La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è la prima leader europea ad essere entrata a Gaza in oltre un decennio, dopo aver attraversato il confine a Rafah, invitando a sostenere il cessate il fuoco. Hamas ha annunciato di procedere con il rilascio degli ostaggi in cambio dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele, secondo i tempi previsti dall’intesa. Israele manterrà fede all’accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi se Hamas rilascerà altri tre ostaggi sabato
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La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è la prima leader europea ad essere entrata a Gaza in oltre un decennio, dopo aver attraversato il confine a Rafah “in un momento cruciale”, dicendo di voler continuare a sostenere a tregua. 
Israele avrebbe inviato un messaggio a Hamas tramite i mediatori di Egitto e Qatar, affermando che manterrà fede all’accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi se Hamas rilascerà altri tre ostaggi sabato, come previsto. Lo riferisce Axios, citando un alto funzionario israeliano. Il portavoce senior di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha detto che il movimento è “impegnato” a rispettare il calendario precedentemente concordato per l’accordo sugli ostaggi, quindi tre e non “tutti”. “Se Hamas ferma il rilascio degli ostaggi, allora non c’è accordo e ci sarà la guerra”, aveva detto in precedenza il ministro della Difesa israeliano Katz, minacciando una ripresa dei combattimenti “diversa nell’intensità rispetto a prima del cessate il fuoco”
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“Se gli arabi hanno un piano migliore per Gaza lo presentino, va benissimo. Ma Hamas non può restare li’. Israele non lo tollerera’”. Lo ha detto il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, rispondendo a una domanda sul piano di Donald Trump di spostare da Gaza due milioni di palestinesi. 
Le IDF confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale, affermando di avere preso di mira le strutture di Hezbollah. I siti colpiti dai caccia – spiega Israele – erano utilizzati da Hezbollah per immagazzinare armi e lanciarazzi e “rappresentavano una minaccia diretta per il fronte interno israeliano”, afferma l’esercito. Secondo l’IDF, l’attivita’ di Hezbollah nei siti “costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano”.
Un leader di Hamas, Taher al-Nunu, ha affermato ad Al Jazeera: “Abbiamo sottolineato la necessità di avviare immediatamente i colloqui della seconda fase. Il ruolo dei mediatori è quello di rimuovere gli ostacoli al raggiungimento di un accordo. Riteniamo l’occupazione responsabile di ogni ritardo nella seconda fase dei negoziati. I negoziati per la seconda fase non sono ancora iniziati e sottolineiamo la necessita’ di avviarli immediatamente”.
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
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La Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha visitato Gaza. Si tratta della prima visita di una leader della Ue nella fascia costiera in piu’ di un decennio. “In questo momento critico per la regione e per il mondo, sono voluta venire qui per sottolineare e testimoniare in prima persona il ruolo fondamentale dell’Europa nel far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza”, ha affermato nella dichiarazione.
“La posizione dell’Italia è sempre la stessa: due popoli e due Stati”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato all’aeroporto di Ciampino il piano di Trump per Gaza, mentre attendeva l’aereo con a bordo i 14 bambini palestinesi evacuati dalla Striscia. Tajani ha aggiunto che “sia l’Egitto sia la Giordania non lo considerano un piano realizzabile”. “Bisogna anche tenere conto della situazione migratoria – ha sottolineato – perchè due milioni di persone che si spostano dalla Palestina all’altra parte del Medio Oriente creerebbero problemi di migrazione per tutta l’area del Medio Oriente. Meglio lavorare per la ricostruzione di Gaza, con una strategia che permetta a Israele di vivere sicuro, essere riconosciuto dalla Palestina e che Israele stesso riconosca la Palestina” ha concluso. 
L’intelligence degli Stati Uniti ritiene che Israele colpirà i siti nucleari iraniani nei prossimi mesi e Teheran ha già annunciato una risposta. Non si abbassa la tensione tra la Repubblica islamica e lo Stato ebraico, dopo che nel 2024 c’erano stati in due occasioni attacchi missilistici reciproci tra i due paesi e Israele aveva ucciso a Teheran il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, mentre infuriava la guerra a Gaza. “Il nemico minaccia di colpire il nostro impianto nucleare. Venite e colpitelo, è il cervello dei nostri appassionati esperti che l’ha costruito. Se ne colpite 100, i nostri esperti ne costruiranno 1.000”, ha detto il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, dopo che il Wall Street Journal aveva rivelato che Israele sta considerando attacchi significativi sui siti nucleari iraniani durante quest’anno, con l’obietto di trarre vantaggio dalla debolezza di Teheran, causata anche dall’uccisione dei leader di gruppi alleati in Medio Oriente, come Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza. Le agenzie di intelligence di Washington sono giunti a questa conclusione durante gli ultimi giorni dell’amministrazione guidata dall’ex presidente Joe Biden, secondo dirigenti a conoscenza del rapporto citati dal quotidiano. 
“Mi pare che ci sia qualche spiraglio positivo per andare avanti, noi facciamo tutto ciò che è in nostro potere per fare in modo che la tregua si consolidi, quindi voglio sperare che vengano liberati gli ostaggi. Adesso andiamo ad accogliere i bambini palestinesi malati di tumore che saranno ricoverati negli ospedali italiani, l’ultimo lo prenderò con me lunedì prossimo, lo porto dal Cairo, quindi adesso lavoriamo su queste cose. Speriamo che ci sia la liberazione degli altri ostaggi, che si possa andare avanti nella costruzione della pace: questa è la cosa più importante di tutte”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo la cerimonia per l’anniversario della firma dei Patti Lateranensi, parlando della situazione in Medio Oriente.
Gli ultimi segnali sulla crisi di Gaza indicano una possibile svolta che potrebbe scongiurare la ripresa delle ostilità. Israele, dopo alcuni giorni di ambiguità, ha chiarito che non ha alzato la posta e che si aspetta da Hamas il rilascio di tre ostaggi vivi sabato, così come concordato a metà gennaio. Non tutti i rapiti, al contrario di quanto era filtrato da fonti governative e come richiesto anche da Donald Trump. Allo stesso modo la fazione palestinese ha confermato il suo impegno a liberare gli ostaggi secondo “il calendario previsto”. Lo scenario resta comunque incerto, perché lo Stato ebraico ha ribadito la minaccia di rientrare in guerra se lo scambio di sabato saltasse. Nella Striscia intanto si segnala l’arrivo del primo leader europeo dopo oltre un decennio, Roberta Metsola, che ha voluto testimoniare personalmente l’impegno dell’Ue sul fronte umanitario e per una pacificazione della regione. Gli spiragli sulla ricomposizione della frattura tra Israele e Hamas sono emersi dal Cairo, dove i mediatori egiziani e qatarini hanno facilitato i negoziati. Secondo fonti palestinesi, la situazione si è sbloccata perché Israele ha detto che rispetterà gli impegni sul sostegno umanitario ai civili di Gaza, ad esempio non ostacolando l’arrivo degli aiuti. 
“Si e’ accennato alla questione mediorientale”, afferma sul vertice bilaterale di oggi tra Italia e Santa Sede il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che alla domanda più specifica sul trasferire la popolazione palestinese risponde: “la popolazione palestinese deve rimanere nella sua terra. Questo è uno dei punti fondamentali della Santa Sede: nessuna deportazione. Nessuna deportazione anche perché qualcuno ha sottolineato dalla parte italiana come questo creerebbe tensione nell’area”. 
Lo speaker del parlamento libanese, Nabih Berri, ha dichiarato che Beirut ha respinto la richiesta di Israele di rimanere in cinque localita’ del sud dopo la scadenza del termine per la piena attuazione di un fragile accordo di cessate il fuoco la prossima settimana. Gli Stati Uniti, uno dei principali mediatori, “mi hanno informato che l’occupazione israeliana si ritirera’ dai villaggi che ancora occupa il 18 febbraio, ma rimarra’ in cinque punti”, ha dichiarato Berri, esponente di Hezbollah, in un comunicato, aggiungendo: “Li ho informati a nome mio e del presidente generale Joseph Aoun e del primo ministro Nawaf Salam del nostro assoluto rifiuto” di questa proposta. 
La presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è la prima leader europea ad essere entrata a Gaza in oltre un decennio, dopo aver attraversato il confine a Rafah “in un momento cruciale”. La visita “ha lo scopo di sottolineare il ruolo fondamentale dell’Ue nel sostenere gli sforzi umanitari a Gaza – in particolare attraverso l’operazione Eubam – e l’impegno dell’Ue a continuare a sostenere il cessate il fuoco e l’accordo per lo scambio di ostaggi”, fa sapere il portavoce. 
“Apprezziamo la posizione di Egitto, Giordania, Arabia Saudita e di tutti i Paesi che si oppongono alla politica di sfollamento proposta da Trump”. Lo ha affermato il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, in una dichiarazione su Telegram.
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Di NewsBot