia sono stretti alleati degli Stati Uniti e i nostri governi sono vicini al presidente Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi. Gaza è un esperimento fallito» e «ha certamente fallito sotto il regime di Hamas. Gaza nel suo stato attuale non ha futuro. Dobbiamo cercare di trovare una soluzione diversa». Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar in conferenza con l’omologo Antonio Tajani. «Dobbiamo adottare un nuovo approccio. Abbiamo l’opportunità oggi di provare a costruire un futuro migliore per noi stessi e per l’intero Medio Oriente», ha aggiunto. 
Hamas ha chiesto un urgente «vertice arabo» in risposta alla proposta del presidente Donald Trump di quello che il movimento palestinese definisce una vera e proprio «piano di occupazione» della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti e di spostamento della sua popolazione. «Chiediamo un vertice arabo urgente per affrontare il piano di sfollare» i palestinesi da Gaza, ha affermato il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, esortando «i Paesi arabi a resistere alle pressioni di Trump e a restare fermi», invitando nel contempo «le organizzazioni internazionali ad adottare misure forti» contro il piano di Washington.
Hamas ha respinto «categoricamente» le proposte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump riguardanti Gaza, avvertendo ancora una volta sul fatto che «i palestinesi non lasceranno Gaza». Lo riporta Reuters.
Israele ha informato il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che seguirà l’esempio degli Stati Uniti nel ritirare la propria partecipazione: lo afferma il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar che ieri aveva annunciato il ritiro. «La decisione è stata presa alla luce del continuo e implacabile pregiudizio istituzionale contro Israele nel Consiglio per i diritti umani, che è stato persistente sin dalla sua istituzione nel 2006», afferma in una lettera al presidente dell’Unhrc Jorg Lauber che pubblica sulla piattaforma di social media X.
Israele segue l’esempio degli Stati Uniti e si ritira dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Lo annuncia il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar su X. «La decisione è stata presa alla luce del continuo e implacabile pregiudizio istituzionale contro Israele nel Consiglio per i diritti umani, che è stato persistente sin dalla sua istituzione nel 2006», afferma in una lettera al presidente dell’UNHRC Jorg Lauber pubblicata sui social. «Il consiglio per i `diritti umani´ ha costantemente permesso ai paesi che abusano dei diritti umani di eluderne il controllo, mentre perseguita ossessivamente Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente. Unendosi alla giusta decisione del presidente Trump, Israele non tollererà più il palese antisemitismo del Consiglio. Basta!», scrive Sa’ar.
L’Egitto ha lanciato un’offensiva diplomatica dietro le quinte per impedire la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire in massa i palestinesi dalla Striscia di Gaza, ha riferito giovedì Alarabiya. “Al termine dei combattimenti, Israele dovrebbe consegnare la Striscia di Gaza agli Stati Uniti. “I palestinesi, persone come Chuck Schumer (il leader della minoranza democratica al Senato), sarebbero già stati reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione”, ha affermato Trump in un messaggio sul suo social network Truth. Due funzionari egiziani, parlando a condizione di mantenere l’anonimato, hanno affermato che il loro Paese aveva avvertito privatamente che un simile piano avrebbe potuto minare il trattato di pace con Israele, un pilastro della stabilità e dell’influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente per decenni. Il presidente egiziano Abdul Fattah el-Sisi non ha risposto pubblicamente alla proposta di Trump di trasferire la maggior parte della popolazione di Gaza, composta da 2,3 milioni di palestinesi, e di affidare agli Stati Uniti il ??compito di ricostruire il territorio. I funzionari hanno affermato che il messaggio è stato recapitato al Pentagono, al Dipartimento di Stato e ai membri del Congresso degli Stati Uniti, nonché agli alleati di Israele nell’Europa occidentale, tra cui Gran Bretagna, Francia e Germania.
L’agenzia di intelligence israeliana Shin Bet ha reso noto di aver sventato alla fine del 2024 un «attentato terroristico» con bomba contro un autobus a Gerusalemme. Nell’operazione, condotta tra novembre e dicembre 2024 con le Forze di difesa di Israele (Idf), sono stati arrestati cinque membri di una presunta cellula islamista con sede a Ramallah, in Cisgiordania, ed e’ stato sequestrato un ordigno esplosivo azionabile a distanza all’interno dello Stato ebraico. Nei confronti dei cinque miliziani sono state presentate accuse per i reati di appartenenza ad associazione illegale, sparatoria contro una persona, azioni preparatorie per uccidere, possesso di armi e tentata fabbricazione di armi
In Cisgiordania le forze israeliane e i coloni hanno aumentato l’uso della violenza fisica estrema contro i palestinesi, a partire dall’inizio della guerra totale contro Gaza nell’ottobre 2023. Ãê quanto emerge dal nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) «Violenza e cure negate» . Secondo il rapporto di MSF, l’incremento della violenza in Cisgiordania ha gravemente ostacolato l’accesso all’assistenza sanitaria e fa parte di un modello di oppressione sistematica da parte di Israele che è stato descritto dalla Corte internazionale di giustizia (CIG) come equivalente alla segregazione razziale e all’apartheid. In totale, almeno 870 palestinesi sono stati uccisi e oltre 7.100 sono stati feriti tra ottobre 2023 e gennaio 2025, secondo l’OCHA, l’ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari.
Almeno 28 corpi sono stati recuperati dalle macerie nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo ha riferito il ministero della Sanita’ dell’enclave palestinese, gestito dal movimento islamista Hamas, aggiungendo che altre due persone sono state uccise, una e’ morta per le ferite riportate, mentre quattro sono rimaste ferite. Secondo la stessa fonte, almeno 47.583 persone sono state uccise e 111.633 ferite a Gaza dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas contro Israele. Sarebbero inoltre migliaia le persone disperse
«Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer, sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi». Lo scrive su Truth Donald Trump. «Gli Usa, lavorando con grandi team di sviluppo provenienti da tutto il mondo, inizierebbero la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi del genere sulla Terra. Gli Usa non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe!».
«Abbiamo preso nota delle osservazioni del presidente Trump. L’Unione europea resta pienamente impegnata nella soluzione dei due Stati, che riteniamo sia l’unica via verso una pace a lungo termine per israeliani e palestinesi. E siamo stati chiari: Gaza è parte integrante di un futuro stato palestinese». Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa. «Sia gli israeliani che i palestinesi meritano la pace. Il cessate il fuoco, come abbiamo già detto, è uno sviluppo positivo, ma ora abbiamo bisogno di fare ulteriori passi per ottenere una fine permanente alle ostilità, e stabilità e pace nella regione. Vale anche la pena ricordare che tra le cinque condizioni chiave stabilite dalla presidente della Commissione nel novembre 2023, Gaza è una parte essenziale del futuro stato palestinese, e non deve esserci un ulteriore sfollamento forzato dei palestinesi», ha aggiunto.
Gaza «non è merce di scambio per transazioni politiche», «appartiene ai palestinesi ed è parte integrante del loro territorio». Così il ministero degli Esteri cinese è tornato a contestare, tramite il portavoce Guo Jiakun, le ultime dichiarazioni del presidente Donald Trump sul controllo statunitense della Striscia. «Gaza è stata distrutta dalla guerra, è devastata e piena di sofferenza. La comunità internazionale, in particolare le grandi potenze, dovrebbero collaborare per fornire assistenza umanitaria e garantire la ricostruzione a Gaza, invece di peggiorare la situazione», ha detto Guo.
«Il presupposto è sradicare con ogni mezzo necessario il terrorismo islamico da quella terra». Quindi se l’idea di Trump è «liberare Gaza da ogni forma di terrorismo, violenza, fanatismo ed estremismo per poi restituirla a chi ci vuole vivere serenamente» se «ci riuscirà, Nobel per la pace». Lo ha detto il leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, intervistato da Rtl 102.5. 
Il ministero degli Esteri iraniano respinge quello che definisce un piano «scioccante» predisposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per prendere il controllo di Gaza e «sfollare con la forza» i palestinesi dal territorio costiero. «Il piano per sgomberare Gaza e spostare con la forza il popolo palestinese nei Paesi vicini – afferma il portavoce del ministero degli Esteri Esmaeil Baqaei – è considerato una continuazione del piano mirato del regime di Israele di annientare completamente la nazione palestinese, ed è categoricamente respinto e condannato».
Quando Donald Trump ha annunciato il suo piano shock per prendere possesso di Gaza, ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo. Lo scrive il New York Times rivelando il retroscena della vicenda. Se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell’idea, secondo quattro persone a conoscenza delle discussioni. L’uscita, secondo il Nyt, è stata una sorpresa anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, cui avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l’idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta, secondo due fonti. 

All’interno dell’amministrazione, inoltre, non c’erano stati incontri con il dipartimento di stato o il Pentagono, come normalmente accadrebbe per qualsiasi seria proposta di politica estera, per non parlare di una di tale portata. Non c’erano stati gruppi di lavoro. Il dipartimento della difesa non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. «C’era poco più di un’idea nella testa del presidente», scrive il quotidiano. A differenza dei principali annunci di politica estera con i presidenti passati, incluso Trump, l’idea degli Stati Uniti che controllano Gaza non era mai stata parte di una discussione pubblica prima di martedì. Ma in privato, il presidente aveva parlato della proprietà Usa dell’enclave palestinese per settimane. E il suo pensiero aveva accelerato, secondo due funzionari dell’amministrazione, dopo che il suo inviato in Medio Oriente, Steve Witkoff, era tornato da Gaza la scorsa settimana e aveva descritto le orribili condizioni della Striscia. Ma nessuno, né alla Casa Bianca, né gli israeliani, si aspettava che Trump lanciasse l’idea martedì fino a poco prima che lo facesse.
«I contribuenti americani non finanzieranno la ricostruzione di Gaza»: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, sottolineando che
Donald Trump sta negoziando con i partner della regione per questo scopo.
«Israele accoglie con favore la decisione del presidente Donald Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani dell’Onu» ha scritto Sa’ar sul social network X. «Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio per i diritti umani dell’Onu». Secondo il ministro, l’organismo con sede a Ginevra «si è concentrato sugli attacchi a un Paese democratico e sulla propagazione dell’antisemitismo invece che sulla promozione dei diritti umani».
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole solo che i palestinesi se ne vadano temporaneamente mentre Gaza viene ricostruita: questa la versione che il segretario di Stato Marco Rubio ha dato ai giornalisti durante una visita in Guatemala a proposito del progetto su Gaza espresso dall’inquilino della Casa Bianca. L’idea controversa di Trump dunque «non era da intendersi come ostile – ha detto Rubio – Era intesa, credo, come una mossa molto generosa: l’offerta di ricostruire e di essere responsabile della ricostruzione».
Israele seguirà la decisione degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Lo ha annunciato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa’ar parlando di discriminazione nei confronti di Israele. Lo riporta Haaretz.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha respinto la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di espellere i palestinesi dalla Striscia di Gaza verso altri Paesi e ha affermato che l’enclave è «parte integrante» dello Stato palestinese. «Non permetteremo che i diritti del nostro popolo, per i quali abbiamo lottato per decenni e per i quali abbiamo fatto grandi sacrifici, vengano violati», ha affermato in una nota ripresa dall’agenzia di stampa Wafa. Per Abu Mazen, i diritti dei palestinesi non sono negoziabili e nessuno può prendere decisioni sul futuro del popolo palestinese se non se stesso. Il leader di Ramallah ha inoltre accolto con favore il rifiuto dell’Arabia Saudita all’espulsione forzata dei cittadini di Gaza e ha invitato l’Onu ad adottare misure «urgenti» per proteggere le risoluzioni internazionali che riconoscono il diritto al ritorno dei palestinesi.
«Donald Trump non si è impegnato per “boots on the ground” (truppe sul terreno, ndr) a Gaza, sta negoziando con i partner della regione per la
ricostruzione» della Striscia: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt.
Le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sul fatto di assumere il controllo della Striscia di Gaza sono «ridicole» e «assurde» e «qualsiasi idea di questo tipo può incendiare la regione». A dirlo alla Reuters è un portavoce di spicco di Hamas, Hamas Sami Abu Zuhri, secondo quanto riportato dal Times of Israel.
«Una terra senza popolo per un popolo senza terra»: Donald Trump con le sue prese di posizione in favore del trasferimento all’estero dei palestinesi di Gaza torna a dare tragica e controversa enfasi a uno degli slogan più falsi e perniciosi diffuso sin dalle origini del movimento sionista e persino tra i suoi sostenitori nel mondo cristiano. Falso, per il fatto molto semplice che nelle regioni destinate a fare parte dello Stato israeliano nato nel 1948 e poi dei territori da questo occupati con la guerra del 1967 è sempre esistita una ben radicata popolazione araba (che agli inizi del Novecento era molto più numerosa della piccola minoranza ebraica, peraltro allora in maggioranza religiosa e antisionista).

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6 febbraio, 00:10 – Aggiornata il 6 febbraio, 23:51
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Di NewsBot