Hezbollah: "Rifiutiamo controllo dei tirannici Usa sul Libano". L’esercito israeliano ha schierato i carri armati in Cisgiordania mentre espande l’operazione antiterrorismo in corso nell’area di Jenin: è la prima volta dall’operazione "Scudo difensivo" del 2002 che i tank dell’Idf operano in quest’area. Netanyahu ha fatto sapere che la liberazione dei circa 600 prigionieri palestinesi sarà posticipata finché Hamas non porrà fine alle "umilianti cerimonie" che tiene durante la consegna degli ostaggi israeliani
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L’aviazione israeliana ha effettuato dei sorvoli a bassa quota su Beirut durante i funerali del leader di Hezbollah Nasrallah e del suo successore Safieddine, uccisi dagli israeliani tra fine settembre e otto0bre dello scorso anno. La folla ha allora iniziato a urlare ‘Morte a Israele, rispondiamo alla tua chiamata, Nasrallah’. Nel suo messaggio per le esequie, la Guida suprema dell’Iran Khamenei ha scritto che ‘il nemico deve sapere che la resistenza contro l’usurpazione, l’oppressione e l’arroganza non è finita e continuerà finché il fine non sarà raggiunto’. L’esercito israeliano ha schierato i carri armati in Cisgiordania mentre espande l’operazione antiterrorismo in corso nell’area di Jenin: è la prima volta dall’operazione ‘Scudo difensivo’ del 2002 che i tank dell’Idf operano in Cisgiordania. Il primo ministro israeliano ha fatto sapere che la liberazione dei prigionieri palestinesi, ai sensi dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sarà posticipata finché Hamas non porrà fine alle “umilianti cerimonie” che tiene durante la consegna degli ostaggi israeliani. Gli ultimi sei ostaggi vivi della prima fase dell’accordo di tregua sono stati rilasciati ieri: due su un palco allestito da Hamas a Rafah, tre su un altro a Nuseirat e uno affidato alla Croce rossa.
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L’accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il  19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le  persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25).  In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle  donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante  il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L’APPROFONDIMENTO
“Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione della cena al Quirinale con il presidente degli Emirati Arabi Uniti,  Mohamed bin Zayed Al Nahyan. 
L’attacco  del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente  offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che  va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione.  Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Un importante leader di Hamas, Mahmoud Mardawi, ha dichiarato che il gruppo palestinese non avvierà ulteriori colloqui con Israele tramite mediatori finché Israele non rilascerà i 620 prigionieri palestinesi, la cui liberazione era prevista per sabato.
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar  fa  sapere di accogliere con favore “la decisione del presidente Trump di  non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.  Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio”. LEGGI L’ARTICOLO
“Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione della cena al Quirinale con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
“Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore. Il ritorno alle ostilità non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione della cena al Quirinale con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
“Stiamo  parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto”, ha  detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un “cantiere di  demolizione” e affermando che la mossa potrebbe essere “temporanea o a  lungo termine”.IL PIANO
Hamas sospenderà i negoziati con Israele tramite mediatori, a meno che Israele non liberi i 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani consegnati ieri, come da accordo. Lo ha ribadito il funzionario di Hamas Mahmoud Mardawi, riporta The Times of Israel, precisando che su Telegram il funzionario ha invitato i mediatori a fare pressione su Israele affinché attui le disposizioni dell’accordo di cessate il fuoco. Questa mattina presto, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele non avrebbe rilasciato i prigionieri finché Hamas non avesse fornito garanzie che avrebbe posto fine alle cerimonie “umilianti” per celebrare il trasferimento degli ostaggi israeliani. 
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di  Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai  registrato un simile livello di distruzione in un’area così piccola e  densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà  essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell’accordo di  tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su  quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal  conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L’ANALISI
sraeliane, ha annunciato di aver innalzato il livello di allerta operativa nella zona di confine di Gaza. Attualmente non sono previste modifiche alle linee guida per i civili, aggiunge l’esercito. Lo riporta The Times of Israel.
Dallo  scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione  degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi  dell’area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta  del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di  aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella  puntata dell’11 febbraio di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24. L’APPROFONDIMENTO
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu si è detto pronto “in qualsiasi momento” a riprendere i combattimenti a Gaza. Il premier ha poi chiesto la “smilitarizzazione totale” della Siria meridionale.
Si svolgerà  mercoledì la prossima visita in Medio Oriente dell’inviato speciale  della Casa Bianca per la regione, Steve Witkoff. Lo ha annunciato lo  stesso Witkoff alla Cnn, spiegando di essere al lavoro su un’estensione  della fase uno dell’accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi  tra Israele e Hamas.
“Le forze di occupazione hanno annunciato l’inizio di un’operazione militare nella città di Qabatiya accompagnata da un coprifuoco di 48 ore, a partire da questa mattina”. Lo afferma l’agenzia Wafa che cita il governatore di Jenin. L’esercito ha preso d’assalto la città all’alba di oggi, accompagnate da bulldozer militari, e ha iniziato a distruggere strade e infrastrutture e a tagliare le linee idriche ed elettriche, ha detto Ahmad Zakarneh alla Wafa sottolineando che è stata distrutto l’ingresso della città e vandalizzate le proprietà, i negozi e i veicoli dei cittadini.
L’inviato  speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha  dichiarato alla Cnn che si recherà nella regione mercoledì prossimo per  lavorare al “raggiungimento di un’estensione della fase uno”  dell’accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco e lo scambio di  prigionieri. Witkoff ha affermato di aspettarsi che la “fase due” del  negoziato non salti.
L’inviato di Trump Steve Witkoff sarà in Medio Oriente mercoledì per cercare di estendere la prima fase dell’accordo su Gaza. Lo ha detto Witkoff in un’intervista a Cnn.
L’Idf ha reso noto che ieri le sue forze hanno arrestato 26 persone ricercate e confiscato armi in Cisgiordania. L’operazione nella Cisgiordania settentrionale è stata ampliata stamattina, includendo più villaggi nell’area di Jenin e Tulkarem.
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Di NewsBot