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Simone Gervasio
GIORNALISTA
Giornalista professionista, napoletano trapiantato a Milano, si occupa di cronaca, attualità, cultura pop e sport. Dopo una laurea in Comunicazione e un master in Giornalismo, ha lavorato per diversi siti e redazioni. Oltre al web, ha avuto esperienze anche in tv e in radio
Un drone russo si è aggirato per una settimana a Ispra, sul lago Maggiore, Varese, intorno a una delle strutture più sorvegliate del Nord Italia, il Joint research centre della Commissione europea. A segnalare la minaccia sono stati proprio i responsabili del centro. Dell’oggetto volante poi si sono perse le tracce.
Un drone russo in uno dei luoghi più top secret d’Italia. Stiamo parlando del Joint research centre della Commissione europea di Ispra, sul Lago Maggiore che è stato messo nel mirino da questo velivolo sospetto che ha fatto scattare l’allarme.
Si sa poco di come ci sia finito in quella zona, da chi e come sia stato pilotato, né tantomeno dal motivo per cui, dopo circa sette giorni, si sia dileguato e, dopo almeno cinque suoi passaggi, di esso si sia perso il controllo.

Immagini dall’interno del Jrc
Il drone in questione sarebbe russo e potrebbe avere avuto al suo interno telecamere e strumentazioni digitali tali da riprendere un obiettivo nei minimi dettagli, anche di notte, o di eseguire mappature tridimensionali.
Il Jrc è il terzo campus di ricerca più grande della Commissione europea dopo quelli di Bruxelles e Lussemburgo, è attivo da 65 anni. In esso vi lavorano ricercatori specializzati in ambiti diversi come il nucleare, la sicurezza, lo spazio, le risorse sostenibili e i trasporti. Poco distanti ci sono anche alcuni stabilimenti di Leonardo, come la Leonardo helicopters training academy di Sesto Calende, a poco più di una dozzina di chilometri, o, a Vergiate, la Divisione elicotteri.
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Resta da chiarire se il drone intercettato abbia sorvolato anche questi obiettivi o solo l’area del Jrc e, soprattutto, si indaga per capire la provenienza del drone e chi lo pilotava. Potrebbe essere stato infatti parte di una missione di ricognizione e spionaggio. Un argomento questo molto scottante e che potrebbe essere stato discusso nell’ultima riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr) al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri.
Non si tratterebbe nel caso del primo tentativo dell’intelligence russa di mappare città e luoghi in Italia. Già l’anno scorso i carabinieri del Ros avevano indagato su un’azienda di servizi tecnologici i cui titolari erano stati accusati di “corruzione del cittadino da parte dello straniero”, aggravata dalla finalità di terrorismo ed eversione.
Altro aspetto peculiare della vicenda è il fatto che, sul centro di Ispra, è attiva una “no fly zone”. Chiunque abbia fatto volare il drone potrebbe dunque aver commesso reato: le uniche deroghe al divieto di volo della zona possono essere appannaggio soltanto dell’Enac.
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E non è neanche la prima volta che questa zona finisce sulle pagine dei quotidiani. Già nel 2023 fu teatro di una presunta spy story finita in tragedia. Allora, durante un’attività operativa con Servizi collegati esteri, una barca, la Love Lake, finì per naufragare, a causa del maltempo, a Sesto Calende. Morirono gli agenti segreti dell’Aise, Claudio Alonzi e Tiziana Barnobi, Shimoni Erez del Mossad israeliano, e Anya Bozhkova, moglie di Claudio Carminati, comandante che nel 2024 aveva patteggiato quattro anni di carcere per omicidio e naufragio colposi.
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