Il caso di Ilaria Salis è diventato una questione nazionale. Ora il problema per Giorgia Meloni è innanzitutto diplomatico e politico. La premier deve avere cautela nei confronti di un governo amico e alleato in vista delle elezioni europee. E di un’alleanza nella famiglia dei Conservatori europei. Ma muoversi sfruttando i rapporti personali – si legge su La Stampa – potrebbe essere la scelta giusta. Come è successo con Al-Sisi nei confronti del caso Zaki. Il confronto con il premier ungherese Orban si è sviluppato sulla possibilità di ridurre i tempi del processo. Per arrivare alla sentenza il prima possibile e ottenere poi l’espulsione della maestra di Monza. Un decreto che però ad oggi non potrebbe arrivare a breve, visto che la prossima udienza del processo è fissata a maggio 2023. Che l’espulsione sia possibile lo ha fatto capire anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: "L’estradizione è impossibile perché non ha ricevuto condanne in Italia. Può essere espulsa dall’Ungheria in caso di condanna". Se l’autorità giudiziaria ungherese la pone ai domiciliari, poi, lei può chiedere di scontarli in Italia. "Ma non si può passare dal carcere in Ungheria ai domiciliari in Italia", ha concluso Tajani. Segui su affaritaliani.it
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Di NewsBot