Questo il piano enunciato dal primo ministro israeliano ai suoi ministri. Intanto sirene d’allarme hanno risuonato in varie zone nel centro di Israele dopo il lancio di un missile dallo Yemen. L’alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya, ha annunciato che la fazione palestinese ha approvato una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata dai mediatori, esortando Israele ad appoggiarla
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Le sirene d’allarme hanno risuonato in varie zone nel centro di Israele dopo che è stato lanciato un missile dallo Yemen. Lo ha detto l’esercito israeliano. Il missile balistico, intercettato dalle difese aeree, è stato abbattuto prima di oltrepassare i confini del paese. Non ci sono al momento segnalazioni di feriti o danni a seguito dell’attacco.
Deposizione delle armi e corridoio verso l’estero per i dirigenti di Hamas, poi emigrazione volontaria dalla Striscia. E’ il piano enunciato ai suoi ministri dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la “fase finale” della guerra a Gaza. 
L’alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya, ha annunciato che la fazione palestinese ha approvato una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata dai mediatori, esortando Israele ad appoggiarla.”Due giorni fa, abbiamo ricevuto una proposta dai fratelli mediatori in Egitto e Qatar. Ne abbiamo discusso positivamente e l’abbiamo approvata. Speriamo che l’occupazione (Israele, ndr) non la ostacolerà”, ha affermato al-Hayya, specificando tuttavia che le armi del gruppo sono una “linea rossa”.
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Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha assicurato che l’intensificazione della pressione militare di Israele su Hamas a Gaza è stata efficace. “Stiamo negoziando sotto il fuoco e vediamo che cominciano ad apparire delle crepe”, ha detto alla riunione del suo gabinetto. 
Benjamin Netanyahu ha promesso un salvacondotto ai leader di Hamas che deporranno. Coloro che deporranno le armi “saranno autorizzati a lasciare” Gaza, ha detto il premier israeliano ai ministri. 
Deposizione delle armi e corridoio verso l’estero per i dirigenti di Hamas, poi emigrazione volontaria dalla Striscia. E’ il piano enunciato ai suoi ministri dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la “fase finale” della guerra a Gaza. Se depongono le armi, ha detto, ai leader di Hamas “sarà permesso andare all’estero”. Poi si passerà “all’attuazione del piano Trump” di “emigrazione volontaria” degli abitanti di Gaza. 
“Confidando nella misericordia di Dio Padre, continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto”. Lo scrive Papa Francesco nel testo dell’Angelus di oggi che conclude: “Maria, Madre di misericordia, aiuti la famiglia umana a riconciliarsi nella pace”.
Israele – ricorda Al Jazeera – detiene più di 9.500 prigionieri palestinesi, tra cui 350 bambini, 22 donne e 3.405 in detenzione amministrativa, cioè senza processo o incriminazione formale. Almeno 63 palestinesi sono morti in custodia israeliana dall’inizio della guerra a Gaza, tra cui 40 che erano stati arrestati nella Striscia.   Le forze israeliane – aggiunge il sito dell’emittente qatariota – hanno eseguito più di 15.700 arresti nella Cisgiordania occupata dall’inizio della guerra a Gaza. Migliaia di altre persone sono state arrestate a Gaza, ma il numero esatto non è noto poiché Israele rifiuta di rivelare le cifre. Al Jazeera cita la Commissione palestinese dei detenuti e degli ex detenuti e la Società dei prigionieri palestinesi, che “stanno richiamando l’attenzione sulla difficile situazione di coloro che sono detenuti nelle carceri israeliane mentre i palestinesi celebrano la Giornata della Terra e l’Eid al-Fitr”. In una dichiarazione congiunta, le due organizzazioni hanno affermato che il Giorno della Terra – che ogni anno commemora i palestinesi uccisi dall’esercito israeliano mentre si opponevano gli espropri di terrenio agricoli in Galilea, il 30 marzo 1976 – e l’Eid al-Fitr di quest’anno cadono nel “momento più sanguinoso” della storia palestinese a causa del “genocidio” in corso a Gaza e dei continui attacchi alla Cisgiordania occupata. 
Un ragazzo di 17 anni proveniente dal villaggio arabo di Jisr al-Zarqa, nel nord di Israele, è stato arrestato con l’accusa di aver giurato fedeltà all’Isis e di aver pianificato attività terroristiche. Lo riporta Haaretz. Secondo quanto dichiarato dalla Polizia israeliana e dai servizi di sicurezza Shin Bet, il minore avrebbe negli ultimi mesi giurato più volte fedeltà all’organizzazione, ed è stato trovato in possesso di istruzioni per la costruzione di dispositivi esplosivi artigianali.
Il missile balistico lanciato verso Israele dagli Houthi dello Yemen è stato intercettato dalle difese aeree, secondo quanto riferito dall’esercito. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf), citate dal Times of Israel, hanno precisato che il missile è stato abbattuto prima di oltrepassare i confini del paese.   Non ci sono al momento segnalazioni di feriti o danni a seguito dell’attacco.  Le sirene di allarme sono risuonate in diverse località del centro di Israele, in alcune città vicino a Gerusalemme e in alcuni insediamenti della Cisgiordania. 
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sara’ mercoledi’ in visita a Budapest per incontrare il premier Viktor Orban. Lo ha annunciato il suo ufficio. La visita avra’ luogo nonostante il mandato d’arresto emanato contro Netanyahu dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini di guerra e crimini contro l’umanita’ nella Striscia di Gaza. Tecnicamente gli Stati parte della Cpi, compresa l’Ungheria, sono tenuti a eseguire i mandati della Corte, ma gia’ a novembre Orban aveva chiarito che non avrebbe mai dato seguito alla richiesta di arresto. Anzi, l’avrebbe apertamente sfidata. “Non c’e’ altra alternativa che opporsi a questa decisione. Oggi invitero’ il primo ministro israeliano a visitare l’Ungheria”, aveva detto all’epoca. L’Ungheria e’ grande sostenitrice di Israele, tanto da avere piu’ volte bloccato comunicati e decisioni che potessero in qualche modo colpire l’alleato. Il partito di Orban, Fidezs, e’ stata una delle formazioni di estrema destra europee invitate alla controversa conferenza sull’antisemitismo che si e’ tenuta pochi giorni fa a Gerusalemme.
Le sirene d’allarme hanno risuonato in varie zone nel centro di Israele dopo che è stato lanciato un missile dallo Yemen. Lo ha detto l’esercito israeliano. 
Gli Houthi denunciano un nuovo round di attacchi aerei statunitensi nelle roccaforti dei ribelli in tutto lo Yemen, inclusa la capitale Sanaa, da loro controllata. La rete Al-Masirah, di proprietà della milizia yemenita filoiraniana e anti-israeliana – citata dal Times of Israel -, afferma che, oltre a Sanaa, tre attacchi hanno colpito la città di Saada e altri quattro hanno preso di mira il vicino distretto di Al-Salem nel nord-ovest. 
Gli Houthi hanno annunciato di avere attaccato tre volte la portaerei statunitense Truman di stanza nel Mar Rosso. “Nelle ultime 24 ore, le nostre forze armate si sono scontrate tre volte con un gruppo di navi da guerra nemiche nel Mar Rosso, guidate dalla portaerei americana Harry Truman”, ha dichiarato un portavoce del movimento sul canale televisivo Al Masirah di proprieta’ degli Houthi. “Forze missilistiche, droni e forze navali hanno partecipato all’operazione”, ha spiegato, “continuiamo a portare avanti le nostre operazioni difensive e rispondiamo a escalation con escalation”.
Le milizie Houthi dello Yemen hanno annunciato di aver effettuato tre attacchi nelle ultime 24 ore contro la portaerei statunitense Harry S. Truman, la principale piattaforma di lancio dell’operazione di bombardamenti ordinata due settimane fa dal presidente Donald Trump contro l’insurrezione yemenita. 
In un comunicato diffuso nelle prime ore del mattino, il portavoce militare delle forze Houthi, il colonnello Yahya Sarea, ha dichiarato che “l’operazione è stata condotta con diversi missili da crociera e droni”, senza fornire informazioni sui risultati dell’attacco. Anche il Comando Centrale dell’Esercito degli Stati Uniti (Centcom), che coordina l’operazione contro i ribelli, non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito. 
Il colonnello Sarea ha ribadito che la campagna Houthi contro la navigazione nel Mar Rosso è un gesto di sostegno alle milizie palestinesi che combattono a Gaza contro Israele. “Non smetteremo di sostenere il popolo palestinese oppresso finché l’aggressione contro Gaza non cesserà e l’assedio non sarà revocato”, ha affermato il portavoce militare.
L’agenzia di difesa civile di Gaza ha reso noto che un attacco aereo israeliano ha colpito una casa e una tenda che ospitava sfollati, uccidendo almeno otto persone, tra cui cinque bambini, nel giorno in cui i palestinesi osservano l’inizio di Eid al-Fitr. 
L’attacco è avvenuto mentre sia Hamas che Israele hanno confermato di aver ricevuto una nuova proposta di tregua dai mediatori, volta a fermare le ostilità durante la festività. “Ci sono otto martiri, tra cui cinque bambini, a seguito di un attacco aereo israeliano all’alba su una casa e una tenda che ospitava sfollati a Khan Yunis”, ha dichiarato all’Afp Mahmud Bassal, portavoce dell’agenzia di difesa civile.
L’agenzia palestinese di protezione civile di Gaza, espressione di Hamas, ha affermato che un attacco aereo israeliano di questa notte su una casa e una tenda che ospitavano sfollati a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, ha ucciso almeno otto persone, tra cui cinque bambini, mentre i palestinesi osservavano il primo giorno di Eid al-Fitr, la festa islamica che segna la fine del Ramadan. “Ci sono otto martiri, tra cui cinque bambini, per a un attacco aereo israeliano prima dell’alba su una casa e una tenda che ospitavano sfollati a Khan Yunis”, ha detto all’Afp Mahmud Bassal, portavoce dell’agenzia palestinese. 
Il governo israeliano potrebbe virare ancora più a destra. A quanto riferito dall’emittente Kan, citata dal Times of Israel, il premier Benjamin Netanyahu sta valutando di blindare ulteriormente l’esecutivo con l’ingresso di altri due ministri di estrema destra. I nomi sono gia’ noti. Uno è Avi Maoz, l’unico deputato del partito anti-Lgbtq e anti-femminista Noam. Fino alla scorsa settimana era sottosegretario con delega al controllo dei curricula scolastici dal suo Ufficio per l’identita’ nazionale ebraica. Manterrebbe le stesse deleghe ma con un bilancio più corposo a disposizione. Secondo probabile ministro è Zvika Fogel, di Otzma Yehudit, cui sarà affidata la supervisione dei servizi segreti. Il dicastero all’intelligence era stato chiuso l’anno scorso, ma dovrebbe dunque essere ristabilito. Ex militare, ex ministro dell’Interno, Fogel e’ in parlamento dal 2022. Nota la sua linea dura verso i palestinesi, da fermo sostenitore dei coloni e dell’annessione della valle del Giordano. Israele, ha detto una volta, “e’ troppo misericordioso” verso i palestinesi: “Se si tratta di scegliere tra una madre israeliana che piange o mille madri palestinesi che piangono, allora mille madri palestinesi piangeranno”.
Hamas ha fornito informazioni ai mediatori dell’accordo per il cessate il fuoco sugli ostaggi, in particolare sulle condizioni di salute del prigioniero americano-israeliano Edan Alexander. Lo riferiscono fonti egiziane alla rete saudita Al Arabiya, scrive The Times of Israel. Il rilascio di Alexander è stato posto come condizione nelle proposte di rinnovo del cessate il fuoco con Hamas a Gaza. 
L’alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya, ha annunciato che la fazione palestinese ha approvato una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata dai mediatori, esortando Israele ad appoggiarla.”Due giorni fa, abbiamo ricevuto una proposta dai fratelli mediatori in Egitto e Qatar. Ne abbiamo discusso positivamente e l’abbiamo approvata. Speriamo che l’occupazione (Israele, ndr) non la ostacolerà”, ha affermato al-Hayya, specificando tuttavia che le armi del gruppo sono una “linea rossa”.
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Di NewsBot