Le ultime notizie sulla guerra tra Israele e Hamas e gli aggiornamenti in diretta sul piano di Trump per la striscia di Gaza: Hamas minaccia di sospende il rilascio degli ostaggi israeliani previsto per sabato “fino a nuovo avviso”, Trump: Sarà un vero inferno se non lo farà”.
Il re di Giordania ha affermato su X di aver espresso a Donald Trump la sua “ferma opposizione allo sfollamento dei palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata”. Nel post, il re Abdallah ha spiegato che “questa è una posizione araba comune. Ricostruire Gaza senza sfollare i palestinesi e affrontare la terribile situazione umanitaria dovrebbe essere una priorità”. Il re ha annunciato al Presidente Usa che la Giordania accoglierà “duemila bambini” provenienti dalla Striscia.
“Netanyahu deve attuare l’accordo parola per parola. Questo garantirà che tutto proceda senza intoppi e senza ritardi, e porterà al rilascio dei prigionieri da entrambe le parti”, lo ha affermato uno dei membri dell’ufficio politico di Hamas, Mahmud Mardawi, commentando così la minaccia israeliana di tornare alla guerra a Gaza se i prigionieri non saranno liberati entro sabato a mezzogiorno.
“Non dobbiamo comprare, non c’è niente da comprare”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rispondendo a un giornalista alla Casa Bianca che gli ha domandato del suo annuncio fatto nei giorni scorsi di “comprare” la Striscia di Gaza. “È un’area dilaniata dalla guerra, la terremo, la custodiremo con cura”, ha proseguito Trump, chiarendo che l’enclave sarà posta sotto “l’autorità degli Stati Uniti”. “Penso che possa essere un diamante” per il Medio Oriente, ha aggiunto.
Il ministro delle comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi , ha detto di esser d’accordo con le parole di Trump di “lasciare che l’inferno si scateni” a Gaza se tutti i prigionieri israeliani rimasti non saranno rilasciati entro sabato. In un post su X ha scritto: “La risposta deve essere esattamente quella suggerita dal presidente Trump. Interrompere completamente gli aiuti umanitari, tagliare l’elettricità, l’acqua e le comunicazioni e ricorrere alla forza brutale e sproporzionata fino al ritorno degli ostaggi. È tempo di aprire le porte dell’inferno ad Hamas, e questa volta senza alcuna restrizione per i nostri eroici combattenti”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di non ritenere che Hamas rispetterà la scadenza di sabato per il rilascio di tutti gli ostaggi, mettendo a rischio l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parlando ai giornalisti prima di un incontro con il re di Giordania Abdullah, Trump ha anche detto che i palestinesi potranno vivere in sicurezza in un luogo che non sia Gaza.
Dopo una nuova valutazione, le IDF affermano che stanno ulteriormente rafforzando le forze nel Comando Meridionale dopo che Hamas ha dichiarato che avrebbe rinviato il rilascio degli ostaggi. L’esercito descrive il rafforzamento delle truppe come “esteso” e afferma che include il richiamo dei riservisti. “I rinforzi delle truppe e la mobilitazione dei riservisti vengono effettuati in preparazione di vari scenari”, afferma l’IDF. Ieri l’esercito ha innalzato il livello di allerta presso il Comando Meridionale, prevedendo un possibile ritorno dei combattimenti nella Striscia di Gaza se l’accordo di cessate il fuoco e la presa degli ostaggi dovesse fallire.
“Se sabato Hamas non rilascerà i nostri ostaggi salterà la tregua e l’IDF riprenderà i combattimenti nella Striscia di Gaza” lo ha detto il Premier israeliano Netanyahu dopo la riunione di governo. “Se Hamas non ci restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno”, ha detto, “il cessate il fuoco finirà e le IDF torneranno a combattere intensamente finché Hamas non sarà definitivamente sconfitto” ha affermato il primo ministro Benjamin Netanyahu in una dichiarazione video dopo una riunione del gabinetto di sicurezza durata quattro ore. Un funzionario israeliano in precedenza aveva afferma che Hamas deve rilasciare altri nove ostaggi entro sabato.
La visita del vicepremier Matteo Salvini in Israele prosegue con una serie di incontri istituzionali e dichiarazioni che confermano il forte allineamento dell’Italia alle posizioni del governo israeliano. Matteo Salvini rafforza l’asse con Trump e Israele, annunciando una nuova partnership sulla gestione delle risorse idriche. Il vicepremier difende Netanyahu e critica la Corte Penale Internazionale, avvicinando l’Italia alle posizioni di Washington e Tel Aviv.
Il Premier israeliano Netanyahu avrebbe ordina all’esercito di rafforzare le truppe intorno a Gaza. Lo riportano i media locali dopo le crescenti tensioni per il no di Hamas al rilascio del nuovo gruppo di ostaggi dopo aver accusato Tel Avi di non rispettare il cessate il fuoco
L’inviato Usa in Medio Oriente, Steve Witkoff, dovrebbe volare in Israele in serata, dopo essersi recato a Mosca per discutere del rilascio dell’ostaggio russo-israeliano Alexander Troufanov, nelle mani di Hamas a Gaza. Lo ha riferito Haaretz, citando una fonte a conoscenza dei dettagli.
Secondo Channel 12, Israele continuerà a rispettare l’accordo di rilascio degli ostaggi e di cessate il fuoco con Hamas se il gruppo palestinese rilascerà sabato il sesto gruppo di ostaggi, in conformità con i termini dell’accordo di tregua. Secondo quanto riportato da numerosi media, il portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu, Omer Dostri, ha chiesto ai ministri del governo di non rilasciare interviste su Gaza.
“Trump deve ricordare che c’è un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e questo è l’unico modo per restituire i prigionieri”, lo ha detto all’AFP il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri, riferendosi agli ostaggi e alle minacce del Presidente Usa. “Il linguaggio delle minacce non ha alcun valore e complica ulteriormente le cose”, ha aggiunto il funzionario di Hamas. Parlando ai giornalisti alla Casa Bianca lunedì, Trump infatti aveva detto: “Per quanto mi riguarda, se tutti gli ostaggi non saranno restituiti entro mezzogiorno di sabato direi di annullare tutto e di chiudere ogni partita, lasciando che l’inferno si scateni”.
L’ostaggio Omri Miran era vivo fino a luglio, lo ha comunicato la famiglia del 46enne affermando di aver ricevuto la notizia che è ancora in vita tramite un ostaggio recentemente rilasciato da Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. I fratelli affermano che l’ostaggio tornato ha detto loro di essere stato trattenuto con Omri fino a luglio 2024 e che a quel tempo sembrava stare bene fisicamente. I due, tuttavia, hanno detto che la sua situazione potrebbe essere peggiorata nei sette mesi trascorsi.
Per la ricostruzione di Gaza ci vorranno più di 53 miliardi di dollari. A fare i conti è l’Onu dopo l’annuncio di Trump e del suo piano secondo il quale gli Usa prenderebbero in carico la ricostruzione trasformando la Striscia ma con la deportazione di tutti i palestinesi. “I requisiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine per il recupero e la ricostruzione nella Striscia di Gaza sono stimati in 53,142 miliardi di dollari. Di questi, i requisiti di finanziamento a breve termine per i primi tre anni sono stimati in circa 20,568 miliardi di dollari”, ha scritto il Segretario generale Antonio Guterres in un rapporto commissionato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Si è conclusa dopo quattro ore e mezza la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano, iniziata oggi per discutere la risposta di Israele al rinvio del rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Lo riporta il Times of Israel precisando che non ci sono commenti immediati da parte dell’ufficio del primo ministro in merito alle decisioni che potrebbero essere state prese.
“Siamo pronti ad attaccare Israele se torna ad attaccare Gaza e non rispetta il cessate il fuoco”. Lo ha affermato il leader degli Houthi, Sayyed Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi. Lo riporta Ynet.
Continuano i raid dell’Idf sulla città di Jenin in Cisgiordania, che ha ucciso almeno 25 palestinesi. L’esercito israeliano afferma che il suo scopo è quello di sgominare militanti. Lo riferisce il Guardian. Il vicegovernatore di Jenin Mansour al-Saadi ha affermato che le forze israeliane hanno causato danni consistenti al campo profughi di Jenin e hanno sfollato circa 20.000 persone al suo interno.
Il piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza è “un crimine grave” che “alla fine fallirà”. Lo ha affermato il presidente siriano Ahmed Al-Sharaa (Al-Jolani) parlando nel corso di un’intervista concessa a un podcast britannico e ripresa dal Times of Israel. “Credo che nessun potere possa cacciare le persone dalla loro terra. Molti paesi hanno provato a farlo e hanno tutti fallito”, ha detto ancora. “In oltre 80 anni di questo conflitto, tutti i tentativi di spostarli sono falliti. La lezione palestinese che ogni generazione ha imparato è l’importanza di aggrapparsi alla propria terra”
“Trump ha ragione! Ora tornare e distruggere”. Lo ha scritto su X il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir, duramente contrario all’accordo per il cessate a fuoco nella Striscia che in queste ore vacilla, dopo lo stop alla liberazione di ostaggi prevista per sabato da parte di Hamas che ha accusato Israele di violare i termini della tregua e agli Usa di non essere più considerati garanti dell’intesa vista il piano del presidente Donald Trump di sfollare i palestinesi. Già ieri, davanti allo stallo e ai tentativi dei mediatori internazionali di non far naufragare l’accordo, il leader di Otzma Yehudit aveva esortato a dare una “risposta concreta” al gruppo militante palestinese, con “un massiccio attacco su Gaza, dall’aria e da terra, insieme al blocco totale degli aiuti umanitari alla Striscia, tra cui elettricità, carburante e acqua”. “Dobbiamo tornare alla guerra e distruggere”, aveva esortato.
Un civile palestinese è stato ucciso e un altro è rimasto gravemente ferito oggi dalle forze israeliane a ovest della città di Rafah, nel sud di Gaza. L’agenzia palestinese Wafa riferisce che un giovane, Muhammad Nafeth Hosni Abu Taha, è stato ucciso dopo essere stato colpito a ovest di Rafah, e un altro civile è rimasto gravemente ferito da proiettili nel quartiere Tal al-Sultan.
L’Amministrazione Trump deve ricordare che il rispetto del cessate il fuoco è l’unica strada per il rilascio degli ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza: lo ha dichiarato uno dei responsabili di Hamas, Sami Abu Zuhri, intervistato dall’agenzia di stampa britannica Reuters. “Trump deve ricordare che esiste un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti, e questo è l’unico modo per riportare indietro i prigionieri. Il linguaggio delle minacce non ha valore e complica solo le cose”, ha concluso.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di “condividere il profondo lutto della famiglia” di Shlomo Mansour, l’ostaggio più anziano di Hamas nella Striscia di Gaza la cui morte è stata confermata oggi. “Non ci fermeremo e non resteremo in silenzio finché non sarà riportato in Israele per la sepoltura”, ha aggiunto Netanyahu, promettendo che “continueremo ad agire con determinazione finché non riporteremo a casa tutti gli ostaggi, i vivi e i morti”.
Il premier israeliano ha poi voluto ricordare che Mansour è stato “un fondatore del Kibbutz Kissufim”. Da bambino, ha poi aggiunto, è sopravvissuto al pogrom di Farhud condotto contro gli ebrei a Baghdad, in Iraq.
“Continueremo a lavorare in ogni modo per il ritorno di tutti gli ostaggi, vivi e morti. È nostro dovere morale e nostro obiettivo principale”. Lo scrive su X il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, dopo che da Israele è arrivata la conferma della morte dell’ostaggio 86enne di Hamas, Shlomo Mansour. Katz fa le condoglianze alla famiglia dell’uomo, “uno dei fondatori del Kibbutz di Kissufim”.
L’esercito israeliano, sulla base di informazioni di intelligence, ha stabilito che Shlomo Mansour, 86 anni e rapito dalla sua abitazione, è stato ucciso durante gli attacchi del 7 ottobre e che il suo corpo è stato trasportato a Gaza. L’Idf finora ha confermato la morte di 36 dei 76 ostaggi ancora non liberati.
“Dobbiamo evitare a tutti i costi una ripresa delle ostilità a Gaza, che porterebbe a una tragedia immensa”. Così su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che fa “appello a Hamas affinché proceda con la liberazione degli ostaggi come previsto”. “Entrambe le parti devono rispettare scrupolosamente gli impegni assunti nell’accordo di cessate il fuoco – rimarca – e riprendere negoziati seri”.
Almeno 40mila persone sono state costrette a fuggire dalle loro case in Cisgiordania a causa dell’operazione israeliana “Muro di ferro”, afferma l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).
“Partendo dal campo di Jenin, l’operazione si è estesa ai campi profughi di Tulkarm, Nur Shams ed El Far’a e ha portato allo sfollamento di 40.000 rifugiati palestinesi”, si legge nella dichiarazione pubblicata sul sito web ufficiale dell’UNRWA lunedì. Secondo la dichiarazione, i gruppi armati palestinesi sono diventati sempre più attivi anche nella Cisgiordania settentrionale, posizionando ordigni esplosivi improvvisati nei campi profughi, anche vicino alle strutture dell’UNRWA e alle infrastrutture civili.
Donald Trump ieri è tornato a parlare del suo piano per Gaza davanti ai giornalisti sull’AirForce One: “Sono impegnato ad acquistare e a possedere Gaza. Per quanto riguarda la ricostruzione, potremmo darla ad altri stati del Medio Oriente per costruirne delle sezioni. Altre persone potrebbero farlo sotto i nostri auspici. Ma ci impegniamo a possederla, prenderla e assicurarci che Hamas non torni”.
“Gaza non è una proprietà da vendere e comprare. È parte integrante della nostra terra palestinese occupata”, e i palestinesi sventeranno i piani di sfollamento, ha risposto Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas, come riporta Times of Israel.
Tregua a rischio tra Hamas e Israele dopo che ieri il gruppo islamista ha minacciato di fermare il rilascio di altre ostaggi previsto per sabato prossimo. Lo ha fatto dopo aver denunciato violazioni dell’accordo per il cessate il fuoco da parte dello stato ebraico che, secondo il partito armato palestinese, avrebbe fra l’altro ritardato il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia e bloccato il flusso degli aiuti umanitari. “Nelle ultime tre settimane, la leadership della resistenza ha preso atto delle violazioni da parte del nemico e il mancato rispetto dei termini dell’accordo, incluso il ritardo nel ritorno dei profughi nel nord della Striscia di Gaza, averli presi come obiettivo di bombe e artiglieria in diverse zone della Striscia, non aver consentito agli aiuti umanitari di qualunque tipo di entrare nella regione come concordato. La resistenza ha invece attuato i suoi obblighi”, si legge in un comunicato diffuso dall’account Telegram di Hamas. In serata sempre Hamas ha fatto poi sapere che “la porta resta aperta” per rispettare la data di sabato prossimo per il nuovo scambio prigionieri ma Israele deve “adempiere ai propri obblighi“.
Hamas ha minacciato ieri di sospende il rilascio degli ostaggi israeliani previsto per sabato “fino a nuovo avviso” e ha accusato Israele di non adempiere agli obblighi dell’accordo. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha esortato Tel Aviv ad annullare il suo accordo di cessate il fuoco con Hamas, lasciando “che si scateni l’inferno” se Hamas non restituirà gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza entro mezzogiorno di sabato prossimo. Immediata la risposto del gruppo islamista: “Le minacce del presidente statunitense Donald Trump sulla liberazione degli ostaggi non fanno altro che complicare ulteriormente le cose”. Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Dobbiamo evitare a tutti i costi la ripresa delle ostilità a Gaza che porterebbe a un’immensa tragedia”, ha scritto su X.
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