Lo ha ribadito il presidente Volodymyr Zelensky, alla vigilia dei colloqui a Riad tra team negoziali russi e americani, parlando in conferenza stampa ad Abu Dhabi dove è in visita. Turchia: "Zelensky domani in visita per colloqui con Erdogan". Gli ultimi sviluppi del conflitto, oltre a questioni regionali e globali, saranno al centro dei colloqui. Il cancelliere tedesco Scholz ha dichiarato che Ue e Usa devono sempre agire insieme in materia di sicurezza, dopo i colloqui con i leader europei a Parigi
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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, avrà un incontro domani ad Ankara con il capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan. Gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina, oltre a questioni regionali e globali, saranno al centro dei colloqui, che riguarderanno anche “tutti gli aspetti delle relazioni di partenariato strategico Turchia-Ucraina” e “i passi da intraprendere per rafforzare ulteriormente la cooperazione tra i due Paesi”, ha annunciato il direttore della comunicazione di Erdogan, Fahrettin Altu.
Lo stesso Zelensky ha affermato che Kiev “non riconoscerà” alcun accordo tra la Russia e gli Stati Uniti raggiunto senza di lui. Il capo dello Stato ha aggiunto che l’Ucraina non è informata dei colloqui tra Stati Uniti e Russia in Arabia Saudita. L’Ucraina vuole che l’Europa nomini rapidamente un rappresentante per  potenziali negoziati di pace con gli Stati Uniti e la Russia: lo ha  affermato Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio di Volodymyr Zelensky,  secondo il sito di Bloomberg. “Nessuno imporrà un accordo preconfezionato al leader eletto di una  nazione sovrana, la decisione ultima sul futuro dell’Ucraina resta  all’Ucraina”. Lo avrebbe detto l’inviato Usa Keith Kellogg nel corso di  un incontro col segretario generale della Nato Mark Rutte e con il  Consiglio Atlantico, stando ad una fonte diplomatica alleata. 
Il ministro degli Esteri svedese, Maria Malmer Stenergard, ha affermato di “non escludere” l’invio di peacekeeper in Ucraina. “Credo che sia del tutto prematuro parlarne ora”, ha commentato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Non può esserci una pace imposta che l’Ucraina deve accettare”. e “non ci deve essere alcuna divisione sulla sicurezza tra Europa e Stati Uniti”, ha aggiunto il cancelliere tedesco, lasciando  il vertice di Parigi.
I negoziati sull’Ucraina tra le delegazioni russa e americana sono programmati per domani a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, secondo quanto riferito ieri sera dal quotidiano russo Kommersant. E potrebbe arrivare “molto presto” un incontro tra Trump e Putin, afferma il presidente Usa. 
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Gli Stati Uniti “vogliono compiacere Putin”. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista all’emittente pubblica tedesca Ard, giudicando “debole” la capacità di difesa europea. “Il problema è che gli Stati Uniti oggi dicono cose che sono molto gradite a Putin. Penso che sia lì il problema. Perché vogliono compiacerlo”, ha detto il leader nell’intervista registrata sabato e andata in onda oggi. Per quanto riguarda “il numero di truppe da combattimento, la flotta, l’aeronautica, i droni, onestamente penso che l’Europa sia debole”, ha aggiunto.
“Ad oggi, non abbiamo ricevuto alcun invito alle trattative in Arabia Saudita. Al momento, per noi questo tavolo non esiste”: lo afferma il primo consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mychailo Podolyak, in un’intervista a Quarta Repubblica in onda stasera su Rete4. “La guerra può cessare solo con adeguate garanzie per l’Ucraina” e – ha ribadito – “Zelensky ha già spiegato che, prima di iniziare qualsiasi negoziato, dobbiamo trovare una posizione comune tra Stati Uniti, Ucraina e Unione Europea”. “Per noi la presenza dell’Europa ai tavoli dei negoziati è assolutamente imprescindibile – ha proseguito -: è una guerra che si sta combattendo sul territorio europeo, le trattative riguardano la sicurezza e il futuro dell’Europa. Deve partecipare, altrimenti, con le ambizioni di Putin, il rischio è che non ci sarà una pace duratura. La guerra può cessare solo con adeguate garanzie per l’Ucraina, di cui ancora non si sta parlando”. Garanzie che Podolyak così sintetizza: “Farci entrare nella Nato o fare accordi bilaterali per la difesa, incluse basi militari sul nostro territorio da cui poter rispondere ad eventuali attacchi”.
Il primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, ha condiviso un breve video sui social media da Parigi dove è in corso il summit dei leader europei sul futuro dell’Ucraina, in cui si rivolge ai follower affermando che “tutti vogliono un accordo di pace”, ma “deve essere duraturo”. Tutti nel continente devono “farsi avanti”, ha aggiunto, per la “sicurezza collettiva”.
Si è concluso il vertice europeo di Parigi sull’Ucraina. Attesi da una temperatura di zero gradi, i leader riuniti all’Eliseo da Emmanuel Macron stanno uscendo dal palazzo della presidenza francese uno dopo l’altro.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che l’Europa e gli Stati Uniti devono sempre agire insieme in materia di sicurezza, dopo i colloqui con i leader europei a Parigi in risposta alla svolta politica di Washington sull’Ucraina. “Non ci deve essere alcuna divisione sulla sicurezza tra Europa e Stati Uniti – ha detto Scholz -. La Nato si basa sul fatto che dobbiamo sempre agire insieme e condividere i rischi, garantendo così la nostra sicurezza”.
“Non può esserci una pace imposta che l’Ucraina deve accettare. Per noi è evidente che il Paese deve percorrere la sua strada nell’Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità ed essere nella condizione di mantenere un esercito forte. Tutto ciò non è negoziabile”: lo ha detto Olaf Scholz, cancelliere tedesco, lasciando il vertice di Parigi.
“Credo che sia del tutto prematuro parlarne ora. Anzi sono anche un po’ irritato per questo dibattito. Voglio dirlo chiaramente: qui si discute sulla testa degli ucraini di trattative di pace che ancora non hanno avuto luogo, alla quale gli ucraini non hanno detto di sì e non si sono nemmeno seduti al tavolo”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz rispondendo ad una domanda sulla possibilità di inviare truppe di peacekeeping in Ucraina. “È del tutto irragionevole: è un dibattito sbagliato al momento sbagliato su questioni sbagliate. Non siamo ancora alla pace, ma nel mezzo di una guerra che la Russia sta ancora portando avanti”, ha aggiunto Scholz lasciando il summit di Parigi per rientrare a Berlino.
“Nessuno imporrà un accordo preconfezionato al leader eletto di una nazione sovrana, la decisione ultima sul futuro dell’Ucraina resta all’Ucraina”. Lo avrebbe detto l’inviato Usa Keith Kellogg nel corso di un incontro col segretario generale della Nato Mark Rutte e con il Consiglio Atlantico, stando ad una fonte diplomatica alleata.
“Siamo uniti nell’idea che l’Ucraina debba avere un esercito. È un principio non negoziabile”: lo dice il cancelliere tedesco Olaf Scholz lasciando il vertice di Parigi con altri leader europei convocato dal presidente francese Emmanuel Macron.
“Dobbiamo ammettere che qualche anno fa forse l’Italia non sarebbe stata nemmeno interpellata per la riunione informale dei leader europei su Ucraina e sicurezza organizzata dal presidente francese Macron. Con la sinistra soprattutto eravamo abituati a decisioni di Francia e Germania prese spesso senza nemmeno consultare la posizione dell’Italia che oggi invece c’è e si fa sentire. Ora sul tavolo c’è un ragionamento molto importante sulla posizione che deve assumere l’Europa in rapporto al nuovo scenario che si è determinato con l’elezione di Donald Trump e mi pare che stiamo perseguendo una strada giusta, con il nostro Paese che ha ormai di nuovo legittimato una statura internazionale autorevole. Non a caso Giorgia Meloni va e interviene per il nostro Paese, mettendo sul tavolo anche un rapporto con Trump che può essere molto utile all’Europa”. Così Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, ospite a Tagadà su La7.
L’Ucraina vuole che l’Europa nomini rapidamente un rappresentante per potenziali negoziati di pace con gli Stati Uniti e la Russia: lo ha affermato Ihor Zhovkva, vice capo dell’ufficio di Volodymyr Zelensky, secondo il sito di Bloomberg. “Dovrebbe essere una decisione presa rapidamente”, ha detto Zhovkva. “Spero subito dopo l’incontro di Parigi. Dovremmo agire, non riflettere”, ha aggiunto. Zhovkva, che si trova a Bruxelles per consultazioni sulla sicurezza del Paese, ha rifiutato di suggerire nomi, ma ha indicato che la persona dovrebbe avere un livello che abbia lo stesso status di Zelensky, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e del presidente russo Vladimir Putin.
“Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo” Giorgia Meloni deve venire in aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri. Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall’abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L’idea di escludere l’Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente. A quel tavolo l’Europa deve starci, perché la pace, una pace giusta e sicura, è il nostro primo interesse. Il governo nelle scorse settimane, con l’improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump, aveva chiarito la sua strategia. Un rapporto privilegiato con la nuova amministrazione americana da far valere nel nostro continente. Ma in pochi giorni si è aperta una voragine nell’Atlantico. Una voragine strategica, politica, economica e persino morale. Bisogna prenderne atto. E reagire. Certo, serve la difesa comune, non liberare le spese nazionali magari per comprare dalle industrie belliche americane. Ma serve anche e soprattutto la politica. Una reale autonomia strategica. La costruzione di un’architettura di sicurezza e di pace. Il rilancio del multilateralismo. Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo. L’Italia deve scegliere da che parte stare. Il Governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell’Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune”. Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito democratico.
“Più Europa è convinta del percorso unitario con le altre opposizioni, ma sulla piazza invocata da Conte serve chiarezza: se i temi sono bollette, mancanza di lavoro, crisi industriali, sanità, diritti noi ci siamo. Se è invece una piazza per dire no al sostegno a Kiev e quindi sì alla politica imperialista di Putin, noi non ci saremo”. Lo dice il deputato e segretario di Più Europa, Riccardo Magi. “Anche perché la nostra convinzione è che la democrazia, i diritti sociali e civili, il benessere degli europei e degli italiani, nonché il il futuro stesso dei nostri figli, dipenderanno dalla pace che si otterrà in Ucraina. Una pace – conclude Magi – che non può essere la sconfitta di Kiev e il trionfo di Putin, perché equivarrebbe a una sconfitta dell’Europa e dei suoi cittadini”.
La premier italiana, Giorgia Meloni, è giunta all’Eliseo per partecipare al vertice informale sull’Ucraina e la difesa europea convocato dal presidente, Emmanuel Macron. La premier italiana si unisce così ai lavori con gli altri leader europei, giunti all’Eliseo intorno alle 16. 
“La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l’incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l’Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere”. Lo dice in aula alla Camera, Nicola Fratoianni. “Una trattativa che esclude totalmente l’Europa in cui gli Stati Uniti trattano l’Europa come un comprimario fastidioso. Credo sia urgente che il Parlamento con la presidente del Consiglio discuta di quello che sta accadendo. Non c’è tempo da perdere”.  
Una richiesta a cui si è unito il Pd con Peppe Provenzano. “L’idea di escludere l’Europa è un attacco diretto al processo di integrazione. Noi rivendichiamo la scelta di stare accanto all’Ucraina insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico dell’Ue. Si è aperta una voragine nell’Atlantico, ne va preso atto e reagire. Dopo l’improvvida solitaria presenza della premier Meloni alla cerimonia di insediamento di Trump, torniamo a chiedere alla premier da che parte vuole stare? Se vuole contribuire a far risorgere l’Europa o a seppellirla sotto le picconate altrui. Di questo abbiamo bisogno di un discussione politica in Parlamento”. 
Gli incontri tra funzionari statunitensi e russi in Arabia Saudita non dovrebbero essere visti come una “negoziazione” sull’Ucraina. Lo ha sottolineato un portavoce del Dipartimento di Stato americano in vista dei colloqui tra i due paesi domani a Riad. “Non credo che le persone dovrebbero vedere l’incontro come qualcosa dove verranno messi a punto dettagli o progressi, come una specie di negoziazione”, ha affermato Tammy Bruce, aggiungendo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incaricato i funzionari di “dare seguito in modo efficace” alla telefonata con Vladimir Putin.
Il direttore del Fondo per gli investimenti diretti Kirikk Dmitriev potrebbe prendere parte ai negoziati di Riad fra Russia e Stati Uniti, ha confermato il Consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, in una intervista a Perviy Kanal rilanciata dalla Tass. “Seguirà la parte economica” della trattativa, ha precisato Ushakov, che sarà al tavolo dei negoziati insieme al ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. 
“Se noi europei non spendiamo molto per la difesa adesso, saremo costretti a spendere 10 volte di più se non impediamo una guerra più ampia”. Lo ha scritto sui social il premier polacco Donald Tusk. “Come primo ministro polacco – ha aggiunto – ho il diritto di dirlo forte e chiaro, dato che la Polonia spende già quasi il 5% del suo pil per la difesa. E continueremo a farlo”.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito al telefono Donald Trump appena prima dell’inizio della riunione dei leader europei sull’Ucraina convocata da Parigi. Lo riferisce l’Eliseo. Il colloquio telefonico è durato “circa venti minuti”.
“Dobbiamo aumentare il sostegno militare all’Ucraina, produrre di piu’ e farlo piu’ velocemente. Dobbiamo anche rimuovere le restrizioni sull’uso delle armi da parte degli ucraini, in modo che possano effettivamente difendersi dai russi senza avere un braccio legato dietro la schiena. Un cessate il fuoco non deve portare a un riarmo russo seguito da nuovi attacchi russi”. Lo afferma in una nota la prima ministra danese, Mette Frederiksen, in vista del vertice di Parigi sull’Ucraina, dove rappresenterà gli otto Paesi baltici e nordici. “Non vedo l’ora di discutere tutto questo a Parigi e sono felice che il presidente Macron abbia preso l’iniziativa per l’incontro. Avverto una nuova determinazione europea, una serietà e una capacità di azione necessarie”, aggiunge. 
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Di NewsBot