In Asia un vero tonfo sulla scia delle tariffe Usa, in attesa dell’apertura delle borse in Europa, per le quali ci si aspetta un’altra giornata di forti ribassi. Il presidente americano minimizza il panico sui mercati azionari, paragonandoli a "una cura" destinata a curare i mali dell’economia americana. "A volte è necessario assumere farmaci per curarsi", ha detto ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale Air Force One
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In Asia un vero tonfo dei listini sulla scia dei dazi di Trump in attesa dell’apertura delle Borse in Europa, per le quali ci si aspetta un’altra giornata di forti ribassi. Il presidente americano minimizza il panico sui mercati azionari, paragonandoli a “una cura” destinata a curare i mali dell’economia americana: “A volte è necessario assumere farmaci per curarsi”.
Giorgia Meloni si prepara a riunire la task force di ministri per valutare, settore per settore, le ricadute dei dazi Usa sulle produzioni italiane. Secondo varie fonti starebbe poi pensando a un viaggio a Washington per incontrare Trump, nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano JD Vance a Roma.
A Bruxelles si continua intanto a ragionare su come rispondere ai dazi: si parla più di contromisure che di controdazi, uscendo dal binario della più classica guerra commerciale. Nel mirino resterebbe comunque il settore dei servizi, con l’idea di una web tax europea, una sorta di equo compenso da far pagare alle Big Tech. Anche di questo si parla nel Consiglio Ue Commercio in Lussemburgo di oggi.
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Schizza in avvio lo spread. Il differenziale tra Btp e Bund sale di quasi 9 punti base a 128 punti. Si tratta del livello più alto da novembre. Il rendimento del decennale italiano sale di un punto base e tocca il 3,79% mentre i titoli di stato tedeschi a 10 anni cedono 7 punti base al 2,5%.
La Cina assicura di proteggere gli interessi delle aziende Usa e di rimanere una “terra promettente” per gli investimenti stranieri. Lo ha assicurato il viceministro del Commercio Ling Ji, in base a una nota diffusa oggi dallo stesso dicastero, dopo che Pechino ha imposto venerdì controdazi al 34% su tutto l’import dagli Usa. La ritorsione cinese “protegge con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle imprese, comprese quelle americane”, ha detto domenica Ling, incontrando domenica un gruppo di rappresentanti di aziende Usa. Pechino ritiene che le tariffe di risposta mirano a rimettere gli Stati Uniti sulla “strada giusta”.
La Borsa di Hong Kong perde oltre il 12% quando mancano meno di due ore alla chiusura, nel giorno peggiore per l’indice Hang Seng in più di 16 anni, mentre la rappresaglia della Cina contro i dazi di Donald Trump intensifica la guerra commerciale e alimenta i timori di recessione. L’indice, che aveva aperto con un ribasso del -9,28%, segna crollo del 12,4% – o 2.828,49 punti – a quota 20.021,32.
Tonfo in avvio del prezzo del gas. I contratti Ttf ad Amsterdam, Piazza di riferimento, cedono il 5% a 34,6 euro al megawattora.
I leader cinesi hanno discusso nel fine settimana le misure per stabilizzare l’economia e i mercati di fronte allo tsunami tariffario del presidente Usa Donald Trump, inclusa l’ipotesi di accelerare i piani di stimoli ai consumi. Lo riporta Bloomberg in base a fonti vicine al dossier, secondo cui nell’iniziativa sono stati coinvolti dirigenti e funzionari senior di enti governativi, compresi quelli delle autorità di regolamentazione finanziaria. Nel mirino l’idea di portare avanti alcune misure pianificate anche prima dei dazi di Trump. Le Borse cinesi, tuttavia, accentuano le perdite con Shanghai a -7,30% e Shenzhen a -10,31%.
Le criptovalute hanno cancellato quasi tutti i guadagni dalla vittoria elettorale di Donald Trump all’inizio di novembre a causa dei dazi introdotti dal presidente Usa. La capitalizzazione di mercato totale di tutte le cripto è scesa di circa il 10% a 2,54 trilioni di dollari, secondo i dati di CoinGecko. Nella notte, segnala Bloomberg, il Bitcoin ha perso oltre il 7% a Londra, raggiungendo un minimo di 77.000 dollari e ora perde ancora a 76.837 dollari (-2,5%). Ethereum è crollato a 1.521 dollari, minimo infragiornaliero che non si vedeva dall’ottobre 2023, e ora è trattato a 1,543 dollari (-1,95%).
La Borsa di Mumbai è scesa di oltre il 3% nelle prime contrattazioni di oggi, in linea con i mercati asiatici in preda al panico per l’offensiva tariffaria del presidente americano Donald Trump e la rappresaglia cinese. In apertura l’indice Nifty 50, che rappresenta le maggiori società quotate in India, è sceso del 3,55%. Il Nifty IT, che comprende i giganti tecnologici indiani, è crollato del 5,53%.
Prezzo dell’oro poco mosso questa mattina sui mercati delle materie prime: l’oro con consegna immediata (Gold Spot) passa di mano a 3.033,93 dollari l’oncia con un calo dello 0,14% mentre il metallo prezioso con consegna a giugno (Comex) è scambiato a 3.056,00 dollari con un aumento dello 0,68%.
L’euro si rafforza sul dollaro e perde quota rispetto allo yen. La moneta unica europea è scambiata a 1,1001 dollari con un avanzamento dello 0,41% e a 160,3300 yen con una flessione dello 0,36%.
Si profila un’altra giornata difficile sui listini europei con il tonfo delle Piazze asiatiche, in caduta libera per l’effetto dei dazi di Trump. I future sul Vecchio Continente sono in pesante rosso con l’indice Stoxx 50 che nel pre-market viaggia a -4 per cento.
Il premier giapponese Shigeru Ishiba si recherà quanto prima negli Stati Uniti per discutere la delicata questione dei dazi imposti dal presidente Donald Trump, nel tentativo di attenuare il contraccolpo all’economia del Paese del Sol Levante, pesantemente orientata all’esportazione. “Dobbiamo sottolineare chiaramente che il Giappone non sta facendo nulla di ingiusto”, ha detto Ishiba durante una sessione parlamentare, definendo “estremamente spiacevole” l’imposizione dei dazi del 24% da parte di Trump, in particolare sul comparto auto, un settore chiave per la nazione.
Prezzo del petrolio ancora in calo dopo il tonfo di venerdì. Il Wti con consegna a maggio passa di mano a 60,45 dollari con un calo del 2,48% mentre il Brent con consegna a giugno è scambiato a 64,01 dollari con una flessione del 2,39%.
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parteciperà oggi a Lussemburgo al Consiglio Affari Esteri in formato Commercio convocato, in via straordinaria, dalla presidenza polacca. All’ordine del giorno – riferisce una nota della Farnesina – uno scambio di vedute fra i ministri del Commercio dell’Ue sulle relazioni commerciali Ue-Usa e sulle relazioni commerciali Ue-Cina. Durante il primo dibattito verranno analizzati i “dazi reciproci” annunciati dal presidente Trump il 2 aprile, con l’obiettivo di concordare una risposta comune e pragmatica. “Occorre scongiurare una guerra commerciale, che sarebbe contro i nostri stessi interessi. L’obiettivo primario dev’essere la tutela del nostro sistema produttivo e del nostro export”, ha dichiarato Tajani. Il ministro ribadirà quindi l’impegno dell’Italia a lavorare con i partner europei e con la Commissione per una soluzione negoziata. In un’ottica di lungo termine, il ministro ha ricordato l’importanza di diversificare le opportunità per le imprese tramite l’espansione della rete di accordi di libero scambio dell’Ue. In merito alle relazioni commerciali Ue-Cina, Tajani ricorderà l’importanza di riprendere il dialogo politico ed economico con Pechino, strutturando un’agenda positiva nell’ottica di sfruttare il potenziale ancora inespresso e di affrontare le varie questioni commerciali aperte.
Nelle prossime ore ci sarà la riunione con i ministri per valutare, settore per settore, le ricadute delle tariffe Usa sulle produzioni italiane. Si valuta un viaggio per un bilaterale alla Casa Bianca su cui sono in corso interlocuzioni diplomatiche. Potrebbe essere collocato nella prima metà della settimana di Pasqua, prima dell’arrivo del vicepresidente americano in Italia. LEGGI QUI
Alla domanda se volesse zero tariffe con l’Europa come sostenuto da Elon Musk, il presidente americano Donald Trump ha detto: “L’Europa ha fatto una fortuna con noi. L’Europa ci ha trattato molto molto male” ma “stanno venendo al tavolo. Vogliono parlare, ma non si parla se non ci pagano un sacco di soldi su base annuale”.
I mercati azionari asiatici hanno registrato una forti perdite riflettendo i crescenti timori sull’impatto delle tariffe sul commercio globale e sulla crescita economica, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un nuovo round di tariffe. L’indice Nikkei 225 del Giappone è sceso bruscamente del 5,79%, guidando il declino in tutta la regione. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha seguito con un forte calo di circa il 10%. Anche il Taiwan Weighted Index di Taiwan ha visto un forte calo, perdendo il 9,61% nelle prime contrattazioni. L’indice Kospi della Corea del Sud è sceso del 4,14%, mentre lo Shanghai Composite della Cina è sceso del 6,5%. Anche l’indice di riferimento australiano S&P/Asx 200 ha registrato un calo del 3,82%,e questo indica che la svendita non si è limitata alle principali economie manifatturiere, ma si è estesa a tutta la regione Asia-Pacifico. Gli esperti ritengono che la continua svendita nei mercati azionari globali sia dovuta alla crescente incertezza causata dai dazi. Le nuove misure tariffarie hanno gettato nubi nere sulle prospettive economiche globali. Si prevede che le principali economie asiatiche, che dipendono fortemente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, saranno duramente colpite una volta iniziata l’attuazione dei dazi.
I future a Wall Street viaggiano in deciso calo: i mercati sono spaventati dall’escalation della guerra commerciale innescata dal presidente Usa Donald Trump. I future sul Dow Jones perdono il 2,44%, quelli sullo S&P 500 il 3,20% e quelli sul Nasdaq il 4,20%.
Il petrolio è in brusca correzione in Asia sui timori di recessione globale per la guerra dei dazi innescata da Donald Trump: il Light crude Usa segna un tonfo del 2,74%, a 60,29 dollari, mentre il Brent accusa una perdita del 2,65%, a 63,84 dollari. Goldman Sachs, a conferma delle preoccupazioni degli investitori, ha appena portato dal 35% al 45% la probabilità che gli Stati Uniti finiscano in recessione nell’arco dei 12 mesi.
Di fronte al caos tariffario globale innescato da Donald Trump, il Quotidiano del Popolo esorta tutti a “concentrarsi sul fare le proprie cose”, riassumendo la strategia fondamentale di Pechino. E, pur nel mezzo di una dura retorica, la voce del Partito comunista cinese ribadisce in un editoriale che il Paese non vuole un disaccoppiamento completo con gli Usa e che “non sta chiudendo la porta ai negoziati” su cui, al contrario, sollecita gli Stati Uniti a impegnarsi. I dazi americani fanno male, ma “il cielo non può crollare”, aggiunge l’editoriale, riprendendo la frase usata da Mao Zedong nel 1962 durante l’incontro con 7.000 alti funzionari del Pcc, dopo 13 anni disastrosi segnati dalla Grande carestia e dalla rottura con l’Urss, la superpotenza comunista. Quest’anno, tra l’altro ricorre il 13esimo anno al potere del presidente Xi Jinping, caratterizzaato dalla grande scossa dei dazi e dalle pessime relazioni con Washington. L’editoriale, inoltre, offre cinque motivi per cui “il cielo non può crollare”: la Cina è un’economia di grandi dimensioni con forte resilienza alla pressione degli Usa, la dipendenza di Pechino dagli Stati Uniti si sta riducendo dato che l’export verso l’America è sceso dal 19,2% nel 2018 al 14,7% nel 2024, e Washington dipende con forza dall’import cinese, tra beni intermedi e strumentali, con quote oltre il 50% in alcuni settori, rendendo il disaccoppiamento impraticabile. In più, la Cina si è diversificata: le esportazioni verso l’Asean sono salite dal 12,8% al 16,4% e verso i Paesi della Belt and Road dal 38,7% al 47,8%.
“Avevamo un accordo, più o meno per TikTok, non un accordo, ma molto vicino, e poi la Cina ha cambiato l’accordo a causa dei dazi. Se avessi ridotto un po’ i dazi, avrebbero approvato quell’accordo in 15 minuti, il che dimostra il potere dei dazi, giusto?”: lo ha detto Donald Trump ai reporter a bordo dell’Air Force One.
Alla vigilia della riapertura dei mercati il petrolio a New York scende sotto i 60 dollari, per la prima volta dall’aprile 2021: 59,97%, con un tonfo del 3,26%.
Taiwan non cercherà tariffe di ritorsione contro i dazi al 32% di Donald Trump e si impegnerà per rimuovere le barriere commerciali con gli Usa. In un messaggio video, il presidente William Lai ha elencato cinque misure, tra cui l’istituzione di un team per i negoziati e l’acquisto di più beni americani per ridurre lo squilibrio commerciale, nel mezzo dei timori dell’opinione pubblica sulle potenziali ricadute economiche della stretta di Washington. Lai ha riconosciuto il “significativo impatto” della mossa del tycoon sull’economia, ma ha esortato a non farsi prendere dal panico in base ai “solidi fondamentali economici” di Taiwan.
Il premier giapponese Shigeru Ishiba si recherà quanto prima negli Stati Uniti per discutere la delicata questione dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump, nel tentativo di attenuare il contraccolpo all’economia del Paese del Sol Levante, pesantemente orientata all’esportazione. “Dobbiamo sottolineare chiaramente che il Giappone non sta facendo nulla di ingiusto”, ha detto Ishiba durante una sessione parlamentare, definendo “estremamente spiacevole” l’imposizione delle tariffe del 24% da parte di Trump, in particolare sul comparto auto, un settore chiave per la nazione.
La Borsa di Hong Kong crolla in avvio di seduta: l’indice Hang Seng perde quasi un decimo del suo valore, cedendo 2.119,76 punti (-9,28%), a quota 20.730,05. Hsbc, nel dettaglio, segna un tonfo del 15,85%, mentre i colossi hi-tech cinesi Alibaba e Tencent perdono nelle prime battute, rispettivamente, il 9,72% e il 7,43%.
Crollano in avvio le Borse cinesi sulle incertezze dei dazi di Donald Trump: l’indice Composite cede il 4,46%, a 3.193,10 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 6,04%, a quota 1.872,10.
La Borsa di Singapore si allinea al tracollo dei listini asiatici, sui timori dei dazi voluti da Donald Trump: l’indice Straits Times brucia in avvio 328,20 punti, ovvero l’8,58%, crollando a 3.497,66 punti.
Donald Trump ha detto che non vuole far crollare i mercati di proposito. “No, non è così, ma voglio risolvere il deficit che abbiamo con la Cina, l’Unione Europea e altre nazioni, e dovranno farlo. E se vogliono parlarne, sono aperto a parlare. Ma altrimenti, perché dovrei voler parlare?”, ha dichiarato il presideten americano a bordo dell’Air Force One.
La Borsa di Taiwan perde oggi il 9,8% in apertura.
L’indice Kospi della Borsa sudcoreana di Seul è sceso oggi in apertura del 4,77%, mentre l’S&P/ASX 200 della piazza d’affari australiana di Sydney è crollato del 5,83%.
Crollo stamattina della Borsa di Tokyo, che in apertura perde oltre il 7%.
Il presidente americano Donald Trump minimizza il panico sui mercati azionari causato dai nuovi dazi, paragonandoli a “una cura” destinata a curare i mali dell’economia americana. “A volte è necessario assumere farmaci per curarsi”, ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell’aereo presidenziale Air Force One.
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