Mosca: Zelensky dice cose inaccettabili. Tajani: noi con il governo legittimo di Kiev. Vertice a Palazzo Chigi
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Le notizie di giovedì 20 febbraio sul conflitto in Ucraina, in diretta. Mosca: «Non accetteremo truppe Nato in Ucraina». Lunedì von der Leyen, Costa e Sanchez a Kiev per l’anniversario dei tre anni di guerra
Trump, Macron e Zelensky a Parigi il 7 dicembre 2024 (Ap)
Il presidente francese Emmanuel Macron ha respinto i diktat di chi pretende che l’Ucraina non entri né nella Nato né nell’Unione europea. «Penso che in questo momento – mentre l’Ucraina è in guerra, resiste e perde ogni giorno suoi figli per difendere il suo territorio – nessuno può dire: l’Ucraina non ha il diritto di entrare nell’Unione Europea, l’Ucraina non ha il diritto di entrare nella Nato», ha spiegato durante una diretta sui social media. Questo tema, ha sottolineato, «farà parte dei negoziati di pace».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è perfettamente legittimo. Ne è convinto il presidente francese Emmanuel Macron, dopo le polemiche scatenate dalle critiche di Trump al leader ucraino. «Zelensky è stato eletto grazie a una consultazione libera, non era lui il favorito», ha ricordato durante una diretta sui social media in cui ha annunciato di avere in programma questa sera un colloquio con il presidente ucraino, in videoconferenza. «Lui è stato in un sistema libero, non è il caso di Putin», ha aggiunto. Poi la Russia ha invaso l’Ucraina e Zelensky «ha dovuto adottare la legge marziale. Pensate che possa organizzare elezioni in un paese con gente che ha trovato rifugio all’estero, con militari impegnati al fronte, con mille vittime al giorno?», ha chiesto. «Se si vogliono elezioni libere, serve una pace credibile», ha sottolineato.
Qualunque impegno europeo sulle «garanzie di sicurezza» per l’Ucraina «avrà comunque bisogno della copertura americana», anche se gli Usa non metteranno gli scarponi sul terreno. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte nel corso della visita in Slovacchia. 
Per la pace in Ucraina, «abbiamo ascoltato molte cose sul trovare un compromesso e una soluzione e dare una parte di territorio ai russi, ma non è giusto. Non è un compromesso. Non è una soluzione». Lo ha dichiarato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. «È un gioco complesso. Ed è per questo che l’unità e l’indipendenza dell’Ucraina sono la priorità principale per la nostra patria», ha concluso. 
«Sono sicuro che, non appena tornerà la pace, si terranno le elezioni in Ucraina». Lo ha dichiarato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, in una conferenza stampa al Parlamento europeo. «Le elezioni sono una delle basi democratiche, ma quasi 10 milioni di ucraini sono fuori dal Paese e molti hanno indossato l’uniforme e stanno combattendo in prima linea. Una situazione molto difficile. Ogni giorno perdiamo i nostri eroi e i nostri soldati», ha detto. In questa difficile situazione, ha concluso Klitschko, «la campagna elettorale e la competizione politica possono distruggere il Paese dall’interno, renderlo più debole. Nella situazione attuale, le elezioni sono un veleno per la nostra patria».
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha informato il primo ministro canadese Justin Trudeau che, «essendo l’orario della videoconferenza dei leader del G7 del prossimo 24 febbraio perfettamente coincidente con la colazione da lei offerta allo Sceicco Mohammed bin Zayed e con il suo successivo intervento al Business Forum italo-emiratino, nell’ambito della visita di Stato in Italia del presidente degli Emirati Arabi Uniti, da lungo tempo programmata, non le sarà possibile prendervi parte personalmente. Il Governo italiano sarà rappresentato dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani». Così Palazzo Chigi in una nota a proposito della conversazione telefonica avuta oggi da Meloni con Trudeau, presidente di turno del G7. «Il colloquio – si legge nella nota – ha costituito l’occasione per formulare nuovamente gli auguri di buon lavoro alla Presidenza di turno canadese del G7 e reiterare l’auspicio che possa essere assicurata piena continuità ai risultati ottenuti dalla Presidenza italiana con particolare riferimento ai temi dell’Africa, del Mediterraneo e delle migrazioni irregolari».
«Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Primo Ministro canadese e Presidente di turno del G7, Justin Trudeau». Così si legge in una nota di Palazzo Chigi. «Il colloquio – viene spiegato – ha costituito l’occasione per formulare nuovamente gli auguri di buon lavoro alla Presidenza di turno canadese del G7 e reiterare l’auspicio che possa essere assicurata piena continuità ai risultati ottenuti dalla Presidenza italiana con particolare riferimento ai temi dell’Africa, del Mediterraneo e delle migrazioni irregolari». 
«L’Ucraina è pronta per un accordo forte ed efficace di investimenti e sicurezza con il presidente degli Stati Uniti. Abbiamo proposto il modo più rapido e costruttivo per ottenere risultati. Il nostro team è pronto a lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7». Lo ha scritto Volodymyr Zelensky su X dopo l’incontro con l’inviato Usa Keith Kellogg, definito «molto produttivo». «Sono grato agli Stati Uniti per tutta l’assistenza e il supporto bipartisan all’Ucraina e al popolo ucraino. È importante per noi, e per l’intero mondo libero, che la forza americana si faccia sentire», ha aggiunto.
«Far parte della famiglia europea è un sogno: circondarsi di amici è molto importante. La situazione in Ucraina è moto delicata ma siamo sempre molto contenti del vostro appoggio». Lo ha detto il sindaco di Kiev, Vitalij Klychko a Parlamento europeo. 
I sistemi di difesa aerea russi hanno distrutto 28 droni ucraini che sorvolavano regioni della Federazione Russa in quattro ore. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo, precisando in una nota che «il 20 febbraio, tra le 15,30 e le 19:30 (ore di Mosca), i sistemi di difesa aerea in servizio hanno distrutto 28 droni ucraini: 19 sul territorio di Krasnodar, 8 sulle acque del Mar d’Azov e 1 sul territorio della Regione di Belgorod».
«Basta chiacchiere, è tempo di agire. Finanziamo i nostri aiuti all’Ucraina con i beni congelati dalla Russia; rafforziamo i pattugliamenti aerei, la Baltic Sentry e i confini dell’Ue con la Russia; adottiamo rapidamente nuove regole fiscali per finanziare la sicurezza e la difesa dell’Ue. Ora». Lo scrive in un post su X il primo ministro polacco, Donald Tusk. 
L’Ucraina deve «abbassare i toni» delle sue critiche a Donald Trump: è il monito lanciato dal consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz, poco prima dell’incontro a Kiev tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’inviato speciale americano per il conflitto russo-ucraino Keith Kellogg. Interrogato dalla Fox News sulla «relazione incrinata» tra Zelensky e Trump, Waltz ha invitato Kiev a «esaminare attentamente la situazione» e a «firmare l’accordo» sui minerali strategici proposto dagli Stati Uniti.
«Bisogna parlare con tutti gli attori coinvolti per mettere fine alla guerra in Ucraina. Per questo Trump parla con la Russia». Lo ha detto Jd Vance alla convention dei conservatori a Washington elogiando il presidente americano per la sua capacità «di negoziare. È un grande imprenditore, un grande negoziatore».
«Considerato tutto quello che gli Stati Uniti hanno fatto per l’Ucraina», Kiev deve «moderare i toni, analizzare attentamente la situazione e firmare l’accordo» sulle terre rare. Lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Mike Waltz secondo Fox news. Secondo Waltz, l’Ucraina ha rifiutato «un’incredibile opportunità storica di far sì che gli Stati Uniti d’America co-investissero con l’Ucraina, investissero nella sua economia e nelle sue risorse naturali e diventassero realmente un partner per il futuro dell’Ucraina. Questa sarebbe anche la migliore garanzia di sicurezza che avrebbero mai potuto sperare», ha aggiunto.
«Donald Trump vuole svendere l’Ucraina e sta premendo su Kiev più di quanto non stia facendo sulla Russia per raggiungere un accordo». Lo scrive il Wall Street Journal nell’ennesimo editoriale critico nei confronti del presidente americano. «Una sfida nell’era Trump è distinguere quando il presidente vuole attirare l’attenzione e quando le sue osservazioni indicano un reale cambiamento nella politica e nelle priorità», si legge nell’articolo. «L’assalto retorico del presidente Trump all’Ucraina negli ultimi giorni sembra essere un esempio del secondo e forse è il segno di una brutta soluzione in arrivo». Si è tentati, sottolinea l’editorial board a proposito degli attacchi di Trump a Volodymyr Zelensky, «di liquidare questi come mera retorica, ma c’è la sensazione di un intento politico da parte di Trump». Il presidente «potrebbe distruggere la democrazia ucraina per far credere agli elettori che non ci sia una reale differenza tra il Cremlino e Kiev e pensare che questo renderà più facile raggiungere un accordo di pace che tradisce l’Ucraina», si legge ancora sul Wall Street Journal

«La democrazia ucraina è fragile e sarebbe più forte se potesse affiliarsi alle istituzioni occidentali come l’Unione Europea. L’unico dittatore in guerra è Putin, che avvelena i russi in esilio su suolo straniero e rinchiude gli oppositori nei campi di prigionia artici». Trump, sottolinea il quotidiano, «potrebbe anche pensare di poter mettere gli ucraini contro Zelensky. Ma l’ironia è che le frustate di Trump potrebbero avere l’effetto opposto, soprattutto se vedono Zelensky opporsi ad un pessimo accordo imposto loro da un patto Usa-Russia che non include alcuna credibile garanzia di sicurezza contro futuri saccheggi russi». La settimana scorsa, conclude l’editoriale, «Trump ha affermato che l’Ucraina non può aderire alla Nato e deve cedere gran parte del suo territorio alla Russia. La risposta di Putin questa settimana è stata un aumento degli attacchi di droni contro l’Ucraina». La strategia migliore, suggerisce l’editoriale, invece di attaccare l’Ucraina è quella di chiarire a Putin le armi e le pressioni che dovrà affrontare se non concluderà la guerra per accettare una pace duratura. «Allo stato attuale, l’apparente disperazione di Trump per un accordo è un rischio per l’Ucraina, l’Europa, gli interessi degli Stati Uniti e la sua stessa presidenza».
L’inviato Usa per la Russia e l’Ucraina, Keith Kellogg, ha annullato la sua conferenza stampa dopo l’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy a Kiev. Lo hanno detto i funzionari ucraini secondo diversi media. Kellogg si è limitato a una photo-opportunity e una stretta di mano. L’inviato Usa avrebbe dovuto tenere l’incontro con la stampa assieme a Zelensky. L’annullamento della conferenza stampa è avvenuto su richiesta degli Stati Uniti, riportano i media. 
Gli Stati Uniti si rifiutano di essere co-autori di una bozza di risoluzione dell’Onu in occasione del terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, che sostiene l’integrità territoriale del Paese e condanna l’aggressione russa. Lo scrive Reuters online. «La situazione attuale è che gli Stati Uniti non lo firmeranno», ha detto una fonte diplomatica. La bozza, che condanna l’aggressione russa e ribadisce l’impegno per la sovranità dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, è sostenuta da più di 50 Paesi. Secondo Reuters, non è chiaro quando scade il termine per sostenere la bozza di risoluzione.
«Questa è spazzatura moralistica, che purtroppo è la moneta retorica dei globalisti perché non hanno altro da dire». Inizia così la dura risposta del vicepresidente americano, Jd Vance, a chi suoi social ne criticava la strategia troppo permissiva nei confronti della Russia di Vladimir Putin. «Per tre anni, il presidente Trump e io abbiamo sostenuto due semplici argomentazioni: primo, la guerra non sarebbe iniziata se il presidente Trump fosse stato in carica; secondo, né l’Europa, né l’amministrazione Biden, né gli ucraini avevano alcuna possibilità di vittoria. Questo era vero tre anni fa, era vero due anni fa, era vero l’anno scorso ed è vero oggi – ha scritto Vance su Truth – E per tre anni sono state ignorate le preoccupazioni di chi aveva ovviamente ragione».
«Vogliamo tutti vedere la fine della terribile aggressione contro l’Ucraina ed è fondamentale che qualsiasi accordo raggiunto porti a una pace duratura, in modo che la Russia non tenti mai più di conquistare un altro chilometro quadrato di terra ucraina. Ciò richiederà solide garanzie di sicurezza e gli alleati della Nato stanno discutendo attivamente su cosa potrebbe comportare. Sebbene ci sia ancora molto da decidere, non c’è dubbio che l’Europa abbia un ruolo fondamentale da svolgere nel garantire la pace in Ucraina». Lo dice il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in conferenza stampa con il presidente della Slovacchia, Peter Pellegrini. «Abbiamo avuto contatti stretti con gli Usa su questo punto a tutti i livelli e siamo tutti d’accordo sul fatto che abbiamo bisogno di una pace duratura in Ucraina. Come ha detto il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, la scorsa settimana a Bruxelles, non deve esserci una Minsk 3» ma «deve essere un accordo di pace duraturo e duraturo», aggiunge.
Gli Stati Uniti si oppongono all’idea di definire la Russia «aggressore» in una dichiarazione del G7 nel terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, rischiando di far fallire una tradizionale dimostrazione di unità. Lo scrive il Financial Times. Gli inviati degli Stati Uniti hanno sollevato obiezioni all’espressione «aggressione russa» e a descrizioni simili utilizzate dai leader del G7 dal 2022 per descrivere il conflitto, hanno affermato i funzionari occidentali. «Gli americani stanno bloccando quel linguaggio, ma ci stiamo ancora lavorando e speriamo in un accordo», ha aggiunto il funzionario.
Il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha affermato che sul tavolo dei negoziati per un accordo di pace in Ucraina potrebbe esserci un alleggerimento delle sanzioni contro la Russia, sottolineando che gli Stati Uniti sono pronti ad aumentare o a ridurre le misure in base alla volontà di Mosca di negoziare. «Il presidente è impegnato a porre fine a questo conflitto molto rapidamente e questo potrebbe essere uno dei modi», ha dichiarato il ministro in un’intervista su Bloomberg Television.
Il piano messo a punto da Francia e Gran Bretagna per garantire la sicurezza dell’Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco con la Russia prevede lo schieramento di 30.000 militari come parte di una forza di mantenimento della pace. Il piano che, secondo il Daily Mail, Keir Starmer potrebbe delineare in occasione di una visita a Washington la prossima settimana, vedrebbe la Gran Bretagna e la Francia assumersi la responsabilità di salvaguardare l’Ucraina sul campo, a condizione che gli Stati Uniti e altri Paesi della Nato forniscano copertura aerea. Le forze armate ucraine pattuglierebbero una zona demilitarizzata che si estende per tutta la lunghezza della linea del fronte, mentre le truppe di una «forza di rassicurazione» anglo-francese sarebbero di stanza in siti infrastrutturali chiave in tutto il Paese. La presenza di truppe occidentali dovrebbe servire a scoraggiare futuri attacchi russi: gli aerei da combattimento e le batterie di missili statunitensi rimarrebbero in stand-by nelle basi dell’Europa orientale come `backstop´, mentre le risorse aeree e navali della Nato svolgerebbero anche missioni di ricognizione sull’Ucraina e nel Mar Nero.
Una «minaccia diretta inaccettabile»: così il Cremlino ha bollato il piano anglo-francese per lo schieramento di 30.000 militari come parte di una forza di mantenimento della pace dopo un eventuale accordo di cessate il fuoco con la Russia. Il piano che, secondo il Daily Mail, Keir Starmer potrebbe delineare in occasione di una visita a Washington la prossima settimana, vedrebbe la Gran Bretagna e la Francia assumersi la responsabilità di salvaguardare l’Ucraina sul campo, a condizione che gli Stati Uniti e altri Paesi della Nato forniscano copertura aerea. Le forze armate ucraine pattuglierebbero una zona demilitarizzata che si estende per tutta la lunghezza della linea del fronte, mentre le truppe di una «forza di rassicurazione» anglo-francese sarebbero di stanza in siti infrastrutturali chiave in tutto il Paese. La presenza di truppe occidentali dovrebbe servire a scoraggiare futuri attacchi russi: gli aerei da combattimento e le batterie di missili statunitensi rimarrebbero in stand-by nelle basi dell’Europa orientale come `backstop´, mentre le risorse aeree e navali della Nato svolgerebbero anche missioni di ricognizione sull’Ucraina e nel Mar Nero. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha respinto la proposta come «inaccettabile» dopo che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha definito la prospettiva di truppe Nato sul campo in Ucraina come una «minaccia diretta» alla sicurezza russa.
Droni, aerei e navi da guerra. La collaborazione nell’ambito della Difesa tra Ankara e Kiev è uscita rafforzata dalla recente visita in Turchia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha siglato due diversi accordi di cooperazione con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Zelensky ha incontrato anche i vertici della Baykar, vale a dire Haluk e Selcuk Bayraktar (quest’ultimo genero di Erdogan ndr). Baykar produce i famigerati droni da guerra TB2 e ora TB3. Proprio su suolo ucraino Baykar ha aperto degli uffici e, nonostante la guerra abbia rallentato la collaborazione, ora Kiev produrrà componenti dei velivoli senza pilota. L’intesa con Ankara è però ancora più ampia. Come confermato dal ministero della Difesa, la Turchia invierà all’Ucraina una corvetta da guerra e da pattugliamento entro il 2026 e una miniflotta nel prossimo futuro; sempre su suolo ucraino verranno prodotti anche componenti dei jet da guerra di ultima generazione KAAN. Aerei da guerra che Ankara sta testando in questi mesi e che presto potrebbero entrare a far parte dell’inventario militare turco, sostituendo i jet americani F-16. I due Paesi, nonostante il conflitto in corso, mantengono un interscambio commerciale di 6 miliardi di dollari ed Erdogan è pronto a una nuova visita in Ucraina.
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, è stato trattato in modo «piuttosto maleducato» durante una sua recente visita a Kiev e non è stato ricevuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che «dormiva»: lo ha detto il presidente statunitense Donald Trump, come riporta la Cnn. Bessent era andato a Kiev per la firma di un accordo tra l’Ucraina e gli Usa sulle risorse minerarie del Paese, comprese le preziose terre rare. Un accordo che però l’Ucraina ha respinto. Trump ha affermato ieri sera che avrebbe resuscitato l’accordo o le cose non avrebbero reso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «troppo felice», chiedendo di nuovo elezioni nel Paese. Il presidente americano ha poi fatto un resoconto della visita del ministro del Tesoro nella capitale ucraina. «Scott Bessent in realtà è andato lì ed è stato trattato piuttosto maleducatamente, perché in sostanza gli hanno detto di no e che Zelensky stava dormendo e non era disponibile a incontrarlo», ha detto Trump a bordo dell’Air Force One. Bessent «ha viaggiato per molte ore in treno, un viaggio pericoloso, e stiamo parlando del segretario al Tesoro. È andato lì per far firmare un documento e quando è arrivato, è tornato a mani vuote. Non hanno voluto firmare il documento», ha aggiunto. A chi gli chiedeva se potesse resuscitare l’accordo, Trump ha risposto: «Sì, penso che resusciterò quell’accordo, vedremo cosa succede, ma lo resusciterò o le cose non lo renderanno troppo felice. E guarda, è tempo di elezioni».
Un cessate il fuoco tra l’Ucraina e la Russia «è possibile quest’anno». Lo ha affermato il capo dell’intelligence ucraina, Kyryl Budanov in un’intervista. «È una situazione paradossale. Nonostante le posizioni di partenza delle parti siano diametralmente opposte, per quanto possibile, allo stesso tempo penso che quest’anno arriveremo a un regime di cessate il fuoco. Quanto sarà lungo, quanto sarà efficace, è un’altra questione. Ma credo che accadrà». 
«Abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere l’Ucraina, abbiamo sempre detto che non siamo in guerra con la Russia. Siamo convinti che al tavolo delle trattative ci debba essere l’Unione europea, l’Ucraina e gli Stati Uniti. Le relazioni transatlantiche per noi sono fondamentali». Così il segretario nazionale di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla presentazione dei prossimi eventi del partito in vista del congresso del Partito popolare europeo di fine aprile a Valencia. E ha aggiunto: «Noi sosteniamo l’Ucraina e il governo legittimo, il presidente è Zelensky e finché sarà lui presidente, le nostre interlocuzioni saranno con lui».
Salvini propone il nobel per la pace a Trump? «Non devo commentare tutte le idee e tutte le proposte di coloro che parlano nel mondo. Ognuno ha le sue idee e fa le sue valutazioni legittime e giuste, non fa parte della politica di governo o dell’accordo di maggioranza chi deve diventare premio Nobel». Così il vicepremier Antonio Tajani a margine della conferenza stampa per presentare le prossime iniziative di Forza Italia in vista del congresso del Ppe.
«Lunedì 24 febbraio ricorre il terzo anniversario dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia. Ho deciso di essere a Kiev per quell’occasione, con Ursula von der Leyen per riaffermare il nostro sostegno all’eroico popolo ucraino e al presidente democraticamente eletto Volodymyr Zelensky». Lo annuncia su X il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
«Andrò in Ucraina venerdì, sabato e domenica, in coincidenza con l’anniversario che segna i tre anni dall’inizio della guerra. Cerco di onorare e rispettare chi combatte per la propria libertà». Lo ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il leader di Azione Carlo Calenda.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha insistito oggi sul fatto che l’Ucraina «non deve essere ostacolata» nella sua decisione di essere «una nazione democratica e sovrana sulla sua strada verso l’Europa». In un’intervista radiofonica andata in onda questa mattina, pochi giorni prima delle elezioni federali di domenica, Scholz ha respinto i commenti di Donald Trump secondo cui l’Ucraina sarebbe da biasimare per la guerra, affermando: «Non lo è. Noi in Europa insistiamo su questo». Nel caso di un futuro accordo di pace, Scholz ha affermato che l’Ucraina deve avere un esercito forte, «di cui noi in Europa e i nostri partner internazionali e transatlantici condividiamo la responsabilità».
«Abbiamo una posizione chiara: il presidente ucraino Volodymy Zelensky è stato legittimamente eletto in elezioni libere, eque e democratiche. L’Ucraina è una democrazia. La Russia di Putin non lo è». Lo dice il portavoce della Commissione europea Stefan de Keersmaecker, nel briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sulle ultime affermazioni del presidente Usa Donald Trump.
Le squadre di soccorso ucraine sono alla ricerca in queste ore della madre dei due bambini – due gemelli – rimasti feriti nell’attacco russo della notte scorsa contro la città di Kherson: lo riporta Ukrinform, che cita le autorità locali. Nell’attacco sono rimaste ferite un totale di sei persone, sono stati completamente distrutti 15 appartamenti di un condominio e sono state danneggiate 80 case.
di Paolo Valentino 

Sull’Ucraina, è ancora una volta Il padrino di Francis Ford Coppola a darci il vocabolario per descrivere cosa stia succedendo. Donald Trump sta facendo a Volodymyr Zelensky «una proposta che non può rifiutare». Nella liturgia mafiosa, significava costringere qualcuno a firmare un contratto a lui sfavorevole, puntandogli una pistola alla testa. Il presidente americano, infatti, non solo ha già dato via ogni carta negoziale della trattativa in fieri, dicendosi pronto a concedere alla Russia tutto o quasi ciò che chiede: Kiev fuori dalla Nato, nessuna restituzione dei territori occupati da Mosca, limiti alle sue forze armate, oltre alla ciliegina del rientro della Russia nel G7. Ma chiede anche una compensazione a tassi da usuraio dell’aiuto fin qui fornito dall’America all’Ucraina, fissato arbitrariamente in 500 miliardi di dollari. 

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«Lunedì sarò a Kiev per ribadire il sostegno della Spagna alla democrazia ucraina e al presidente Volodymyr Zelensky»: così su X il premier spagnolo, Pedro Sanchez.
Il Cremlino ha espresso «preoccupazione» per le notizie di stampa sull’eventualità di un futuro «invio di contingenti militari dei paesi della Nato in Ucraina»: lo afferma il portavoce del Cremlino Putin, Dmitri
Peskov, commentando la notizia del Telegraph secondo cui il premier britannico Keir Starmer si appresterebbe a presentare a Donald Trump un piano per l’invio di circa 30.000 soldati europei in Ucraina per mantenere un eventuale accordo di cessate il fuoco. Lo riporta Interfax. «Ovviamente, lo schieramento di contingenti militari di paesi Nato sul territorio ucraino non può essere accettabile per noi», ha detto ancora Peskov.
L’amministrazione di Donald Trump mira ormai a «liberarsi di Volodymyr Zelensky» come presidente dell’Ucraina e starebbe già lavorando alla scopo. Lo scrive oggi il britannico Economist, evocando il nome del generale Valery
Zaluzhny, ex popolare comandante delle forze ucraine silurato a suo tempo da Zelensky e spedito a Londra come ambasciatore, quale possibile successore. L’Economist cita poi un sondaggio secondo cui il presidente attuale risulta al 52% dei consensi, suo minimo storico dopo essere stato al 90%. E verrebbe travolto da Zaluzhny col 65% dei voti contro il 30 in un’ipotetica sfida elettorale a due.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa «dichiarazini inaccettabili sui leader di altri Stati». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alle affermazioni del leader ucraino secondo cui Donald Trump è sotto l’influenza della disinformazione russa. Lo riferisce l’agenzia Interfax.
Donald Trump ha detto alla Bbc di credere che la Russia abbia «le carte in mano» per partecipare a qualsiasi colloquio di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, perché ha «conquistato molto territorio». «Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra, davvero – ha detto il presidente Usa alla tv britannica sull’Air Force One -. Penso che abbiano un po’ le carte in regola, perché hanno preso un sacco di territorio. Hanno le carte in regola». Alla domanda se crede che Mosca voglia la pace, Trump ha risposto: «Sì».
«L’unico dittatore in questa guerra è Putin. Zelensky è un eroe’»: il ministro francese responsabile dell’Europa, Benjamin Haddad, intervistato questa mattina dall’emittente LCI, ha commentato così le recenti dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, secondo cui il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, sarebbe un «dittatore senza elezioni». Haddad ha inoltre confermato la missione del presidente francese, Emmanuel Macron, la settimana prossima a Washington. In quell’occasione, ha puntualizzato il ministro, Macron «porterà la voce degli europei e dirà che l’avvenire dell’Ucraina non può decidersi senza di loro».
I russi hanno lanciato nella notte un attacco combinato con missili e droni contro l’Ucraina, sono stati utilizzati in totale 14 missili e 161 droni, di cui 158 non hanno raggiunto i loro obiettivi. Lo afferma l’Aeronautica militare delle Forze Armate dell’Ucraina su Telegram, come riporta Ukrainska Prevda. Le regioni colpite sono quelle di Kharkiv, Poltava, Sumy, Kiev, Cherkasy, Chernihiv, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Kherson, Mykolaiv e Odessa.
Il generale Serghei Rudskoi, numero due dello Stato maggiore russo, ha affermato che le sue truppe hanno recuperato «più di 800 chilometri quadrati» nella regione russa di Kursk, in parte controllata dalle truppe ucraine. È la prima volta che l’esercito russo fornisce pubblicamente cifre precise relative ai territori occupati dall’Ucraina nella regione di Kursk e ammette che più di 400 km2 sono ancora sotto il controllo di Kiev. L’Ucraina sostiene di controllare 500 chilometri quadrati nel Kursk, un territorio visto come merce di scambio in possibili negoziati per porre fine al conflitto. 
La Corea del Nord e la Russia stanno rafforzando la loro cooperazione militare in vari campi, soprattutto in quello tecnologico riguardo allo sviluppo dei missili: lo ha detto il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, in un’intervista al quotidiano sudcoreano The Chosun. Lo riporta Rbc-Ucraina. In particolare, Budanov ha parlato dei missili KN-23 che Pyongyang ha consegnato alla Russia. «Inizialmente, la loro precisione era molto bassa, con un errore di 500-1.500 metri. Ma gli specialisti di missilistica russi hanno apportato modifiche tecniche, risolvendo questo problema – ha spiegato -. Ora i missili sono molto più precisi e rappresento una minaccia molto più grande».
Il primo ministro britannico Keir Starmer presenterà al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante un incontro a Washington la settimana prossima, un piano che prevede l’invio di circa 30.000 soldati europei in Ucraina per mantenere un eventuale accordo di cessate il fuoco mediato
dagli Usa: lo scrive il Telegraph in esclusiva. Secondo fonti citate dal giornale, Starmer illustrerà nei dettagli come queste truppe potrebbero far rispettare l’eventuale accordo di cessate il fuoco e sosterrà che è nell’interesse degli Stati Uniti continuare a impegnarsi per impedire una terza invasione russa dopo la fine dei combattimenti.
«Zelensky non può affermare di rappresentare la volontà del popolo ucraino a meno che non ripristini la libertà di stampa e smetta di cancellare le elezioni!»: lo scrive su X Elon Musk, appoggiando così Donald Trump dopo il vicepresidente JD Vance.
Il post di Trump su Truth che definisce Zelensky un «dittatore» e lo accusa di aver fatto un «lavoro terribile» è una risposta diretta al presidente ucraino che in precedenza aveva affermato che il presidente statunitense vive in una bolla di «disinformazione». Lo ha rivelato un funzionario della Casa Bianca alla Bbc.
«Signor presidente, l’Ucraina non ha `iniziato´ questa guerra. La Russia ha lanciato un’invasione brutale e non provocata che ha reclamato centinaia di migliaia di vite. La via per la pace deve essere costruita sulla verità»: lo ha scritto su X Mike Pence, vice di Donald Trump nel suo primo mandato.
Il vicepresidente degli Stati Uniti, Jd Vance, ha avvertito il presidente
ucraino Volodimir Zelensky che non otterrà nulla «parlando male» del suo omologo statunitense, Donald Trump, e si è rammaricato che in questi tre anni sia stato «mal consigliato» e gli sia stato fatto credere di non sbagliare mai. «L’idea che Zelensky ha di cambiare l’opinione del presidente parlando male di lui nei media, chiunque conosca il Presidente vi dirà che è un modo atroce di trattare con questa amministrazione», ha detto Vance al tabloid britannico Daily Mail.
Donald Trump calca la mano parlando sul suo social Truth del presidente ucraino, insulta Zelensky e spiega perché la guerra non è ancora finita, secondo il suo pensiero.

Ecco cosa scrive: «Pensateci, un comico di modesto successo, Volodymyr Zelensky, ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari, per entrare in una guerra che non poteva essere vinta, che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma una guerra che lui, senza gli Stati Uniti e “TRUMP”, non sarà mai in grado di risolvere. Gli Stati Uniti hanno speso 200 miliardi di dollari in più dell’Europa, e i soldi dell’Europa sono garantiti, mentre gli Stati Uniti non riceveranno nulla in cambio. Perché il sonnolento Joe Biden non ha chiesto “l’Equalization”, in quanto questa guerra è molto più importante per l’Europa che per noi: abbiamo un grande e meraviglioso oceano che ci separa».

E continua: «Oltre a questo, Zelensky ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato risultano “MANCANTI”. Si rifiuta di avere elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui era bravo era suonare Biden “come un violino”. Un dittatore senza elezioni, Zelensky farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà un Paese. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, cosa che tutti ammettono solo “TRUMP” e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky probabilmente vuole mantenere in funzione il “treno della cuccagna”. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in frantumi e MILIONI sono morti inutilmente – E così continua…». 
Donald Trump attacca Volodymyr Zelensky definendolo un «dittatore mai eletto» e un «comico mediocre» che è riuscito ad ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti per «una guerra che non avrebbe mai vinto».

Sono queste le parole del presidente Usa – sul suo social Truth – che rincara la dose, aggiungendo: «Zelensky ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato sono “mancanti”. Si rifiuta di indire elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stato suonare Biden come un violino».​
L’Ucraina non sarà esclusa dal processo negoziale per porre fine alla guerra, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin. “Per quanto riguarda il processo negoziale, il presidente Trump mi ha detto durante una conversazione telefonica, posso confermarlo, che naturalmente gli Stati Uniti presumono che il processo negoziale si svolgerà con la partecipazione sia della Russia che dell’Ucraina. Nessuno esclude l’Ucraina da questo processo”, ha dichiarato Putin ai giornalisti.
I servizi segreti e i politici occidentali temono che i negoziati tra Usa e Russia a Riad sulla possibile pace in Ucraina possano portare alla fine della presenza delle truppe statunitensi in gran parte d’Europa. Lo riporta la Bild. «Secondo le nostre informazioni, si tratta delle richieste di Putin per il 2021, vale a dire il ritiro delle truppe statunitensi da tutti gli stati della Nato che hanno aderito all’alleanza dopo il 1990», ha dichiarato alla Bild un funzionario della sicurezza dell’Europa orientale. Secondo le informazioni della Bild, anche l’Italia si sta preparando a un possibile ritiro delle truppe statunitensi dal Kosovo. Al momento, secondo il tabloid tedesco, non sono in discussione solo le basi statunitensi a Ramstein, in Germania, e le basi dell’aeronautica militare nel Regno Unito. Secondo Bild, il resto dell’Europa dovrà prepararsi a profondi cambiamenti se il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il presidente russo, Vladimir Putin, raggiungeranno un accordo in questo senso.
«Donald Trump vive in uno spazio di disinformazione russa»: lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky attaccando il presidente Usa dopo le sue parole di ieri. Gli Stati Uniti stanno aiutando la Russia ad uscire dal suo «giusto» isolamento globale, ha aggiunto. «Questo non è positivo per l’Ucraina. Stanno tirando fuori Putin dall’isolamento, e i russi sono contenti perché la discussione si concentra su di loro» ha proseguito, pur ribadendo la propria «gratitudine» per il «sostegno statunitense».
«Ho appena avuto una lunga conversazione con diversi colleghi dell’Unione europea, nonché di Canada, Islanda e Norvegia. La posizione della Francia e dei suoi partner è chiara e unita. Auspichiamo una pace duratura e solida in Ucraina. Siamo al fianco dell’Ucraina e ci assumeremo tutte le nostre
responsabilità per garantire la pace e la sicurezza in Europa»: lo scrive il presidente francese, Emmanuel Macron, in un messaggio pubblicato su X dopo la videoconferenza informale sulla sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa che si è tenuta questo pomeriggio insieme ad una ventina di capi di Stato e di governo. «Questo – prosegue Macron – è l’interesse fondamentale della Francia e io ne sono il garante. Condividiamo l’obiettivo, che è anche quello del Presidente Donald Trump, di porre fine alla guerra di aggressione condotta dalla Russia per quasi tre anni. I nostri sforzi per la pace continueranno in conformità con i seguenti principi: l’Ucraina deve essere sempre inclusa e i suoi diritti rispettati. La pace deve essere duratura e
accompagnata da garanzie solide e credibili. Occorre tenere conto delle preoccupazioni degli europei in materia di sicurezza. Siamo convinti della necessità di aumentare la spesa e le capacità per la difesa e la sicurezza dell’Europa e di ciascuno dei nostri paesi. Delle decisioni verranno prese nei
prossimi giorni e settimane».
20 febbraio, 00:07 – Aggiornata il 20 febbraio, 19:57
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Di NewsBot