Papa Francesco: «Condizioni restano critiche, due trasfusioni. C’è una iniziale insufficienza renale, fornito ossigeno con le cannule nasali: ma è vigile»
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I risultati delle elezioni in Germania, in diretta: affluenza alle stelle, oltre l’84%. Le proiezioni e gli exit poll danno vincente la Cdu di Merz, Alternative fur Deutschland al secondo posto, crolla la Spd. Difficili le trattative per formare il governo
«Le elezioni federali hanno segnato una sconfitta per l’Fdp, ma si spera in un nuovo inizio per la Germania. È per questo che ho lottato. Ora mi ritiro dalla politica attiva. Con un solo sentimento: gratitudine per quasi 25 anni intensi e impegnativi, pieni di progettazione e dibattiti». Lo ha scritto su X il leader dell’Fdp ed ex ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, commentando i risultati delle elezioni federali che vedono i liberali tedeschi sotto la soglia del 5% per accedere al nuovo Bundestag.
Le nuove proiezioni del primo canale tedesco Ard vedono in testa l’Union di Cdu-Csu (28,5), Afd (20,6), Spd (16,5%), Verdi (11,8%) e Linke (8,7%). Liberali e il gruppo di Sahra Wagenknecht (Bsw) resterebbero fuori. In
questo scenario una coalizione di conservatori e socialdemocratici, anche detta «grande coalizione», avrebbe una maggioranza al Bundestag. Tuttavia, per il secondo canale, la Zdf, anche il Bsw accede al riparto dei seggi, superando seppur di stretta misura il 5%. In questo caso conservatori e
socialdemocratici non avrebbero la maggioranza.
«Questo è un segnale, la Germania oggi è un Paese diverso». Così, Charlotte Knobloch, presidente della comunità ebraica di Monaco e dell’Alta Baviera, ha commentato il successo di Afd alle elezioni, dove ha ottenuto oltre il 20% dei voti e il secondo posto davanti alla Spd. Secondo Knobloch, «la responsabilità per i partiti democratici non è mai stata più grande: oggi in gioco è la nostra democrazia».
L’Europa deve raggiungere l’indipendenza dagli Usa sulla difesa. È quello che ha detto il leader della Cdu, Friedrich Merz, stasera a Berlino, dopo i
risultati delle elezioni che lo danno in testa. «Per me l’assoluta priorità sarà rafforzare l’Europa il più velocemente possibile, i modo che, passo dopo passo, noi riusciamo davvero a raggiungere l’indipendenza dagli Usa» nelle questioni relative alla difesa, ha spiegato. «Dopo le dichiarazioni di Donald Trump della settimana scorsa è chiaro che gli americani sono indifferenti al destino dell’Europa», ha aggiunto.
Il segretario generale della Nato Mark Rutte si è «congratulato con Friedrich Merz per la vittoria elettorale di oggi in Germania. Non vedo l’ora di lavorare con voi in questo momento cruciale per la nostra sicurezza condivisa. È fondamentale che l’Europa intensifichi la spesa per la difesa e la vostra leadership sarà fondamentale», ha scritto su X.
«La Cdu/Csu di Friedrich Merz ha vinto le elezioni in Germania: i Popolari saranno alla guida del nuovo governo tedesco. Continua il trend vincente dei partiti appartenenti alla famiglia del Ppe, vero argine alla deriva populista», commenta Antonio Tajani. «L’Europa ha bisogno di una Germania forte, guidata da una coalizione moderata ed esperta, e di un cancelliere capace come Merz. L’Europa deve affrontare le sfide più cruciali a 70 anni dall’inizio del processo di unificazione. Dobbiamo diventare soggetto politico, economico e militare unico: possiamo farlo insieme alla Germania guidata da Friedrich Merz. Forza Italia è pronta a collaborare per un’Europa sempre più forte e all’insegna dei valori del popolarismo», aggiunge il vicepremier e ministro degli Esteri.
Christian Lindner, leader dei liberali della Fdp, ha annunciato che si ritirerà dalla politica se il suo partito non riuscisse a entrare al Bundestag. «Sarebbe la fine della mia carriere politica», ha detto Lindner al tradizionale appuntamento del primo canale tedesco Ard dopo le elezioni. Al momento non è ancora chiaro se i liberali riusciranno a superare la soglia del 5%: le proiezioni sino a questo momento sembrano escluderlo.
«Congratulazioni a Friedrich Merz e alla Cdu/Csu per la loro netta vittoria elettorale odierna. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con il vostro prossimo governo per rafforzare ulteriormente la collaborazione tra i nostri due Paesi». Lo scrive su X il premier israeliano, Benjamin Netanyahu.
Il candidato cancelliere dei Verdi tedeschi, Robert Habeck, ha riconosciuto che il risultato elettorale del suo partito – se saranno confermate le proiezioni – sarà probabilmente inferiore alle aspettative.
Habeck ha messo in guardia contro l’ascesa del populismo di destra e si è congratulato con il leader dell’opposizione conservatrice Friedrich Merz per il risultato.
La Germania ha ora bisogno di un governo capace di agire, ha dichiarato l’attuale ministro dell’Economia e vice-cancelliere., che ha suggerito anche che i Verdi sono aperti a colloqui di coalizione. «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità».
Donald Trump – ed Elon Musk – non hanno fatto mistero circa le loro preferenze, tra i partiti tedeschi. E ora il presidente degli Stati Uniti esulta, sul suo social Truth: «È una grande giornata per la Germania, e per gli Stati Uniti sotto la leadership di Trump. Hanno vinto i conservatori, i tedeschi sono stanchi di agende senza senso su energia e migranti».
Secondo un’analisi di ARD, la Linke ha nettamente vinto tra gli elettori alle prime armi. Il 27% ha votato per la sinistra. Segue l’AfD con il 19 per cento. Alle elezioni federali del 2021, i Verdi e l’FDP erano in vantaggio tra i giovani elettori e la Linke era all’8%.
Il leader della Csu bavarese Markus Söder continua a respingere nettamente una coalizione della Cdu e del suo partito con i Verdi dopo le elezioni federali. «Sembra che l’Unione potrebbe cavarsela anche con uno o forse due partner», ha subito detto. «Ma è relativamente chiaro che si può fare anche senza i Verdi (…) che dovrebbero andare all’opposizione». La Baviera è peraltro il Land più inquinato.
Anche una seconda proiezione dell’Ard non vede né i Liberali né il partito di Sahra Wagenknecht nel Bundestag: i liberali avrebbero ottenuto il 4,9% e la BSW il 4,8%, cioè sotto la soglia di sbarramento. «Non ci sarà una coalizione “Giamaica”», ha sospirato già Wolfgang Kubicki, vicepresidente del partito liberale, uscente dalla coalizione «Semaforo» del governo Scholz. «Non siamo riusciti a riconquistare la fiducia dei tedeschi». La «coalizione Giamaica», cioè verde gialla e nera, comprenderebbe Cdu, Verdi e Liberali.
Già nei commenti agli exit poll, il cancelliere uscente socialdemocratico Olaf Scholz riconosce la vittoria di Merz, con cui si congratula, e parla di «un’amara sconfitta, che va riconosciuta chiaramente». Accolto dagli applausi dei tesserati Spd nella Willy Brandt Haus, ringrazia la base per l’impegno «e l’atteggiamento retto» durante la campagna elettorale. «Il risultato elettorale è stato migliore l’ultima volta. Questa volta è peggiore». Di entrambi gli esiti, ha rivendicato «la mia responsabilità». Le proiezioni danno il suo partito al minimo storico, un 16% che è più di tre punti sotto l’ultradestra di AfD, e Scholz rivendica l’attualità del «Brandmauer» cioè del muro che esclude AfD dalle coalizioni di governo. «Non accetteremo mai l’AfD. Nessuna collaborazione con l’estrema destra. Speriamo che anche gli altri mantengano questa posizione».
Alla Konrad Adenauer Haus a Berlino, sede della Cdu, il candidato cancelliere dei conservatori, Friedrich Merz, ha esultato in un primo commento. « Noi, Cdu e Csu, l’Unione, abbiamo vinto queste elezioni». In una serata che ha definito «storica» ha auspicato anche trattative rapide per la formazione di una coalizione. «Voglio dire una cosa ai nostri competitori. Abbiamo affrontato una dura campagna elettorale, sulla politica economica come sull’immigrazione. La cosa principale è creare un governo stabile il più rapidamente possibile. Il mondo là fuori non ci sta aspettando. Ora dobbiamo essere capaci di agire rapidamente. Il mondo deve percepire che la Germania viene governata di nuovo in modo affidabile».
Due proiezioni, a mezz’ora dalla chiusura delle urne, fanno già discutere: si conferma il primato della Cdu, al 29 per cento per la rete Ard e al 28,7% per il secondo canale Zdf. Poi Afd, al 19,6% e al 19,9% rispettivamente; Spd 16 e 16,4; bene la Linke (sinistra) che si proietta su un 8,6% per Ard e 8,9% per Zdf. Sul crinale dello sbarramento, in entrambe le proiezioni, i liberali (dati al 4,9% e al 5%) e la Buendnis Sahra Wagenknecht (4,7% o 5%). La soglia per entrare in Parlamento è del 5% quindi la loro presenza dipende da quale delle due proiezioni avrà meno margine di errore.
Saremo sempre pronti a far parte di un governo che voglia realizzare la volontà del popolo»: a dirlo – pochi minuti dopo la pubblicazione dei primi exit poll – è Alice Weidel, leader dell’ultradestra di Afd, intervenuta di fronte ai militanti del partito subito dopo la pubblicazione dei primi dati sulle elezioni. «Abbiamo fatto una straordinaria campagna elettorale. È stato bello. Siamo il solo partito che ha raddoppiato i consensi rispetto all’ultima volta. Volevano dimezzarci, è accaduto il contrario», ha aggiunto.
(Mara Gergolet, corrispondente da Berlino) Svolta in Germania. I cristiano-democratici di Friedrich Merz vincono le elezioni, ottenendo il 29% per cento secondo gli exit poll. Tracollo dei socialdemocratici dell’attuale cancelliere Olaf Scholz, che sarebbero scesi addirittura al 16 per cento e sono al loro minimo storico. L’estrema destra dell’AfD quasi raddoppia i suoi voti, salendo fino al 19,5 per cento: l’ha votata più di un tedesco su cinque. Ma mentre si chiudono i seggi di queste elezioni molto attese, dove l’affluenza è salita al 84 — record dal 1990, quando ci fu la riunificazione tedesca —, si capisce anche che bisognerà aspettare parecchio stasera per sapere che forma prenderà il governo. E per comprendere se Merz sarà in grado di guidare una coalizione a due, come spera, o si dovrà creare un’altra volta un governo a tre — molto più instabile — come il detestato Semaforo di Scholz.
Questi gli exit poll del primo canale Ard: CDU/CSU 29 % (+4,9), AfD 19,5% (+9,1), SPD 16% (-9,7), Verdi 13,5% (-1,2), liberali FDP 4,9% (-6,5), Linke 8,5% (3,6), BSW 4,7%.
Si confermano quindi le previsioni della vigilia: occorrerà guardare ai piccoli partiti per capire quale governo si potrà formare. Ricordiamo che la Cdu ha escluso la possibilità di formare un governo con l’estrema destra, che avrebbe dai numeri una ampia maggioranza.
Cinque partiti quindi siederanno in Parlamento. La Linke ha agevolmente superato la soglia di sbarramento del 5 per cento, rubando probabilmente voti alla SPD. Ma tutto dipenderà dai liberali FDP, guidati da Christian Lindner. Attualmente, sono fuori dal Parlamento. Ma se entrerà anche questo sesto partito, la soglia si alzerà e, a quel punto, neppure una Grosse Koalition CDU/SPD sarà sufficiente per avere la maggioranza dei seggi. Occorrerà fare un governo a tre, o includendo i Verdi o gli stessi liberali.
L’altra notizia di queste elezioni, la vera scossa sulla Germania, è che l’estrema destra ha sfondato. Non solo ha quasi raddoppiato i seggi: ormai non è più solo il «partito dell’Est», ma è diventato una formazione nazionale diffusa in tutto il Paese. E sarà il primo partito d’opposizione.
Inoltre, il governo Merz non avrà grossi margini di seggi in Parlamento dovesse governare a due. Fosse invece costretto a una coabitazione a tre, per Merz sarà difficile trovare la coesione ideologica, e a volte anche politica con i suoi due alleati. Per lui, personalmente, a 69 anni ,è una vittoria. Per la CDU di Angela Merkel il ritorno al potere.
Ecco i dati dei primi exit poll:
DATI ARD:
Cdu: 29 per cento
AfD: 19.5%
Spd: 16%
Verdi 13.5%
Linke 8.5%
Fdp 4.9%
BSW 4.7%
DATI ZDF
Cdu: 28.5 per cento
AfD: 20%
Spd: 16.5%
Verdi 12%
Linke 9%
Fdp 5%
BSW 5%
Ecco i dati del 2021:
Spd: 25.7%
Cdu: 24.1%
Verdi: 14.7%
Fdp: 11.4%
AfD: 10.4%
Linke 4.9%
BSW: /
La Cdu vince le elezioni in Germania, secondo i primi exti poll apparsi alla chiusura dei seggi, alle 18. Boom di Afd. Ecco i dati, qui sotto il confronto con le elezioni del 2021
I sondaggi, unanimi, pronosticano una vittoria dei cristiano-democratici della Cdu-Csu, con un dato che dovrebbe attestarsi intorno al 30 per cento dei voti. Al secondo posto, sempre secondo i sondaggi della vigilia, dovrebbe piazzarsi l’ultradestra di Alternative fur Deutschland, con cui la Cdu ha promesso di non fare alleanze. Decisivo sarà dunque il risultato della Spd dell’attuale cancelliere Scholz – data però intorno al 15 per cento – e dei Verdi, anch’essi dati in calo (intorno al 12,5 per cento). Più indietro, la Linke e l’Alleanza Sahra Wagenknecht, mentre i liberali potrebbero non superare la soglia di sbarramento del 5 per cento. Qui sotto i diversi sondaggi (per scorrerli si può utilizzare il menu a tendina)
Elon Musk fa pubblicità all’AfD fino alla fine, usando la piattaforma X per sostenere il partito di estrema destra. Alle 15:30 ora tedesca, informa la Bild, ha condiviso il seguente post di un utente: «Germania. Vai alle urne e vota per l’AfD. La tua vita dipende da questo». Il suo commento: «Sì».
Alle 14.00, l’affluenza alle urne in Germania – dove si vota per il rinnovo del Bundestag – era del 52% degli aventi diritto. Si tratta di una percentuale notevole, sottolinea la Bild, ricordando che nel 2021, l’affluenza alle urne alle 14 era del 36,5%.
L’affluenza alle elezioni anticipate tedesche alle ore 12 nei Laender di Berlino, Sassonia-Anhalt, Turingia, Sassonia, e Bassa Sassonia ha registrato un notevole aumento rispetto al voto del 2021. Nella capitale tedesca si è recato alle urne il 33 per cento degli aventi diritto, rispetto al 25,4 per cento registrati nel 2021. In Sassonia-Anhalt l’affluenza alle urne è stata del 37,1 per cento contro i 26,5 per cento delle precedenti elezioni. In Sassonia ha votato il 27,1 per cento, quando nel 2021 alla stessa ora aveva votato il 25,9. In Bassa Sassonia l’affluenza è stata del 43 per cento contro il 36,6 per cento del 2021. In Turingia, infine, la percentuale di votanti è quasi raddoppiata, passando dal 24,6 per cento del 2021 al 44,5 per cento delle 12 di oggi.
Sedie a sdraio come cabine: gli elettori tedeschi residenti nell’isola di Norderney, la seconda per grandezza delle Isole Frisone Orientali, sul Mare del Nord, non hanno trovato ad attenderli le consuete cabine elettorali ma le Strandkorb, le sedie a sdraio con copertura per ripararsi dal vento in uso nelle spiagge della parte nord del paese. «Credo che molti abitanti dell’isola non conoscano le normali cabine elettorali perché qui a Norderney votano sempre sulle sedie da spiaggia», ha dichiarato alla dpa il sindaco dell’isola, appartenente al land Bassa Sassonia, Frank Ulrichs. Le sedie da spiaggia, a due posti, in vimini e con tettoia, sono sempre disponibili, trasportabili e consentono di votare al riparo dagli sguardi. Per consentire il voto, si fissa una tavola alla struttura sulla quale l’elettore si può appoggiare per scrivere, votando in piedi. Per questo motivo, l’isola, che conta circa 6mila abitanti, rinuncia alle cabine elettorali tradizionali, sia quando si vota come oggi per il Parlamento tedesco, o Bundestag, sia per il Parlamento europeo o per le elezioni locali. «Abbiamo sempre fatto così», ha detto Ulrichs.
Friedrich Merz, candidato dell’Unione cristiano-democratica alle elezioni tedesche, ha affermato che, se fosse eletto cancelliere, effettuerebbe la sua prima visita a Parigi e a Varsavia. «In Europa dobbiamo tornare a collaborare più strettamente», ha detto il leader della Cdu in un’intervista al Bild am Sonntag, «ecco perché, come cancelliere, mi recherei prima a Parigi e Varsavia. Se possibile, nello stesso giorno.» Merz si è impegnato quindi a migliorare l’asse franco-tedesco e a mantenere stretti rapporti con la Polonia.
Il presidente federale dell’AfD, Tino Chrupalla, ha espresso questa mattina il suo voto per le elezioni federali presso un seggio elettorale a Gablenz, nella Sassonia orientale. Chrupalla, come riporta Ntv, si è detto fiducioso del fatto che il suo partito otterrà «un risultato molto forte, con oltre il 20 per cento». Secondo il co-leader dell’AfD, oprattutto nei Laender dell’Est, il partito dell’ultradestra tedesca otterrà molti mandati diretti: «Penso che questa sia una chiara dichiarazione politica da parte dei cittadini e degli elettori».
Il cancelliere uscente socialdemocratico Olaf Scholz e il candidato al cancellierato della CDU-CSU Friedrich Merz hanno votato questa mattina nel corso delle elezioni federali in Germania rispettivamente nei seggi di Potsdam e Arnsberg. Questa mattina, poco dopo l’apertura dei seggi, ha espresso il suo voto vicino a Berlino anche il presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier. Il Capo dello Stato ha invitato tutti i cittadini a votare «per aiutare a determinare il futuro del nostro paese. Votate nella consapevolezza che il vostro voto potrebbe essere quello decisivo».
Friedrich Merz
Olaf Scholz
Frank-Walter Steinmeier
A meno di un clamoroso abbaglio collettivo, c’è una sola certezza sull’esito delle elezioni politiche di oggi in Germania: Friedrich Merz, il candidato della Cdu-Csu, sarà il nuovo cancelliere federale.
Rimane ancora incerto se riuscirà a governare con una maggioranza di due soli partiti, ovvero se avrà nuovamente bisogno di una coalizione a tre, più complicata per definizione, ma è da lui che occorre partire per cercare di capire cosa l’Europa possa e debba attendersi dalla Germania che verrà.
Negli ultimi tre anni, a Bruxelles il governo di Berlino è semplicemente non pervenuto, paralizzato dai veti incrociati di una coalizione rissosa e inconcludente, cui un cancelliere senza qualità come Olaf Scholz non ha mai saputo offrire coerenza, e men che meno leadership. Insieme alla crisi che ha bloccato e blocca la Francia di Macron, generoso quanto velleitario aedo delle illusioni europee, l’assenza tedesca ha creato un vuoto nel cuore d’Europa, già squassata da populismi e sovranismi, lasciandola smarrita e priva di direzione. Che si trattasse del clima, del commercio, della politica estera, dell’appoggio all’Ucraina o del completamento del mercato unico, la Germania di Scholz non ha mai preso la guida, incapace di scegliere e confinandosi un ruolo da comparsa.
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Il voto è stato anticipato rispetto alla scadenza naturale della legislatura, inizialmente prevista per fine 2025, a causa di una crisi interna al governo, innescata da tensioni economiche e politiche. Il crollo dell’esecutivo nel novembre 2024 e una mozione di sfiducia concordata con le opposizioni hanno reso necessarie nuove elezioni.
Per la prima volta si è votato con un sistema elettorale che ha eliminato i seggi in eccesso, limitando il Bundestag a un massimo di 630 deputati.
La sfida principale è stata tra CDU/CSU, guidata da Friedrich Merz, e l’SPD del cancelliere uscente Olaf Scholz.
Cresceva l’attenzione anche sull’AfD, in ascesa nei sondaggi, mentre Verdi e FDP cercavano di mantenere un ruolo centrale nel governo. Nel 2021 l’SPD aveva ottenuto il 25,7%, la CDU/CSU il 24,1% e i Verdi il 14,8%. L’allora governo di coalizione aveva affrontato sfide economiche e geopolitiche.
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In Bassa Sassonia, circa il 13,8 percento degli aventi diritto ha espresso il proprio voto per le elezioni federali dopo le prime due ore dall’apertura dei seggi allae 8 di questa mattina. Lo ha reso noto la commissione elettorale statale alle ore 10.00. L’affluenza alle urne per le elezioni federali del 2021 era stata del 14,3% nelle prime due ore di voto. Nel calcolo, non sono inclusi i cittadini che hanno già votato per posta. La commissione elettorale statale non ha rivelato quanti dei circa sei milioni di aventi diritto al voto abbiano fatto richiesta di documenti per il voto postale.Nello Schleswig-Holstein, secondo il responsabile elettorale del Land, il 21,3 percento dei circa 2,265 milioni di aventi diritto al voto aveva già espresso il proprio voto entro le ore 11.00. Alle elezioni del 2021, la percentuale era del 23,8%.
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE (di Mara Gergolet)
BERLINO – Mentre il favorito Friedrich Merz chiude la sua campagna elettorale in una birreria a Monaco con l’alleato bavarese Markus Söder, e Elon Musk fa l’ennesimo endorsement all’estrema destra Afd, le domande che si fanno in Germania sono sostanzialmente due. Quanto sono precisi i sondaggi sull’Afd? E soprattutto, come sarà formato il governo, davvero servirà di nuovo una coalizione a tre?
Prima di provare a rispondere, guardiamo gli ultimi rilevamenti usciti alla vigilia del voto, nella loro forbice più ampia. Da un lato quello della Frankurter Allgemeine Zetiung: Cdu/Csu di Merz 32%; Afd 20; Spd 14,5; Verdi 12; Linke 7,5; Liberali Fdp 4,5; BSW (sinistra di Wagenknecht) 4,5.
Dall’altro quello di Forsa, che delinea un quadro completamente diverso, anche se le variazioni sono minime: Cdu/Cdu: 29%; Afd 21; Spd 15; Verdi 13; Linke 8; Liberali Fdp 5; BSW 3. Infine, quello della Bild/Insa dà invece — per restare ai partiti piccoli — i liberali al 4,5% e BSW al 5%.
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Il leader della Csu, Markus Soeder ha espresso il suo voto in un seggio elettorale di una scuola di Norimberga insieme alla moglie Karin Baumüller-Söder. Nonostante il recente peggioramento dei sondaggi, Soeder si è detto ottimista circa un buon risultato per l’Unione (Cdu-Csu). «Sì, sono molto fiducioso. Spero che alla fine otterremo il governo per il nostro paese in modo che qualcosa cambi realmente e non continuiamo semplicemente come prima. Serve una governo stabile per la Germania affinché qualcosa cambi», ha detto Soder, aggiungendo che questo è il suo vero desiderio perché rafforza la democrazia.
DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE (Mara Gergolet)
BERLINO – Da dove nasce l’AfD? Ingo Schulze è stato a lungo considerato lo scrittore simbolo della Germania dell’Est dopo la caduta del Muro, e forse anche lo scrittore tedesco più amato in Italia. È naturale rivolgersi a lui per provare a capirlo.
Cosa è andato storto? Perché l’AfD è così forte nella Germania dell’Est?
«Se si guardano solo i risultati nell’Est, si nota che sono sorprendentemente simili a quelli di altri Paesi europei: in Austria, Italia, nei Paesi Bassi, in Belgio, e anche in Francia. Questo viene rapidamente dimenticato, sebbene il 20% dei voti per l’AfD alle elezioni federali dimostri che si tratta di un fenomeno che riguarda l’intera Germania. Per spiegare la differenza tra Est e Ovest, ho sempre trovato illuminante il fatto che gli organizzatori del movimento Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) nell’autunno del 2014 hanno riflettuto se non fosse il caso di protestare contro l’“americanizzazione” dell’Occidente invece che contro l’“islamizzazione”. L’impulso nazionalista, antiliberale e in parte antidemocratico dell’estrema destra si lega, attraverso un orientamento antioccidentale, a un atteggiamento ampiamente diffuso nell’Est. Questo atteggiamento, però non è affatto sempre antidemocratico o antiliberale, ma si ribella piuttosto contro l’Occidente (della Germania). Si potrebbe persino vedere in esso una forma di autoaffermazione, purché non si confondano i sintomi con le cause».
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Continuiamo ad aspettarci uno scenario di stagflazione nell’Eurozona, dove una lieve ripresa della crescita sarà sostenuta da consumi più forti, ma gli investimenti rimarranno contenuti. Con l’inflazione che resta elevata, la Bce dovrebbe effettuare solo due ulteriori tagli dei tassi quest’anno. Abbiamo nuovamente abbassato le nostre previsioni di crescita per il 2025 dall’1,2% all’1,1%, e prevediamo che la crescita aumenterà all’1,5% nel 2026. I consumatori sono rimasti cauti lo scorso anno, poiché l’incertezza politica in Francia e Germania ha spinto al rialzo il tasso di risparmio. Tuttavia, prevediamo una ripresa ciclica nei prossimi trimestri, con tassi di interesse piu’ bassi e redditi reali elevati a sostegno della spesa delle famiglie. L’ultimo sondaggio della Bce sui prestiti bancari mostra che la crescita dei prestiti ha iniziato lentamente a riprendersi, sia per le famiglie che per le imprese. Ancora più importante, il sondaggio ha mostrato che le banche si aspettano un notevole miglioramento della domanda di mutui nel primo trimestre, segnalando una ripresa della crescita economica all’inizio di quest’anno.
Il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha votato per le elezioni federal meno di un’ora dopo l’apertura dei seggi elettorali (ore 8:00) a Berlino. Mentre esprimeva il suo voto, ha ringraziato gli scrutatori e ha invitato tutti i cittadini a votare. «Usate il vostro diritto di voto, andate a votare, aiutate a determinare il futuro del nostro Paese e votate sapendo che il vostro voto potrebbe essere quello decisivo», ha detto questa mattina alla scuola elementare Erich Kästner di Berlino-Zehlendorf.
(di Mara Gergolet, Irene Soave, Paolo Valentino) Il 23 febbraio si vota in Germania per eleggere la Camera Bassa del Parlamento federale, il Bundestag. Sono elezioni anticipate: la naturale scadenza della legislatura era a fine anno, e si sarebbe dovuto votare il 28 settembre 2025, ma una crisi politica scoppiata a novembre ha causato le dimissioni del governo in carica.
La coalizione «semaforo» (Socialdemocratici, Liberali, Verdi, la prima coalizione a tre da decenni) si è sfasciata su questioni economiche e politiche, come il debito pubblico e la legge di bilancio. Il cancelliere Olaf Scholz ha perso un voto di fiducia al Parlamento, che il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier ha sciolto il 27 dicembre. Così le urne aprono domenica alle 8 e chiudono alle 18. Poco dopo, i primi exit poll.
Qui, l’articolo completo
23 febbraio, 11:02 – Aggiornata il 23 febbraio, 23:15
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