Truffa con la finta voce di Crosetto: le denunce delle vittime celebri e la corsa per fermare i soldi
Salva questo articolo e leggilo quando vuoi. Il servizio è dedicato agli utenti registrati.
Trovi tutti gli articoli salvati nella tua nella sezione preferiti e sull'app Corriere News.
Le notizie di domenica 9 febbraio sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta
L’esercito israeliano ha detto di avere individuato, attaccato e distrutto un tunnel sotterraneo tra Libano e Siria, usato, secondo informazioni di intelligence, da Hezbollah per contrabbandare armi nell’area della valle della Bekaa. Il tunnel era già stato colpito in passato. L’Idf si è detta «determinata a impedire il ripristino e l’uso di questo tunnel». Aerei israeliani hanno colpito oggi anche altri obiettivi ritenuti di Hezbollah «contenenti munizioni e lanciarazzi che rappresentavano una minaccia imminente nel territorio libanese. Gli obiettivi colpiti – dice l’Idf – erano una violazione degli accordi tra Israele e Libano».
Benyamin Netanyahu ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è «determinato» a realizzare il suo piano per Gaza, definendolo «rivoluzionario». Il primo ministro israeliano, rientrato in Israele da Washington, ha affermato di aver ottenuto «risultati straordinari» nei colloqui con Trump.
Inaugurando la riunione di gabinetto, poche ore dopo il suo ritorno da Washington, Netanyahu ha raccontato che il suo incontro con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha portato a «enormi risultati che possono garantire la sicurezza di Israele per generazioni». Lo riporta il Times of Israel. «Non sto esagerando», ha detto. «Non sto esagerando. Qui ci sono opportunità di possibilità che credo non abbiamo mai sognato, o almeno fino a pochi mesi fa non sembravano possibili, ma sono possibili». Il premier non ha approfondito il contenuto dei discorsi, anche se Trump ha parlato ampiamente della sua visione di portare Gaza sotto il controllo degli Stati Uniti dopo averla liberata dai suoi 2,3 milioni di residenti trasformandola nella «Riviera del Medio Oriente».
«Il presidente Trump incontrerà i principali leader arabi, prima di tutto il re di Giordania (Abdullah II) e il presidente dell’Egitto (Abdel Fattah al-Sisi) e penso anche il principe ereditario dell’Arabia Saudita», Bin Salman. Lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog in un’intervista a Fox News, rilanciata dal Guardian, in risposta a una domanda sulla proposta di Trump di prendere il controllo di Gaza.
«Ieri abbiamo riavuto nostro padre. Ha perso molto del suo peso, ma non il suo spirito». Così una delle figlie di Ohad Ben Ami ha descritto il padre, ostaggio rilasciato ieri da Hamas a Gaza nel quinto round di scambio dei prigionieri. «Mio padre è forte e lo ammiro. È sopravvissuto all’inferno. Il ritorno degli ostaggi ieri non lascia spazio a dubbi. Devono tornare tutti. Non smetteremo di combattere finché l’ultimo ostaggio non tornerà a casa», ha detto la figlia citata dal Guardian, che ha continuato ringraziando Donald Trump e il suo inviato speciale in Medio Oriente, Steve Whitkoff, per aver contribuito a facilitare l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. «Non ci arrenderemo e continueremo a combattere finché tutti non saranno a casa. Dobbiamo continuare finché tutte le fasi dell’accordo non saranno completate e salveremo la nostra gente», ha concluso.
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato, a seguito di un incidente in cui le forze israeliane hanno sparato contro i palestinesi vicino al confine di Israele con Gaza, che “la politica di sicurezza di Israele su Gaza è chiara. Tutti coloro che entrano nella zona cuscinetto – sangue sulle loro teste”. Lo riporta Haaretz. Katz ha aggiunto che “le forze dell’Idf hanno agito in modo appropriato nell’identificare le minacce e nell’affrontarle, e sarà così anche in futuro”. Nelle scorse ore, il personale medico di Gaza aveva riferito che tre persone sono state uccise dopo che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro i palestinesi entrati nella zona cuscinetto lungo il confine orientale di Gaza.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu convocherà il suo gabinetto di sicurezza martedì. Lo scrive il Times of Israel citando un assistente di uno dei ministri israeliani. Il gabinetto al completo dovrebbe invece riunirsi più tardi oggi, aggiunge il portale online. Gli incontri giungono in concomitanza con i colloqui di medio livello in corso a Doha, che i media ebraici hanno riferito non essere incentrati sulla seconda fase dell’accordo del cessate il fuoco. Secondo quanto riferito ieri dai media, il premier non avrebbe infatti concesso alla delegazione di Doha un mandato per discutere la seconda fase dell’accordo fino a quando non avesse convocato il suo gabinetto di sicurezza.
Le autorità di Gaza, controllate da Hamas, hanno comunicato la morte di tre civili per mano dell’esercito israeliano in una località nel nord di Gaza. Lo riporta l’agenzia Afp, ricordando che la tregua del conflitto è iniziata il 19 gennaio.
Benyamin Netanyahu è rientrato in Israele dopo una visita di una settimana a Washington. Il premier, riferisce il Times of Israel, è atterrato all’aeroporto Ben Gurion. Con lui sul volo c’erano sua moglie Sara e i suoi principali consiglieri.
Non ci sarà alcuna «fase due» nell’accordo per il cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas. Ne sono convinti i media israeliani, secondo cui la delegazione mandata ieri sera da Benjamin Netanyahu in Qatar non ha «alcun vero mandato» per i negoziati. Il quotidiano Haaretz, che cita fonti israeliane, ha definito la missione «una messa in scena» e ha sottolineato che tutti i segnali mostrano la mancanza di volontà di Netanyahu di passare alla fase successiva.
Si sono registrati scontri tra giovani palestinesi e forze israeliane nel villaggio di Deir Jarir, a nord-est di Ramallah, in Cisgiordania. Lo ha riferito l’emittente Al Jazeera, senza fornire ulteriori dettagli.
Almeno 110 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza da quando è entrato in vigore l’accordo di cessate il fuoco lo scorso 19 gennaio. Lo ha riferito l’Euro-Med Human Rights Monitor, citato dall’emittente qatariota «Al Jazeera». Secondo l’organizzazione indipendente basata a Ginevra, almeno sei persone sono morte ogni giorno. Più di 900 altre persone sono state ferite dal cessate il fuoco, con una media di 47 feriti al giorno, secondo la stessa fonte.
Funzionari israeliani affermano che le forze israeliane si sono ritirate da un corridoio chiave di Gaza, come parte degli impegni assunti da Israele nell’ambito di un debole accordo di cessate il fuoco con Hamas. L’accordo sta andando avanti, ma deve affrontare una prova importante per verificare se le parti riusciranno a negoziare l’estensione prevista.
Come parte della tregua, Israele ha accettato di rimuovere le sue forze dal corridoio Netzarim di 4 miglia, una striscia di terra che divide in due il nord di Gaza dal sud. Mentre gli sviluppi di domenica segnalano che l’accordo sta andando avanti, le parti sembrano aver fatto pochi progressi nella negoziazione della seconda fase dell’accordo, che dovrebbe estendere la tregua e portare al rilascio di altri ostaggi israeliani detenuti da Hamas.
Almeno otto corpi di palestinesi sono arrivati negli ospedali di Gaza nelle ultime 24 ore nonostante il cessate il fuoco in corso, secondo l’ultimo bilancio aggiornato del ministero della Salute del territorio palestinese, governato da Hamas. Sette di loro sono stati recuperati da sotto le macerie e uno è stato ucciso di recente, ha affermato una dichiarazione ministeriale, aggiungendo che almeno altri due palestinesi sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore. Il bilancio complessivo delle vittime confermate nella guerra a Gaza è di 48.189 morti e 111.640 feriti dal 7 ottobre 2023. Un certo numero di vittime rimane sotto le macerie, con l’ufficio stampa governativo di Gaza che li presume morti, stimando il bilancio delle vittime in oltre 61.000 persone.
(Di Paolo Giordano) Gli ostaggi israeliani sono la spina dorsale di questo conflitto. Da fuori, da lontano, fatichiamo a rendercene conto. Ce ne dimentichiamo. D’altra parte sono passati tanti giorni e il loro numero è minimo, ormai, rispetto alle vittime che nel frattempo si sono accumulate a Gaza, alla devastazione. Eppure sono sempre stati loro, gli ostaggi israeliani, il centro di gravità di questa guerra. La garanzia che potesse svolgersi in un perenne stato di eccezione. Nel dominio dei crimini di guerra. Del cinismo e perfino del sadismo.
Clicca qui per continuare a leggere l’articolo completo.
Sundus Shalabi, una donna palestinese di 23 anni incinta di otto mesi, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dalle IDF mentre cercava di lasciare il campo profughi di Nur Shams in Cisgiordania, riferisce il Ministero della Salute dell’Autorità Nazionale Palestinese. Suo marito è rimasto gravemente ferito. Lo riporta Times of Israel. Le Idf affermano che stanno esaminando i resoconti
«La proposta del presidente Usa Donald Trump è la prima idea fresca da anni e ha il potenziale per cambiare tutto a Gaza». Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista in esclusiva a FoxNews, sostenendo che «non si tratta di espulsione forzata né di pulizia etnica». «L’idea è di consentire a coloro che vogliono andarsene temporaneamente… poi di poter tornare a condizione che rinuncino ad Hamas – ha proseguito il leader dello Stato ebraico – Dopotutto, questo posto è chiamato `la più grande prigione del mondo sotto il cielo´. Quindi, per favore, se i paesi arabi tengono così tanto ai palestinesi, lasciateli andare».
«Dopo aver distrutto completamente l’asse iraniano e assicurato che l’Iran non avrà armi nucleari, saremo in grado di fare la pace con l’Arabia Saudita e, credo, anche con altri Paesi. Ma sarà una pace attraverso la forza». Lo ha
affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu nell’intervista a FoxNews, assicurando che «se siamo forti e vittoriosi, la pace verrà, altra pace verrà». Il capo di governo ha affermato che prima del 7 ottobre, Israele aveva discusso la possibilità di uno Stato palestinese, ma dopo l’attacco, «nessuno gli darà uno Stato». «Ce l’hanno avuto uno Stato, si chiamava Gaza sotto (il controllo di) Hamas e questo era uno Stato effettivo», ha affermato Netanyahu.
La soldatessa israeliana Karina Ariev, liberata due settimane fa dopo quasi 16 mesi nelle mani di Hamas a Gaza, ha lanciato un appello per il ritorno a casa di tutti gli ostaggi ancora prigionieri, sottolineando la necessità di «una
leadership forte» per «passare dalla prima alla seconda fase dell’accordo». In
un video trasmesso durante la manifestazione settimanale a Tel Aviv, la giovane ha parlato dell’«immenso sostegno» ricevuto dalle dimostrazioni durante la sua prigionia: «La vostra lotta mi ha salvato. Mi ha dato speranza e fede che sarei tornata a casa». Ariev ha esortato la folla a non fermarci, «ci sono ancora ostaggi che devono tornare a casa e dobbiamo fare tutto il possibile per riportarli indietro. Siamo le loro voci, la loro speranza», ha aggiunto, sottolineando il suo impegno per «riportarli tutti a casa».
L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha esortato il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di «condannare inequivocabilmente il trattamento crudele e disumano degli ostaggi da parte di Hamas», dopo che tre rapiti sono stati rilasciati a Gaza in condizioni emaciate dopo 491 giorni di prigionia. Danon ha anche invocato la «liberazione incondizionata dall’inferno di Gaza» dei restanti ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023.
9 febbraio, 00:22 – Aggiornata il 9 febbraio, 21:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'attacco non avrebbe matrice terroristica
Per usufruire del servizio di domande e risposte de ilMedicoRisponde è necessario essere registrati al sito Corriere.it o a un altro dei siti di RCS Mediagroup.
Non ricordi le credenziali?
Recupera il tuo account
Ti informiamo che con il tuo piano puoi leggere Corriere.it su 1 dispositivo alla volta
Questo messaggio verrà visualizzato su un altro dispositivo/accesso e tu potrai continuare a leggere le notizie da qui. L'altro dispositivo/accesso rimarrà collegato a questo account. Puoi accedere con il tuo account su tutti i dispositivi che desideri, ma utilizzandoli in momenti diversi secondo il tuo piano di abbonamento.
Perché tu o qualcun altro sta leggendo Corriere.it con questo account su più di due dispositivi/accessi. Il tuo attuale abbonamento permette di leggere Corriere.it solo su due dispositivi in contemporanea (computer, telefono o tablet).
Se sei abbonato con un altro account accedi con le tue credenziali. Se siete in 2 o più che utilizzano lo stesso abbonamento, passa all’offerta Family e condividi l’abbonamento con altre due persone. Altrimenti, fai clic su “Continua a leggere qui” e assicurati di essere l'unica persona che visualizza Corriere.it con questo account.
Ti consigliamo di cambiare la tua password cliccando qui
source
⭡ Leggi l’articolo completo.