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Le notizie di sabato 18 gennaio sul conflitto tra Israele e Hamas. Il cessate il fuoco partirà domani alle 8.30 in concomitanza con il primo scambio di prigionieri
Un funzionario di Hamas ha detto a Ynet che l’organizzazione terroristica sta ritardando per motivi tecnici la trasmissione dei nomi dei rapiti che dovrebbero essere rilasciati domani. E ha spiegato che «la comunicazione avviene fisicamente tramite messaggeri, e ci vuole tempo perché si accordino sui nomi e sulla posizione dei rapiti, quando gli aerei dell’Idf sono ancora sopra di loro». Quindi ha aggiunto che la lista finale verrà rilasciata solo dopo l’approvazione del leader di Hamas, Mohammed Sinwar.
Donald Trump riferisce di ave detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di «continuare a fare quello» che deve fare: «tutto questo deve finire presto. Vogliamo che finisca presto». Lo ha detto il presidente-eletto a Nbc, sottolineando che vedrà Netanyahu «presto», senza però ulteriori dettagli. «Vedremo presto» se gli ostaggi saranno liberati, ha aggiunto assicurando che la sua amministrazione manterrà il cessate il fuoco attraverso il «buon governo».
Nell’intervista rilasciata oggi all’emittente Nbc, il presidente eletto americano, Donald Trump, ha dichiarato di essere fiducioso sulla tenuta dell’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi raggiunto da Israele e Hamas, con la mediazione di Stati Uniti, Egitto e Qatar, affermando: «Beh, lo vedremo molto presto, ed è meglio che regga». «Gli Stati Uniti devono essere rispettati di nuovo, e devono essere rispettati in fretta. Ma rispetto è la parola principale che uso – ha detto – se ci rispettano, reggerà. Se non ci rispettano, scoppierà l’inferno». Il presidente eletto ha aggiunto che incontrerà Netanyahu «abbastanza presto», ma senza fornire altri dettagli.
«Abbiamo stabilito che i terroristi che hanno ucciso non saranno rilasciati in Giudea e Samaria (Cisgiordania), saranno espulsi nella Striscia di Gaza o all’estero, e abbiamo deciso durante la riunione di gabinetto anche un significativo rinforzo delle nostre forze lì per proteggere i nostri cittadini», ha affermato Benyamin Netanyahu. «Ora, cosa ha causato il cambiamento nella posizione di Hamas? Prima di tutto, i colpi dolorosi inferti dai nostri combattenti eroici. In secondo luogo, la nostra politica di colpire i nostri nemici su sette fronti con una forza che non avevano mai visto prima. Abbiamo eliminato Sinwar, Deif e Haniyeh. Abbiamo eliminato Nasrallah e tutta la dirigenza di Hezbollah. Abbiamo distrutto la maggior parte delle armi dell’esercito siriano, colpito i Houthi in Yemen, e agito contro l’Iran. Abbiamo infatti colpito duramente tutti questi gruppi, cioè abbiamo inflitto gravi danni all’intero asse iraniano, e ancora non è finita», ha detto il premier israeliano. «Come vi avevo promesso, abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente. E come risultato di tutto questo, Hamas è rimasto sconfitto e isolato nella guerra. Proprio così sono state create le condizioni per un cambiamento nella sua posizione e per il rilascio degli ostaggi. Oggi Hamas accetta ciò che prima non avrebbe mai accettato», ha aggiunto.
Israele «riporterà a casa ostaggi vivi grazie alla nostra determinazione» e li «riporterà a casa tutti». Parola del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel suo primo discorso pubblico dalla firma dell’accordo con Hamas. «Siamo riusciti a raddoppiare il numero degli ostaggi vivi che torneranno a casa nella prima fase» dell’accordo, abbiamo ottenuto «un incremento» rispetto a quanto era stato proposto da Hamas.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il futuro inquilino della Casa Bianca Donald Trump «hanno parlato entrambi con me e si sono congratulati sottolineando che questa prima fase dell’accordo è un temporaneo cessate il fuoco prima della prossima fase. Sia Biden sia Trump hanno pienamente appoggiato questo obiettivo». Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel suo primo discorso pubblico dalla firma dell’accordo con Hamas. «Noi ci riserviamo il diritto di tornare in guerra con l’appoggio degli Stati Uniti», ha aggiunto, sottolineando che «tutti hanno ripetuto nella regione che è stato Hamas a non rispettare l’accordo in precedenza».
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald «Trump farà in modo che noi avremo tutte le armi e le munizioni necessarie perché se non riusciamo a raggiungere questo obiettivo adesso, lo faremo con tremenda forza più avanti». Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel suo primo discorso pubblico dalla firma dell’accordo con Hamas. «Dobbiamo mantenere la capacità di tornare a combattere se necessario», ha aggiunto.
«Il cessate il fuoco approvato è temporaneo. Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra». Lo ha affermato il Primo ministro di Israele, Benyamin Netanyahu, in un suo intervento televisivo. Il premier ha anche sottolineato come sia il presidente americano uscente, Joe Biden, che quello entrante, Donald Trump, hanno garantito la ripresa dei combattimenti qualora l’accordo di pace dovesse fallire. «Il principio è che dobbiamo mantenere la capacità di tornare indietro e se necessario combattere per molti mesi».
«Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, in cui Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita». Lo ha detto Benyamin Netanyahu in un intervento televisivo.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed Al-Ansari, ha dichiarato al canale Al-Arabi che «siamo sicuri che le parti siano impegnate a rispettare l’accordo di cessate il fuoco». E ha osservato: «sappiamo dai tentativi precedenti che il processo di scambio di prigionieri non è semplice. Invito a non fare riferimento a dichiarazioni politiche in questo momento». Secondo lui «finora non vi è stata alcuna violazione dell’accordo».
Il ministro di ultradestra israeliana Bezalel Smotrich ha ribadito di essere «risolutamente contrario all’accordo sugli ostaggi». Tuttavia, ha osservato di aver ottenuto dal governo «l’impegno a cambiare completamente il metodo di guerra per arrivare ad una decisione completa, attraverso la graduale presa del controllo dell’intera Striscia di Gaza». Smotrich non ha quindi annunciato le dimissioni dal governo. «Abbiamo insistito e abbiamo potuto garantire, tramite una decisione del governo, nel gabinetto e in altri modi, che la guerra non sarebbe finita in alcun modo senza raggiungere i suoi obiettivi completi», ha dichiarato.
Il partito Otzma Yehudit ha annunciato che domani mattina presto, in seguito all’accordo che entrerà in vigore, i suoi ministri presenteranno le dimissioni dal governo e dalla coalizione. Di conseguenza, il ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir, il ministro per il Negev e la Galilea Yitzhak Wasserlauf, il ministro per il Patrimonio Amihai Eliyahu, nonché i presidenti delle commissioni Limor Son Har-Melech e Tzvika Fogel lasceranno i loro incarichi.
«Non proseguiremo con il piano finché non riceveremo l’elenco degli ostaggi che saranno liberati, come concordato. Israele non tollererà violazioni dell’accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas». Lo rende noto con un comunicato l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu dopo che, nonostante diversi rumors, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate domani.
L’Egitto, che ha fatto da mediatore nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato che Israele rilascerà più di 1.890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase di una tregua a Gaza. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che i prigionieri saranno liberati durante la prima fase di 42 giorni del cessate il fuoco, che inizierà domenica alle 7.30 ora italiana.
Un assalitore armato di coltello ha ferito un uomo nel centro di Tel Aviv sabato pomeriggio prima di essere «neutralizzato» dagli spari di un civile armato, secondo un comunicato della polizia israeliana.
Inizialmente, la polizia ha riferito che diverse persone erano state ferite dagli spari. Tuttavia, «le indagini preliminari rivelano che un terrorista armato di coltello ha accoltellato un civile» in Levontin Street, ha dichiarato la polizia in un comunicato. «Un civile armato nelle vicinanze ha aperto il fuoco e neutralizzato il terrorista», ha aggiunto il comunicato, senza specificare se l’assalitore fosse stato ucciso o semplicemente ferito.
Il Magen David Adom (Mda), l’equivalente israeliano della Croce Rossa, ha dichiarato di aver ricevuto una chiamata alle 16:30 (15:30 in Italia) che segnalava un uomo ferito in «un attacco con coltello». I soccorritori hanno portato l’uomo, di età inferiore ai 30 anni, cosciente, in ospedale, ha aggiunto l’Mda, suggerendo che la sua vita non sia in pericolo.
Il terrorista che ha agito nel centro di Tel Aviv si chiamava Salah Yahye, aveva 19 anni, ed era originario della città di Tulkarem, in Cisgiordania. Si trovava illegalmente in Israele, secondo fonti della difesa. I medici affermano che è stato ucciso a colpi di arma da fuoco sulla scena.
Secondo la polizia, l’accoltellamento è stato un attacco terroristico.
(di Chiara Barison) Venerdì 17 gennaio è stata resa nota la lista dei 33 ostaggi israeliani che verranno liberati nel corso della prima fase del cessate il fuoco prevista dall’accordo sottoscritto da Hamas e lo Stato ebraico con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti. Un accordo che dovrebbe svilupparsi in 42 giorni portando al ritorno di tutti i 98 ostaggi ancora detenuti nella Striscia di Gaza, vivi o morti che siano. La priorità sono bambini, donne, anziani e persone affette da patologie. Come riporta il Times of Israel, non è stato chiarito se tutti e 33 gli ostaggi che fanno parte della lista siano effettivamente ancora in vita, ma ci si aspetta che almeno la maggior parte lo sia, tenuto conto che la consegna delle salme è prevista nel corso della terza fase del cessate il fuoco.
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Secondo un aggiornamento del Times of Israel, l’attacco sarebbe stato definito inizialmente come «sparatoria» in quanto l’aggressore sarebbe stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco. In realtà, l’uomo ferito sarebbe stato accoltellato.
L’ospedale Ichilov di Tel Aviv ha definito gravi le condizioni della vittima, nonostante i medici ne avessero inizialmente parlato in modo lieve.
Una sparatoria a Tel Aviv ha provocato diversi feriti, numerose forze di polizia e ambulanze stanno arrivando in via Levontin dove è avvento il fatto. Un portavoce del servizio di soccorso d’Israele Magen David Adom ha affermato che i medici stanno curando un uomo con ferite moderate e che «il terrorista è stato eliminato». Lo riporta il Times of Israel.
La famiglia di Kfir Bibas, il più giovane ostaggio israeliano rapito il 7 ottobre 2023, ha ricordato il suo secondo compleanno oggi, alla vigilia dell’entrata in vigore del cessate il fuoco. Kfir aveva meno di 9 mesi quando è stato rapito dal kibbutz Nir Oz insieme al fratello Ariel, ora di 5 anni, e ai genitori Shiri e Yarden Bibas. Non si sa se la famiglia sia ancora viva.
A dicembre del 2023 Hamas ha affermato che Shiri Bibas e i suoi 2 figli erano stati uccisi in un attacco aereo israeliano nel sud di Gaza. Yarden Bibas, che era stato rapito separatamente, è stato filmato mentre veniva informato della loro morte.
Israele ha respinto la rivendicazione di Hamas e ha detto che il video di Yarden Bibas era «terrore psicologico», ma da allora non ci sono più tracce della famiglia. Kfir, con i capelli rossi e un sorriso sdentato, è stato in prigionia per quasi due terzi della sua vita ed è diventato un simbolo in Israele dell’impotenza e della rabbia per la situazione degli ostaggi. «Nei nostri peggiori incubi non avremmo mai pensato di arrivare a questo giorno», ha dichiarato all’inizio della settimana Yifat Zailer, cugina di Shiri Bibas
L’esercito israeliano ha affermato di aver intercettato oggi pomeriggio un altro missile lanciato dallo Yemen verso il sud di Israele, alla vigilia dell’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza. «Dopo le sirene che hanno suonato poco fa nelle aree di Eilat e Arava, un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato» dall’aeronautica israeliana, ha affermato l’esercito, aggiungendo che è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano.
«Nonostante 467 giorni di genocidio e massacri, Israele non è riuscito a spezzare la volontà di resistenza dei nostri fratelli e sorelle a Gaza»: lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, citato dall’agenzia Anadolu.
Funzionari israeliani hanno affermato di ritenere siano vivi 25 dei 33 ostaggi che dovrebbero essere rilasciati da Hamas nella prima fase di attuazione dell’accordo approvato nelle scorse ore dal governo Netanyahu per la tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi. E’ quanto si legge sul sito di notizie israeliano Ynet.
L’Hostage and Missing Families Forum esorta il governo ad avviare i lavori per negoziare le prossime fasi dell’accordo sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, prima del raggiungimento del 16,mo giorno concordato nell’accordo attuale come termine della prima fase. Lo riporta
il Times of Israel. «Noi, le famiglie dei 98 ostaggi, accogliamo con favore
l’accordo che mira a riportare a casa tutti gli ostaggi. Ciò rappresenta un progresso significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa, i vivi per riabilitarsi tra le loro famiglie e i defunti per una degna sepoltura», afferma il forum in una dichiarazione. «Chiediamo urgentemente che vengano prese disposizioni rapide per garantire che tutte le fasi dell’accordo siano implementate e sottolineiamo che i negoziati per le fasi successive devono iniziare prima del giorno 16», affermano. Le famiglie ricordano anche che oggi è il secondo compleanno
del più giovane ostaggio, Kfir Bibas. «Oggi è anche il secondo compleanno di Kfir Bibas, entrambi i suoi compleanni sono stati trascorsi sotto la prigionia di Hamas. Questa tragedia inaccettabile deve finire ora», afferma la dichiarazione, esortando il pubblico a partecipare ai raduni di questa sera
«per chiedere la garanzia della restituzione fino all’ultimo ostaggio!».
Medici senza frontiere (Msf) ha accolto oggi «con sollievo» l’accordo per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza, sottolineando che adesso è necessario «un rapido e massiccio aumento degli aiuti umanitari in tutta» la Striscia.
L’esercito israeliano (Idf) ha confermato che il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domani alle 08:30. «L’Idf si sta preparando ad attuare l’accordo per la restituzione degli ostaggi approvato dai vertici politici nella notte di sabato – si legge in u comunicato pubblicato su Telegram -. L’accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio alle 08:30 e, come parte di esso, le truppe dell’IDF attueranno le procedure operative sul campo in conformità con gli accordi stabiliti».
Il leader di Hezbollah, Naim Qassem, ha accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco a Gaza, definendolo una vittoria per i gruppi di resistenza palestinesi. «Questo accordo, identico a quello proposto nel maggio 2024, dimostra la perseveranza dei gruppi di resistenza, che hanno ottenuto cio’ che volevano mentre Israele non e’ riuscito a conseguire i suoi obiettivi», ha dichiarato Qassem in un discorso pubblico. Il leader del gruppo sciita libanese ha detto che il conflitto tra Israele e Hezbollah lungo il confine libanese ha contribuito alla «vittoria di Gaza», affermando che le operazioni militari in Libano hanno distratto Israele, rafforzando la posizione della resistenza palestinese. Qassem ha inoltre lanciato un monito a Israele, invitandolo a rispettare il cessate il fuoco raggiunto a novembre sul fronte libanese. «Non mettete alla prova la nostra pazienza di fronte alle violazioni israeliane», ha avvertito, ribadendo la prontezza di Hezbollah a rispondere a eventuali atti provocatori.
giudici sono stati assassinati davanti alla Corte suprema di Teheran. Lo
riferiscono i media locali. L’aggressore si suicida.
Cinque membri di una famiglia, inclusi tre bambini, sono stati uccisi in un bombardamento dell’esercito israeliano che ha preso di mira una tenda che ospitava gli sfollati nell’area di Mawasi della città dio Al Qarara, nel sud
della Striscia di Gaza. È quanto riportano i media locali.
Israele ha annunciato che rilascerà 737 prigionieri nella prima fase dell’accordo di tregua con Hamas in cambio della liberazione dei primi ostaggi israeliani. Nell’ambito della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza, e in cambio del rilascio dei primi ostaggi israeliani, «il governo approva il rilascio di 737 prigionieri e detenuti sotto la custodia dell’amministrazione carceraria», ha fatto sapere questa mattina in un comunicato il ministero della Giustizia israeliano, precisando che il loro rilascio non avverrà prima delle 16 di domenica.
Le forze armate israeliane hanno riferito di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen. Sirene sono risuonate in diverse zone dello Stato ebraico.
Le sirene d’allarme suonano anche a Gerusalemme, dove giornalisti dell’Afp riferiscono di aver udito esplosioni.
Le sirene d’allarme suonano nel centro di Tel Aviv per un missile lanciato dallo Yemen, come riferisce l’Idf.
Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato un altro elenco di prigionieri di sicurezza palestinesi che dovrebbero essere rilasciati durante la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas a Gaza. Lo scrive il Times of Israel aggiungendo che la nuova lista di oltre 700 prigionieri include numerosi detenuti che stanno scontando l’ergastolo per omicidio, tra cui membri di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del movimento Fatah al governo dell’Autorità Palestinese. Un comunicato del ministero della Giustizia ha reso noto che il primo gruppo di prigionieri destinati a essere liberati non sarà rilasciato prima delle 16 locali di domenica.
Il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domenica alle 8,30 locali. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar su X.
«Come coordinato dalle parti dell’accordo e dai mediatori, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza inizierà alle 8,30 di domenica 19 gennaio, ora locale di Gaza», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al Ansari. «Consigliamo agli abitanti di prendere precauzioni, di usare la massima cautela e di attendere indicazioni da fonti ufficiali», ha aggiunto.
L’ora esatta dell’inizio del cessate il fuoco non era chiara, anche se Israele, il cui gabinetto aveva precedentemente approvato l’accordo sullo scambio di ostaggi e prigionieri, aveva detto che nessun prigioniero sarebbe stato liberato prima delle 16 locali.
L’agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che la notte scorsa cinque membri di una famiglia, inclusi tre bambini, sono stati uccisi in un bombardamento dell’esercito israeliano che ha preso di mira una tenda che ospitava gli sfollati nell’area di Mawasi della città di Al-Qarara, vicino alla moschea di Al-Hedaya, a nord di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.
Il cessate il fuoco a Gaza inizierà domenica alle 8:30 ora locale (le 7:30 in Italia): lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, come riporta Al Jazeera. «Consigliamo ai nostri fratelli di rimanere cauti, di esercitare la massima attenzione e di attendere istruzioni da fonti ufficiali», ha scritto il portavoce Majed al-Ansari in un post su X in arabo.
Il ministero della Giustizia israeliano ha annunciato che 737 detenuti saranno liberati nel quadro della prima fase dell’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza. In una dichiarazione postata sul sito, il ministero afferma che «il governo approva» il «rilascio di 737 prigionieri e detenuti» attualmente sotto la custodia del servizio carcerario.
(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) All’inizio non è tornata a casa perché si era presa il Covid, adesso sembra che abbia scelto di respirare l’aria di Miami, meno pesante in queste settimane di quella sopra il cielo di Israele e sopra le teste angosciate degli ostaggi ancora tenuti a Gaza. Il viaggio di Sara Netanyahu dall’altra parte dell’oceano sarebbe dovuto durare una ventina di giorni, ne sono passati 52. I portavoce del marito primo ministro restano vaghi sulla data del rientro e soprattutto su dove sia alloggiata: sarebbe stata avvistata un paio di volte all’hotel St Regis — rivela il quotidiano Haaretz — ed è difficile non notarla, accompagnata com’è da sei guardie del corpo che la seguono a spese dei contribuenti.
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(di Greta Privitera) «Resurrezione». Hagai Levine corregge chiunque usi la parola «ritorno», oppure semplice «arrivo». Corregge anche chi si spinge a «rinascita». «Quella degli ostaggi israeliani a Gaza è letteralmente una resurrezione», dice il professore a capo della sezione che si occupa di salute nel Forum delle famiglie, in un incontro con i giornalisti. La resurrezione è il ritorno alla vita dopo la morte, il ritorno a casa dopo 15 mesi da prigionieri negli appartamenti-covo di Hamas o nelle tenebre dei sotterranei che corrono sotto la Striscia di Gaza, bombardata dall’esercito israeliano.
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(di Viviana Mazza) «È certamente una tregua fragile, anche se sospetto che potrebbe rivelarsi duratura», dice al Corriere il filosofo politico Michael Walzer, 89 anni, professore emerito di Princeton e autore di numerosi saggi tra cui il più celebre è «Guerre giuste e ingiuste». Da New York comunica regolarmente con amici israeliani favorevoli al cessate il fuoco, al rilascio prigionieri e a negoziati per uno Stato palestinese. «Quello che è difficile accettare per persone come me è che questo è un cessate il fuoco proposto a maggio, otto mesi fa, e io e tutti i miei amici pensavamo che avrebbe dovuto essere accettato allora, eppure se fosse accaduto la sconfitta di Hezbollah e la caduta del governo di Assad in Siria probabilmente non sarebbero avvenute. È una sensazione strana. Molte vite sarebbero state risparmiate a Gaza, per cui penso fosse giusto difendere il cessate il fuoco 8 mesi fa, ma ho difficoltà a rispondere a quanti mi dicono: “Sì, ma guarda che cosa è successo da allora”».
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Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha riferito durante la riunione di gabinetto che Israele «ha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Joe Biden che Donald Trump, che se i negoziati sulla fase due dell’accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza,
l’Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli
Stati Uniti».
Anche due ministri del Likud, il partito di destra guidato dal primo ministro di Israele Netanyahu, hanno votato contro l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Si tratta di David Amsalem e Amichai Chikli, che fanno parte dell’elenco degli otto ministri che hanno votato contro il via libera insieme ai membri del governo dell’estrema destra. Il ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi, a sua volta esponente del Likud, non era invece presente durante la riunione, che si è protratta per circa sette ore.
Dopo il voto del governo, il Ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato un altro elenco di prigionieri palestinesi destinati a essere rilasciati durante la prima fase dell’intesa sul cessate il fuoco. Lo rendono noto i media israeliani. Il nuovo elenco di oltre 700 prigionieri comprende diversi terroristi che stanno scontando condanne all’ergastolo per omicidio, tra cui membri di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del movimento Fatah, al potere nell’Autorità Nazionale Palestinese. In una nota, il Ministero della Giustizia afferma che il primo gruppo di prigionieri destinati alla liberazione non verrà rilasciato prima delle 16 di domenica.
I mediatori Qatar, Stati Uniti ed Egitto monitoreranno l’accordo di cessate il fuoco attraverso un organismo con sede al Cairo, ha dichiarato lo sceicco Mohammed, esortando alla calma a Gaza prima che l’accordo entri in vigore. Esiste «un meccanismo chiaro per negoziare la seconda e la terza fase», ha aggiunto. «Speriamo che questa sia l’ultima pagina della guerra e che tutte le parti si impegnino ad attuare tutti i termini di questo accordo», ha detto lo sceicco Mohammed quando ha presentato l’accordo. Secondo gli accordi delineati dal Qatar, i dettagli delle fasi due e tre saranno «finalizzati» durante l’attuazione della fase uno. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che la seconda fase porrà «fine alla guerra in modo permanente». Ha detto che comprenderà uno scambio per il rilascio degli ostaggi ancora vivi, compresi i soldati maschi. Poi tutte le forze israeliane rimanenti si ritireranno da Gaza.
Ecco i dettagli della prima fase, della durata di 42 giorni, come stabilito dai
mediatori Qatar e Stati Uniti e da israeliani e palestinesi.
SCAMBIO DI PRIGIONIERI-OSTAGGI: Hamas rilascerà 33 ostaggi israeliani nella prima fase dell’accordo, ha dichiarato il primo ministro qatariota Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani. Si tratta di «donne e reclute civili, bambini, anziani, malati e feriti civili». Il portavoce del governo, David Mencer, ha dichiarato che Israele è «pronto a pagare un prezzo pesante, nell’ordine delle centinaia», in cambio dei 33 ostaggi. Un funzionario israeliano ha detto che il numero finale dipenderà da quanti dei 33 ostaggi sono vivi. Due fonti vicine ad Hamas hanno dichiarato che tre donne soldato israeliane sarebbero state le prime ad essere rilasciate domenica sera, anche se il gruppo militante si riferisce a tutti gli israeliani in età militare come a soldati. Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato un elenco di 95 prigionieri palestinesi, la maggior parte dei quali donne, destinati a essere rilasciati nel primo scambio. I 33 sono tra i 94 ostaggi rapiti a Gaza durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele, che ha scatenato la guerra. Il totale include 34 prigionieri che l’esercito israeliano ha dichiarato morti. Un funzionario militare israeliano ha dichiarato che sono stati allestiti tre punti di accoglienza, uno ciascuno a Kerem Shalom ed Erez, entrambi i valichi di frontiera con Gaza, e uno a Reim, a est del territorio. Lì, gli ostaggi sarebbero stati raggiunti da medici e specialisti della salute mentale prima di essere «trasportati in elicottero o in veicolo» negli ospedali in Israele.
Trentatrè ostaggi detenuti da Hamas a Gaza saranno rilasciati nella prima fase di un accordo di cessate il fuoco per il territorio palestinese concordato con Israele. In cambio, Israele libererà centinaia di prigionieri palestinesi a
partire da domenica.
Il governo israeliano ha approvato l’accordo con Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi siglato durante la notte tra giovedì e venerdì a Doha. L’accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio. Lo ha comunicato l’ufficio del premier Benyamin Netanyahu. Secondo i media israeliani, 24 ministri avrebbero votato a favore mentre otto si sarebbero opposti. La delibera è arrivata dopo una riunione che si è protratta per sette ore,
conclusa alle prime ore del mattino in Israele. Anche se la Corte Suprema
israeliana continuerà ad ascoltare gli appelli degli israeliani che si oppongono alla liberazione dei prigionieri palestinesi, non si prevede che questo possa ostacolare l’entrata in vigore del cessate il fuoco di domenica.
18 gennaio, 00:20 – Aggiornata il 18 gennaio, 22:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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