Moratti, Della Valle e Tronchetti Provera tra i bersagli della truffa con il nome di Crosetto. «Può capitare, sembrava tutto vero»
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Il leader della Lega parla dalla platea dell’incontro dei«Patrioti» europei: dopo una introduzione in spagnolo, afferma di«essere il più fedele seguace di Trump» e si scaglia contro von der Leyen e Lagarde:«Hanno fallito, noi avevamo ragione su tutto»
DAL NOSTRO INVIATO
MADRID – «Serve il cambiamento, noi Patrioti siamo per questo. Guardiamo Oltreoceano, agli Usa, dove in pochi giorni Trump ha dimostrato che la rivoluzione del buon senso è possibile. Non è l’Ue che legittima gli Stati ma gli Stati che legittimano l’Europa, che sennò non esisterebbe. Il burka non è Europa, il gender non è Europa e il terrore islamico non è Europa...». 

Matteo Salvini da Madrid, al raduno dei partiti europei sovranisti e nazionalisti, lancia la «rivoluzione democratica». Nell’auditorium affollato da oltre duemila attivisti, eccitati e festanti, si respira aria di rivalsa. E il leader leghista la cavalca, cercando di sfruttare l’onda trumpiana.


Salvini si pone come il più fedele «seguace» del neo presidente americano. Condivide la battaglia contro l’Organizzazione mondiale della Sanità e la Corte Penale internazionale. «È l’ora di smettere di finanziare organismi sovranazionali, penso all’Organizzazione mondiale della sanità, che difendono gli interessi delle multinazionali e non dei cittadini. È ora di mettere in discussione realtà come la Corte penale internazionale, che mettono sullo stesso piano i terroristi islamici di Hamas e un premier democraticamente eletto come Bibi Nethanyau».
Il vicepremier italiano, dopo una introduzione in spagnolo per accattivarsi la platea (ricorda il processo di Palermo e manda un bye bye a Pedro Sanchez), va all’attacco dell’Europa: «Se gli agricoltori in tutta Europa stanno soffrendo e sono scesi nelle piazze la colpa non è dei dazi di Trump, che ancora non ci sono, ma dei divieti e delle tasse imposte da Bruxelles. Se migliaia di operai dell’automotive stanno perdendo dei posti di lavoro – rimarca il leader della Lega – la colpa non è dai dazi di Trump ma del suicidio economico industriale e ambientale imposto da Bruxelles con la messa al bando di auto a benzina e a diesel dal 20235. Noi Patrioti dobbiamo fermare queste follie e salvare il lavoro europeo».
Il finale è una rivendicazione di orgoglio che scalda la platea madrilena: «Negli anni ci hanno dato dei fascisti, dei nazisti, dei razzisti, hanno cambiato le regole del gioco per cancellarci. Ma siamo ancora qui, più forti che mai. E sapete perché? Perché non abbiamo mai mollato. Perché siamo rimasti saldi nei nostri principi e nelle nostre convinzioni. Siamo rimasti sempre uniti di fronte a qualsiasi avversità. Ci hanno dovuto dare ragione su tutto. A cominciare dall’immigrazione e la sicurezza. Abbiamo letto una lettera di Von der Leyen e Lagarde. Hanno ammesso che le loro politiche hanno fallito, hanno riconosciuto che l’austerità e il Green deal ideologico hanno fatto danni enormi. Ma se avete sbagliato tutto, perchè dovremmo fidarci ancora di voi? Se gli agricoltori in tutta Europa stanno soffrendo e sono scesi nelle piazze, la colpa non è dei dazi di Trump che ancora non ci sono ma dei divieti e delle tasse imposte da Bruxelles». 
A Madrid «il Mega» dei Patrioti. Anche i trumpiani alla cena sovranista
Paradossi e patrioti: il commento di Paolo Lepri

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8 febbraio 2025 ( modifica il 8 febbraio 2025 | 14:13)
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Ha partecipato alla kermesse dei Patrioti
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Di NewsBot