In questo articolo andremo a scoprire quali sono le migliori zone del Parco regionale dei Castelli Romani dove poter ammirare il foliage in tutta la sua pioggia di colori
Foliage è un termine inglese che letteralmente significa “fogliame” ed è diventato estremamente popolare negli ultimi tempi, soprattutto tra gli appassionati di fotografia e gli escursionisti. Il foliage, in particolare quello autunnale, si riferisce alla trasformazione delle foglie degli alberi in sfumature che vanno dal giallo all’arancione, al rosso e al marrone, mentre appassiscono. Uno dei luoghi più suggestivi per ammirare il foliage è il territorio del Parco dei Castelli Romani. In questo articolo andremo a scoprire quali sono le migliori zone dei Castelli Romani dove poter ammirare il foliage in tutta la sua pioggia di colori.
L’autunno nei Castelli Romani è un’esperienza visiva unica, e per i palati fini anche enogastronomica. I comuni di Rocca di Papa, Rocca Priora, Nemi, Marino, Castel Gandolfo, solo per citarne alcuni, propongono scorci mozzafiato della natura in cambiamento. Uno dei luoghi più suggestivi è Monte Cavo, da cui si può ammirare la Via Sacra, antica strada che conduceva al Tempio di Giove. È qui che il foliage si manifesta in tutta la sua meravigliosa bellezza, con tonalità che attraversano una vasta gamma di colori caldi.
Il territorio dei Castelli Romani è uno dei più promettenti in quanto a suggestivi scorci offerti dal foliage: anche inoltrandosi verso Velletri e Lariano, si possono scoprire dei veri e proprio luoghi dove lasciare un pezzettino di cuore.
Tra le aree più suggestive per ammirare il foliage nei Castelli Romani e nei dintorni di Roma spicca il Monte Tuscolo, un importante centro storico e archeologico nel territorio. Qui si può ammirare una vista impressionante sulla campagna romana, percorrendo i sentieri ricoperti da foglie multicolori e osservando residui di bosco misto. La Macchia del Piantato, una delle aree boschive più rare della zona, offre un’ampia varietà di specie vegetali, tra cui querce, tigli e aceri, oltre a piante medicinali come sambuco e olmo.
Per raggiungere Monte Tuscolo da Roma, ecco le indicazioni principali:
Un’altra zona da esplorare in autunno è il Bosco Ferentano, situato nel comune di Marino. Questo bosco si estende per 20 ettari e rappresenta una delle ultime vestigia della Selva Ferentana, considerata sacra in epoca preromana.
Qui è possibile ammirare un ricco assortimento di specie arboree, tra cui farnie, cerri e roverelle. Anche il sottobosco è rigoglioso, con arbusti come l’agrifoglio, protetto della legge regionale per il suo utilizzo decorativo durante le festività natalizie.
Per arrivare al Bosco Ferentano a Marino da Roma, ecco le indicazioni principali:
Le due vette più alte dei Colli Albani sono il Maschio delle Faete (956 metri sul livello del mare) e il Monte Cavo (949 metri sul livello del mare), siti nel territorio di Rocca di Papa. I due coni più alti del nucleo interno di quello che è noto come Vulcano Laziale, propongono agli escursionisti sentieri da percorrere in autunno circondati dai profumi del bosco e dalla bellezza del foliage.
Il bosco si estende lungo la storica Via Sacra, che collegava la via Appia Antica con il Santuario di Giove situato sul Monte Cavo. Percorrendo il sentiero, si arriva a un terrazzo naturale, con belvedere sui laghi vulcani di Albano e Nemi. Se si è fortunati e si incappa in una giornata limpida, è possibile anche ammirare il mare all’orizzonte, con il Circeo e perfino le Isole Pontine.
La Via Sacra attraversa un ambiente boschivo variegato molto ampio, ricco di alberi come l’Acero campestre e il Castagno. Sono proprio questi due alberi i protagonisti del foliage autunnale in questa zona: le foglie dell’acero, infatti, in autunno assumono un colore giallo ambra, mentre i colori caldi del castagno creano uno spettacolo naturale unico.
Sulla sommità del Monte Cavo si trovano anche i faggi, con loro foglie che nella stagione autunnale assumono colori tra l’arancio e il rosso-bruno.
Ecco le indicazioni principali per raggiungere Monte Cavo:
Il Bosco del Cerquone si trova nel comune di Rocca Priora e rappresenta una vera oasi di biodiversità, in quanto si tratta di uno dei pochi esempi rimasti di bosco originario non convertito in castagneto. Per la sua rilevanza ecologica, quest’area di circa 75 ettari è stata inclusa nella lista dei Siti di Importanza Comunitaria.
Un elemento unico di questo bosco è la presenza di alberi secolari, ormai morti e in decomposizione, che creano l’habitat ideale per rare specie di insetti e contribuiscono al mantenimento della fertilità del suolo.
Nel sottobosco di quest’area, di assoluto pregio nel territorio del Parco regionale dei Castelli Romani, si trovano specie tipiche dei climi freschi, come l’anemone dell’Appennino, la peonia maschio e il giglio rosso, una specie protetta a livello regionale.
Per raggiungere il Bosco del Cerquone a Rocca Priora, di seguito le indicazioni principali:
Quello della necropoli del Vallone Tempesta, situato a Nemi, è uno dei pochi boschi residui dei Colli Albani. Il suo sottobosco è particolarmente rigoglioso, da ammirare durante le passeggiate lungo i sentieri che sovrastano il Lago di Nemi.
Uno degli aspetti più suggestivi è la presenza del Bosco Sacro, così chiamato per il culto dedicato a Diana Nemorense, la cui area sacra si trova sotto la costa settentrionale del lago di Nemi.
A differenza di molte altre aree dei Colli Albani, dominate dalla presenza del castagno, il Bosco Sacro è uno dei pochi luoghi dove si possono ancora trovare le specie arboree originarie del territorio.
Durante l’autunno, il sottobosco viene invaso dai fiori del ciclamino napoletano, che aggiunge delicate sfumature di rosa chiaro al paesaggio.
L’ambiente del Vallone Tempesta è caratterizzato da un fondo valle fresco e ombroso, dove predominano le piante caducifoglie, il che lo rende l’ambiente ideale per ammirare il foliage. Tra le specie presenti figurano la roverella, l’acero campestre, l’orniello, il carpino nero e il carpino bianco.
Per raggiungere il Vallone Tempesta, segui queste indicazioni:
I Pratoni del Vivaro rappresentano una delle aree più panoramiche e naturali dei Castelli Romani. Questo territorio si situa tra le cime del Monte Artemisio e Monte Cavo, in una zona che si estende tra Velletri, Rocca di Papa e Rocca Priora. Lo scenario che offre è particolarmente apprezzato proprio durante il periodo del foliage autunnale.
Sono diversi i sentieri che si possono percorrere. Il primo parte dal Centro Equestre F.I.S.E. di Rocca di Papa e attraversa il versante nord del Monte Artemisio, passando per il Monte Peschio, conducendo verso il versante sud fino a Fontana Marcaccio, nel comune di Velletri. Il percorso è relativamente breve (3 ore e 20 minuti) e attraversa boschi di castagno, collegandosi a diversi altri sentieri della rete escursionistica del Parco dei Castelli Romani. Ad esempio, il sentiero 519 permette di attraversare l’intero Monte Artemisio, dal versante nord a quello sud, passando per boschi e radure che cambiano colore con le stagioni.
Una parola sul Monte Peschio: con i suoi 939 metri di altezza, offre una vista panoramica spettacolare sui dintorni.
La Fontana Marcaccio, invece, rappresenta uno dei pochi punti di ristoro d’acqua lungo il tragitto, essendo una sosta naturale ideale per rinfrescarsi durante l’escursione.
Andiamo a vedere come arrivare ai Pratoni del Vivaro.
Se sei un appassionato di trekking o ciclismo, ci sono vari percorsi segnalati che collegano i Pratoni del Vivaro con altre località dei Castelli Romani, come Monte Cavo e Monte Artemisio.
Un’altra zona molto suggestiva nella stessa area è la Valletta del Lupo, situata sotto il Maschio d’Ariano, tra Velletri, Lariano e Artena. Questa zona è accessibile dal Rifugio Forestale dell’Artemisio, che a sua volta si raggiunge facilmente da Fontana Marcaccio.
Da qui si può intraprendere una piacevole passeggiata attraverso un bosco di querce, fino a salire sulla cima del Maschio d’Ariano, che offre una vista spettacolare sui Colli Albani. Il sentiero che attraversa la valle permette di incrociare anche la Fonte Donzella e i ruderi del Castello d’Ariano.
Il percorso dura circa due ore e mezza, su una distanza di 3,5 chilometri. Lungo il tragitto si possono ammirare sia i versanti interni sia quelli esterni della caldera craterica dei Colli Albani. Sul versante interno, è possibile vedere l’apparato delle Faete e i Monti Tuscolani, mentre sul versante esterno si possono ammirare i Monti Lepini, la Pianura Pontina, il Circeo e, quando il cielo è terso, le Isole Pontine.
Le indicazioni per raggiungere il Maschio d’Ariano sono le seguenti.
Sempre nella zona circostante, a valle, si trovano due aree boscate facilmente raggiungibili, entrambe nel comune di Lariano: la Fonte del Vallone e la Fonte dell’Ontanese.
La Fonte del Vallone, inaugurato di recente come Sentiero della Biodiversità in occasione del quarantennale del Parco dei Castelli Romani, è una zona erbosa circondata da boschi di castagno ceduo, alternati ad aceri e ornielli. Questo luogo si raggiunge dal cimitero comunale di Lariano e rappresenta una meta ideale per chi desidera fare una breve escursione senza troppo impegno fisico.
La Fonte dell’Ontanese è circondata da maestosi castagni d’altofusto e il sentiero che la attraversa forma un anello che permette di esplorare la zona boschiva circostante. Qui è possibile scegliere tra due percorsi: un anello turistico su asfalto, accessibile a tutti, e un percorso più impegnativo chiamato Sentiero Tiberio Bartoli, che si addentra più profondamente nel bosco.
Ecco come arrivare alla Fonte dell’Ontanese.
Un’altra passeggiata nel bosco molto suggestiva durante la stagione autunnale è quella che dal Campo Sportivo di Lariano porta direttamente alla Big Bench, una delle attrazioni turistiche più sorprendenti del Paese (recentemente, in un’altra zona, è stata inaugurata anche una seconda Big Bench accessibile anche per i disabili).
Prima di tutto bisogna arrivare al Campo Sportivo e parcheggiare la macchina, dopodiché si deve percorrere la fine di via Algidus, costeggiando un muro e addentrarsi in un bosco, seguendo un sentiero in salita che porterà fino alla Big Bench, la grande panchina che offre una magnifica veduta sui Monti Lepini, la Pianura Pontina e il Circeo.
Ci sono due modi per arrivare alla Big Bench di Lariano, ma visto che stiamo parlando di luoghi dove ammirare il foliage, ci rivolgiamo al sentiero in mezzo al bosco.
Un Ente Parco, come quello dei Castelli Romani, ha l’obiettivo di proteggere e valorizzare il patrimonio naturale di una determinata area, garantendo il mantenimento della biodiversità e la conservazione delle risorse naturali e culturali. I parchi naturali non solo tutelano il paesaggio e le specie animali e vegetali, ma promuovono anche le tradizioni locali e l’artigianato. Il Parco dei Castelli Romani, istituito grazie all’iniziativa popolare degli abitanti del territorio, e guidato oggi dal Commissario Straordinario Ivan Boccali e dal Direttore Emanuela Angelone, rappresenta un esempio di come una comunità può difendere il proprio ambiente dagli sviluppi edilizi eccessivi.
Il Parco, nato ufficialmente nel 1984, protegge la zona dell’antico Vulcano Laziale e offre un luogo ideale per escursioni e passeggiate nei boschi, immersi nella natura incontaminata. La sua creazione ha segnato un importante passo nella salvaguardia del territorio, reso possibile dalle proteste degli abitanti contro la cementificazione. Grazie alla legge quadro sulle aree protette del 1991, il parco ha trovato un inquadramento normativo che ne ha rafforzato la gestione e la tutela.
Oggi, il Parco dei Castelli Romani è una meta ideale per chi desidera esplorare la natura, riscoprire antichi sentieri e vivere esperienze a contatto con la biodiversità dei boschi locali, anche grazie al lavoro quotidianamente svolto dall’Ente Parco. Per questo, per ulteriori informazioni su passeggiate o escursioni, per segnalazioni o per altri approfondimenti, vi consigliamo di visitare il sito dell’Ente, a questo indirizzo: https://www.parcocastelliromani.it/.
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