“Senza un’intesa metto i dazi”, ha dichiarato il presidente Usa, che prevede di parlare con il leader russo in settimana. Successivamente il tycoon ha sottolineato di essere convinto che "Putin non si rimangerà la parola". Trump ha anche affermato che Zelensky sta cercando di "ritirarsi dall’accordo sulle terre rare. Se lo fa avrà dei grossi problemi". "Mosca e Washington hanno avviato colloqui su terre rare", ha dichiarato Kirill Dmitriev, rappresentante del Cremlino per la cooperazione economica estera
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Il rappresentante della presidenza russa per gli investimenti e la cooperazione economica con gli Stati esteri, Kirill Dmitriev, ha dichiarato che Russia e Usa hanno “iniziato a discutere di vari tipi di terre rare e progetti in Russia”: lo scrive l’agenzia Interfax.
Il presidente Usa Trump dice di essersi molto arrabbiato con Putin quando ha criticato la credibilità di Zelensky paventando un governo di transizione a Kiev. “Senza un’intesa metto i dazi. La rabbia può dissiparsi se fa la cosa giusta sull’Ucraina”, ha dichiarato il capo della Casa Bianca, che prevede di parlare con il leader russo in settimana. Successivamente il tycoon ha sottolineato di essere convinto che “Putin non si rimangerà la parola”. Trump ha anche affermato che Zelensky sta cercando di “ritirarsi dall’accordo sulle terre rare e se lo fa avrà dei problemi, grossi, grossi problemi”. Da Mosca intanto arriva un categorico “no” a forze di pace in Ucraina con Paesi che sostengono Kiev.
Il rappresentante della presidenza russa per gli investimenti e la cooperazione economica con gli Stati esteri, Kirill Dmitriev, ha dichiarato che Russia e Usa hanno “iniziato a discutere di vari tipi di terre rare e progetti in Russia”: lo scrive l’agenzia Interfax.
Secondo lo Stato maggiore ucraino, come riporta il Guardian, la Russia ha intensificato gli attacchi con bombe plananti estremamente potenti. Solo nel corso di domenica, Mosca ha lanciato 223 bombe plananti contro le truppe e gli insediamenti ucraini.
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Si sono svolti a Riad i colloqui tra la delegazione russa e quella statunitense, per raggiungere un accordo di cessate il fuoco in Ucraina. Dopo l’incontro di ieri tra i negoziatori di Washington e Kiev, sempre nella capitale saudita, il confronto di oggi, a porte chiuse e ospitato all’interno dell’hotel Ritz-Carlton di Riad, ha visto protagonisti – per la delegazione di Mosca – il presidente della commissione Affari esteri del Senato, Grigori Karasin, e Sergey Beseda, consigliere del direttore dell’Fsb. Ecco tutto quello che c’è da sapere sui colloqui tra gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Russia. L’APPROFONDIMENTO
“La corrispondente di guerra di Channel One, Anna Prokofieva, è morta mentre svolgeva il suo dovere professionale. È successo nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina”. Questo quanto dichiarato da un portavoce del canale televisivo russo. Aveva 35 anni, laureata in giornalismo a Mosca parlava correntemente anche lo spagnolo. CHI ERA
Il nuovo piano Ue presentato a Bruxelles prevede un sistema europeo di stoccaggio per garantire, in caso di “disastri naturali, stati di crisi o aggressione armata”, l’accesso a tutte le risorse critiche. Nella “Strategia dell’Unione europea per la preparazione” 30 azioni chiave per affrontare le emergenze. ECCO IL PIANO
Per il piano di riarmo europeo, Roma sembra voler puntare su meccanismi che “non pesino direttamente sul debito degli Stati”, come ha spiegato la premier Meloni. Ci potrebbero essere quindi dei contributi a fondo perduto. Anche di questo tema si è occupata la puntata di “Numeri”, approfondimento di Sky TG24. GLI SCENARI
Il tema è stato uno degli argomenti centrali del Consiglio europeo: in vista di questo appuntamento Bruxelles ha pubblicato il Libro Bianco sulla Difesa, che riassorbe in modo organico il piano ReArm Europe e fornisce alcuni dettagli sulla sua messa a terra. Le differenze tra i singoli Paesi e tra Unione europea e Russia sono stati al centro della puntata di “Numeri”, programma di SkyTG24. I NUMERI
“Come sempre, una conversazione significativa e franca con il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer. Abbiamo discusso degli sviluppi recenti, del coordinamento dei nostri prossimi passi e dell’ulteriore rafforzamento della nostra cooperazione per raggiungere una pace dignitosa”. Lo ha riferito su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Keir ha anche condiviso i dettagli della sua conversazione con il Presidente Trump, durante la quale hanno discusso i risultati del recente incontro dei leader a Parigi e l’importanza di mantenere la pressione su Putin”, ha scritto il leader ucraino. “Abbiamo coordinato i nostri prossimi passi e discusso i preparativi per il prossimo incontro in Ucraina più avanti questa settimana dei rappresentanti degli stati maggiori dei Paesi pronti a fornire i loro contingenti. Ci stiamo preparando per discussioni sostanziali”, ha sottolineato.
L’ex presidente ucraino attacca anche Zelensky: “Non deve trasformare l’Ucraina in una dittatura”. L’intervista a Sky TG24. LEGGI L’ARTICOLO
Con una commovente commemorazione, la cittadina ucraina ha celebrato il terzo anniversario della liberazione. Kiev denuncia oltre 1.400 vittime e 9.000 crimini di guerra, mentre Mosca respinge ogni accusa. GUARDA IL VIDEO
Stanno continuando i dialoghi tra le parti nel tentativo di arrivare alla fine del conflitto tra Russia e Ucraina. I colloqui verso una pace si sono intensificati nell’ultimo periodo, in particolare con l’insediamento dell’amministrazione Trump che sta premendo per terminare la guerra. Tuttavia nei tre anni precedenti al ritorno alla Casa Bianca del tycoon, Washington e Kiev sarebbero state unite da una forte partnership: a rivelarlo è un’inchiesta del New York Times, secondo cui a sapere di questa collaborazione sarebbero stati in totale un ventina di funzionari. Le attività non sarebbero state solamente legate alle armi, ma anche all’intelligence, strategia, pianificazione e tecnologia. Gli Stati Uniti insomma sarebbero stati coinvolti nel conflitto più di quanto finora emerso, giocando un ruolo “segreto” determinante. L’APPROFONDIMENTO
Le forze russe hanno colpito la citta’ di Kupiansk nell’Oblast di Kharkiv con diverse bombe aeree guidate, ferendo un uomo e due donne. Lo dice Oleh Syniehubov, capo dell’amministrazione statale dell’Oblast di Kharkiv secondo quanto riportano i media ucraini. Syniehubov ha riferito che i russi hanno lanciato un totale di sette bombe aeree guidate su Kupiansk.
“La Russia deve smetterla con le tattiche dilatorie. Deve ricambiare accettando senza indugio, come ha fatto l’Ucraina, un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Dobbiamo vedere dei progressi entro un lasso di tempo definito”. Lo scrive sui social l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas pubblicando una foto dell’incontro del formato Weimar Plus a Madrid.
Il presidente russo Vladimir Putin annuncia la più grande coscrizione nell’esercito degli ultimi 14 anni. Lo riporta il Moscow Times secondo cui il capo del Cremlino ha firmato un decreto sulla coscrizione primaverile per il servizio militare. La mobilitazione si svolgerà da aprile a giugno e saranno inviate nell’esercito 160 mila nuove reclute. La legislazione vigente prevede che i cittadini di età compresa tra 18 e 30 anni sono soggetti alla leva obbligatoria. Il capo dello Stato russo ha incaricato il governo, le autorità esecutive regionali e le commissioni di coscrizione di organizzare tutte le misure necessarie per l’attuazione tempestiva ed efficace del piano di coscrizione. La prossimima campagna sarà la più grande degli ultimi 14 anni, aggiunge il Moscow Times. L’ultima volta che è stato registrato un numero maggiore di reclute è stato nel 2011, quando il Ministero della Difesa ha convocato 203 mila persone.
“Prematuro parlare di truppe senza un negoziato vero che porti a una pace giusta che si può avere solo se ucraini ed europei siedono al tavolo. E’ in gioco la sicurezza europea e le garanzie vanno fatte insieme alla comunità internazionale convolgendo le Nazioni Unite”. Lo dice Elly Schlein a Tagadà su La7.
Non ci sarà mai perdono per le atrocità commesse dalla Russia in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky lo ha chiarito oggi, nel terzo anniversario della liberazione di Bucha. “Non perdoneremo i crimini della Russia e questa guerra, perché perdonare significherebbe accettare che un sistema come quello russo attuale abbia il diritto di esistere e di espandersi a spese di altri popoli”, ha scritto su Telegram. “Difenderemo l’Ucraina e ristabiliremo la giustizia: la Russia deve essere chiamata a rispondere di questa guerra”, ha ammonito.
Sarà necessario più tempo del previsto per organizzare le elezioni in Ucraina dopo la guerra con la Russia, almeno rispetto ai termini stabiliti dalla legge. È quanto emerge da una valutazione pubblicata dalla Commissione Elettorale Centrale di Kiev. “Dobbiamo approvare una legge sulle specificità delle elezioni post-belliche”, ha dichiarato il presidente della Commissione, Oleh Didenko, in un’intervista al portale Ukrainska Pravda. A causa della legge marziale in vigore dal 2022, in seguito all’invasione russa, non si sono tenute le regolari elezioni presidenziali e parlamentari. Nella politica e nella società ucraina esiste un ampio consenso nel rispettare questa situazione giuridica e nel programmare le elezioni solo dopo una possibile fine del conflitto.
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato l’ordine di coscrizione di primavera. Ne hanno notizie le agenzie Tass e Interfax. La cartolina per la leva obbligatoria sara’ invitata ai giovani di eta’ compresa tra 18 e 30 anni che non sono riservisti, per un totale “di 160.000 persone”, si legge nel decreto, piu’ dei 150mila del 2024 e dei 147mila del 2023. L’aumento si spiega con la decisione di Putin di accrescere gradualmente il numero di appartenenti alle forze armate. All’inizio del 2022, in Russia c’erano circa 1 milione di militari, ora se ne contano 1 milione e mezzo. La coscrizione non ha niente a che fare con la guerra in Ucraina, ha tenuto a precisare il ministero della Difesa. I militari di leva, ha assicurato, “non saranno impiegati nella operazione speciale”.
Nel 2024, il 19% del gas importato nell’Unione Europea è arrivato dalla Russia, in calo da oltre il 45% nel 2021, prima che Vladimir Putin invadesse l’Ucraina. Ad attestare che l’Ue è tuttora dipendente per circa un quinto del gas importato dalla Federazione Russa è il commissario europeo per l’Energia e le Politiche abitative Dan Jorgensen, rispondendo ad una interrogazione dell’eurodeputato lituano Liudas Mažylis (gruppo Ppe). “In seguito all’aggressione militare russa contro l’Ucraina a partire dal 2022 – scrive Jorgensen – l’Ue ha agito con fermezza per ridurre la sua dipendenza dall’energia russa. La strategia RePowerEu, adottata a maggio 2022, mira ad accelerare la transizione pulita, diversificare le forniture e migliorare la resilienza energetica dell’Ue. L’Unione ha adottato sanzioni per eliminare gradualmente le importazioni di carbone russo”. Le sanzioni sul petrolio, continua Jorgensen, “hanno anche ridotto le importazioni da quasi un terzo al 3% delle importazioni totali dell’Ue. In termini di gas, l’Ue ha ridotto le sue importazioni di gas russo da oltre il 45% nel 2021 al 19% nel 2024, sostituendole con alternative come il gas naturale liquefatto (Gnl) da partner internazionali fidati”. Tuttavia, nota, “l’energia russa, in particolare il gas, rimane nel mix energetico dell’Ue. Per affrontare questo problema, la Commissione prevede di adottare una tabella di marcia per porre fine alle importazioni di energia russa implementando il piano RePowerEu”. Con i pacchetti di sanzioni attualmente in vigore, prosegue il commissario, “il Consiglio ha imposto il divieto di nuovi investimenti per il completamento dei progetti russi di Gnl in costruzione e il divieto di servizi di ricarica per il Gnl russo sul territorio dell’Ue ai fini delle operazioni di trasbordo verso Paesi terzi”. “Qualsiasi ulteriore decisione sui pacchetti di sanzioni dovrà essere presa dal Consiglio”, conclude.
“La Russia continua i suoi crimini di guerra” settimane dopo che “l’Ucraina ha accettato il cessate il fuoco incondizionato”, per cui Putin “deve una risposta chiara sulla sua volontà di andare verso la pace”, anzitutto “agli Stati Uniti che si sono impegnati molto” per spegnere il conflitto. “Una risposta chiara è un sì o un no” alla fine delle ostilità. Lo ha affermato il ministro francese degli Esteri, Jean-Noel Barrot, prima della riunione del G5+ a Madrid, con gli omologhi di Francia, Italia, Polonia, Spagna, del Regno Unito e di Germania e dell’Ucraina in videoconferenza, alla presenza dell’alta rappresentante Ue per la politica estera e del commissario Ue per la Difesa. Barrot ha confermato l’impegno di Parigi a investire 2 miliardi di euro aggiuntivi per l’Ucraina. E ha ringraziato Madrid per il vertice odierno che “ci permetterà di rendere operative le decisioni prese al vertice di giovedì scorso” a Parigi. E di preparare “le garanzie che saremo in grado di fornire una volta conclusa la pace, in modo che sia giusta e duratura”, ha detto. In questo senso, Barrot ha annunciato che “un team franco-britannico visiterà nei prossimi giorni l’Ucraina per fare passi avanti”. Alla riunione ministeriale di Madrid andrà avanti il confronto sul Libro bianco sulla difesa europea con il commissario di Difesa Ue, Andrius Kubilius. e sulla “forza di dissuasione” europea. “Abbiamo tutti i mezzi per raggiungere questo obiettivo. L’unica cosa di cui abbiamo bisogno è la forza di volontà”, ha segnalato il capo della diplomazia francese. Da parte sua, l’omologo polacco, Radoslaw Sikorski, ha evidenziato che “Russia non sta solo bombardando in Ucraina, ma sta realizzando una guerra ibrida contro tutti noi”, con incendi provocati a strutture sensibili, spionaggio o interruzioni di forniture elettriche. Quanto al fatto che Madrid e altri paesi del Sud Europa non abbia ancora raggiunto il 2% del Pil nella spesa per la difesa, Sikorski ha rilevato: “E’ un fatto che quanto più vicini sono alla Russia i Paesi spendono di più in difesa e si può immaginare perché”. Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha a sua volta insistito sul fatto che “tutti vogliamo una pace giusta e duratura” in Ucraina “e per ottenerla è necessario che Putin accetti adesso un cessate il fuoco senza condizioni”, ha rilevato.
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