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Il Papa in condizioni critiche, lieve insufficienza renale
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ROMA, 23 febbraio 2025, 21:24
di Fausto Gasparroni
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L 'esterno del Policlinico Gemelli di Roma – RIPRODUZIONE RISERVATA
Le condizioni di papa Francesco, al suo decimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli, “permangono critiche” e la novità di giornata è l’insorgenza di “una iniziale, lieve, insufficienza renale, allo stato sotto controllo”. Tuttavia “da ieri sera non ha presentato ulteriori crisi respiratorie”, informa il bollettino medico diffuso in serata.
L’equipe medica spiega anche che le trasfusioni di sangue effettuate ieri – oggi non ce ne sono state altre -, con “le due unità di emazie concentrate”, hanno dato “beneficio e con risalita del valore di emoglobina”. Stabile è rimasta la “piastrinopenia”, cioè la carenza di piastrine nel sangue. Prosegue anche “l’ossigenoterapia ad alti flussi attraverso le cannule nasali”.
In ogni caso, Francesco “continua ad essere vigile e ben orientato”. A quanto si apprende parla anche liberamente. Ma “la complessità del quadro clinico, e l’attesa necessaria affinché le terapie farmacologiche possano dare qualche riscontro, impongono che la prognosi resti riservata”, dice ancora il bollettino: vuol dire che, di fatto, non è fuori pericolo.
Intanto nella mattinata, nell’appartamento allestito al decimo piano del Policlinico, il Pontefice “ha partecipato alla Santa Messa, insieme a quanti in questi giorni di degenza si prendono cura di lui”, aggiunge la Sala stampa vaticana.
Pur essendo le condizioni di Francesco ancora critiche, è importante che l’emergenza di ieri, caratterizzata da una perdurante crisi respiratoria di tipo asmatiforme, che molta sofferenza aveva provocato al Pontefice e suscitato notevole allarme, sia stata superata. Ciò emerge anche dal fatto che il Papa abbia trascorso una notte tranquilla. Bergoglio, tra l’altro, non è costantemente a letto: a parte oggi la sua presenza alla messa, passa anche del tempo seduto in poltrona.
“Proseguo fiducioso il ricovero al Policlinico Gemelli, portando avanti le cure necessarie; e anche il riposo fa parte della terapia!”, ha affermato nel suo testo per l’Angelus che oggi, come già domenica scorsa, è stato diffuso in forma scritta. Il Papa ha voluto ringraziare “di cuore i medici e gli operatori sanitari di questo Ospedale per l’attenzione che mi stanno dimostrando e per la dedizione con cui svolgono il loro servizio tra le persone malate”.
“In questi giorni mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini – ha detto ancora, sempre all’Angelus e tornando a comunicare anche con un paio di messaggi su X -. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo! Affido tutti all’intercessione di Maria e vi chiedo di pregare per me”.
Soprattutto il Pontefice, dal suo letto d’ospedale, ha voluto lanciare un nuovo forte appello contro le guerre, ricordando il terzo anniversario del conflitto in Ucraina: “una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità!”, ha sottolineato.
“Mentre rinnovo la mia vicinanza al martoriato popolo ucraino – ha aggiunto -, vi invito a ricordare le vittime di tutti i conflitti armati e a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”.
Infine Francesco si è rivolto ai diaconi di cui oggi è stato celebrato il Giubileo, con la messa celebrata nella Basilica Vaticana dall’arcivescovo Rino Fisichella, in cui sono stati anche ordinati 23 candidati al diaconato: “vi esorto a continuare con gioia il vostro apostolato e ad essere segno di un amore che abbraccia tutti, che trasforma il male in bene e genera un mondo fraterno”.
Intanto continuano a rincorrersi le voci e le illazioni sulla possibile rinuncia del Pontefice a causa delle sue condizioni di salute. Va tenuto conto, però, che – al di là delle sue attuali o magari più remote intenzioni – il Papa ha già firmato una lettera di dimissioni nel caso di una malattia che ne paralizzi in modo permanente le capacità decisionali e di governo. E lo ha fatto non di recente, ma nei primi mesi del pontificato, quando nel 2013 era ancora segretario di Stato il card. Tarcisio Bertone. “Ho firmato la rinuncia e gli ho detto: ‘In caso di impedimento medico o che so io, ecco la mia rinuncia. Ce l’hai'”, raccontò nel dicembre 2022 al quotidiano spagnolo Abc.
Bergoglio allora soffriva per le difficoltà di deambulazione, la persistente gonalgia, ma ciò non giustificava neanche lontanamente una rinuncia: e lo faceva capire dicendo che “si governa con la testa, non con il ginocchio”. Più di recente, poi, in un colloquio con i confratelli gesuiti durante il viaggio in Africa del febbraio 2023,. Francesco ha evidenziato che le dimissioni dei Papi non possono diventare una “moda”, e soprattutto, oltre a non averle “in agenda”, che il Papato è ‘ad vitam’.
Dopo una settimana in cui non aveva più frequentato il suo profilo social, oggi papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli, è tornato a comunicare con i fedeli su X, tramite l’account in nove lingue @Pontifex.
“In questi giorni mi sono giunti tanti messaggi di affetto e mi hanno particolarmente colpito le lettere e i disegni dei bambini. Grazie per questa vicinanza e per le preghiere di conforto che ho ricevuto da tutto il mondo!”, scrive il Papa, ribadendo quanto detto nel testo per l’Angelus.
E in un altro post, questo riferito al Giubileo dei Diaconi, il Pontefice afferma: “Vi esorto a continuare con gioia il vostro apostolato e – come ci suggerisce il #VangeloDiOggi – ad essere segno di un amore che abbraccia tutti, che trasforma il male in bene e genera un mondo fraterno. Non abbiate paura di rischiare l’amore!”.
Il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, sta presiedendo la messa nella basilica di San Pietro per il Giubileo dei Diaconi. Prima di leggere l’omelia che il Papa ha preparato per l’occasione, considerato che doveva essere proprio lui a celebrare la messa, Fisichella ha detto: “Sentiamo Papa Francesco, benché in un letto d’ospedale, vicino a noi, lo sentiamo presente in mezzo e noi e questo ci obbliga a rendere ancora più forte, più intensa, la nostra preghiera perché il Signore lo assista nel momento della prova e della malattia”.
“L’annuncio del perdono è un compito essenziale del diacono. Esso è infatti elemento indispensabile per ogni cammino ecclesiale e condizione per ogni convivenza umana”. Lo afferma papa Francesco nell’omelia preparata per la messa presieduta stamane in sua vece nella Basilica Vaticana, in occasione del Giubileo dei Diaconi, dall’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e delegato del Pontefice per l’organizzazione dell’Anno Santo. “Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce”, dice Francesco nell’omelia, letta dallo stesso mons. Fisichella. “Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro – avverte -, destinato ad essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo”. Secondo il Papa, “perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità”. E il diacono, “investito in prima persona di un ministero che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere – e ad insegnare agli altri a vedere – in tutti, anche in chi sbaglia e fa soffrire, una sorella e un fratello feriti nell’anima, e perciò bisognosi più di chiunque di riconciliazione, di guida e di aiuto”. Nel corso della liturgia, mons. Fisichella ha officiato a nome del Papa anche l’ordinazione di 23 nuovi diaconi: tre italiani, tre messicani, tre spagnoli, sei colombiani, tre statunitensi, due polacchi, un francese e due brasiliani.
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