Il Papa compare a sorpresa in piazza San Pietro: «Buona domenica a tutti e grazie»
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Crollano in apertura tutti i mercati a Oriente: in picchiata anche Seul e Sidney. Tokio registra -7,4%. Il presidente Usa attacca di nuovo l’Europa: «Ci hanno trattato molto male»
Nuovo tonfo collettivo delle borse asiatiche. Il clima di drammatica incertezza sui mercati, innescato dalla raffica di dazi imposti dagli Usa sulle merci in entrata, sta continuando a bruciare centinaia e centinaia di miliardi. In apertura, la Borsa di Tokio ha perso il 7,4%. Dopo i primi scambi l’indice Nikkei è infatti sceso a 31.255 punti, lasciando sul terreno il 7,44%, mentre il Topix è calato dell’8,14%.
In forte calo anche l’indice Kospi della Borsa sudcoreana di Seul, in apertura calato del 4,77%, mentre l’S&P/ASX 200 della piazza d’affari australiana di Sydney è crollato del 5,83%. In picchiata, con record negativo, la Borsa di Hong Kong, crollata in avvio di seduta: l’indice Hang Seng perde quasi un decimo del suo valore, cedendo 2.119,76 punti (-9,28%), a quota 20.730,05. Hsbc, nel dettaglio, segna un tonfo del 15,85%, mentre i colossi hi-tech cinesi Alibaba e Tencent perdono nelle prime battute, rispettivamente, il 9,72% e il 7,43%.
Va ancora peggio in Taiwan, dove il Taiex, l’indice ponderato della Borsa è crollato del 9,8% all’apertura, poco dopo la ripresa delle contrattazioni dopo un lungo fine settimana. Anche questo tonfo è legato direttamente alla reazione negativa dei trader per i nuovi dazi decretati dal presidente Donald Trump, che hanno innescato una massiccia svendita sui mercati mondiali dalla scorsa settimana.
Tutto mentre, parlando dall’Air Force one, il presidente degli Stati Uniti continua a tenere alti i toni: «Questa settimana ho parlato con molti europei, asiatici, in tutto il mondo. Stanno morendo dalla voglia di fare un accordo» sui dazi. E poi: «I crolli delle Borse? «A volte è necessario assumere farmaci per curarsi». Infine, ancora una volta, Trump spara bordate contro i Paesi Ue: «L’Europa ha fatto una fortuna con noi. L’Europa ci ha trattato molto molto male» ma «stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale».
Intanto la Cina chiede a gran voce l’apertura di un negoziato con la Casa Bianca. «Il mercato ha parlato», dicono da Pechino, respingendo i dazi di Trump e chiedendo a Washington una «consultazione paritaria» dopo che le ultime restrizioni statunitensi al commercio hanno fatto crollare i mercati globali. In un messaggio pubblicato su Facebook nel fine settimana, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun ha detto che «adesso è il momento che gli Stati Uniti smettano di agire in modo sbagliato e risolvano le divergenze con i partner commerciali attraverso una consultazione paritaria». Il 4 aprile, la Cina ha risposto con dazi del 34 per cento alle ultime barriere all’interscambio poste da Washington. Il 2 aprile, Trump ha annunciato un nuovo dazio del 34 per cento sulle importazioni cinesi, che si aggiunge alla tassa del 25 per cento applicata in precedenza.
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7 aprile 2025 ( modifica il 7 aprile 2025 | 06:06)
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