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La premier in collegamento video parla ai conservatori Usa
La presentano come la donna che ha riportato l’Europa sui binari giusti, con tutti gli onori. E Giorgia Meloni, in video, ricambia tanta stima alla Convention dei Conservatori americani in corso a Washington: «Non potevo non essere qui», dice quasi a marcare la distanza con il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella che, dopo quello che è parso un saluto nazista da parte di Bannon, ha declinato l’invito.
Di porpora vestita, in inglese fluente, la premier tiene il suo intervento di 10 minuti tra l’orgoglio dell’essere conservatori, alleati con partiti che pure lo sono, e la rivendicazione, anche, dell’essere europei, pur con tutte le debolezze recentemente mostrate. Ma soprattutto c’è un passaggio importante sull’Ucraina, netto: «Quello ucraino è un popolo orgoglioso, che combatte per la libertà, contro un aggressore brutale. Bisogna andare avanti per costruire una pace giusta e duratura. Con Trump noi non vedremo mai più il disastro visto in Afghanistan. La pace può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con le leadership forti», dice tra gli applausi. Quindi, il tentativo di spazzar via le distanze: «Gli avversari sperano che Trump si allontani da noi, ma non succederà».
Meloni sa che non può permettersi di trovarsi a un bivio, vuole ribadire che il suo ruolo può essere quello di chi tiene un legame tra Trump e l’Europa, anche dopo le parole del presidente Usa su dazi e Ucraina che hanno spiazzato le capitali di mezza Europa. E nel suo discorso sottolinea che sono i valori comuni dell’Occidente, i legami storici e culturali a tenere uniti i due continenti, ovvero «identità, democrazia, libertà di parola». Declinati nella politica dei conservatori: «Io lotto tutti i giorni per questo, so che non sono sola ma che tutti siete con me, e questo fa la differenza».
Fondamentale un passaggio, altamente rivendicativo: «I nostri avversari sperano che Trump si allontani da noi europei: io lo conosco, è forte e efficace, scommetto che dimostreremo che si sbagliano. Qualcuno può vedere l’Europa come distante, lontana, persa, io vi dico che non è così». Meloni fa attenzione a rivolgersi sempre alla famiglia dei conservatori e a non allargare i riferimenti a destre estreme come quelle dell’Afd.
Cosa ha detto Giorgia Meloni: il discorso integrale
Il legame, insiste, è dato dal rapporto non solo storico, ma politico tra diversi partiti conservatori. E non è un caso se la premier ha modificato la sua agenda per essere presente in videocollegamento domani con gli altri leader del G7 nonostante fosse previsto un pranzo con il presidente degli Emirati Arabi Uniti.
«Le élite si sono indignate per il discorso di J.D. Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o di bilancia commerciale in base alle quali — fa notare con un certo puntiglio — ognuno di noi difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia. Parlava di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell’Europa», dice. E poi: «Molti hanno finto di essere indignati, invocando l’orgoglio europeo contro un americano che osa darci lezioni. Ma lasciate che ve lo dica da orgogliosa di essere europea. Se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l’Europa ha perso autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall’immigrazione clandestina di massa, ora vivremmo in un’Europa più forte».
E ancora: «Ho esortato l’Europa a riscoprire la sua vera e più profonda anima, che è stata sacrificata sull’altare della burocrazia e del mercantilismo. Sono idee di buon senso ormai condivise dalla maggioranza dei cittadini europei. Come hanno dimostrato i risultati elettorali, l’Europa è lungi dall’essere perduta. E non sarà mai perduto finché i conservatori rimarranno in lotta. C’è una crescente consapevolezza che la sicurezza è oggi la massima priorità».
Insomma, l’«Occidente non esiste senza America, ma neanche senza Europa». E anche se la vittoria di Trump provoca «isteria» a sinistra, anche se su di lei e il suo governo continuano a girare «fake news», il restare uniti servirà a tutti, come l’evitare una guerra dei dazi che farebbe «male a tutti»: «Quando parlano Trump, Meloni, Milei o magari Modi, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie».
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22 febbraio 2025 ( modifica il 22 febbraio 2025 | 22:52)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La convention a Washington – Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv
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