Il crollo delle nascite salverà il mondo? Ecco perché la crisi​demografica è un’opportunità | Dataroom, di Milena Gabanelli
Salva questo articolo e leggilo quando vuoi. Il servizio è dedicato agli utenti registrati.
Trovi tutti gli articoli salvati nella tua area personale nella sezione preferiti e sull'app Corriere News.
Durante il primo mandato, dal 2017 al 2020, Trump incontrò 5 volte Putin ed ebbe con lui 9 telefonate. Oggi potrebbe far rivivere lo«spirito di Yalta» e negoziare una pace sopra la testa dell’Ucraina
Quando con altri giovani colleghi arrivammo a Mosca nel 1990, ci accorgemmo che la cosiddetta «cremlinologia» aveva fatto il suo tempo. Nel caos creativo della «glasnost», serviva ormai a poco l’arcano esercizio di leggere attraverso segnali marginali cosa succedesse dentro il potere sovietico: una strana critica sulla Pravda, uno scambio di posizioni sulla balconata del Mausoleo di Lenin, un nome in più o in meno nella receiving line di un ospite straniero. «Prima non sapevamo nulla e capivamo tutto, ora sappiamo tutto e non capiamo nulla», ironizzava il grande Demetrio Volcic. Oggi il nuovo arcano è la «Trumpologia», campo nel quale una folta schiera di esperti o sedicenti tali si cimenta nella «vera interpretazione» di cosa ci sia dietro il vortice di dichiarazioni contraddittorie, nomine, misure e minacce del nuovo presidente americano. Ma, parafrasando Volcic, l’impressione è che questa volta «non sappiamo nulla e non capiamo nulla». Tant’è. 
Scatena una valanga di commenti e alimenta ogni scenario, l’annuncio di Trump, che al New York Post ha detto di aver «parlato della guerra» al telefono con Vladimir Putin, chiamata che il Cremlino non conferma né smentisce. Saranno i prossimi giorni e settimane a dirci quale seguito avrà questo primo approccio. Quello che però oggi si può fare è cercare di capire la natura del rapporto tra Trump e Putin, sulla base di cosa è successo in passato. 


I numeri, in primo luogo. Durante il primo mandato, dal 2017 al 2020, Trump incontrò 5 volte Putin ed ebbe con lui 9 telefonate. Su quegli anni pesarono le voci mai dimostrate che Trump era stato «compromesso» dai servizi russi: storie non sostanziate su investimenti dubbiosi in Florida, improbabili video di sue imprese erotiche in un hotel di Mosca, presunti contatti di ogni tipo tra la sua campagna e l’intelligence del Cremlino. Certo, la Russia interferì con i suoi troll nelle elezioni del 2016 (ha continuato a farlo) e ci furono contatti preventivi, politicamente inopportuni, tra l’entourage del presidente-eletto e l’ambasciatore russo negli Usa. Ma nelle 448 pagine del suo rapporto, neppure l’ex capo dell’Fbi, Robert Mueller, riuscì a provare collusioni
È vero, tuttavia, che Trump instaurò una relazione molto speciale con Putin, tenendola anche piuttosto segreta e giocoforza sospetta. La prima volta si videro al G20 di Amburgo nel 2017: subito dopo un faccia a faccia senza collaboratori, il presidente americano si fece consegnare le note del suo interprete, ordinandogli di non rivelare ad alcuno quello che aveva sentito. Quella sera stessa, alla cena ufficiale, Trump a un certo punto lasciò il posto a tavola assegnatogli, prese una sedia e si piazzò accanto a Putin, conversando con lui senza che alcun funzionario del suo staff fosse presente. 
Il terzo incontro avvenne lo stesso anno a novembre in Vietnam, a margine di un vertice Asia-Pacifico. 
Il vertice più celebre resta quello russo-americano di Helsinki, nel 2018, dove parlarono a lungo senza testimoni e alla fine Trump smentì l’Fbi, dicendo di credere a Putin, che nei colloqui aveva negato ogni interferenza nelle presidenziali del 2016. 
La nuova vittoria di Trump mette il turbo alla politica personalistica nei rapporti internazionali, soprattutto in quelli tra Mosca e Washington. Il terreno di gioco è l’Ucraina. Putin non ha risparmiato elogi a Trump, prima e dopo il 5 novembre, dicendo addirittura che, «se l’elezione del 2020 non gli fosse stata rubata», la guerra non sarebbe mai iniziata. Il suo sogno è un accordo a due sulla testa di Zelensky, con la riduzione dell’Ucraina a Stato vassallo e neutrale, facendo in qualche modo rivivere lo «spirito di Yalta», quando Stalin e Roosevelt si divisero l’Europa, e riconoscendo alla Russia un ruolo di grande potenza, la sua vera ossessione e missione.
Ora, è vero che Trump è reso vulnerabile dal suo narcisismo ed è ansioso di passare alla Storia come il grande «deal maker» geopolitico, degno un giorno del Nobel per la Pace. Ma c’è anche la possibilità che Putin, anche lui dall’ego molto fragile, si senta troppo sicuro, sopravvaluti la propria posizione e finisca per irritare il suo volubile interlocutore. Utile, in proposito, è ricordare il consiglio che un giovane Donald Trump, durante un party a Long Island nel 1989, diede al diplomatico americano Richard Burt, appena nominato capo dei negoziatori americani alla trattativa Start: «Lei metta a suo agio i sovietici, parli d’altro. Poi, quando si sono rilassati, tiri fuori il negoziato e dica loro di andare a farsi fottere». Lo farà, ora che è presidente? 

9 febbraio 2025 ( modifica il 10 febbraio 2025 | 08:19)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'intervista rilasciata a Bret Baier di Fox News Channel andata in onda durante il preshow del Superbowl
Per usufruire del servizio di domande e risposte de ilMedicoRisponde è necessario essere registrati al sito Corriere.it o a un altro dei siti di RCS Mediagroup.
Non ricordi le credenziali?
Recupera il tuo account
Ti informiamo che con il tuo piano puoi leggere Corriere.it su 1 dispositivo alla volta
Questo messaggio verrà visualizzato su un altro dispositivo/accesso e tu potrai continuare a leggere le notizie da qui. L'altro dispositivo/accesso rimarrà collegato a questo account. Puoi accedere con il tuo account su tutti i dispositivi che desideri, ma utilizzandoli in momenti diversi secondo il tuo piano di abbonamento.
Perché tu o qualcun altro sta leggendo Corriere.it con questo account su più di due dispositivi/accessi. Il tuo attuale abbonamento permette di leggere Corriere.it solo su due dispositivi in contemporanea (computer, telefono o tablet).
Se sei abbonato con un altro account accedi con le tue credenziali. Se siete in 2 o più che utilizzano lo stesso abbonamento, passa all’offerta Family e condividi l’abbonamento con altre due persone. Altrimenti, fai clic su “Continua a leggere qui” e assicurati di essere l'unica persona che visualizza Corriere.it con questo account.
Ti consigliamo di cambiare la tua password cliccando qui

source
⭡ Leggi l’articolo completo.

Di NewsBot