A Nuseirat liberati Omer Shem Tov, che ha dichiarato di essere stato costretto a baciare sulla testa due miliziani di Hamas, Omar Wankert e Elia Cohen. Prima la stessa sorte era toccata a Rafah ad Avera Mengistu e Tal Shoham. Hisham al-Sayed, è stato consegnato alla Croce Rossa in un terzo luogo di rilascio, nella città di Gaza, senza alcuna cerimonia. Israele ritarda la liberazione di 602 detenuti palestinesi in risposta alla mancata consegna del corpo della madre della famiglia Bibas. Hamas protesta
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Gli israeliani Omer Shem Tov, Omar Wankert e Elia Cohen sono stati liberati a Nuseirat dai miliziani di Hamas. Poco prima lo stesso è successo a Rafah per gli ostaggi Tal Shoham e Avera Mengistu, consegnati alla Croce Rossa e dopo all’Idf. Hisham al-Sayed, il sesto ostaggio, è stato consegnato da Hamas alla Croce Rossa in un terzo luogo di rilascio, nella città di Gaza, ma senza cerimonie.
Omer Shem Tov ha baciato sulla testa due miliziani di Hamas. La scena è stata ripresa in diretta dalle telecamere presenti e condivisa sui media: l’uomo ha poi detto di essere stato costretto a farlo. Rapito dal festival Nova e tenuto prigioniero insieme ai suoi amici Mia e Itai Regev, il ragazzo ha salutato sorridente e alzato il pollice durante le operazioni di rilascio.
La liberazione di 602 detenuti in cambio del ritorno a casa di sei ostaggi israeliani è stata ritardata da Israele, in risposta alla mancata consegna del corpo della madre della famiglia Bibas.
Hamas parla di accordi violati.
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Hamas ha diffuso un video degli ostaggi Guy Gilboa-Dalal ed Evyatar David questa sera, in cui si vedono i due uomini rivolgersi al Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, da un veicolo di Hamas. “I nostri amici se ne vanno dopo 500 giorni e vogliamo solo che tutto questo finisca”, hanno detto. E’ probabile – scrive ‘Ynetnews’ – che parti del messaggio siano state dettate dai loro rapitori come parte del tentativo di Hamas di guerra psicologica
Il notiziario palestinese Quds News riferisce che Hamas si aspetta che Israele inizi a liberare i prigionieri in base all’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi entro mezzanotte e trenta minuti (ora locale). La rete riferisce che Hamas ha ricevuto un segnale da mediatori internazionali in merito all’imminente rilascio. Non vi è alcuna conferma della notizia da parte di fonti ufficiali. Ci si aspettava che Israele rilasciasse i prigionieri in mattinata, ma ha dichiarato di aver rimandato l’operazione finche’ il primo ministro Benjamin Netanyahu non avra’ ultimato le consultazioni sulla sicurezza in merito al ritorno degli ostaggi israeliani rimasti. Non e’ stata fornita alcuna ragione per il ritardo, ma e’ avvenuto in un clima di rabbia per la sorte degli ostaggi Shiri Bibas e dei suoi due figli piccoli.
L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L’APPROFONDIMENTO
L’autopsia di Shiri Bibas e dei suoi due figli, ostaggi morti i cui corpi sono stati restituiti a Israele, non ha rivelato alcun indizio “di ferita causata da un bombardamento”. Lo ha detto Chen Kugel, capo dell’Istituto nazionale di medicina legale. “Abbiamo identificato i resti di Shiri Bibas due giorni dopo aver identificato i suoi figli. Il nostro esame non ha trovato alcun segno di ferita causata da un bombardamento”, dice il dottor Kugel in un video messaggio.
“Il trattamento riservato da Hamas agli ostaggi, compreso il brutale assassinio della famiglia Bibas, è un’ulteriore dimostrazione della loro ferocia e rappresenta un’ulteriore ragione per cui affermiamo che questi terroristi devono rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi, altrimenti saranno distrutti”. Così su X il segretario di Stato americano Marco Rubio.
L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar fa sapere di accogliere con favore “la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio”. LEGGI L’ARTICOLO
L’Idf afferma di aver effettuato attacchi aerei lungo il confine tra Siria e Libano “colpendo le rotte utilizzate da Hezbollah per il contrabbando di armi”. I tentativi di introdurre illegalmente armi in Libano “rappresentano una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano”, afferma l’esercito israeliano.
Hamas ha accusato Israele di avere violato l’accordo di tregua con la mancata liberazione dei 620 detenuti palestinesi che avrebbero dovuto essere scarcerati oggi dopo la restituzione di 6 ostaggi israeliani. Si tratta di “una flagrante violazione”, ha dichiarato il movimento. Il governo ha deciso di far slittare la scarcerazione dei prigionieri, senza indicare quando potrebbe avere luogo.
“Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a lungo termine”.IL PIANO
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L’ANALISI
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell’11 febbraio di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24. L’APPROFONDIMENTO
“Il governo israeliano si impegna a continuare a lavorare con determinazione per riportare a casa tutti i nostri rapiti: i vivi alle loro famiglie e i caduti a una degna sepoltura nel loro Paese”. Lo ha ribadito su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel giorno in cui sono stati rilasciati altri sei ostaggi. “Finora abbiamo rimpatriato in Israele 192 persone rapite. Di questi, 147 sono vivi e 45 sono morti”, ha ricordato Netanyahu, secondo cui “Hamas detiene ancora 63 ostaggi” nella Striscia di Gaza.
Nael Obeid, terrorista palestinese liberato nei giorni scorsi nello scambio con gli ostaggi, è morto dopo essere caduto da un edificio nei pressi della sua casa a Gerusalemme est, come riferiscono i media palestinesi. La causa della caduta non è chiara. E’ stato dichiarato morto presso l’Hadassah Medical Center, vicino al Monte Scopus. Obeid era stato condannato a sette ergastoli e 30 anni per aver preso parte a un attentato nel 2003 al Café Hillel di Gerusalemme in cui erano rimaste uccise sette persone. Aveva scontato 21 anni prima di essere rilasciato. La causa della caduta non è chiara, dicono i media israeliani.
Israele sta ritardando il rilascio dei detenuti palestinesi come parte del settimo round dell’accordo sugli ostaggi. Il canale televisivo qatariota Al-Arabi ha riferito che la polizia palestinese è stata informata di un ritardo nel rilascio dei terroristi.
Hamas ha respinto con fermezza le ”false accuse” mosse da Israele secondo cui Ariel e Kfit Bibas sarebbero, secondo le Idf, ”stati assassinati brutalmente a mani nude”. In una nota rilasciata sabato, Hamas ha ”condannato le false accuse dell’occupazione riguardo all’uccisione dei bambini della famiglia Bibas da parte dei rapitori e i tentativi di incolparci” per la loro morte. Dal novembre del 2023 Hamas sostiene che i due bambini siano stati uccisi insieme alla loro madre in un raid aereo israeliano. Hamas sostiene che le affermazioni delle Idf non sono altro che “menzogne e diffamazioni infondate, volte a infangare la reputazione della resistenza e a legittimare i crimini dell’occupazione”. Inoltre, ha aggiunto, “la resistenza ha mantenuto gli ostaggi al sicuro con lealtà e responsabilità, nel rispetto dei valori islamici e umanistici”. Quindi, prosegue la nota, “le false affermazioni sono il palese tentativo dell’occupazione di giocare con i sentimenti delle famiglie degli ostaggi e di mitigare il risentimento del popolo”.
Hisham al-Sayed, il sesto ostaggio israeliano liberato oggi da Hamas dopo aver trascorso quasi un decennio in prigionia a Gaza è entrato in territorio israeliano, dopo essere stato preso in custodia dall’esercito. “Dopo quasi un decennio di lotta per il ritorno di Hisham, il momento tanto atteso è arrivato”, hanno scritto i parenti in una dichiarazione condivisa dal Forum delle famiglie.
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