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A Molinari è stato concesso il beneficio dei domiciliari, mentre la procura aveva chiesto la misura cautelare in carcere
A sei mesi dalla morte di Ilaria Mirabelli, finisce ai domiciliari Mario Molinari, il 52enne cosentino fidanzato con la ragazza e con lei in auto al momento dell’incidente in cui ha perso la vita. Era lui alla guida hanno stabilito le perizie, chieste con forza dalla famiglia della giovane, che hanno portato prima all’iscrizione di Mirabelli sul registro degli indagati, poi alla richiesta d’arresto avanzata dalla procura.
Un’istanza accolta parzialmente dal gip, che a Molinari ha concesso i domiciliari, mentre la procura aveva chiesto la misura cautelare in carcere.
Ilaria Mirabelli ha perso la vita a 39 anni il 25 agosto del 2024 sulla strada per la Sila mentre era in auto con Molinari, l’uomo con il quale aveva una relazione da alcuni mesi. La vettura sulla quale i due viaggiavano è finita fuori strada e il corpo della giovane è stato trovato a 50 metri di distanza.
Fin dal primo momento, il 52enne ha sostenuto che ci fosse la ragazza alla guida, ma nessuno – né la famiglia, né gli amici di Ilaria, né la curva del Cosenzacalcio di cui la ragazza era una delle anime – ci ha creduto. Con Molinari, ha spiegato subito la famiglia, le cose non andavano bene e la storia era agli sgoccioli. I primi test avevano svelato fin da subito che il 52enne era positivo a alcol e droghe, cocaina e cannabis.
Nonostante questo, la procura inizialmente ha deciso di procedere contro ignoti, solo dopo mesi e una formale denuncia presentata dalla famiglia, sul registro degli indagati è stato iscritto Molinari. Le indagini sono affidate alle pm Donatella Donato e Mariangela Farro.
Fondamentali si sono rivelati gli accertamenti sulla Volkswagen Up a bordo della quale erano i due. Il primo, affidato dalla procura all’ingegnere Fausto Carelli Basile e ai medici legali Bernardo Cavalcanti e Vanno Vercillo, si è concentrato sull’analisi dei rottami e dei componenti elettronici e meccanici per tentare di ricostruire in dettaglio la dinamica dell’incidente e escludere che a provocarlo sia stato un guasto. Decisivo si è rivelato l’accertamento sulla Volskwagen Up nel corso del quale Alessia Mirabelli, la sorella di Ilaria, si è seduta al posto di guida per verificare le distanze dalla pedaliera e dal volante. In quella circostanza è emerso con chiarezza che Alessia non poteva arrivare ai pedali. La perizia è stata depositata il 17 dicembre ma solo dopo un mese e mezzo per Molinari è arrivata la richiesta d’arresto.
La famiglia della 39enne, molto conosciuta negli ambienti del Cosenza Calcio, attraverso l’avvocato Guido Siciliano chiede da mesi che sia fatta luce sulla morte di Ilaria. Una battaglia sostenuta da gran parte della città: nei giorni scorsi, a Cosenza, più volte diversi componenti della società civile si sono mobilitati con sit in, appelli pubblici e iniziative per chiedere giustizia e verità sulla morte di Ilaria.
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Di NewsBot