Il bilancio ancora provvisorio delle vittime del sisma è arrivato a oltre 1.600 persone, ma se ne temono più di 10.000. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie. Almeno 3.000 gli edifici crollati. Allarme dell’Onu sulle forniture mediche. La giunta militare del Paese asiatico continua intanto a lanciare raid aerei contro i gruppi ribelli
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Continua a salire in Myanmar il bilancio ancora provvisorio delle vittime del terremoto che è arrivato a oltre 1.600 morti, ma se ne temono più di 10.000. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie. Almeno 3.000 gli edifici crollati. Allarme dell’Onu sulle forniture mediche. La giunta militare del Paese asiatico continua intanto a lanciare raid aerei contro i gruppi ribelli.
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Dopo il catastrofico sisma del 28 marzo, che ha colpito anche la Thailandia, lo scenario per il quale si possano verificare scosse altrettanto forti rispetto a quella già avvenuta è “abbastanza improbabile” anche se possibile. Secondo Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “sicuramente avremo invece delle scosse d’assestamento anche di magnitudo intorno a 6”. L’ARTICOLO COMPLETO
In Myanmar l’emergenza ora è “la ricerca dei sopravvissuti. Ma mancano mezzi, risorse, persino la corrente elettrica”, denuncia Francesca Capoluongo, delegata della Federazione Internazionale della Croce Rossa che si trova a Yangon, in un’intervista a Repubblica. “Dalle nostre squadre arrivano racconti dell’orrore. Palazzi, strade, ponti, templi crollati. Quartieri cancellati”, ha spiegato. Tra gli obiettivi c’è quello di assistere i quasi 7 milioni di bambini toccati dal terremoto: “Abbiamo già avviato i nostri protocolli per tentare di riunire le famiglie che il sisma ha diviso, come per capire il numero di dispersi – ha riferito Capoluongo – I minori soli potrebbero aumentare esponenzialmente in un Paese in cui molti nuclei sono stati già spezzati dallo sfollamento dovuto al conflitto. Anziani, bambini e donne sono nelle città, molti giovani sono nelle foreste”. Quella toccata dal sisma è “un’area in cui vivono 18milioni di persone, senza contare gli sfollati”, ha ricordato la delegata della Croce Rossa, “sulle vittime, facciamo riferimento alle cifre ufficiali, ma siamo certi che aumenteranno ancora”. Le prospettive sono molto cupe: “Ci sono migliaia di feriti e milioni di persone senza casa, senza accesso all’acqua, potabile e non. Serve tutto il necessario per dare riparo a chi è rimasto senza. E la situazione andrà a peggiorare perché i prossimi mesi saranno quelli del gran caldo”. “Come Federazione internazionale lavoriamo con la Croce rossa locale, più delegazioni di altri Paesi – ha aggiunto – Noi abbiamo mobilitato 400 operatori e più di 7mila volontari, ma non sono neanche lontanamente sufficienti”.
Sono circa 20 milioni le persone colpite dal terremoto di magnitudo 7,7 che venerdì ha devastato il Myanmar: è quanto emerge da un rapporto redatto dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Myanmar, Marcoluigi Corsi. Un terzo della popolazione, ha spiegato Corsi, sta subendo le conseguenze del sisma in un Paese che già attraversava una profonda crisi politica ed economica dal colpo di stato militare del 2021. Le vittime accertate sono già più di 1.600 e vi sono stati ingenti danni ad abitazioni e infrastrutture, spiega ancora l’Onu: 1.690 case, 670 monasteri, 60 scuole e tre importanti ponti sono crollati in parte o del tutto. Vi sono crepe in edifici privati così come università e ospedali, che hanno costretto milioni di persone a trovare riparo in rifugi. “Le comunicazioni via Internet sono interrotte a Mandalay – la seconda città più importante del Paese, con 1,5 milioni di abitanti – i collegamenti su rotte terrestri e aerei sono interrotti”, si spiega ancora nel rapporto. E non mancano “preoccupazioni per la tenuta di grandi dighe”.
Il violento terremoto che ha colpito il Myanmar, facendo danni e vittime anche in Thailandia, Laos e Cina, ha avuto una magnitudo 300 volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016, e 8 volte superiore alla più alta mai registrata in Italia, che è di 7.1 dell’evento del 1908 a Messina. Secondo il presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni, “con un evento di questa intensità sarebbe davvero strano se non si verificassero decine e decine di frane, come anche fenomeni di liquefazione del terreno”. L’APPROFONDIMENTO
Stefano, un turista italiano in vacanza a Bangkok, ha raccontato a Sky TG24 il momento in cui, insieme alla compagna, ha avvertito il forte sisma di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar, facendo tremare la terra anche nel nord della Thailandia: “A un certo punto la mia compagna è caduta a terra. Io ho cercato di aiutarla a rialzarsi, ma sono caduto insieme a lei. Non riuscivamo a stare in piedi”. L’ARTICOLO COMPLETO
Continua in Myanmar la disperata ricerca di sopravvissuti fra le macerie lasciate dai terremoto di magnitudo 7.7 di venerdì e dalle successive scosse. Nonostante l’arrivo graduale degli aiuti internazionali, gli esperti temono che il numero delle vittime aumenterà ulteriormente in Birmania, dove gran parte della popolazione vive lungo la faglia di Sagaing, il punto di incontro tra la placca indiana e quella eurasiatica. La guerra civile esplosa dopo il golpe militare del febbraio 2021 e che prosegue anche nel dopo-terremoto – ieri si sono registrati raid dell’esercito contro i ribelli anche non lontano dall’epicentro del sisma -, ha decimato il sistema sanitario, esponendo il Paese a una grave crisi. E in queste ore si si riscontra una penuria no solo di cibo, ma anche di medicine. A Mandalay, la seconda città del Paese di 1,7 milioni di abitanti vicina all’epicentro, che ha subito distruzioni massicce, all’alba Win Lwin si fa strada tra le rovine della sala da tè su una delle vie principali, spostando i mattoni uno a uno con le mani. “Circa sette persone sono morte qui”, ha detto all’Afp. “Sto cercando altri corpi, ma so che non ci possono essere sopravvissuti. “Non sappiamo quanti corpi potrebbero esserci, ma stiamo cercando.” Circa un’ora dopo, una piccola scossa di assestamento costringendo le persone a uscire di corsa da un hotel per mettersi in salvo, in seguito a una scossa simile avvertita sabato sera tardi. Camion carichi di pompieri si radunano in una delle principali stazioni dei pompieri di Mandalay per essere inviati in siti intorno alla città. Ieri sera, i soccorritori avevano estratto una donna viva dalle macerie di un condominio crollato, con applausi scroscianti mentre veniva trasportata in barella verso un’ambulanza. La giunta al potere in Myanmar ha affermato ieri in una dichiarazione che almeno 1.644 persone sono state uccise e più di 3.400 ferite, con almeno altre 139 disperse. Ma con comunicazioni inaffidabili, la vera portata del disastro rimane poco chiara e lontanissima dalla sua vera entità, che stime prudenti, come quella degli esperti dell’istituto geosismico Usa (Usgs), collocano in una vasta forbice fra i 10mila e i 100mila.
Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime del terremoto a Bangkok, salite ufficialmente a 17. L’Autorità Metropolitana della capitale thailandese ha reso noto che 32 persone sono rimaste ferite e 83 risultano ancora irreperibili, la maggior parte delle quali provenienti dal sito di un grattacielo di 30 piani in costruzione crollato a causa del sisma.
Due scosse di terremoto si sono susseguite nelle ultime ore in Myanmar, dopo quelle potentissime (7.7 e 6.4) di venerdì: alle 10.20 locali (le 03.50 italiane) l’istituto geosismico americano (Usgs) ha registrato un sisma di magnitudo 5.1 nei pressi della capitale Naypyidaw a una profondità di 10 km, preceduta di circa 9 ore da una di 4.2 a Shwebo, circa 70 km a nord di Mandalay.
Anche l’enorme patrimonio storico e culturale del Myanmar, testimonianza del prestigio di regni antichi e della devozione di monaci e pellegrini, è stato messo a dura prova dal terremoto che ha colpito il Paese venerdì 28 marzo. Al momento non è nemmeno ancora chiaro con certezza quali templi, statue del Buddha e pagode siano ancora in piedi. Ecco quali siti sono stati colpiti e per quali si teme la stessa sorte. I SITI A RISCHIO
Dopo il catastrofico sisma del 28 marzo, che ha colpito anche la Thailandia, lo scenario per il quale si possano verificare scosse altrettanto forti rispetto a quella già avvenuta è “abbastanza improbabile” anche se possibile. Secondo Lucia Margheriti, direttrice dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “sicuramente avremo invece delle scosse d’assestamento anche di magnitudo intorno a 6”. L’APPROFONDIMENTO
È salito a 17 morti nella capitale thailandese Bangkok il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito venerdì il vicino Myanmar, hanno affermato oggi le autorità locali. I feriti a Bangkok sono 32. Risultano ancora 83 persone disperse, la maggior parte delle quali sepolte nel crollo di una torre di 30 piani in costruzione in un quartiere della capitale thailandese.
Continua a salire in Myanmar il bilancio delle vittime del terremoto, arrivando a oltre 1.600 morti. Ma se ne temono più di 10.000. I soccorritori continuano a scavare tra le macerie. Almeno 3.000 gli edifici crollati. Allarme dell’Onu sulle forniture mediche. Apparentemente incurante dell’emergenza, la giunta militare del Paese asiatico continua intanto a lanciare raid aerei contro i gruppi ribelli.
Il bilancio ancora provvisorio delle vittime del sisma è arrivato a oltre 1.600 persone, ma se ne…
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