La presidente del Consiglio è intervenuta in videomessaggio al gotha della destra americana e internazionale: "Trump è forte, non si allontanerà dall’Europa". Poi sul palco è salito lo stesso presidente Usa: "Più passa il tempo più diventiamo grandi". Il tycoon sulla guerra in Ucraina: "Ci riprenderemo i soldi che abbiamo dato a Kiev"
Dopo le polemiche sul presunto saluto nazista di Steve Bannon, alla convention Cpac di Washington è intervenuta anche la premier italiana Giorgia Meloni. "La propaganda diceva che un governo conservatore avrebbe isolato l’Italia. Invece l’Italia sta meglio: occupazione record, l’economia cresce, il flusso degli immigrati si è ridotto del 60%. Stiamo facendo aumentare le libertà in tutti quanti gli aspetti della vita del paese", ha detto la presidente del Consiglio in un videomessaggio. Poi ha ricordato come "i nostri avversari sperano che Trump si allontani" dall’Europa. Non succederà, promette Meloni: "Io lo conosco, è forte e efficace, scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l’Europa come distante, lontana, persa, io vi dico che non è così. Con la vittoria di Trump l’irritazione della sinistra è diventata isteria". Sul palco poi è arrivato lo stesso Trump: "Ci siamo ripresi il Paese e probabilmente stiamo facendo qualcosa di buono perché i sondaggi sono alla stelle. Stiamo mantenendo le nostre promesse: diventeremo sempre più grandi. Noi consevatori siamo il partito del buon senso".
Meloni ha ringraziato i conservatori americani del Cpac "perché non avete mai smesso di lottare anche nei momenti più difficili", creando "una rete globale che dà voce a milioni di persone che non potevano parlare". Il Cpac, ha aggiunto, "ha capito prima ancora di tanti altri che la battaglia politica per i valori di noi conservatori non si combatte solo negli Stati Uniti è battaglia del mondo occidentale". La premier dice di credere "ancora nel mondo occidentale", non solo nei confini geografici ma "come civiltà".
Un passaggio dell’intervento di Meloni si è concentrato sulla guerra in Ucraina. Il popolo di Kiev, ha detto la premier, è "un popolo orgoglioso, che combatte per la libertà, contro un aggressore brutale: bisogna andare avanti per costruire una pace giusta e duratura". Pace, ha precisato, "che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con leadership forti". Con Donald Trump alla Casa Bianca, ha aggiunto, "non vedremo mai più il disastro visto in Afghanistan". Sono però controverse le dichiarazioni di Trump che sono seguite poco dopo a quelle di Meloni. "Ho parlato con Putin e Zelensky" sulla guerra, "e sto cercando di riprendere i nostri soldi indietro. L’Europa ha dato 100 miliardi all’Ucraina sotto forma di prestito. Noi abbiamo messo 300 miliardi. Chiediamo quindi le terre rare e il petrolio e qualsiasi altra cosa", ha detto.
Toccato anche lo spinoso tema dei dazi annunciati da Trump sulle merci estere, Ue (e quindi Italia) inclusa. "Ognuno difenderà i propri interessi, preservando la nostra amicizia. Non abbiamo bisogno di sottolineare quanto siano interconnesse le nostre economie e quanto gli imprevedibili risultati di uno scontro commerciale farebbero il gioco di altre grandi potenze", ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Trump dal canto suo si è lanciato in un’invettiva contro Joe Biden ("il peggiore presidente della storia" che "ha creato l’inflazione") e contro vari media: "Msnbc è una minaccia alla democrazia. La Cnn è patetica. Dicono bugie. Sono un veicolo dei democratici". Poi ha evideziato le misure prese di cui è più fiero: "Tutti i Paesi si stanno riprendendo i loro migranti illegali. Dicevano che non li avrebbero ripresi, invece lo stanno facendo. Sanno che noi non scherziamo. Stiamo usando Guantanamo, e ai deportati diamo un biglietto di sola andata non li mettiamo come il mio predecessore in attici a New York. Mi sono ritirato dall’accordo sul clima di Parigi, ho messo fine al green new deal che è una bufala. Ho cancellato anche il mandato di Biden sulle auto elettriche".
Nelle scorse ore a far esplodere la contestazione è stato il presunto saluto nazista con cui Steve Bannon, eminenza grigia del sovranismo americano, si è presentato alla platea della Conservative Political Action Conference. Bannon, ex stratega della Casa Bianca, ha liquidato il caso affermando di aver fatto un semplice "saluto con la mano". “È un saluto come faccio sempre, in tutti i miei discorsi, l’ho fatto uguale sette anni fa al Front National", ha spiegato. Ma presto l’immagine di Bannon con il braccio destro teso – lo stesso saluto fatto da Musk a gennaio – ha fatto il giro del mondo e scatenato le polemiche. Il gesto è stato condannato anche all’interno della galassia dei conservatori. A partire dal lepenista Jordan Bardella, che ha annullato il suo discorso alla convention trumpiana di Washington. “Se è così timoroso e si fa la pipì addosso come un ragazzino, allora è indegno e non guiderà mai la Francia", ha replicato Bannon.
A Roma il caso Bannon ha scatenato anche le critiche delle opposizioni contro Meloni. “È una vassalla di Trump, si dissoci dal Cpac", è stato l’attacco della segretaria del Pd Elly Schlein, secondo la quale la premier "da giorni non dice una parola sugli insulti e gli attacchi frontali di Trump all’Ucraina e all’Unione europea perché non vuole scontentare la nuova amministrazione americana". La rinuncia all’intervento al Cpac è stata chiesta anche da Avs (con Fratoianni e Bonelli) e da esponenti di Italia Viva e +Europa. Anche all’interno del governo ci sarebbero state valutazioni diverse sull’opportunità dell’intervento della premier al Cpac. Alla fine, comunque, non sarebbero previsti cambiamenti nell’agenda. "Non ho ragione di ritenere che cambi qualcosa rispetto all’intervento" di Meloni alla convention di Washington, "che sarà come sempre ottimo", ha fatto sapere Antonio Giordano, segretario generale di Ecr e deputato di Fratelli d’Italia. "Ero in platea durante l’intervento di Bannon e non mi è parso assolutamente abbia fatto un saluto nazista", ha aggiunto. "Il gesto di Bannon è gravissimo. Sono certo che Giorgia Meloni non avrà difficoltà a prenderne le distanze. Non c’è da scherzare, non bisogna dare in nessun modo adito a vellicare la pancia di pericolosissimi estremisti", ha detto invece Giorgio Mulè (FI), vicepresidente della Camera, sulla FM di Giornale Radio.
Tra i leader di destra al Cpac anche il presidente argentino Javier Milei. "Oggi possiamo dire che l’era dello stato onnipresente è finita", ha detto dal palco, definendo Donald Trump un "outsider". Milei sarà impegnato in un bilaterale a margine dell’evento proprio con il capo della Casa Bianca.
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Donald Trump ha accusato il presidente ucraino Zelensky di essere un “dittatore mai eletto e un comico mediocre” e l’Europa di “aver fallito nel portare la pace tra Kiev e Mosca”. L’Ue ha donato all’Ucraina quasi la stessa cifra degli Usa, da cui però dipende per la difesa avendo Washington il 90% delle testate nucleari Nato. Di questo si è parlato a ‘Numeri’, il programma di Sky TG24 andato in onda il 19 febbraio
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