Truffa con la finta voce di Crosetto: le denunce delle vittime celebri e la corsa per fermare i soldi
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Le notizie di domenica 9 febbraio sul conflitto in Ucraina. Il presidente americano ha parlato al telefono con il leader russo per negoziare la fine della guerra in Ucraina
Donald Trump ha detto di aver parlato con Vladimir Putin varie volte, ma si rifiuta di offrire dettagli su quando e quante volte ha parlato con il presidente russo. Lo riferiscono i giornalisti al seguito che lo hanno interpellato sull’Air Force One, dove il presidente ha improvvisato una breve conferenza stampa per celebrare la proclamazione della giornata del Golfo d’America.
«Oggi è un grande giorno per la nostra regione e per l’Europa nel suo complesso. Gli Stati baltici, buoni amici dell’Ucraina, si sono ufficialmente disconnessi dalla rete elettrica russa. I loro sistemi energetici sono ora completamente sincronizzati con la rete continentale europea. Mi congratulo con i nostri amici, Lituania, Lettonia ed Estonia, per questo risultato». Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky citando un passaggio del suo discorso serale. «È importante che la Polonia stia aiutando, dimostrando ancora una volta che la cooperazione tra tutti noi significa indipendenza per ognuno di noi. L’Ucraina lo ha già fatto nel 2022 e ora gli Stati baltici si sono finalmente liberati da questa dipendenza. Mosca non può più usare l’energia come arma contro di loro. Ciò significa anche che l’Europa ora è ancora più unita», ha aggiunto Zelensky, secondo cui «è necessaria una maggiore cooperazione con l’America: gas Gnl, petrolio. Sono necessari maggiori sforzi con i partner nelle regioni vicine all’Ue per importare l’energia necessaria: Caucaso, Medio Oriente, Nord Africa. Meno l’Europa dipenderà dalla Russia, prima potremo garantire una vera sicurezza per tutti».
(di Federico Fubini) Ministro delle Finanze delle Norvegia da pochi giorni, Jens Stoltenberg ha voluto rivolgere subito un messaggio al resto del mondo: il suo Paese, ha puntualizzato, non è un «profittatore di guerra». Stoltenberg è stato segretario generale della Nato per dieci anni fino all’ottobre scorso e la sua autodifesa si spiega con il posto speciale che la Norvegia occupa nei delicati equilibri europei dell’energia. Il Paese ha le più vaste riserve di petrolio e gas naturale del continente dopo la Russia e ha contribuito a compensare parte del crollo delle forniture di quest’ultima.
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Gli Stati baltici tagliano il cordone energetico con la Russia, ex ingombrante «madre patria» ai tempi dell’Unione Sovietica. Dalla notte tra sabato 8 febbraio e domenica 9, Lituania, Estonia e Lettonia hanno staccato la spina con Mosca e sono ora collegati alla rete elettrica Ue. Un «giorno storico», l’ha definito la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel corso della cerimonia che si è tenuta domenica a Vilnius, capitale della Lituania. «Oggi colleghiamo gli Stati baltici alla rete elettrica dell’Europa continentale. Le linee elettriche con la Russia e la Bielorussia vengono smantellate. Queste catene di cavi che vi collegavano a vicini ostili diventeranno un ricordo del passato».
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Secondo quanto riportato dal Presidente Ucraino Volodymyr Zelensky, nella settimana la Russia avrebbe colpito il territorio ucraino con 1.260 bombe aeree, 750 droni e più di 10 missili.
Un’esplosione avvenuta oggi su una petroliera ferma in un porto nella Russia nordoccidentale ha costretto l’equipaggio a evacuare ed è oggetto di un’inchiesta, ha riferito l’agenzia federale di navigazione del Paese. L’agenzia di trasporto marittimo e fluviale Rosmorrechflot ha scritto su Telegram che questa mattina «un’esplosione ha avuto luogo nella sala macchine» della petroliera «Koala» nel porto di Ust-Luga, a ovest di San Pietroburgo. L’equipaggio è fuggito dalla nave e l’esplosione non ha causato «una fuoriuscita del carico o una perdita di prodotti petroliferi», ha proseguito l’agenzia sottolineando che non c’è stato alcun rischio che la nave affondasse. «Le agenzie competenti stanno indagando sull’incidente», ha affermato, e le condizioni della nave saranno ispezionate. Il sito di tracciamento delle navi Vesselfinder ha mostrato che la Koala, costruita nel 2023 e battente bandiera di Antigua e Barbuda, è arrivata a Ust-Luga giovedì. Secondo il canale Telegram russo Baza, la nave trasporta 130.000 tonnellate di combustibile pesante. Due petroliere che trasportavano petrolio sono naufragate nel Mar Nero a dicembre, causando una massiccia fuoriuscita di carburante. A gennaio, i servizi di sicurezza ucraini hanno rivendicato di aver utilizzato dei droni per colpire un terminal petrolifero a Ust-Luga, affermando che «attraverso di esso, la Russia vende petrolio e gas con l’aiuto della `flotta ombra´».
«Come dice la Bibbia, “Beati gli operatori di pace”. E a tal fine, spero che la mia più grande eredità, sia quella di un pacificatore e unificatore» scrive la Casa Bianca in un post su X con una foto che ritrae il team di Donald Trump schierato intorno al presidente.
Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che le truppe russe hanno conquistato un altro villaggio nell’est dell’Ucraina, Orekhovo-Vasilevka nella
regione di Donetsk.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non poter né confermare né smentire una telefonata tra i presidenti russo Vladimir Putin e americano Donald Trump, di cui parla il New York Post. Tra gli Usa e la
Russia, ha detto Peskov al quotidiano filogovernativo Izvestia, ci sono «comunicazioni condotte attraverso diversi canali, e sullo sfondo della molteplicità di queste comunicazioni, io personalmente potrei non essere a conoscenza di qualcosa».
Nella notte la Russia ha attaccato l’Ucraina con 151 droni. Le forze di difesa aerea ucraina «hanno distrutto 70 droni nemici». Lo riferisce l’aeronautica militare di Kiev. «I russi hanno lanciato i droni da cinque località della Russia: Kursk, Orel, Millerovo, Bryansk, Primorsko-Akhtarsk», spiega una nota sottolineando che «le forze di difesa aerea hanno distrutto 70 droni nemici» mentre «altri 74 droni sono andati persi». Secondo quanto riportato dall’aeronautica militare le regioni di Kiev, Sumy, Dnipropetrovsk, Kharkiv, Zhytomyr e Volyn sono state colpite e nella regione di Kiev dei detriti sono caduti sul cantiere di un edificio a più piani, provocando danni.
Le difese antiaeree russe hanno riferito di aver abbattuto 36 droni ucraini in nove regioni russe, tra cui uno nella regione di Leningrado, vicino a San Pietroburgo. «Nel corso della scorsa notte le difese antiaeree hanno intercettato e abbattuto 35 droni ucraini: 18 sopra la regione di Kursk, quattro nella regione di Oryol e altrettanti a Krasnodar; tre a Voronezh, tre a Rostov e uno ciascuno a Bryansk, Tula e in Crimea», ha dichiarato il ministero della Difesa russo su Telegram. Il comando russo ha poi riferito dell’abbattimento di un altro drone nella regione di Leningrado, costringendo le autorità aeronautiche russe a interrompere il lavoro all’aeroporto internazionale Pulkovo di San Pietroburgo. Il giorno prima, l’esercito russo ha abbattuto lo stesso numero di droni su quattro regioni russe, alcuni dei quali hanno tentato di colpire una stazione di pompaggio del petrolio nella regione di Volgograd. L’Ucraina, che sta affrontando con successo l’offensiva delle truppe russe nel Donbas, sta sistematicamente lanciando attacchi con i droni contro il territorio russo, in particolare contro le raffinerie di petrolio e i depositi di carburante.
(Di Lorenzo Cremonesi) Forse la pace diventa più vicina tra Russia e Ucraina e il 2025 potrebbe porre fine alla fase guerreggiata dell’invasione voluta da Vladimir Putin tre anni fa. Ma nulla è certo, tutt’altro, e i combattimenti specie nel Donbass e nella zona russa di Kursk restano feroci, senza alcun segnale di tregua. Venerdì i comandi russi hanno annunciato l’occupazione della città mineraria di Toretsk nella regione del Donetsk. Gli ucraini invece rilanciano gli attacchi a Kursk e segnalano la rinnovata presenza di truppe nordcoreane, che nell’ultimo mese erano state ritirate.
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Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto almeno un colloquio
telefonico con l’omologo russo Vladimir Putin nel tentativo di negoziare la fine della guerra in Ucraina. Lo ha riferito lo stesso Trump in un’intervista
esclusiva concessa venerdì al quotidiano «New York Post» a bordo dell’Air Force One. Trump non ha fornito dettagli in merito ai colloqui con il presidente russo, ma si è detto convinto che a Putin «importi» del drammatico costo in vite umane del conflitto, che prosegue incessantemente dal febbraio 2022. «Vuole vedere la gente smettere di morire», ha detto Trump. «Tutta quella gente morta. Giovani, bellissime persone. Sono come i vostri figli, due milioni di loro».
I sistemi di difesa aerea russi hanno rilevato e annientato alcuni droni
ucraini nella regione di Voronezh. Lo ha detto il governatore regionale
Alexander Gusev sul suo canale Telegram. Non risultano vittime o danni.
Il governatore ha sottolineato che i rischi di un attacco con i droni
nella regione persistono.
Un’importante struttura dell’esercito federale nel nord della Germania
sarebbe stata oggetto, dal 9 al 29 gennaio, di un totale di sei tentativi di
spionaggio tramite l’utilizzo di droni di provenienza ignota: lo scrive il quotidiano Sueddeutsche Zeitung che cita un rapporto riservato inviato al
ministero della Difesa tedesca. Nella struttura viene anche addestrato il
personale ucraino all’utilizzo dei sistemi Patriot.
9 febbraio, 00:27 – Aggiornata il 10 febbraio, 00:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'attacco non avrebbe matrice terroristica
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