Il bilancio dei civili ucraini uccisi oggi in vari raid russi è salito a sei. Oltre ai tre morti nell’attacco nel centro di Kiev, altri due sono stati registrati nella cittadina di Beryslav, colpita da proiettili di mortaio. Un corpo è stato estratto dalle macerie a Zaporizhzhia, dove un attacco missilistico ha colpito un palazzo residenziale "mentre tutti stavano dormendo", come ha rimarcato il governatore dell’oblast, Ivan Fedorov. 11 i feriti a Zaporizhzhia
 
È salito a sei il totale dei civili ucraini uccisi nella giornata di oggi in vari raid russi. Tre sono le vittime a Kiev di un attacco con missili balistici, che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito “odioso”. L’esercito russo ha dichiarato di aver colpito un sito militare a Kiev come rappresaglia dopo che l’Ucraina ha fatto uso di missili americani Atacms. In seguito all’attacco, sono stati registrati incendi e danni alle infrastrutture, inclusa la stazione Lukyanivska della metropolitana. 
Altri due decessi si registrano nella cittadina di Beryslav, nella provincia meridionale di Kherson, dove sono piovuti proiettili di mortaio. Un corpo, inoltre, è stato estratto dalle maceria nella città di Zaporizhzhia, dove un attacco missilistico ha colpito un palazzo residenziale, “mentre tutti stavano dormendo”, come ha rimarcato il governatore dell’oblast, Ivan Fedorov. Il bilancio precedente prima del ritrovamento del morto, era di 10 feriti: bilancio, quest’ultimo salito nel frattempo ad almeno 11.
“A seguito di un attacco di droni a Lyudinovo, è scoppiato un incendio nel territorio di un’impresa industriale”, ha dichiarato il governatore della regione russa di Kaluga, Vladislav Shapsha, su Telegram. Lyudinovo si trova a 170 chilometri dal confine tra Russia e Ucraina. Negli ultimi mesi, Kiev ha intensificato gli attacchi aerei contro le strutture energetiche e militari russe.
Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che le forze russe sono all’offensiva “in tutte le direzioni” per respingere le truppe d’invasione ucraine nella regione di Kursk e che hanno finora liberato 800 chilometri quadrati, pari a oltre il 60% del territorio occupato.

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Vadim Kobzev, Alexei Liptser e Igor Sergunin sono stati condannati a pene dai cinque anni e mezzo ai tre e mezzo di reclusione perché riconosciuti colpevoli di aver fatto parte di un’organizzazione “estremista”. Erano stati arrestati nell’ottobre 2023. LEGGI L’ARTICOLO
Mentre  la guerra in Ucraina procede  – con Kiev che nei giorni scorsi  ha accusato le truppe del Cremlino di essere tornate a prendere di mira  la sua rete elettrica causando gravissimi danni alle infrastrutture  energetiche e nuovi blackout di emergenza con il termometro ormai  sotto lo zero – c’è chi si è chiesto quali sarebbero i potenziali punti  critici al confine con l’Europa qualora la Russia decidesse di  spingersi oltre l’Ucraina nelle sue azioni militari. Ad analizzare  questo scenario ipotetico è stato il settimanale statunitenste Newsweek,  che ha pubblicato delle mappe in cui sono segnalati i possibili nuovi  fronti, nel caso in cui nei prossimi anni si arrivasse a uno  scontro diretto tra la Nato a Mosca. I POSSIBILI FRONTI
L’arma  è stata utilizzata dalla Russia per colpire in Ucraina, a novembre, ad  oltre mille giorni dall’inizio del conflitto, come aveva annunciato  Vladimir Putin, confermando come il missile sarebbe stato testato  nuovamente in combattimento. Il leader russo aveva anche annunciato la  produzione in serie dell’Oreshnik, mentre il comandante delle  truppe missilistiche russe aveva confermato che questa nuova arma può  colpire “in tutto il territorio europeo”. Successivamente, il 10  dicembre, Putin ha precisato che l’emergere dei sistemi  missilistici Oreshnik a medio raggio ridurrà al minimo la necessità  di utilizzare armi nucleari. Ecco le caratteristiche tecniche di queste  armi e come possono cambiare il conflitto. DI COSA SI TRATTA
Tra poco il tycoon sarà nuovamente alla guida degli Stati Uniti e in   tanti si chiedono come il suo ritorno alla Casa Bianca impatterà   sul conflitto tra Kiev e Mosca, in corso ormai dal febbraio 2022.   Secondo fonti a Washington, Trump vuole portare Putin e Zelensky a un   tavolo per iniziare a negoziare la fine delle ostilità. Il transition   team sta lavorando per questo obiettivo. Nbcriporta che i   consiglieri del presidente-eletto non hanno ancora presentato un piano   agli ucraini ma “Trump è seriamente intenzionato a voler arrivare a un   cessate il fuoco il primo giorno” della sua presidenza. Lo staff sta   spingendo per una pausa nei combattimenti che potrebbe aprire la strada   ai colloqui di pace. IL PIANO
Dall’1  gennaio 2025, il gas russo non transiterà più verso l’Europa   attraverso  l’Ucraina. È la naturale conseguenza degli annunci del   presidente  ucraino Volodymyr Zelensky e di quello russo Vladimir Putin   dei giorni  scorsi. Un evento di fatto epocale, che sta facendo  agitare i  mercati:  ieri, 31 dicembre, i prezzi europei del gas hanno  toccato i  50 euro al  megawattora, spinti anche dalle temperature in   ribasso. “L’interruzione  del transito del gas attraverso l’Ucraina  avrà  un impatto drastico su  tutti noi nell’Ue, non solo sulla  Federazione  Russa”, ha detto il primo  ministro slovacco Robert Fico. COSA SAPERE
E’ salito a sei il totale dei civili ucraini uccisi nella giornata di oggi in vari raid russi. Oltre ai tre morti nell’attacco nel centro di Kiev, altri due si registrano nella cittadina di Beryslav, nella provincia meridionale di Kherson, dove sono piovuti proiettili di mortaio. Un corpo, inoltre, è stato estratto dalle maceria nella città di Zaporizhzhia, dove un attacco missilistico ha colpito un palazzo residenziale, “mentre tutti stavano dormendo”, come ha rimarcato il governatore dell’oblast, Ivan Fedorov. Il bilancio precedente prima del ritrovamento del morto, era di 10 feriti: bilancio, quest’ultimo salito nel frattempo ad almeno 11. L’esercito russo ha dichiarato di aver colpito un sito militare a Kiev come rappresaglia dopo che l’Ucraina ha fatto uso di missili americani Atacms. Secondo il municipio della capitale, i morti sono due uomini, di 43 e 25 anni, e una donna di 41 anni. Kiev è spesso bersaglio di droni e missili russi, ma i sistemi di difesa aerea sono solitamente in grado di respingere gli attacchi meglio che in qualsiasi altra parte del Paese. Questa volta però la contraerea non è riuscita a evitare vittime.
Dopo 54 anni si è dissolto in una decina di giorni il regime della famiglia Assad in Siria, con il suo ultimo esponente, il presidente    Bashar al Assad, che dopo un quarto di secolo a potere è fuggito a   Mosca  insieme alla famiglia sotto la protezione di Vladimir Putin che   ha  concesso loro l’asilo “per motivi umanitari”. La Russia è da sempre  convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta  militarmente   nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale,  all’epoca, per  la  salvezza del regime alawita e delle strategiche basi  russe nel  Paese. Ma  cosa può rappresentare quindi la caduta di Assad  per Putin? COSA CAMBIA
Non solo Ucraina: secondo quanto riferito dal Financial Times, in  passato la Russia ha pianificato un possibile attacco a Giappone e  Corea del Sud in caso di conflitto su scala globale. Ad essere  interessati sarebbero sia obiettivi militari che civili, incluse le  centrali elettriche e nucleari. Ecco quello che è emerso. I DETTAGLI
A lanciare l’allarme è l’organizzazione umanitaria Cesvi, che sottolinea  come quest’anno sia stato caratterizzato da un drammatico paradosso: “A  fronte di 300 milioni di persone al limite della sopravvivenza, è sempre  più difficile e pericoloso per gli operatori umanitari portare aiuti”. LEGGI L’ARTICOLO
I profughi ucraini fuggiti dalla guerra devono essere “deportati dalla Germania, adesso”, perché in Ucraina “c’è abbastanza territorio per ospitarli tutti”, le parole, riferite da un giornalista della Süddeutsche Zeitung (Sz) e citate da Deutsche Welle (Dw), sono della segretaria del ramo bavarese di Alternative für Deutschland (AfD), Katrin Ebner-Steiner: una proposta approvata dalla direzione bavarese del partito populista di estrema destra. La notizia è in evidenza anche sui siti ucraini. Dw ricorda che il 14 e 15 gennaio la direzione della sezione bavarese di AfD si è riunita a Ratisbona e ha approvato due documenti programmatici: un ‘Piano per il futuro della Baviera’ e un ‘Pacchetto contro l’islamizzazione’: in nessuno dei due si fa menzione degli ucraini. Tuttavia il corrispondente della Sz, Johann Osel, presente alla riunione, afferma che Ebner-Steiner ha parlato proprio dell’espulsione degli ucraini, che deve avvenire “adesso”. La direzione della sezione bavarese del partito populista di destra, quindi, secondo la Sz, si è espressa a favore dell’immediata espulsione dei profughi ucraini dal Paese. L’Ucraina, avrebbe detto Ebner-Steiner, è un grande Paese con “abbastanza territorio” in cui si può tornare. Secondo le sue stime, il numero di coloro che possono essere espulsi dalla Germania, compresi gli ucraini, si avvicina ai due milioni. La segretaria ha quindi chiesto una “remigrazione di massa” affinché la Baviera non sia “inondata di beneficiari dell’assistenza sociale che non vogliono integrarsi” e ha chiesto una “emergenza rifugiati” nella regione per negare loro l’alloggio.
Meno di un anno fa la Svezia ha lasciato la sua posizione storica di neutralità entrando nella Nato. Oggi parte la prima missione del paese scandinavo che ha mandato 600 soldati in Lettonia per stanzionarli a difendere il confine con la Russia per sei mesi. “Si tratta di una giornata storica” per la Svezia”, “siamo il 14esimo paese ad unirsi a questa brigata internazionale in Lettonia che è presente dal 2004” ha dichiarato Marcus Nilsson, portavoce del reggimento P7 della Scania meridionale ora in missione in Lettonia per i prossimi sei mesi. Seicento soldati arrivati stamane sul posto e ulteriori 200 sono a disposizione: “In appena un paio di giorni abbiamo trasferito un intero battaglione, veicoli, personale e tutto ciò di cui un battaglione potrebbe avere bisogno per essere in grado di operare in un ambiente di guerra nel peggiore dei casi”, ha aggiunto Nilsson, intervistato dalla Tv di servizio pubblico svedese Svt. “Dal punto di vista militare, gli svedesi sono davvero capaci e professionali”, ha sottolineato la Comandante della Divisione Nato nei Paesi baltici Jette Albinus. Alla scadenza dei sei mesi, subentreranno le truppe danesi per altri sei mesi e poi torneranno nuovamente gli svedesi. “Non staremo con le mani in mano, ma ci eserciteremo a tutti i livelli del battaglione. Quando i soldati non sono fuori ad addestrarsi, ci sono opportunità di allenamento fisico all’interno del campo”, ha sottolineato il tenente colonnello svedese Henrik Rosdahl. Le truppe svedesi hanno già partecipato a missioni militari internazionali in Kosovo, Afghanistan e Mali ma questa è la prima volta che operano in una missione da membri della Nato.
La municipalità di Tallinn ha approvato un nuovo programma di cooperazione allo sviluppo a sostegno delle città ucraine per il 2025. Il programma, che intende combinare aiuto umanitario e progetti miranti alla realizzazione delle riforme necessarie all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue, avrà un valore complessivo di 200.000 euro. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina d parte della Russia, la municipalità di Tallinn è stata protagonista di svariate azioni di supporto all’Ucraina fornendo beni essenziali, cibo, computer, autobus, ambulanze e attrezzature mediche, nonché organizzando servizi di riabilitazione per soldati feriti e campi estivi per bambini ucraini.
Almeno 10 droni ucraini hanno colpito la notte scorsa un deposito di petrolio nella regione russa di Tula: lo hanno riferito a Ukrinform fonti dell’Intelligence del ministero della Difesa ucraino. “Almeno dieci attacchi mirati di droni hanno avuto luogo su un deposito di petrolio nella regione di Tula nella notte del 18 gennaio – hanno dichiarato le fonti -. La struttura nemica è stata colpita grazie al lavoro degli operatori dell’Intelligence della Difesa dell’Ucraina e dei droni di fabbricazione ucraina”. Secondo il governatore della regione di Tula, “un serbatoio di carburante ha preso fuoco in una delle imprese della regione. I vigili del fuoco sono al lavoro”. L’intelligence di Kiev ha sottolineato che, nonostante i media russi riportino il presunto successo della loro difesa aerea, un incendio su larga scala è scoppiato nel deposito di petrolio.
“Tutti coloro che assistono lo stato russo in questa guerra devono fare i conti con pressioni che abbiano un impatto tanto forte quanto questi attacchi. Possiamo arrivare a questo solo con l’unità del mondo intero”. Scrive così su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo che “alle prime ore del mattino, il nemico ha lanciato un attacco balistico contro il centro di Kiev”. Zelensky conferma che tre persone sono rimaste uccise, dopo un bilancio iniziale che parlava di quattro morti, e che altre tre sono rimaste ferite e riferisce di danni a palazzi, una stazione della metropolitana, negozi, locali e altre infrastrutture civili.

“Tutti coloro che aiutano lo Stato russo in questa guerra dovrebbero subire una pressione tale che non sia meno tangibile di questi attacchi. Possiamo farlo solo uniti con il mondo intero”: lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelesnky commentando gli attacchi lanciati dalle forze russe la notte scorsa e questa mattina su Kiev e Zaporizhzhia. “In mattinata, il nemico ha lanciato un missile balistico contro il centro di Kiev. Sono caduti dei detriti. Quattro persone sono state uccise e tre ferite. Le mie condoglianze alle famiglie e agli amici. Sono stati danneggiati edifici residenziali, una stazione della metropolitana, negozi, caffè e infrastrutture civili”, si legge in un  comunicato. “Zaporizhzhia è stata attaccata. Si sa che dieci persone sono rimaste ferite, altre potrebbero essere sotto le macerie. Le infrastrutture sono state distrutte, le case e i negozi di molte persone sono stati danneggiati. Le operazioni di soccorso sono ancora in corso”, si legge inoltre nella nota.
E’ salito a 10 il bilancio dei feriti nell’attacco lanciato la notte scorsa dalle forze russe contro la città di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare dell’omonima regione, Ivan Fedorov. L’attacco ha preso di mira una infrastruttura ed ha danneggiato edifici residenziali, uffici e veicoli. 
Le forze russe hanno preso il controllo del villaggio di Petropavlovka nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo hanno reso noto i vertici militari di Mosca, come riporta la Tass. 
Dall’1  gennaio 2025, il gas russo non transiterà più verso l’Europa   attraverso  l’Ucraina. È la naturale conseguenza degli annunci del   presidente  ucraino Volodymyr Zelensky e di quello russo Vladimir Putin   dei giorni  scorsi. Un evento di fatto epocale, che sta facendo  agitare i  mercati:  ieri, 31 dicembre, i prezzi europei del gas hanno  toccato i  50 euro al  megawattora, spinti anche dalle temperature in   ribasso. “L’interruzione  del transito del gas attraverso l’Ucraina  avrà  un impatto drastico su  tutti noi nell’Ue, non solo sulla  Federazione  Russa”, ha detto il primo  ministro slovacco Robert Fico. COSA SAPERE

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