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Truffa con la finta voce di Crosetto: le denunce delle vittime celebri e la corsa per fermare i soldi
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La filiale Unicredit di via Fauglia, alla Magliana, ha smontato gli apparecchi troppo vicini. Intervento nato dalla denuncia di un’agente di commercio: «Il finto cliente vicino a me prelevò dal mio conto 3800 euro in mezz’ora»
La collocazione dei Bancomat della Magliana, prima e dopo la truffa 
L’intervento deciso dalla direzione dell’istituto di credito, dopo il clamore suscitato lo scorso inverno dalle truffe a ripetizione ai bancomat della capitale raccontate dal Corriere (alle Bnl di Trastevere e Prati e all’Unicredit della Magliana), è stato consistente. Gli operai hanno lavorato a lungo per smontare e ricostruire la postazione. I due Atm che prima si trovavano alla destra dell’ingresso della filiale, praticamente attaccati uno all’altro, ora sono stati spostati sulla sinistra e distanziati parecchio, più di un metro. Misure anti-truffe. Basta con gli «Arsenio Lupin» dei bancomat, che con «giochi di prestigio» ai danni di persone fragili o ingenue, in un battito di ciglia riescono a entrare nei conti correnti altrui e arraffare migliaia di euro.
La misura di precauzione è ben raccontata dalla fotografia post-lavori confrontata con quella precedente: il nuovo assetto degli sportelli Atm di via Fauglia, alla Magliana, renderà impossibile ai truffatori sbirciare il codice Pin della «vicina di prelievo», come accadde lo scorso gennaio all’agente di commercio Alessandra Di Stefano, 51 anni, che nel giro di pochi minuti si ritrovò il conto alleggerito di 3.800 euro. Il modus operandi, in quel caso, era stato facilitato proprio dalla vicinanza dei bancomat. 


Alessandra Di Stefano e i bancomat ravvicinati al momento della truffa
Ecco i fatti: 19 gennaio 2024, attorno alle 11, Alessandra, che abita in zona, ritirò 70 euro al bancomat oggi «ristrutturato» e subito dopo andò al vicino supermercato Pewex, dove però si accorse che nello zainetto era sparito il portafogli con la carta bancomat, i documenti e il danaro contante. A quel punto la signora, comprensibilmente agitata, bloccò le carte, chiamò il call center e corse nella filiale Unicredit, ancora aperta, dove l’impiegato le consegnò l’estratto delle operazioni svolte in mattinata. Lettura da infarto: sul conto, dopo il prelievo da 70 euro, ne erano stati effettuati quattro non autorizzati in mezz’ora: uno alle 11,36 di 1.930 euro dallo stesso sportello di via Fauglia, il secondo da 11,90 euro alle 11,50 in un minimarket di via Fermi, un terzo da 900 euro alle 11,53 presso l’Agenzia scommesse «Vincendo» di via Portuense e l’ultimo da 1.000 euro alle 12,04 presso un’altra agenzia di via Affogalasino.  Bella «mandrakata», non c’è che dire. Bottino totale: 3.841,90 euro in mezza mattinata
Ripensandoci, fu facile ricostruire l’accaduto: mentre prelevava, si ricordò Alessandra Di Stefano, allo sportello a fianco a lei, oggi smantellato, stava operando un tipo «sulla quarantina, berretto in testa, giubbotto scuro». L’agente di commercio non ci badò, non ebbe sospetti e pensò a un normale cliente:  errore fatale. In realtà il malintenzionato stava allungando l’occhio per sbirciare il codice Pin di accesso alle operazioni e lui stesso o un complice, subito dopo, tra via Fauglia e il supermercato, riuscì anche a infilare una mano nello zaino, per rubare il portafoglio con la tesserina. 
Il prelievo ai danni di una dirigente Rai in pensione, truffata al bancomat Bnl di Prati
Azione da professionisti, che ora però avranno gioco meno facile: la banche romane prese di mira, a cominciare dalle filiali Bnl di Trastevere (via Natale del Grande, truffa da 11 mila euro a una pensionata 79enne) e Prati (via dei Gracchi, 8 mila euro sottratti a una ex dirigente Rai), si sono attivate per alzare i livelli di sicurezza. Resta da risolvere la questione dei risarcimenti: «Io finora, a quasi sei mesi dai fatti, non ho avuto neanche un euro di rimborso – si rammarica la signora Di Stefano – l’Arbitro bancario al quale mi sono rivolta tramite il mio legale ancora non si è fatto sentire, quando è evidente che il raggiro da me patito non è stato dovuto a incauta custodia ma alla mancanza di elementi divisori tra i due sportelli Atm. Una negligenza che, se ce ne fosse stato bisogno, è stata implicitamente ammessa dalla banca, che si è affrettata a chiamare gli operai e fare i lavori per distanziarli». (fperonaci@rcs.it)
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30 maggio 2024 2024 ( modifica il 30 maggio 2024 2024 | 17:47)
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Nel territorio del IX Municipio ad alta densità di locali si spera si tratti di un progetto pilota da replicare accorndandosi con altri gestori
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Di NewsBot