Il crollo delle nascite salverà il mondo? Ecco perché la crisidemografica è un’opportunità | Dataroom, di Milena Gabanelli
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L’ex volto storico dei no global veneti vicino anche ai «compagni» del Rivolta: «Fratelli e sorelle ora riprendetevi la città»
«Ho incrociato i tuoi occhi, di uno buono come il pane, l’ho visto subito. Se uno diventa vecchio, l’ho capito, ha il privilegio di poter imparare da quelli che vengono dopo, e non il contrario. E tu oggi, che dono che ci lasci. Che messaggio eterno, capace di sconfiggere la morte». Sono queste le parole che l’attivista Veneziano Luca Casarini ha usato in sul suo profilo Facebook con un lungo post dedicato a Giacomo Gobbato, morto a 26 anni sabato 21 settembre al pronto soccorso Angelo di Mestre. Il giovane è stato accoltellato venerdì 20 settembre in Corso del Popolo a Mestre (Venezia) mentre, assieme al suo amico 24enne Sebino, tentava di proteggere una donna che stava subendo una rapina.
«Ti battevi perché la “sicurezza” fosse una forma di vita solidale tra le persone, e non uno stato di polizia. Lottavi per gli ultimi, e hai saputo riconoscere chi era ultimo in quel momento, perché non contano i cliché e le ideologie, le classificazioni e le teorie, ma le persone, qui ed ora. Che dono che ci lasci, Jack. Che lezione di vita che mi dai, e che meraviglioso amore hai seminato tra i tuoi fratelli e sorelle». Luca Casarini aveva infatti conosciuto Giacomo Gobbato per il suo impegno come attivista al Centro Sociale Rivolta di Mestre, realtà attraverso la quale cercava di rendere la sua città un posto migliore.
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«Non ti sei girato dall’altra parte – continua Casarini nel suo post Facebook -. Siete andati, tu e Sebino, in soccorso verso qualcuno che chiedeva aiuto. Era rischioso. Ma l’avete fatto. Avete sempre detto “riprendiamoci la città”, e l’avete fatto, impedendo che rimanesse solo uno slogan». Quella sera Giacomo e il suo amico erano in corso del Popolo quando hanno sentito le urla di una ragazza a cui avevano rubato lo zaino. I due giovani hanno allora inseguito il ladro che ha poi tirato fuori un coltello, colpendo entrambi. Se Sebino è stato colpito alla gamba ed è stato dimesso sabato dall’ospedale, per Giacomo invece non c’è stato niente da fare: la coltellata al petto è stata infatti per lui fatale.
«Ho fatto in tempo a conoscerti, e questo adesso mi sembra un regalo grande, un onore che ho ricevuto dal cielo – scrive Casarini nel suo post di commiato a Giacomo -. Senza generosità verso gli altri, non vi è rivoluzione possibile. Vi abbraccio forte, tu resterai nel cammino. Abbraccio il tuo papà e la tua mamma, abbraccio questo dono grande che hai lasciato qui, per correre avanti nell”Universo e tra le stelle. Abbraccio Sebino, perché vivrà con te dentro per sempre, e questo è tanto, tanto. Riprendetevi la città fratelli e sorelle, il samaritano collettivo siete voi. E siete anche , per un vecchio che impara, la speranza contro ogni speranza».
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22 settembre 2024 2024
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