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Sanremo 2025: gli artisti in gara, le pagelle
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Francesca Michielin – RIPRODUZIONE RISERVATA
12 febbraio 2025, 01:25
dell’inviata Claudia Fascia. Foto di Ettore Ferrari
Le pagelle della prima serata del festival di Sanremo (secondo l’ordine di uscita dei cantanti in gara):
GAIA – CHIAMO IO CHIAMI TU – VOTO 5 A lei l’ingrato compito di aprire il festival 2025. Ma sparisce subito dopo. Il brano cerca di essere catchy, ma senza raggiungere l’obiettivo.
FRANCESCO GABBANI – VIVA LA VITA – VOTO 7,5 L’Ariston è il suo mondo, la sua comfort zone. Come un pisello nel suo baccello. Al festival, con l’orchestra, si esalta e dà il meglio in versione ecumenica.
RKOMI – IL RITMO DELLE COSE – VOTO 6.5 Urge corso di dizione per il giovane rapper brianzolo. Piazza un pezzo ben ritmato che non cela qualche critica a questo mercato mordi e fuggi che è la musica. Il torso nudo ha agitato le signore della prima fila.
NOEMI – SE T’INNAMORI MUORI – VOTO 7 La voce graffiante, l’esibizione pulita e intensa, il look sofisticato. Dal vivo meglio che al primo ascolto registrato.
IRAMA – LENTAMENTE – VOTO 6.5 Il tocco di Blanco si sente, ma il marchio di fabbrica di Irama rimane intatto. Pezzo che più Sanremo non si può.
COMA_COSE – CUORICINI – VOTO 7 California, in versione Sposa Cadavere, e Fausto Lama sono al terzo Sanremo e anche stavolta riescono nell’intento di farsi notare. La performance è parte integrante dell’esibizione.
SIMONE CRISTICCHI – QUANDO SARAI PICCOLA – VOTO 8 Commozione e lacrime, in platea ma di certo anche a casa. La fragilità di un genitore colpisce tutti al cuore. Standing ovation alle emozioni che hanno aggrovigliato lo stomaco.
MARCELLA BELLA – PELLE DIAMANTE – VOTO 5.5 50% in quota spettatore di Rai1, 50% in quota girl power. Storia della musica, ma questa nel frattempo è andata altrove.
ACHILLE LAURO – INCOSCIENTI GIOVANI – VOTO 8 Sono lontani (neanche troppo) i tempi degli spogliarelli sul palco, dei quadri blasfemi, degli ammiccamenti. La crisalide Achille si è trasformato nella farfalla Lauro. Elegante, centrato, convincente, con il Senato tutto dalla sua.
GIORGIA – LA CURA PER ME – VOTO 8,5 Autotune scansate, con la voce non si scherza. E qui si fa sul serio. Lei si gioca la vittoria, in un campionato senza rivali.
WILLIE PEYOTE – GRAZIE MA NO GRAZIE – VOTO 6.5 Quota sociale del festival, meno incisivo di come l’abbiamo conosciuto ma sempre divertente nella sua dissacrante visione del mondo.
ROSE VILLAIN – FUORILEGGE – VOTO 5.5 Tanto, troppo uguale alla se stessa di un anno fa. Funziona, ma l’effetto noia rischia di essere dietro l’angolo.
OLLY – BALORDA NOSTALGIA – VOTO 6.5 Per i bookmaker il vincitore è lui. Ma spesso (la lista al festival è lunga) chi entra papa, esce cardinale. Il brano funziona e sicuramente avrà futuro in ogni caso.
ELODIE – DIMENTICARSI ALLE 7 – VOTO 6 Sottotono. Anche nel look è meno esplosiva del solito. Il brano si perde un po’ nel ritmo serrato della serata.
SHABLO feat. GUÈ, JOSHUA, TORMENTO – LA MIA PAROLA – VOTO 6.5 Si balla, ci si diverte con la presenza più improbabile al festival. Con la loro ‘street song’, puro rap d’annata, vanno più a divertirsi che a gareggiare.
MASSIMO RANIERI – TRA LE MANI UN CUORE – VOTO 6.5 Tra rap, elettronica, autotune, Massimo Ranieri si difende e difende la tradizione. L’assolo di sax è una carezza al cuore.
TONY EFFE – DAMME ‘NA MANO – VOTO 7 Tanto rumore per nulla. Si rifà alla tradizione dello stornello romano. Completa l’opera di riposizionamento da bad boy del rap a bravo ragazzo il trucco che cancella i tatuaggi dal volto (ma non può cancellare le polemiche hanno accompagnato l’annuncio della sua presenza al festival).
SERENA BRANCALE – ANEMA E CORE – VOTO 7 Una boccata di energia e buon umore. Ariston conquistato sul campo della gavetta e dello studio. Per molti sarà una bella scoperta, per pochi una bella conferma.
BRUNORI SAS – L’ALBERO DELLE NOCI – VOTO 8 La delicata poesia di una padre alla figlia. Emozione unita a una ricerca del testo mai banale. Il cantautore non delude.
MODA’ – NON TI DIMENTICO – VOTO 6 Faranno pur sempre loro stessi, ma di certo non si può dire che Kekko non sappia cantare. Soprattutto in un festival dove a farla da padrone è l’autotune (e anche qualche stonatura di troppo). Non lo ferma neanche il dolore al torace post caduta.
CLARA – FEBBRE – VOTO 5 L’effetto sorpresa che ha accompagnato il suo debutto un anno fa è un po’ svanito. L’urban contemporaneo la veste come una seconda pelle, ma non basta.
LUCIO CORSI – VOLEVO ESSERE UN DURO – VOTO 8+ Un po’ David Bowie, un po’ Renato Zero, un po’ Alberto Fortis. E c’è anche un pizzico di Marcel Marceau. Tutto e il contrario di tutto. Un marziano all’Ariston, anche per il livello di bravura.
FEDEZ – BATTITO – VOTO 7 Gli occhi completamente neri (grazie all’aiuto di lenti a contatto) sono piuttosto inquietanti, come anche il poco rassicurante testo sulla depressione. Cupo e dark, riesce nell’impresa di rimanere concentrato, ma esagera con l’autotune.
BRESH – LA TANA DEL GRANCHIO – VOTO 5 Pesca a piene mani dalla tradizione della scuola genovese da cui arriva, ma non convince. Rischia di essere un’occasione non colta.
SARAH TOSCANO – AMARCORD – VOTO 5 Non ha neanche 20 anni e canta di ricordi… Arriva (prematuramente?) direttamente dalla vittoria ad Amici di qualche mese fa. Forse serviva percorrere un po’ più di strada.
JOAN THIELE – ECO – VOTO 7+ Un’altra delle ‘belle’ scommesse di Conti. Anche lei all’Ariston per meriti sul campo. Tra Mina e atmosfere anni Sessanta, porta il suo stile raffinato e ricercato.
ROCCO HUNT – MILLE VOTE ANCORA – VOTO 7.5 A trent’anni la consapevolezza non è più quella di Nu juorno buono di dieci anni fa, ma l’attaccamento alle proprie radici, quello non cambia. Tra rap e ritmi mediterranei canta le contraddizioni della sua terra.
FRANCESCA MICHIELIN – FANGO IN PARADISO – VOTO 5 Sarà l’infortunio sulle scale dei giorni scorsi, sarà l’emozione, sarà il brano che non è il migliore della sua carriera, ma il tutto rimane un po’ scialbo.
THE KOLORS – TU CON CHI FAI L’AMORE – VOTO 6.5 Calcutta ci mette lo zampino, ops.. la penna, ma il genere The Kolors è ormai riconosciuto. La Crusca è pronta a inserirlo nel prossimo aggiornamento della lingua italiana. Fanno bene quello che sanno fare.
CARLO CONTI – VOTO 7.5 Si torna sempre dove si è stati bene. Anche se sono passati dieci anni dal debutto e il confronto con gli ascolti delle ultime edizioni può essere pericoloso. Padrone del ritmo serrato, riesce a chiudere con un notevole anticipo sulla scaletta. Ha scaldato i motori, la macchina è partita, la strada è tutta in discesa.
GERRY SCOTTI – VOTO 7 Smorza con efficacia la tensione della prima sera. Porta buonumore e simpatia e si diverte a giocare al Fantasanremo con gli artisti in gara. L’ospitata di lusso in Rai, lo fa sentire come un bimbo pescato con le mani nel barattolo della marmellata. E si lecca anche le dita.
ANTONELLA CLERICI – VOTO 7 Signora della tv italiana, con il maggior numero di presenze all’Ariston, dopo essere stata messa da parte si sta prendendo le sue rivincite. Sbrilluccicante ma senza gli eccessi di una volta ci mette il cuore, divertendosi e commuovendosi. In chiusura porta anche “trofiette al pesto”, frecciatina contro chi aveva detto che “sapeva di sugo”.
NOA E AWAD – VOTO 10 In un festival in cui l’attualità dove rimanere fuori, loro portano un messaggio forte e potente contro la guerra in Medioriente, contro tutte le guerre. Cantano Imagine e l’Ariston ammutolisce.
JOVANOTTI – VOTO 10 Energia allo stato puro. Arriva a Sanremo e lo travolge, coinvolgendo tutta la città con l’aiuto dei Rockin’ 1000. Pubblico impazzito, con tanto di ‘sciura’ che tenta di avvinghiarlo, con il rischio di farlo cadere. Il bionico Jova è tornato, lo aspettavamo!
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