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Le notizie di venerdì 21 febbraio sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta. Idf: «I bimbi Bibas uccisi a Gaza dai loro rapitori». Istituto forense: «Lifshitz ucciso più di un anno fa»
«Oggi è un giorno tragico, di sconfinata tristezza, indescrivibile dolore. Ariel Bibas, il suo fratellino Kfir e Oded Lifshitz sono stati brutalmente uccisi dai selvaggi di Hamas. Chi rapisce un bambino e un neonato e li uccide? I mostri. Ecco chi. Questi mostri di Hamas si sono anche rifiutati di restituire indietro la madre Shiri, e hanno inviato il corpo di una donna gazawi, violando l’accordo. Come primo ministro, giuro che non avrò pace finché i selvaggi che li hanno giustiziati non saranno consegnati alla giustizia.
Non meritano di camminare su questa terra. Niente mi fermerà.
Niente». Lo ha detto Benyamin Netanyahu.

​Sull’altro fonte, secondo i dati dell’Unicef, sono almeno 17.500 i minori palestinesi uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023 dagli attacchi israeliani. Almeno 74 sono morti nei primi sette giorni dell’anno 2025 in attacchi notturni a Gaza City, Khan Younis e Al Mawasi, ha denunciato l’Unicef, l’agenzia dell’Onu per l’infanzia. E a oggi sono oltre 100.
Il movimento islamista palestinese Hamas non ha alcun interesse a conservare i corpi degli ostaggi israeliani. Lo ha affermato il gruppo in una dichiarazione pubblicata sul suo profilo Telegram, aggiungendo di aver preso nota della richiesta di Israele di restituire i resti di Shiri Bibas, che avrebbero dovuto essere consegnati ieri. «Segnaliamo anche la possibilità di un errore o di una sovrapposizione dei corpi, che potrebbe essere dovuta al fatto che l’occupazione (di Israele) ha preso di mira e bombardato il luogo in cui si trovava la famiglia con altri palestinesi», si legge nella dichiarazione. Hamas ha aggiunto che informerà i mediatori dei risultati dell’indagine, chiedendo anche la restituzione del corpo che Israele sostiene appartenere a una donna palestinese.
Lo Shin Bet ha fatto sapere di aver arrestato un israeliano sospettato di essere coinvolto nelle esplosioni in tre autobus nel centro di Israele, avvenute ieri sera. L’intelligence sospetta che abbia aiutato a trasportare un individuo che ha piazzato gli esplosivi su alcuni dei mezzi. Ieri sera si sono verificate tre esplosioni su tre autobus diversi a Bat Yam, sobborgo meridionale di Tel Aviv, senza fare vittime. Inoltre, è stato trovato un ordigno esplosivo su un pullman nella vicina città di Holon, che è stato neutralizzato. Il comandante della polizia di Tel Aviv, Haim Sargrof, ha riferito che gli ordigni avevano un timer e su alcuni dei bus sono state trovate borse con scritte in arabo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha denunciato un piano per una serie di attentati.
Hamas ha annunciato ufficialmente che domani rilascerà gli ostaggi Tal Shoham, Omer Shem-Tov, Eliya Cohen, Omer Wenkert, Avera Mengistu e Hisham al-Sayed. Secondo le precedenti dichiarazioni, i sei sono gli ultimi ad essere rimpatriati durante la prima fase e ad essere ancora in vita. Le famiglie dei sei erano già state avvisate dalle autorità israeliane martedì. Al-Sayed e Mengistu sono prigionieri a Gaza da oltre un decennio, dopo essere entrati nella Striscia di loro spontanea volontà. Gli altri sono stati rapiti il 7 ottobre 2023. Lo riporta il Times of Israel.
L’Arabia Saudita ospiterà un vertice con otto leader arabi per discutere un piano per rispondere alla proposta di Donald Trump di porre la Striscia di Gaza sotto il controllo degli Stati Uniti e di trasferirne la popolazione in altri paesi. Il piano ha unito gli stati arabi all’opposizione, ma permangono dei disaccordi su chi dovrebbe governare il territorio palestinese devastato dalla guerra e su come finanziarne la ricostruzione. Umer Karim, esperto di politica estera saudita, ha definito il summit «il più importante» degli ultimi decenni per il mondo arabo e la questione palestinese. Trump ha scatenato l’indignazione globale quando ha proposto che gli Stati Uniti «prendessero il controllo della Striscia di Gaza» e che i suoi 2,4 milioni di abitanti sarebbero stati trasferiti nei vicini Egitto e Giordania. Una fonte vicina al governo saudita ha detto all’AFP che i leader arabi avrebbero discusso «un piano di ricostruzione contrario al piano di Trump per Gaza». Incontrando Trump a Washington l’11 febbraio, il re di Giordania Abdullah II ha detto che l’Egitto avrebbe presentato un piano per andare avanti. La fonte saudita ha detto che i colloqui avrebbero discusso «una versione del piano egiziano».
Hamas ha chiesto a Israele di restituire il corpo della donna palestinese di Gaza che è stata consegnata ieri al posto di quello dell’ostaggio israeliano Shiri Bibas. Il gruppo palestinese ha ribadito che si deve essere trattato di un «errore» quando sono stati estratti i corpi dalle macerie e ha assicurato che intende proseguire con l’attuazione dell’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia e la liberazione di ostaggi
Nonostante Israele ritenga la mancata consegna dei resti di Shiri Bibas una violazione dell’accordo, non farà saltare l’intesa raggiunta con Hamas ed entrata in vigore il 19 gennaio scorso. Lo ha riferito il quotidiano israeliano «Ynet», secondo cui Tel Aviv vuole preservare l’intesa in vista del rilascio previsto per domani di sei ostaggi vivi. Secondo la stessa fonte, l’apparato di difesa potrebbe raccomandare ai vertici politici di lanciare un ultimatum a Hamas per la consegna del cadavere di Bibas.
Potrebbe esservi uno scambio involontario di corpi dietro la mancata restituzione della salma di Shiri Bibas. A riferirlo è stato un responsabile di Hamas, Ismail al-Thawabteh, a quanto riporta il Times of Israel. Il cadavere di Shiri era «apparentemente mischiato con altri corpi sotto le macerie», ha detto ribadendo che i Bibas sono morti in un attacco israeliano.
Hamas ha chiesto alla Lega araba (La) di sostenere la sua presenza nella Striscia di Gaza dopo la fine del conflitto con Israele. In una dichiarazione rilasciata dall’ala armata del gruppo, le Brigate Al Qassam, dopo che l’assistente segretario generale della La, Hossam Zaki, avrebbe suggerito che la rinuncia di Hamas al potere a Gaza rappresenterebbe l’interesse del popolo palestinese. 

«Abbiamo dimostrato la massima flessibilità nel formulare approcci politici e amministrativi per la gestione della Striscia di Gaza durante i vari dialoghi, specialmente con i nostri fratelli in Egitto, compreso l’accordo di formare un governo di consenso nazionale», si legge nella dichiarazione, che prosegue: «Affermiamo che Hamas continuerà a porre l’interesse supremo del popolo palestinese al centro di tutte le sue decisioni relative alla situazione nella Striscia di Gaza dopo la guerra, nel quadro del consenso nazionale e lontano da qualsiasi interferenza da parte dell’occupazione o degli Stati Uniti».
«Cinismo indicibile» di Hamas. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha attaccato in un video Hamas, dopo che le autorità forensi israeliane hanno stabilito che il corpo consegnato ieri non è in realtà quello di Shiri Bibas, come era stato annunciato. «La crudeltà dei mostri di Hamas non conosce limiti», ha detto. «Non solo hanno rapito il padre, Yarden Bibas, la giovane madre, Shiri, e i loro due bambini piccoli. Ma in modo indicibilmente cinico, non hanno restituito Shiri insieme ai suoi bambini piccoli, i piccoli angeli, e hanno messo il corpo di una donna di Gaza nella bara». Yarden Bibas è stato liberato all’inizio di questo mese. Netanyahu giura che Israele «agirà risolutamente per riportare a casa Shiri insieme a
tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, e garantire che Hamas paghi il prezzo pieno per questa crudele e malvagia violazione dell’accordo». Il primo ministro esprime anche tristezza per la conferma che gli altri tre corpi restituiti erano quelli di Oded Lifshitz, 83 anni, Ariel Bibas, 4 anni, e Kfir, circa 10 mesi, dicendo che «tutti e tre sono stati brutalmente assassinati
durante la prigionia di Hamas nelle prime settimane di guerra».
Il premier Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas di avere violato la tregua non restituendo la salma di Shiri Bibas e ha ammonito che Israele agirà «con determinazione» per riportarla a casa. Non avere ridato il corpo della mamma dei piccoli Bibas, le cui salme corpi sono state consegnate ieri, è stata una «violazione crudele» del cessate il fuoco, ha detto.
Ariel e Kfir Bibas, i più giovani ostaggi di Hamas, sono stati «brutalmente assassinati» circa «un mese dopo essere stati rapiti» dal kibbutz di Nir Oz insieme alla madre Shiri, il 7 ottobre del 2023. È quanto affermano l’Istituto forense israeliano e le informazioni di intelligence ottenute da Israele. Il corpo della donna restituito ieri da Hamas non è, secondo l’esame del Dna, quello della donna rapita insieme ai figli. I due bambini, nove mesi e quattro anni al momento del rapimento, secondo gli israeliani sarebbero quindi stati «brutalmente uccisi dai terroristi durante la prigionia» e non sarebbero morti in un raid aereo israeliano come avevano invece sostenuto i miliziani di Hamas. Secondo la valutazione di funzionari e «sulla base delle informazioni di intelligence a nostra disposizione e dei risultati forensi del processo di identificazione, Ariel e Kfir Bibas sono stati brutalmente assassinati da terroristi mentre erano prigionieri nel novembre 2023».
L’esercito israeliano «ha condotto nella notte raid arei contro strade al confine tra Libano e Israele». Lo ha dichiarato il portavoce dell’Idf in lingua araba Avichay Adraee spiegando che sono state colpite le strade «usate da Hezbollah nel tentativo di trasferire armi in Libano». Su X Adraee ha scritto che «questi tentativi rappresentano una violazione evidente dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Libano».
di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme

​Il gesto dei quattro uomini è quasi sorpreso, quella lunga bara nera troppo leggera da tirare su. Dentro, chiuso a chiave come negli altri tre feretri, c’è il corpo di Kfir Bibas che di peso non ha mai potuto prenderne: rapito a nove mesi dal kibbutz Nir Oz, avrebbe due anni. La cassa porta la fotografia del piccolo ostaggio diventato simbolo di tutti gli altri, il volto di neonato e il ciuffo di capelli rossi. Gli stessi della madre Shiri e del fratellino Ariel, 5 anni mai compiuti il 5 agosto del 2024, già il dicembre precedente i terroristi avevano diffuso il video in cui annunciavano al padre Yarden la morte degli amati, l’obiettivo brutale che indugia sulle urla straziate.

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Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha condannato Hamas per «la sfilata dei corpi e l’esposizione delle bare degli ostaggi israeliani deceduti» avvenuta ieri a Gaza. «Secondo il diritto internazionale, qualsiasi consegna dei resti del defunto deve rispettare il divieto di trattamenti crudeli, disumani o degradanti, assicurando il rispetto della dignità del defunto e delle sue famiglie», ha scritto Guterres in un post su X.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano che i due bambini tenuti in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza, Ariel e Kfir Bibas, i cui corpi sono stati riconsegnati a Israele, sono stati uccisi dai loro rapitori e non nei bombardamenti dello Stato ebraico come sostiene invece il movimento islamista. «Ariel e Kfir Bibas sono stati brutalmente uccisi durante la prigionia nel novembre 2023 da terroristi palestinesi», ha affermato un portavoce delle Idf.
L’esercito israeliano ha identificato i resti dei piccoli Kfir e Ariel Bibas, restituiti giovedì da Hamas, ma ha riferito che il terzo corpo consegnato non è quello della mamma, Shiri Bibas. Lo riportano i media israeliani. Secondo il portavoce dell’Idf, il dna del terzo corpo non corrisponde a quello di nessuno degli ostaggi ancora a Gaza
«Dopo il tentativo di perpetrare una serie di attentati di massa sugli autobus, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha appena completato una valutazione della sicurezza con il ministro della Difesa, il Capo di Stato Maggiore dell’Idf, il Direttore dello Shin Bet e l’Ispettore Generale della Polizia Israeliana, e ha ordinato all’Idf di condurre un’intensa operazione contro i centri del terrorismo in Giudea e Samaria». Lo rende noto l’ufficio del premier israeliano aggiungendo che Netanyahu «ha anche ordinato alla polizia israeliana e allo Shin Bet di aumentare l’attività preventiva contro ulteriori attacchi nelle città israeliane».
«Fratelli e sorelle, cari cittadini di Israele, oggi siamo tutti uniti nel dolore
insopportabile. Abbassiamo la testa per la pesante perdita dei nostri quattro ostaggi. Tutti noi soffriamo con un dolore che è mescolato a rabbia. Siamo tutti furiosi con le bestie di Hamas. Le quattro bare dei nostri cari ci obbligano, più che mai, a garantire, a giurare, che ciò che è accaduto il 7 ottobre non accadrà mai più. La voce del loro sangue grida a noi dalla terra. Ci obbliga a fare i conti con gli assassini infami, e faremo i conti con loro». Lo ha dichiarato il presidente israeliano Benyamin Netanyahu.
Il capo dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani ha affermato che la sfilata di corpi a Gaza è ripugnante e contraria al diritto internazionale, dopo che Hamas ha consegnato quelli che sarebbero i corpi di quattro ostaggi israeliani – una madre e i suoi due figli piccoli e un uomo anziano – rapiti nel sud di Israele durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. «Secondo il diritto internazionale, qualsiasi consegna dei resti dei defunti deve rispettare il divieto di trattamenti crudeli, inumani o degradanti, garantendo il rispetto della dignità dei defunti e delle loro famiglie», ha affermato Volker Turk in una nota.
La polizia e lo Shin bet (intelligence interna) indagano su una terza esplosione avvenuta su un autobus in un parcheggio di Wolfson, vicino Tel Aviv, oltre alle due a Bat Yam. L’attività della metropolitana leggera è stata completamente interrotta su ordine della polizia, in seguito alle tre esplosioni avvenute nell’area cittadina.
Oded Lifshitz, il cui corpo è stato riconsegnato oggi da Hamas a Israele, «è stato assassinato in prigionia più di un anno fa». Lo ha dichiarato Chen Kugel dell’Istituto nazionale di medicina legale in Israele. «Condividiamo il profondo dolore della famiglia Lifshitz. Oggi, 503 giorni dopo il massacro del 7 ottobre, abbiamo identificato il corpo di Oded Lifshitz», ha aggiunto. L’Istituto forense, ha proseguito Kugel, «è al lavoro dal 7 ottobre per identificare tutte le persone uccise nell’attacco terroristico, è pienamente mobilitato per portare a termine la missione nazionale di identificazione degli ostaggi deceduti e tornati in Israele. Stiamo lavorando da questa mattina per dare una risposta definitiva alle famiglie”.
Secondo l’emittente pubblica Kan, le bare che contengono gli ostaggi morti consegnati all’Idf sono chiuse a chiave e Hamas non ha consegnato le chiavi per aprirle. L’Idf sta controllando se con i corpi siano stati restituiti effetti personali appartenenti agli ostaggi. Prima dell’apertura dei feretri, con altri mezzi, l’Idf ha controllato che non ci fossero trappole esplosive
I funzionari della Croce rossa internazionale hanno firmato i documenti per la consegna dei corpi di quattro ostaggi israeliani. Lo ha riferito l’emittente qatariota «Al Jazeera», precisando che il luogo di consegna si trova a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. In precedenza il movimento islamista palestinese Hamas aveva disposto quattro bare contrassegnate ciascuna da una foto, che contengono i corpi di Shiri Bibas e i suoi due figli Ariel e Kfir, e Oded Lifshitz. Secondo il gruppo armato i quattro sono stati uccisi dagli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza mentre erano prigionieri. La Croce Rossa porterà i corpi alle truppe dell’IDF a Gaza. Dopo aver ricevuto i corpi, l’esercito eseguirà una breve cerimonia militare guidata dal rabbino dell’Idf Eyal Karim, prima di portare gli ostaggi uccisi all’istituto forense Abu Kabir per l’identificazione. Il processo di identificazione potrebbe richiedere fino a 48 ore.
«Nel 2005 ci siamo ritirati completamente dalla Striscia di Gaza, restituendo ogni millimetro di quel territorio, credendo che i palestinesi avrebbero colto l’opportunità per costruire una società pacifica. Ma il 7 ottobre abbiamo assistito a un attacco brutale contro civili innocenti, donne, bambini e anziani nei kibbutz e negli insediamenti vicini», ha dichiarato all’ANSA l’ambasciatore dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, l’ex deputato israeliano Majallie Whbee «Le persone uccise il 7 ottobre non solo non erano una minaccia, ma aiutavano la popolazione di Gaza dando loro lavoro. Eppure, sono state massacrate», ha aggiunto, sottolineando che spesso quella strage non viene condannata: «Se non si condanna il terrorismo, si finisce per giustificarlo. Israele è una democrazia e ha il diritto di difendersi». 

Il rappresentante israeliano ha parlato anche della crescente instabilità in Cisgiordania, accusando gruppi terroristici sostenuti dall’Iran e da Hezbollah di fomentare la violenza e di rifornire di armi i militanti attraverso rotte di contrabbando. «Invece di costruire una vita normale sotto l’Autorità Palestinese, questi gruppi vengono armati per minacciare Israele e destabilizzare l’intera regione», ha spiegato. Whbee, che è druso, ha sottolineato l’importanza del cessate il fuoco, ma ha ribadito che deve essere rispettato da entrambe le parti per essere efficace. «Se Hamas e la Jihad Islamica continuano a usare civili come scudi umani e a nascondere le proprie infrastrutture terroristiche nei tunnel sotto Gaza, il cessate il fuoco non sarà mai una vera soluzione», ha dichiarato. Nonostante il conflitto, ha affermato, Israele continua a mantenere rapporti di pace con diversi Paesi arabi. «Abbiamo accordi con l’Egitto, con gli Emirati Arabi Uniti, con il Bahrain. Questi stati rispettano le loro relazioni con Israele. Perché allora Hamas e altri gruppi armati rifiutano la pace e continuano con il terrorismo?», ha concluso. 
21 febbraio, 00:15 – Aggiornata il 21 febbraio, 13:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Di NewsBot