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“Gli accordi vanno rispettati” e “le minacce non servono”. Così il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, si è rivolto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Trump deve ricordare che c’è un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e questo è l’unico modo per restituire i prigionieri. Il linguaggio delle minacce è inutile e complica solo le cose”, ha dichiarato l’esponente di Hamas.
Trump ha minacciato “l’inferno” per Hamas se non libererà gli ostaggi entro mezzogiorno di sabato e ha chiesto a Israele di ritirarsi dall’accordo

La guerra in Medio Oriente, gli approfondimenti
Dossier – Sentieri di guerra

Re di Giordania: “Piano Trump per Gaza? Aspettiamo idee dell’Egitto”
Trump: “Non credo che Hamas rispetterà la scadenza di sabato per il rilascio degli ostaggi”
Re di Giordania sul lotto di terra per i palestinesi nel Paese: “Devo fare ciò che che è meglio per noi”
Trump: “Lotti di terra in Giordania e Egitto dove vivranno i palestinesi”
Netanyahu: “Se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno la tregua finirà”
Domiciliari per i due noti librai Muna di Gerusalemme est
Hamas a Trump: “Gli accordi vanno rispettati
Trump: “Tregua da annullare se Hamas non libera gli ostaggi”
Re Giordania ribadisce, contrari a sfollamento palestinesi

Il re di Giordania ha affermato su X di aver espresso a Donald Trump la sua “ferma opposizione allo sfollamento dei palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata”. Nel post, il re Abdallah ha spiegato che “questa è una posizione araba comune. Ricostruire Gaza senza sfollare i palestinesi e affrontare la terribile situazione umanitaria dovrebbe essere una priorità”.
Rubio, Hamas è pura malvagità

Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, afferma che “non ci sarà pace in Medio Oriente” finché Hamas controllerà il territorio e rimarrà “la potenza dominante lì”. “Hamas è malvagio”, ha scritto Rubio. “E’ pura malvagità”.
Smotrich, ostaggi tutti liberi o Israele scateni inferno

Se tutti gli ostaggi in mano ad Hamas non saranno liberati entro sabato, Israele dovrà scatenare l’inferno a Gaza. E’ il monito che il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha rivolto oggi al primo ministro Benjamin Netanyahu. Il premier, ha spiegato in una nota, deve “informare Hamas” delle conseguenze della mancata restituzione di tutti i prigionieri. “O tutti gli ostaggi saranno rilasciati entro sabato – senza più fasi, senza più giochi – o apriamo loro le porte dell’inferno”, ha avvertito. “Ciò significa niente elettricità, niente acqua, niente carburante, niente aiuti umanitari, solo fuoco e zolfo dai nostri aerei, artiglieria, carri armati e combattenti eroici”, ha aggiunto Smotrich nel chiedere la “piena occupazione della Striscia di Gaza”. Dunque, “in linea con il piano del presidente Trump, la conquista del territorio e l’imposizione della sovranità” su Gaza “perché questo è il prezzo doloroso che il nostro nemico comprende”, ha concluso il ministro.
Idf verso approvazione dei piani di battaglia se salta la tregua

Il Comando meridionale dell’Idf sta approvando i piani di battaglia per la Striscia di Gaza nel caso in cui l’accordo di cessate il fuoco con Hamas fallisca, secondo l’esercito. Lo riporta il Times of Israel. Attualmente, due divisioni dell’Idf sono responsabili delle difese lungo il confine di Gaza e il Corridoio Filadelfia: la 162a Divisione e la Divisione di Gaza. Da ieri sera, diverse brigate e unità delle forze speciali sono state dispiegate presso il Comando meridionale per rafforzare le forze esistenti. Diverse altre brigate sono in stand-by e saranno dispiegate presso il Comando meridionale se necessario. Altre divisioni sono attualmente in fase di preparazione per un possibile dispiegamento a Gaza, a seconda degli sviluppi.
Trump: “Non compreremo Gaza, ma sarà sotto autorità Usa”
“Non dobbiamo comprare, non c’è niente da comprare”. Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, rispondendo a un giornalista alla Casa Bianca che gli ha domandato del suo annuncio fatto nei giorni scorsi di “comprare” la Striscia di Gaza. “È un’area dilaniata dalla guerra, la terremo, la custodiremo con cura”, ha proseguito Trump, chiarendo che l’enclave sarà posta sotto “l’autorità degli Stati Uniti”. “Penso che possa essere un diamante” per il Medio Oriente, ha aggiunto.
Hamas, Netanyahu rispetti accordo “parola per parola”
Hamas ha chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di rispettare “parola per parola” l’accordo di cessate il fuoco a Gaza se vuole liberare i suoi ostaggi. Uno dei membri dell’ufficio politico di Hamas, Mahmud Mardawi, ha commentato così la minaccia israeliana di tornare alla guerra a Gaza se i prigionieri non saranno liberati entro sabato a mezzogiorno. “Netanyahu deve attuare l’accordo parola per parola. Questo garantirà che tutto proceda senza intoppi e senza ritardi, e porterà al rilascio dei prigionieri da entrambe le parti”, ha affermato Mardawi.
Trump: “A Gaza faremo le cose al meglio, ci sarà pace regionale”

Gli Stati Uniti gestiranno il piano per Gaza “molto bene”, con la realizzazione di alberghi e altri edifici. Lo ha detto Donald Trump in uno scambio di battute nello Studio Ovale, prima del bilaterale con re Abdallah di Giordania. “Alla fine avremo la pace in Medio Oriente”, ha aggiunto il presidente, sottolineando ancora una volta che Gaza è al momento “una trappola mortale”.

Re di Giordania: “Piano Trump per Gaza? Aspettiamo idee dell’Egitto”
La questione del piano per Gaza è come farlo funzionare “in modo che sia la cosa migliore per tutti”. Lo ha detto re Abdallah di Giordania nello scambio di battute nello Studio Ovale, prima del bilaterale con Donald Trump. “Aspettiamo che gli egiziani” presentino le proprie idee, ha aggiunto il re riguardo al piano proposto dal presidente Usa. Il re ha poi annunciato che la Giordania accoglierà “duemila bambini” provenienti dalla Striscia. “E’ un bellissimo gesto”, ha replicato Trump.
Trump: “Non credo che Hamas rispetterà la scadenza di sabato per il rilascio degli ostaggi”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di non ritenere che Hamas rispetterà la scadenza di sabato per il rilascio di tutti gli ostaggi, mettendo a rischio l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Parlando ai giornalisti prima di un incontro con il re di Giordania Abdullah, Trump ha anche detto che i palestinesi potranno vivere in sicurezza in un luogo che non sia Gaza.

Re di Giordania sul lotto di terra per i palestinesi nel Paese: “Devo fare ciò che che è meglio per noi”
“La Giordania accoglierà 2.000 bambini malati”, ha detto il re di Giordania, Abdullah II, che ha incontrato il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca. Quando gli è stato chiesto se esistesse un lotto di terra per i palestinesi in Giordania, ha risposto che deve fare ciò che è meglio per il suo Paese. “Ci sarà risposta da una moltitudine di Paesi”, ha aggiunto.
Trump: “Lotti di terra in Giordania e Egitto dove vivranno i palestinesi”
Trump pensa che ci saranno “lotti di terra in Giordania e Egitto dove vivranno i palestinesi”.
Netanyahu: “Se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno la tregua finirà”
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha fatto sapere che se Hamas non restituirà “i nostri ostaggi” entro sabato a mezzogiorno, la tregua finirà e l’esercito israeliano tonerà a combattere fino a quando Hamas non sarà sconfitto.

Ministro Israele: “D’accordo con Trump, scatenare l’inferno se ostaggi non tornano”

Il ministro delle comunicazioni israeliano, Shlomo Karhi , ha detto di esser d’accordo con le parole di Trump di “lasciare che l’inferno si scateni” a Gaza se tutti i prigionieri israeliani rimasti non saranno rilasciati entro sabato. In un post su X ha scritto: “La risposta deve essere esattamente quella suggerita dal presidente Trump. Interrompere completamente gli aiuti umanitari, tagliare l’elettricità, l’acqua e le comunicazioni e ricorrere alla forza brutale e sproporzionata fino al ritorno degli ostaggi. E’ tempo di aprire le porte dell’inferno ad Hamas, e questa volta senza alcuna restrizione per i nostri eroici combattenti”.

Fonte Israele, avanti tregua se 3 ostaggi liberi sabato

Il governo israeliano è pronto a continuare l’attuale cessate il fuoco se Hamas libera tre ostaggi sabato, come previsto. Lo ha affermato una fonte israeliana, citata da Haaretz.
Media, Witkoff volerà in Israele dopo visita a Mosca

L’inviato Usa in Medio Oriente, Steve Witkoff, dovrebbe volare in Israele in serata, dopo essersi recato a Mosca per discutere del rilascio dell’ostaggio russo-israeliano Alexander Troufanov, nelle mani di Hamas a Gaza. Lo ha riferito Haaretz, citando una fonte a conoscenza dei dettagli.
Onu, servono 53 miliardi dollari per ricostruire Gaza
Secondo una stima dell’Onu, servino oltre 53 miliardi di dollari per ricostruire Gaza, dei quali più di 20 nei primi tre anni. “I requisiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine per il recupero e la ricostruzione nella Striscia di Gaza sono stimati in 53,142 miliardi di dollari. Di questi, i requisiti di finanziamento a breve termine per i primi tre anni sono stimati in circa 20,568 miliardi di dollari”, ha scritto il Segretario generale Antonio Guterres in un rapporto commissionato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
La famiglia dell’ostaggio Omri Miran, “dovrebbe essere vivo”

La famiglia di Omri Miran , 46 anni, ostaggio di Hamas, afferma di aver ricevuto la notizia che è ancora in vita, tramite un ostaggio recentemente rilasciato da Gaza nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas. Lo riporta il Times of Israel. I fratelli Boaz e Nadav Miran affermano che l’ostaggio tornato ha detto loro di essere stato trattenuto con Omri fino a luglio 2024 e che a quel tempo sembrava stare bene fisicamente. I due, tuttavia, hanno detto che la sua situazione potrebbe essere peggiorata nei sette mesi trascorsi. Miran è stato preso prigioniero il 7 ottobre 2023, dal Kibbutz Nahal Oz, da terroristi che lo hanno portato oltre confine con la sua stessa auto.
Media, accordo Israele-Egitto a rischio per minacce Trump

ll trattato di pace tra Egitto e Israele potrebbe venire meno se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump mettesse in atto le sue minacce di porre fine agli aiuti americani al Cairo. Lo hanno affermato fonti diplomatiche citate dal quotidiano qatariota Al Araby al-Jadeen, secondo le quali l’incontro programmato a Washington tra il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e Trump è stato sospeso a tempo indeterminato nel mezzo della peggiore crisi nelle relazioni tra Stati Uniti ed Egitto degli ultimi tre decenni. Il leader egiziano si oppone fermamente al piano di Trump di prendere il controllo di Gaza e di sfollare i palestinesi dalla Striscia nei Paesi vicini.
Terminata dopo 4 ore riunione Gabinetto sicurezza israeliano

Si è conclusa dopo quattro ore e mezza la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano, iniziata oggi per discutere la risposta di Israele al rinvio del rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. Lo riporta il Times of Israel precisando che non ci sono commenti immediati da parte dell’ufficio del primo ministro in merito alle decisioni che potrebbero essere state prese durante la riunione.
Domiciliari per i due noti librai Muna di Gerusalemme est
Sono stati rilasciati e mandati agli arresti domiciliari per cinque giorni Ahmad e Mahmoud Muna, i due proprietari della nota libreria Educational Bookshop di Gerusalemme Est. Nipote e zio sono stati arrestati domenica scorsa con l’accusa di aver venduto libri contenenti “incitamento e sostegno al terrorismo”. La polizia ha fatto irruzione nella sede della libreria a Gerusalemme Est e l’ha perquisita, rovesciando libri e quaderni per terra e portandone via alcuni. Tra questi, un libro da colorare per bambini intitolato “Dal fiume al mare”. L’Educational Bookshop è un’istituzione culturale nella città, molto conosciuta e frequentata da palestinesi, israeliani e stranieri, tra cui diplomatici e giornalisti. Fondata nel 1984 nella centrale via Salah al-Din a Gerusalemme Est, vende libri in arabo ed ebraico e ha una filiale all’interno dell’American Colony. Il loro arresto ha provocato un’ondata di proteste, in città ma anche all’estero dove sono noti. Si è trattato di un “arresto brutale e duro”, ha commentato Ahmad Muna dopo il rilascio
Insieme ai dominciali, il tribunale ha anche ordinato loro di non recarsi alla libreria per altri 20 giorni
Washington, incontro tra il re di Giordania e Waltz: “Pace giusta e con due Stati”
In visita negli Stati Uniti, re Abdullah II di Giordania ha incontrato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Mike Waltz. Lo riferisce l’agenzia Petra. Al centro del colloquio, avvenuto nelle scorse ore in attesa dell’incontro tra il sovrano e il presidente americano Donald Trump, ci sono stati gli ultimi sviluppi nella regione e la “partnership strategica” tra la Giordania e gli Stati Uniti. Re Abdullah, si legge ancora, ha ribadito la “posizione ferma della Giordania sulla causa palestinese e l’importanza di una pace giusta e globale sulla base della soluzione dei due stati, sottolineando il ruolo cruciale degli Stati Uniti a sostegno degli sforzi di pace”.

Media: continuano i raid dell’Idf su Jenin, in Cisgiordania
Il raid dell’Idf sulla città di Jenin in Cisgiordania, che ha ucciso almeno 25 palestinesi, secondo i funzionari, è al suo 22° giorno consecutivo. L’esercito israeliano afferma che il suo scopo è quello di sgominare militanti. Lo riferisce il Guardian. Il vicegovernatore di Jenin Mansour al-Saadi ha affermato che le forze israeliane hanno causato danni consistenti al campo profughi di Jenin e hanno sfollato circa 20.000 persone al suo interno.
Guterres: “Dobbiamo evitare la ripresa delle ostilità a Gaza”
“Dobbiamo evitare a tutti i costi una ripresa delle ostilità a Gaza, che porterebbe a una tragedia immensa”. Così su X il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che fa “appello a Hamas affinché proceda con la liberazione degli ostaggi come previsto”. “Entrambe le parti devono rispettare scrupolosamente gli impegni assunti nell’accordo di cessate il fuoco – rimarca – e riprendere negoziati seri”.
Ben-Gvir: “Trump ha ragione, tornare e distruggere Gaza”
“Trump ha ragione! Ora tornare e distruggere”. Lo ha scritto su X il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir, duramente contrario all’accordo per il cessate a fuoco nella Striscia che in queste ore vacilla, dopo lo stop alla liberazione di ostaggi prevista per sabato da parte di Hamas che ha accusato Israele di violare i termini della tregua e agli Usa di non essere più considerati garanti dell’intesa vista il piano del presidente Donald Trump di sfollare i palestinesi. Già ieri, davanti allo stallo e ai tentativi dei mediatori internazionali di non far naufragare l’accordo, il leader di Otzma Yehudit aveva esortato a dare una “risposta concreta” al gruppo militante palestinese, con “un massiccio attacco su Gaza, dall’aria e da terra, insieme al blocco totale degli aiuti umanitari alla Striscia, tra cui elettricità, carburante e acqua”. “Dobbiamo tornare alla guerra e distruggere”, aveva esortato
Wafa: “Un morto e un ferito da forze israeliane a ovest di Rafah”
Un civile palestinese è stato ucciso e un altro è rimasto gravemente ferito oggi dalle forze israeliane a ovest della città di Rafah, nel sud di Gaza. L’agenzia palestinese Wafa riferisce che un giovane, Muhammad Nafeth Hosni Abu Taha, è stato ucciso dopo essere stato colpito a ovest di Rafah, e un altro civile è rimasto gravemente ferito da proiettili nel quartiere Tal al-Sultan
Al Jolani: “Il piano di Trump per Gaza è un crimine grave che fallirà”
Il piano di Donald Trump per la Striscia di Gaza è “un crimine grave” che “alla fine fallirà”. Lo ha affermato il presidente siriano Ahmed Al-Sharaa (Al-Jolani) parlando nel corso di un’intervista concessa a un podcast britannico e ripresa dal Times of Israel. “Credo che nessun potere possa cacciare le persone dalla loro terra. Molti paesi hanno provato a farlo e hanno tutti fallito”, ha detto ancora. “In oltre 80 anni di questo conflitto, tutti i tentativi di spostarli sono falliti. La lezione palestinese che ogni generazione ha imparato è l’importanza di aggrapparsi alla propria terra”
Continua il raid dell’Idf su Jenin per 22 giorni consecutivi
Il raid dell’Idf sulla città di Jenin in Cisgiordania, che ha ucciso almeno 25 palestinesi, secondo i funzionari, è al suo 22° giorno consecutivo. L’esercito israeliano afferma che il suo scopo è quello di sgominare militanti. Lo riferisce il Guardian. Il vicegovernatore di Jenin Mansour al-Saadi ha affermato che le forze israeliane hanno causato danni consistenti al campo profughi di Jenin e hanno sfollato circa 20.000 persone al suo interno
Netanyahu riunisce il gabinetto di sicurezza
E’ in corso una riunione del gabinetto di sicurezza israeliano nella residenza del Premier a Gerusalemme per parlare della risposta israeliana all’annuncio di Hamas sul rinvio del rilascio degli ostaggi previsto per sabato prossimo. Lo riporta il Times of Israel
Al-Sisi: “Ricostruire Gaza senza sfollare i palestinesi”
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha esortato la ricostruzione di Gaza “senza sfollare i palestinesi”, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che potrebbe “plausibilmente” bloccare gli aiuti all’Egitto e alla Giordania se si rifiutassero di accogliere i gazawi. Durante una telefonata con il primo ministro danese Mette Frederiksen, Sisi ha “sottolineato la necessità di avviare la ricostruzione della Striscia di Gaza… senza sfollare i palestinesi e in modo da garantire il mantenimento dei loro diritti a vivere nella loro terra”, secondo un comunicato del suo ufficio
Netanyahu: “Lutto per la morte dell’ostaggio Mansour, li riporteremo tutti a casa”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di “condividere il profondo lutto della famiglia” di Shlomo Mansour, l’ostaggio più anziano di Hamas nella Striscia di Gaza la cui morte è stata confermata oggi. “Non ci fermeremo e non resteremo in silenzio finché non sarà riportato in Israele per la sepoltura”, ha aggiunto Netanyahu, promettendo che “continueremo ad agire con determinazione finché non riporteremo a casa tutti gli ostaggi, i vivi e i morti”. Il premier israeliano ha poi voluto ricordare che Mansour è stato “un fondatore del Kibbutz Kissufim”. Da bambino, ha poi aggiunto, è sopravvissuto al pogrom di Farhud condotto contro gli ebrei a Baghdad, in Iraq
Guterres: “Hamas proceda con la prevista liberazione degli ostaggi”
“Dobbiamo evitare a tutti i costi la ripresa delle ostilità a Gaza che porterebbe a un’immensa tragedia. Faccio appello ad Hamas affinché proceda con la prevista liberazione degli ostaggi”: lo scrive su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Entrambe le parti devono rispettare pienamente gli impegni presi nell’accordo di cessate il fuoco e riprendere negoziati seri”, aggiunge

Il kibbutz Kussufim conferma la morte dell’ostaggio 86enne Shlomo Mansour

Il kibutz Kissufim ha annunciato che l’ostaggio Shlomo Mansour, 86 anni, è morto mentre era prigioniero di Hamas. “Con il cuore pesante, noi membri del kibbutz abbiamo ricevuto questa mattina la notizia dell’omicidio, avvenuto nella prigionia di Hamas, del nostro caro amico Shlomo Mansour, 86 anni, rapito dalla sua casa nel kibbutz Kissufim nell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023”, si legge nella dichiarazione riportata dal Times of Israel. Il comunicato non indica quando o come Mansour sia stato ucciso, né come sia stata confermata la sua morte
I familiari degli ostaggi bloccano l’autostrada Tel Aviv-Gerusalemme
I familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas stanno bloccando l’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, chiedendo al primo ministro Benjamin Netanyahu di non mettere a repentaglio l’accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo riportano il Times of Israel. I manifestanti portano con loro dei cartelli recanti la scritta “Abbandonare gli ostaggi è un crimine di guerra”. La richiesta al primo ministro è quella di “smettere di minare l’accordo e di inviare una squadra di negoziatori a Doha che abbia un mandato completo per negoziare la seconda fase, che porterà al rilascio di tutti gli ostaggi rimasti in una volta sola”

“Segnali di vita” dai gemelli israeliani prigionieri a Gaza
La famiglia dei gemelli ventisettenni Gali e Ziv Berman, prigionieri a Gaza, ha fatto sapere di aver ricevuto “segnali di vita” dai loro congiunti. Lo riporta il Times of Israel. “Facciamo un profondo respiro ma sappiamo in che mani siano e che pericolo corrano le loro vite”, si legge in un messaggio diffuso dalla famiglia Berman ai residenti del Kibbutz Kfar Aza, dove i due fratelli furono catturati da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre 2023

Hamas a Trump: “Gli accordi vanno rispettati
Gli accordi vanno rispettati” e “le minacce non servono”. Così il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, si è rivolto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Trump deve ricordare che c’è un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e questo è l’unico modo per restituire i prigionieri. Il linguaggio delle minacce è inutile e complica solo le cose”, ha dichiarato l’esponente di Hamas. Trump ha minacciato “l’inferno” per Hamas se non libererà gli ostaggi entro mezzogiorno di sabato e a chiesto a Israele di ritirarsi dall’accordo

Trump: “Tregua da annullare se Hamas non libera gli ostaggi”
Donald Trump ha detto che l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas dovrebbe essere annullato se Hamas non rilascerà tutti gli ostaggi rimasti che tiene a Gaza entro mezzogiorno di sabato. “Parlo per me stesso, Israele può ignorarlo”, ha aggiunto, ammonendo però che “si scatenerà l’inferno” se gli ostaggi rimasti non saranno rilasciati

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