Israele continuerà a rispettare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza se Hamas libererà il sesto gruppo di ostaggi sabato. Lo riporta Channel 12, al termine del gabinetto di sicurezza presieduto da Netanyahu oggi. "Se Hamas non restituirà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà e l’Idf riprenderà a combattere intensamente finchè Hamas non sarà definitivamente sconfitto". Così il premier israeliano. Anche Trump ribadisce l’ultimatum
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Israele continuerà a rispettare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza se Hamas libererà il sesto gruppo di ostaggi sabato, come previsto dai termini dell’intesa siglata a gennaio. Lo riporta Channel 12, al termine del lungo gabinetto di sicurezza presieduto da Benyamin Netanyahu. “La decisione che il governo ha approvato all’unanimitè è questa: se Hamas non restituirà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà e l’Idf riprenderà a combattere intensamente finchè Hamas non sarà definitivamente sconfitto”. Lo ha affermato il premier israeliano.
Anche Donald Trump ha ribadito il suo ultimatum ad Hamas per il rilascio di “tutti” gli ostaggi sabato. Ieri aveva minacciato “l’inferno” in caso di mancato rispetto dell’impegno.
Il ministro della Difesa Katz mette l’Idf in stato di massima allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza e al confine: “Non torneremo alla realtà del 7 ottobre”, Donald Trump ha definito “terribile” la minaccia di Hamas di rinviare la liberazione degli ostaggi e ha promesso “un vero inferno” se non li rilascerà.
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“Spagna e Irlanda condividono la grande preoccupazione per la situazione” in Medio Oriente, “fanno appello al mantenimento del cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi” e ritengono “inaccettabili le espulsioni della popolazione da Gaza” proposte dal presidente statunitense Donald Trump. E’ quanto hanno ribadito oggi il premier spagnolo, Pedro Sanchez, e il primo ministro irlandese, Micheal Martin, nel corso di un colloquio telefonico del quale ha dato notizia lo stesso capo del governo iberico su X. Spagna e Irlanda, che con la Norvegia nel maggio scorso hanno riconosciuto lo Stato di Palestina, segnalano che “le espulsioni della popolazione sono inaccettabili e l’unica via d’uscita è la soluzione dei due Stati, con il pieno rispetto del Diritto Internazionale”, si legge nel post. Con il suo omologo irlandese, Sanchez condivide inoltre che “l’Ue ha un ruolo importante da giocare” in Medio Oriente, in funzione di una pace giusta e duratura.
Dopo una nuova valutazione, le Idf affermano che stanno ulteriormente rafforzando le forze nel Comando Meridionale dopo che Hamas ha dichiarato che avrebbe rinviato il rilascio degli ostaggi. L’esercito descrive il rafforzamento delle truppe come “esteso” e afferma che include il richiamo dei riservisti. “I rinforzi delle truppe e la mobilitazione dei riservisti vengono effettuati in preparazione di vari scenari”, ha dichiarato l’Idf.
Ieri l’esercito ha innalzato il livello di allerta presso il Comando Meridionale, prevedendo un possibile ritorno dei combattimenti nella Striscia di Gaza se l’accordo di cessate il fuoco e la presa degli ostaggi dovesse fallire.
“La comunità internazionale deve lavorare con i palestinesi per ricostruire Gaza. Accoglieremmo con favore un ruolo proattivo da parte degli Stati Uniti in questo processo di ricostruzione. Vale anche la pena di ricordare che tra le cinque condizioni chiave poste l’anno scorso dalla Presidente della Commissione su Gaza, una riguardava la parte essenziale del futuro Stato palestinese, che non ci fossero ulteriori sfollamenti di palestinesi”. Lo ha detto la commissaria europea al Mediterraneo, Dubravka Suica, al termine del dibattito in plenaria a Strasburgo sul Medio Oriente. La commissaria ha confermato che l’Unione Europea terrà il consiglio di associazione con Israele il 24 febbraio a margine del Consiglio Affari Esteri, mentre il dialogo ad alto livello con l’Autorità Palestinese si svolgerà a margine del Consiglio Affari Esteri del 17 marzo.
La Francia “deplora le numerose vittime civili, in particolare bambini, e sfollati, causate dalle operazioni israeliane in corso nel nord della Cisgiordania”: è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri della Francia. “I metodi di uso della forza impiegati dall’esercito israeliano in Cisgiordania – prosegue il comunicato – costituiscono motivo di estrema preoccupazione. La Francia invita le autorità israeliane a dar prova della massima moderazione nell’uso della forza e a rispettare i loro obblighi internazionali in materia di diritto internazionale umanitario garantendo la protezione della popolazione civile nei territori palestinesi occupati. I bambini – avverte Parigi – non dovrebbero mai essere presi di mira”.
Donald Trump ha ribadito il suo ultimatum ad Hamas per il rilascio di “tutti” gli ostaggi sabato. Ieri aveva minacciato “l’inferno” in caso di mancato rispetto dell’impegno.
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“La decisione che il governo ha approvato all’unanimitè è questa: se Hamas non restituirà gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno, il cessate il fuoco terminerà e l’Idf riprenderà a combattere intensamente finchè Hamas non sarà definitivamente sconfitto”. Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Era scomparso dalla sua abitazione nel kibbutz Kissufim, che aveva contribuito a fondare, il 7 ottobre 2023. I miliziani lo trascinarono fuori dalla casa davanti agli occhi terrorizzati della moglie facendolo salire su un’auto dopo averlo bendato e picchiato e di lui non si è saputo più nulla. Oggi è arrivata la notizia che Shlomo Mantzur, l’ostaggio più anziano nelle mani di Hamas (a marzo avrebbe compiuto 87 anni), è stato ucciso il giorno stesso dell’attacco dei terroristi. Il suo corpo è stato poi portato a Gaza, dove è ancora in mano al gruppo armato palestinese, ha confermato l’esercito israeliano. “Con il cuore pesante, noi membri del kibbutz abbiamo ricevuto questa mattina la notizia dell’omicidio del nostro caro amico Shlomo Mantzur che è stato rapito dalla sua casa durante l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre 2023”, ha annunciato la comunità. “Questo è uno dei giorni più difficili nella storia del nostro kibbutz”, ha aggiunto. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha condiviso il dolore della famiglia e ha affermato che “non ci fermeremo né resteremo in silenzio” finché il corpo di Mantzur non sarà riportato in Israele per una degna sepoltura. “Continueremo a lavorare in ogni modo per restituire tutti i rapiti, sia vivi che morti”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz..
Il ministro delle comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi , ha detto di esser d’accordo con le parole di Trump di “lasciare che l’inferno si scateni” a Gaza se tutti i prigionieri israeliani rimasti non saranno rilasciati entro sabato. In un post su X ha scritto: “La risposta deve essere esattamente quella suggerita dal presidente Trump. Interrompere completamente gli aiuti umanitari, tagliare l’elettricità, l’acqua e le comunicazioni e ricorrere alla forza brutale e sproporzionata fino al ritorno degli ostaggi. E’ tempo di aprire le porte dell’inferno ad Hamas, e questa volta senza alcuna restrizione per i nostri eroici combattenti”.
Israele continuerà a rispettare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza se Hamas libererà il sesto gruppo di ostaggi sabato, come previsto dai termini dell’intesa siglata a gennaio. Lo riporta Channel 12, al termine del lungo gabinetto di sicurezza presieduto da Benyamin Netanyahu. Secondo Times of Israel il portavoce del primo ministro, Omer Dostri, ha chiesto a tutti i ministri di non rilasciare interviste su Gaza.
“La storia del lavoro giornalistico sulla striscia di Gaza è molto strana e difficile. Io mi trovo qua fra di voi e non credo ai miei occhi di essere sopravvissuto a quello che ho visto e ho vissuto. Il giornalismo nelle altre parti del mondo è professione dei fastidi e delle polemiche, a Gaza si può definire la professione della morte, chi lavora deve sapere di avvicinarsi alla morte. Purtroppo non minaccia solo il giornalista in sé, ma tocca alla moglie, ai figli, ai nonni, al padre, ai cugini, alla sua famiglia”. Inizia così il racconto di Wael Al-Dahdouh, giornalista palestinese di Al Jazeera, alla Camera dei deputati, nella conferenza stampa organizzata dalla deputata del Movimento 5 stelle Stefania Ascari “Dentro Gaza: testimonianza dal fronte”.
“La storia della guerra di Gaza è fuori di ogni logica. Il nostro lavoro era raccontare che Gaza era accerchiata minuto per minuto. La guerra ci ha sorpreso ogni volta, sempre più crudele. A Gaza le porte erano chiuse, i giornalisti hanno provato in tutti i modi a raccontare quello che stava accadendo. Noi giornalisti abbiamo detto sempre ‘non siamo una parte della guerra, ma dei professionisti’. Nonostante questo abbiamo pagato un prezzo altissimo – aggiunge -. Più di 200 colleghi sono caduti martiri in attacchi diretti, molti di questi mentre il collega stava lavorando, era in diretta. Nonostante le scritte ‘press’ e nonostante il fatto noi ci muovevamo con estrema cautela. Malgrado questo ci sparavano contro, anche io sono stato ferito. Il mio operatore ha perso la vita e tre uomini del pronto soccorso di Gaza sono morti nell’attacco contro di me. Mi sono salvato per miracolo”.
Annalena Baerbock, ministra degli Esteri della Germania, ha scritto su diversi social: “L’accordo sugli ostaggi ha riportato più di venti uomini e donne alle loro famiglie dalle mani di Hamas. Un sollievo incredibile”. La ministra ha poi indicato la necessità di provvedere alle necessità della popolazione civile di Gaza e ha ricordato “Il diritto internazionale è chiaro, non ci può essere nessuna espulsione da Gaza”. Baerbock conclude così: “La tregua è appesa a un filo. È irresponsabile che Hamas metta in gioco l’accordo con tanta leggerezza. Anche il governo israeliano e gli Stati Uniti devono fare di tutto perché si arrivi alla fase due e a una prospettiva per una vera pace”.
“I metodi di uso della forza da parte dell’esercito israeliano in Cisgiordania sono motivo di estrema preoccupazione. La Francia invita le autorità israeliane a esercitare la massima moderazione nell’uso della forza e a rispettare i propri obblighi internazionali, ai sensi del diritto umanitario internazionale, assicurando la protezione della popolazione civile nei territori palestinesi occupati. I bambini non possono essere bersagli”. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri francese.
Per la ricostruzione di Gaza ci vorranno più di 53 miliardi di dollari. A fare i conti è l’Onu. “I requisiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine per il recupero e la ricostruzione nella Striscia di Gaza sono stimati in 53,1 miliardi di dollari. Di questi, i requisiti di finanziamento a breve termine per i primi tre anni sono stimati in circa 20,5 miliardi”, ha scritto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in un rapporto commissionato dall’Assemblea Generale.
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“Spero che nei prossimi giorni, da qui a sabato, non si torni indietro e che, quindi, la liberazione degli ostaggi proceda come pattuito”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini in un passaggio della conferenza stampa a Gerusalemme. “Saranno ore delicate in Israele quindi conto che il buon senso non riporti indietro le lancette dell’orologio”, ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato l’ex consigliere senior della Casa Bianca Jared Kushner, considerato l’ideatore del piano di Trump per Gaza, durante la sua visita a Washington la scorsa settimana. Lo rivela Axios, citando alti funzionari a conoscenza dell’incontro, secondo cui i due hanno discusso di una serie di questioni, tra cui il controverso piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il controllo della Striscia di Gaza.
Kushner, marito della figlia di Trump, Ivanka, sarebbe stato una forza trainante del piano di Trump e avrebbe preso parte alla stesura dell’annuncio sulla questione, fatto dal presidente insieme a Netanyahu durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. Come è noto, il piano prevede lo svuotamento della Striscia dai suoi residenti e la sua trasformazione nella “Riviera del Medio Oriente”.
La famiglia di Omri Miran , 46 anni, ostaggio di Hamas, afferma di aver ricevuto la notizia che è ancora in vita, tramite un ostaggio recentemente rilasciato da Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Lo riporta il Times of Israel. I fratelli Boaz e Nadav Miran affermano che l’ostaggio tornato ha detto loro di essere stato trattenuto con Omri fino a luglio 2024 e che a quel tempo sembrava stare bene fisicamente. I due, tuttavia, hanno detto che la sua situazione potrebbe essere peggiorata nei sette mesi trascorsi. Miran è stato preso prigioniero il 7 ottobre 2023, dal Kibbutz Nahal Oz, da terroristi che lo hanno portato oltre confine con la sua stessa auto.
Con Netanyahu “abbiamo ragionato di ciò che è stato e che sarà. Sono ore delicate, conto che il buonsenso” consenta di non riportare “indietro le lancette dell’orologio. Trovo singolare che alcuni media abbiano messo sullo stesso piano Trump e Hamas, addirittura dicendo che le parole di Trump potrebbero essere un rallentamento sulla via della pace secondo la denuncia di Hamas. Mi fa orrore che si metta sullo stesso piano le dichiarazioni di un’organizzazione terroristica, l’eradicazione della quale è presupposto per ogni altro ragionamento, con le parole” del presidente Usa. Così il vicepremier Matteo Salvini a Gerusalemme.
Con Benjamin Netanyahu “abbiamo parlato anche del futuro di Gaza, dei rapporti con i Paesi arabi, delle prossime missioni da concordare. Ho stretto con orgoglio la mano al premier democraticamente eletto della democrazia che è lo Stato di Israele, mi spiace che qualcuno se ne abbia a male”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini in un passaggio della conferenza stampa a Gerusalemme.
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Le forze israeliane hanno fatto saltare in aria un’altra abitazione palestinese nel campo profughi assediato di Jenin, in Cisgiordania. I media locali palestinesi hanno riferito che la casa a due piani apparteneva alla famiglia di un combattente palestinese ucciso a luglio dalle Idf.
Nelle tre settimane successive all’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, l’esercito israeliano ha fatto esplodere o incendiato decine di case nella Cisgiordania settentrionale.
Donald Trump riceverà il re di Giordania alla Casa Bianca alle 11.30 locali, le 17.30 in Italia, quindi avra’ un bilaterale con lui nello studio Ovale e un lunch. Non sono previste conferenze stampa congiunte ma eventuali dichiarazioni prima del difficile faccia a faccia, dopo la minaccia del presidente di tagliare gli aiuti Usa ad Amman e al Cairo se non accoglieranno i palestinesi di Gaza.
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